[Area] (senza oggetto)
thorgiov
thorgiov a libero.it
Mer 20 Giu 2018 20:33:49 CEST
Ma anche senza adesioni acritiche rispetto alla giurisprudenza
consolidata, che può mutare, insieme con lo spirito del tempo. Perchè
tutto scorre, e nulla è dato per sempre.
FELICE PIZZI ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
Il 20/06/2018 20:14, Renoldi Carlo ha scritto:
>
> Nello stralcio proposto da Franco Maisto, il Ministro Bonafede dice,
> sostanzialmente, tre cose: che la “certezza della pena” è in sé un
> valore; che questo giudizio è largamente condiviso dai cittadini; che
> lo Stato deve assicurare ai cittadini una giustizia “effettiva e
> sostanziale”.
>
>
> Ora, se noi interpretiamo queste affermazioni con il linguaggio
> “light” dell’agorà mediatica, non potremmo che convenire su tutta la
> linea.
>
> Chi può dire, come giustamente osserva il collega Centini, che la pena
> deve essere “incerta”? Chi può dire che lo Stato non deve garantire
> una giustizia effettiva? E che queste affermazioni incontrino, tra i
> cittadini, un diffuso favore, mi pare una constatazione che rasenta
> l’ovvio.
>
>
> Se però proviamo a decostruire il discorso del Ministro, le cose forse
> sono meno scontate.
>
>
> In questo concordo con Centini: occorre intendersi sulla espressione
> “certezza della pena”.
>
>
> Questa locuzione richiama, nella vulgata politica e mediatica, la tesi
> secondo cui, nella fase dell’esecuzione penale, la pena assuma – per
> l’azione convergente di norme permissive, prassi interpretative e
> culture professionali in genere dominate da riflessi indulgenziali –
> una forma diversa da quella stabilita nel processo di cognizione;
> sicché, cambiando nel tempo, per effetto delle decisioni della
> magistratura di sorveglianza, la pena diverrebbe appunto “incerta”. E
> dal momento che questo cambiamento avviene sempre /in bonam partem/,
> al giudizio fattuale in genere si accompagna, tra i fautori di questa
> ideologia, un giudizio di valore: ovvero che questo cambiamento sia
> negativo, in quanto muterebbe la pena “giusta” inflitta dal giudice
> della cognizione e ormai coperta dal giudicato, secondo un incedere
> che spesso richiama l’immagine della tela di Penelope.
>
> Tuttavia, siccome la pena inflitta dal giudice della cognizione è,
> ovviamente, il carcere, soprattutto dopo lo storico fallimento delle
> cd. sanzioni sostitutive, ecco che la sequenza che dà compiuto
> significato alla locuzione “certezza della pena” diventa, in realtà,
> la seguente: quando una persona commette un reato, deve essere
> condannata al carcere e, una volta che la pena del carcere è stata
> inflitta, il condannato la deve espiare integralmente, senza sconti o
> benefici di sorta.
>
>
> Ora, questa idea di giustizia, “effettiva e sostanziale” direbbe forse
> Bonafede, ha una radice storica antichissima e solidissime ascendenze
> filosofiche, giuspolitiche e addirittura religiose. E mi pare ovvio
> che sia pienamente legittima la professione di questa ideologia da
> parte di chiunque.
>
>
> Tuttavia, come sottolinea Maisto, non è questa la prospettiva
> costituzionale, come ci rammenta, ormai da oltre quarant’anni, la
> Consulta, le cui ormai innumerevoli sentenze in argomento ci hanno
> insegnato – magistrati di sorveglianza come pubblici ministeri – che
> affermare che la pena è quella della cognizione, la cui certezza viene
> erosa in fase di esecuzione, è un errore “in diritto” molto grave. La
> pena, al contrario, è una realtà dinamica, che cambia nel tempo le
> forme del suo intervento risocializzante in funzione delle condizioni
> di contesto, personale e socio-ambientale, del condannato.
