[Area] R: R: I: Io sto con Mattarella

Ferrari Roberto roberto.ferrari a giustizia.it
Mar 29 Maggio 2018 19:33:27 CEST


D' accordo. Tuttavia se, come par certo, il problema non è Savona, ma il programma della maggioranza, perchè questa non cede sull' indicazione del ministro?

Al di là degli intenti alla base delle scelte politiche manifestate dai leader nazionali, il tema mi sembra generale e comune a tutta l' Europa. In Francia Macron non è il primo risultato di un accordo trasversale tra destra e sinistra, costituente una qualche forzatura rispetto alle indicazioni dell' elettorato.
Un po' dappertutto si affronta il dilemma politico/giuridico dell' assenza di rappresentatività, della vanità del voto.
L' assetto istituzionale dell' Unione è particolarmente idoneo ad evidenziare la lontananza del potere normativo dai rappresentati e qui in Europa è la sede naturale di queste riflessioni sulla democrazia e forse la dolorosa fucina di una nuova architettura democratica, che sicuramente qualcuno avrà già immaginato.

L' effetto combinato della posizione M5S/Lega e della soluzione presidenziale conduce la riflessione al cuore del problema e la contesa si fa estremamente interessante.
Invero ci sono alcuni equivoci che sono soltanto soggettivi. L' equilibrio finanziario, l' assenza di debiti o la commisurazione degli stessi alle risorse attuali, è un fattore di libertà. Ha una valenza politica ed ideologica decisiva, costituente; non è una mera questione economica. Se un popolo vuole rendersi libero, si liberi dal debito o, meglio, dallo squilibrio finanziario.

Che la democrazia sia cosa ben diversa dall' oclocrazia del potere alla maggioranza, stigmatizzata da Aristotele, è noto da tempo.
L' oclocrazia si basa sul debito: è il governo dei poveri, di chi non ha nulla da perdere e non ha una visione del futuro. Di chi non ha problemi a mettere una firma su una cambiale dietro la percezione di contante. Di chi non si occupa del debito di cui è gravato e magari conta di lasciare ai posteri.
La democrazia è polifona, il potere è frazionato e produce scelte a seguito di procedimenti dialettici. Che la maggioranza, l' indirizzo politico espresso dal legislativo, debba confrontarsi con la macchina autonoma dell' amministrazione, non potendone disporre, è la fisiologia, non la patologia della democrazia (ne commentavano con ironia Moro e Fanfani, con riferimento ai socialisti che andavano al governo pensando di governare per il solo fatto di esserci, finalmente).

In questo senso Mattarella interpreta brillantemente l' essenza della democrazia, lottando per assicurarne il funzionamento. Un processo derivante dalla messa in stato di accusa potrebbe ben contribuire a tali riflessioni e far risaltare e comprendere la funzione presidenziale.
Per quanto la vicenda che ne è alla base appaia molto pericolosa. Se il ministro è il punto di raccordo tra legislativo ed esecutivo, tra chi esprime la volontà della maggioranza e chi deve cimentarsi sui limiti giuridici e tecnici che ne condizionano la realizzabilità, l' inidoneità del ministro è problema della maggioranza e non altera la dialettica democratica. Il rischio semmai è che il ministro possa sostituire parte della compagine amministrativa; potrebbe esserci qualcuno in particolare che teme di esser sostituito da un ministro in particolare e non da altri (ma questo non risulterà neanche a seguito del processo).

In merito alle prospettive paventate: il Ministro può da solo deliberare l' uscita dall' Euro o, meglio, operare per una espulsione da parte dell' Unione? La gestione del debito presuppone scelte parlamentari aventi in gran parte collocazione nella legge di bilancio.
Allora il problema è la risposta dei mercati nel breve periodo, l' incidenza sul costo della rinnovazione del debito, la componente meramente emotiva alla base delle scommesse nei contratti a termine.
Sotto questo profilo, tanto più è azzardata la scelta presidenziale, tanto più proficuo il risultato. Il mercato riceve gran conforto dalla constatazione che, venuto meno "re Giorgio", in Italia c'è ancora un monarca che protegge il mercato dalle sollevazioni della plebe.
Allora, posto che il popolo di certo non ha sovranità, il sovrano è il monarca o il mercato?

PS. Se Aristotele avesse impiegato nella filosofia politica la propria codificazione delle regole della dialettica avrebbe trovato la chiave.
Noi ci lavoriamo ogni giorno: la scelta giurisdizionale non è una scelta del giudice di un certo grado o delle parti, è l' esito di un procedimento dialettico, il processo, completo di tutte le fasi e gradi richieste da chi ha il potere di attivarle.


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Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di thorgiov <thorgiov a libero.it>
Inviato: martedì 29 maggio 2018 15:06
A: area a areaperta.it
Oggetto: Re: [Area] R: R: I: Io sto con Mattarella

Non bisogna però confondere tutto in un unico calderone. Nel mondo esistono altri populismi, che dal punto di vista economico non hanno causato affatto disastri. Federico Rampini su Repubblica ha rammentato che nel corso della campagna elettorale americana la stampa finanziaria internazionale aveva prospettato una situazione disastrosa per l'ipotesi di vittoria di Donald Trump. Ciononostante il giorno stesso della sua vittoria la borsa di New York segnò un risultato molto positivo, e da allora il listino ha continuato a crescere. Quando Trump ha preannunciato la guerra doganale contro la Cina c'è invece stata una reazione negativa, ma quanto è stato raggiunto un accordo, perchè sostanzialmente l'America ha vinto il braccio di ferro, i mercati hanno continuato ad avanzare.
Quando l'Inghilterra ha deciso, tramite referendum, di uscire dall'Unione, c'è stato un calo della borsa di Londra, e anche il rating è sceso, ma poi si sia i mercati che il giudizio sulla affidabilità creditizia si sono stabilizzati.
I Paesi del cosiddetto Gruppo di Visegrad hanno rivendicato e reso operativa la loro indipendenza dalle decisioni dell'Unione, soprattutto in materia di disciplina dell'immigrazione, ma il debito è sotto controllo e le loro economie sono in continua crescita.
Perchè invece in Italia c'è stato il crollo e Mattarella è dovuto intervenire prima che tutto precipitasse ? La differenza è strutturale. Negli Stati Uniti la spesa pubblica si concentra da sempre sugli investimenti, perchè sanità e previdenza sono private. Per l'Inghilterra la spesa sociale è molto più bassa che in Italia, e lo stesso vale per i Paesi dell'Est Europa. Ciò consente di controllare con maggiore facilità i conti, perchè non c'è la pressione dell'elettorato su questo tema, ed anzi la decisione politica di fondo, accettata dai cittadini, è di privilegiare gli investimenti anzichè la sicurezza sociale. Al contrario, da noi tutto ruota sulla spesa pubblica, come del resto avviene anche in Francia, dove non a caso Macron incontra grosse difficoltà a far passare le sue riforme liberiste. In Italia, in particolare, la spesa pubblica è sempre stata utilizzata per acquisire e mantenere il consenso, e fino a quando c'erano le risorse effettivamente il sistema funzionava. In fin dei conti la corruzione e i privilegi esistevano pure prima, solo che l'elettorato non se ne curava, perchè insieme con i vitalizi dei Parlamentari esistevano anche le baby pensioni per i lavoratori dipendenti, le assunzioni clientelari e le immissioni in ruolo senza concorso pubblico. Il popolo ha il brutto vizio di non considerare che chi lo rappresenta il più delle volte gli somiglia. Il tallone d'Achille dell'Italia è la spesa pubblica. Quando gli investitori hanno letto il contratto del Governo del Cambiamento, hanno fiutato subito il pericolo : come si fa ad abbassare le tasse in modo drastico con la flat tax e contemporaneamente ad aumentare la spesa sociale con il reddito e la pensione di cittadinanza ? Sono due politiche completamente opposte, che qualunque Governo, populista o meno, non si sognerebbe mai di abbinare. In Italia, che è un paese cattolico, che in quanto tale pensa di poter sempre mediare tra il principio e il fatto e di trovare un punto di incontro tra gli opposti, la classe politica e l'elettorato affermano che un simile risultato è possibile, anzi doveroso. Non considerano affatto che il quadro d'insieme è mutato radicalmente, perchè prescindono completamente dalla realtà e, in maniera schizofrenica, vogliono tutto e il contrario di tutto. Di qui le dichiarazioni congiunte di Salvini e Di Maio, secondo i quali con il Governo del Cambiamento le tasse sarebbero diminuite ma la spesa sociale no. Ora, secondo me nessuno dei due credeva ad una simile fesseria, perchè di questo si tratta. Però intanto l'hanno dovuta mettere per iscritto, magari con la riserva mentale, non esplicitata, che il programma si sarebbe realizzato solo in quanto in concreto fattibile. L'elettorato però queste finezze non le capisce e, nel suo infantilismo, quando legge certe cose ci crede fino in fondo. E non le capiscono neppure i mercati, che si muovono in base ad aspettative, ed hanno il timore, a dire il vero tutt'altro che irrazionale, che il debito pubblico esploda e precipiti nel caos non solo l'Italia ma l'intera Europa. A questo punto è intervenuto Mattarella, il quale ha fatto professione di sano realismo ed ha bloccato la nomina di Savona. Ma il realismo in Italia non è mai apprezzato. Gli italiani, quando vengono messi di fronte ai fatti, reagiscono in un solo modo : peggio per i fatti ! Da noi i cittadini sono abituati a vedere nello Stato una grande mamma, che dispensa beni a chiunque, che li accudisce in tutto e per tutto, che evita loro la difficoltà di pensare. Perchè pensare è una gran fatica . E allora viva la mamma, come recitava una canzone di Enrico Bennato, almeno fino a quando si comporta come tale. Perchè altrimenti viene considerata una p...... Ma allora diventa impossibile intervenire sulla spesa pubblica, indipentemente dal colore del Governo in carica. Questo è il problema che tutti gli Esecutivi e i Parlamenti italiani debbono affrontare : l'infantilismo dell'elettorato, che è un eterno bambino, nemmeno tanto sveglio, come ricordava il Berlusca quando dava lezioni di realpolitik ai suoi.
FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )


Il 29/05/2018 12:09, Stefano Celli ha scritto:

Mi permetto di consigliare la lettura di Populismo Sovrano di Stefano Feltri ...

Il 28/05/2018 16:34, thorgiov ha scritto:

Anche io ringrazio il Presidente Mattarella, perchè ha ben operato, non tanto da garante della Costituzione, quanto del sistema economico italiano. Il Governo del cambiamento, con il suo programma avventuristico, avrebbe affossato l'economia nazionale. Può piacere o meno, ma effettivamente oggi i mercati finanziari sono decisivi. Anzi, a dire il vero, sono loro che decidono. Per questo motivo considero impropri i richiami alla Costituzione fatti sia da chi elogia Mattarella, sia da chi lo critica o vorrebbe addirittura metterlo sotto accusa. Non si tiene conto che sia il sistema istituzionale, sia il sistema di valori consacrati nella Carta del 1948 è nato e soprattutto si è sviluppato in un periodo in cui la congiuntura economica era favorevole. Nel secondo dopoguerra la produzione industriale era concentrata nei Paesi occidentali, che avevano , pur nelle loro diversità, dei riferimenti politici e ideologici comuni, per cui la concorrenza era molto limitata. Tutto è cambiato con il crollo del muro di Berlino prima e con l'ingresso della Cina nel WTO dopo. L'ingresso di nuovi Paesi come concorrenti ha distrutto tutto di un colpo delle certezze consolidate, che si sono rivelate false. Inoltre la tecnologia non era avanzata come oggi : un tempo la forza lavoro "grezza" era indispensabile. Pochi giorni fa ha destato scalpore la notizia di un operaio che ha perso il posto perchè è stata trovata una macchina che fa il suo stesso lavoro, ovviamente ad un costo inferiore. Voglio far notare che la tecnologia fa perdere posti di lavoro non solo tra gli operai, ma anche tra i ceti che un tempo credevano di avere un posto sicuro. Valga per tutti l'esempio dei bancari : negli ultimi 8 anni il numero degli impiegati nel settore in Italia è diminuito di 44.000 unità. Certo, è molto bello, molto comodo usare l'internet banking, accedere al proprio conto stando comodamente seduti a casa. Però non sarebbe male, ogni tanto, pensare che per raggiungere quella comodità qualcun altro è stato cacciato dal sistema produttivo e nessuno lo rimpiazzerà, perchè a fare il suo lavoro ci penserà una macchina. Poi ci si meraviglia che i risparmiatori vengano indotti dai bancari a fare investimenti rischiosi e spesso dannosi. Per forza : oggi un bancario è continuamente sotto pressione, deve rendere, deve produrre, perchè sa di rappresentare non una risorsa, ma un costo, e ogni costo deve essere ripagato. Insomma, non esistono pasti gratis. Parafrasando Mao, il capitalismo non è un pranzo di gala.

Quello che non mi piaceva del cosiddetto Governo del cambiamento era l'atteggiamento tipicamente italiano di chi si rifiuta di prendere atto della realtà, e si costruisce un mondo parallelo che esiste solo nella sua testa. Il problema è che i mercati finanziari sono molto concreti, e spesso spietati. Per chi investe ogni occasione di speculare è buona, e l'Italia è una preda molto appetitosa, perchè un paese così scombinato manca delle difese minime per difendersi da certi attacchi. Senza l'Unione europea che compra i nostri titoli di Stato sarebbero crollate da tempo anche le banche nostrane, che sono piene  di quei titoli e in più hanno crediti in sofferenza in percentuali di molto superiori agli altri Paesi europei. Mattarella di questo si è reso subito conto, ed è corso ai ripari, rifiutando la nomina di Savona. Lo ripeto, secondo me il Presidente della Repubblica ha agito bene, e noi tutti lo dobbiamo ringraziare. Però debbo dissociarmi non solo dagli attacchi indegni che gli vengono mossi, ma anche dagli elogi gonfi di retorica che vengono da questa lista. Secondo me Mattarella è giunto alla sua decisione con grande sofferenza. Perchè ha capito quello che voi tutti cercate di nascondere, anche a voi stessi : a vincere non è stata la Costituzione. A vincere sono stati i mercati finanziari, i poteri veramente forti. La sovranità, di cui parla l'art. 1 comma 2 Cost., in realtà non appartiene più al popolo. Questo può essere anche un bene : dipende dai punti di vista. Ma una cosa è certa : le pressioni internazionali intervenute nelle ultime settimane sono state molto efficaci, e non hanno nulla di democratico. Proprio nulla. La democrazia è stata comunque sconfitta. E di questo non bisogna rallegrarsi.

FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

Il 28/05/2018 14:48, MUSTI LUCIA ha scritto:
Io, come cittadina e magistrato, sto con il Presidente Mattarella, garante della Carta Costituzionale.

Lucia Musti


Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Fazio Valeria
Inviato: lunedì 28 maggio 2018 14:25
A: ezia.maccora a iol.it<mailto:ezia.maccora a iol.it>; area a areaperta.it<mailto:area a areaperta.it>; 'Sanlorenzo Rita'
Oggetto: [Area] R: I: Io sto con Mattarella

Il Presidente Mattarella  rappresenta  le mie convinzioni e le mie aspirazioni; lo ringrazio.
Valeria fazio

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di ezia.maccora a iol.it<mailto:ezia.maccora a iol.it>
Inviato: lunedì 28 maggio 2018 12:56
A: area a areaperta.it<mailto:area a areaperta.it>; Sanlorenzo Rita
Oggetto: Re: [Area] I: Io sto con Mattarella


Grazie Rita,

anche io, come cittadina e magistrato, #sto con il Presidente Mattarella.

ezia maccora
Il 28 maggio 2018 alle 12.41 Sanlorenzo Rita <rita.sanlorenzo a giustizia.it><mailto:rita.sanlorenzo a giustizia.it> ha scritto:
________________________________
Da: Rita Sanlorenzo <rita31859 a gmail.com><mailto:rita31859 a gmail.com>
Inviato: lunedì 28 maggio 2018 12:40:25
A: Sanlorenzo Rita
Oggetto: Io sto con Mattarella


Io, come cittadino e magistrato, sto con il Presidente Mattarella



IN un momento di così acuta crisi istituzionale, io sento di dover esprimere, per quel che vale,  la mia piena solidarietà al Presidente della Repubblica, che ha impersonato il suo ruolo nel pieno rispetto delle prerogative che la Costituzione gli attribuisce. Ogni cittadino, ed ogni magistrato,  può avere la sua idea a proposito del contenuto delle proposte del contratto di governo, del tipo di  rapporto che il nostro Paese deve tenere con l'Europa a cui la legano trattati vincolanti, degli scenari che si prefigurano (o che si sarebbero prefigurati) di fronte all'adozione di misure tanto radicali e in possibile collisione con i principi costituzionali (uno fra tutti, l'art. 53 della Costituzione). Ogni magistrato, in particolare, può e deve avere la sua opinione a proposito del programma per la giustizia, che tace sulla carenza di risorse e invece propone un incremento dell'ambito di iniziativa penale, ed un ritorno alla frammentazione sul territorio delle sedi giudiziarie.



Nessun cittadino, e nessun magistrato, può e deve tacere però sul tipo di attacco alla funzione ed alla carica del nostro Presidente che in base alle proprie valutazioni ha esercitato quel potere di controllo che la nostra Costituzione gli affida. Chi aggredisce il Presidente Mattarella aggredisce l'equilibrio dei poteri disegnato dalla nostra Costituzione, e dunque attacca anche la collocazione della magistratura, il cui Consiglio Superiore è presieduto dal Presidente della Repubblica.



Questo mi sento di dire con nettezza e senza indugi. Io sto con il Presidente Mattarella.










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