>
> Questa è, in definitiva, l’unica vera “certezza” che caratterizza la
> pena, quantomeno se si rimane ancorati a una prospettiva
> costituzionale: quella di un intervento, attuato dallo Stato in forme
> mutevoli e con differenti gradi di afflittività, che appartiene,
> sempre, pur nelle sue forme cangianti, al mededimo universo
> sanzionatorio. Detto altrimenti, la pena, sia quando è espiata in
> carcere, magari anche solo nelle ore notturne (semilibertà), sia
> quando è eseguita presso il domicilio, sia quando si realizza
> attraverso misure prescrittive a contenuto risocializzante o
> riparativo, è sempre “pena certa”.
>
>
> E a riprova del fatto che la pena non può essere solo il carcere, ma
> che essa può presentare le forme mutevoli di cui si è detto, vi è il
> fatto che tutti gli ordinamenti, sottolineo tutti, conoscono pene
> diverse dal carcere e consentono gradi differenti di flessibilità, per
> mezzo dei quali adeguare l’intervento punitivo alla evoluzione del
> percorso esecutivo. Questo per varie ragioni, non ultima quella della
> insostenibilità, economica e sociale, di uno strumento costosissimo,
> in tutti i sensi, come il carcere.
>
>
> In conclusione, se il Ministro ha inteso dire che la pena “deve essere
> certa” nel senso che chi è stato condannato deve finire in carcere e
> lì restarci per tutto il tempo stabilito nella sentenza di condanna,
> credo che la sua affermazione, al di là del giudizio che ciascuno può
> dare sulla base delle sue personali convinzioni, sia destinata a
> infrangersi sul solido edificio costruito dalla Corte costituzionale e
> dalla Magistratura, oltre che sulle ragioni di compatibilità economica
> che, quantomeno nel nostro Paese, hanno reso impraticabili i periodici
> auspici (e le cicliche promesse) di interventi straordinari
> sull’edilizia penitenziaria, costosissimi e destinati a rivelarsi
> sempre inidonei a risolvere “il problema della pena”.
>
> Se, invece, il Ministro avesse inteso affermare, con il richiamo alla
> “certezza della pena”, che il processo penale deve essere riportato a
> livelli di efficienza, grazie ai quali arrivare ad accertare
> l’esistenza di reati e a individuare i colpevoli, da sottoporre a una
> sanzione penale dagli obiettivi risocializzanti, gestita in maniera
> flessibile da un giudice terzo, beh, allora non si potrebbe che essere
> d’accordo, atteso che egli avrebbe affermato l’ovvio.
>
>
> Staremo a vedere.
>
>
> Senza pregiudizi, ma senza acritiche adesioni allo spirito del tempo,
> come si conviene a dei magistrati.
>
>
> Carlo Renoldi
>
> ------------------------------------------------------------------------
> *Da:* Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di CENTINI MATTEO
> <matteo.centini a giustizia.it>
> *Inviato:* mercoledì 20 giugno 2018 18:50
> *A:* Francesco Maisto Gmail
> *Cc:* ISCRITTI; Area Md- Movimenti; area a areaperta.it
> *Oggetto:* Re: [Area] (senza oggetto)
> Presidente Maisto, vedo che chi non la pensa come te finisce per
> propugnare un omicidio di Stato (o “stato” a questo punto). I toni
> vivaci e un tantinello assertivi che usi dimostrano la passione con
> cui svolgi o hai svolto la tua funzione, il che è una cosa bellissima.
> Tieni presente, perché evidentemente ti sfugge, che anche noialtri che
> svolgiamo altre funzioni, tipo requirente, ci mettiamo la stessa
> passione. Ed abbiamo posizioni giuridiche non politiche. Del resto la
> tua chiosa potrebbe lasciar pensare ad una tua impostazione “politica”
> del tema, ma sono convinto che noi si ragioni in punta di diritto.
> Recentemente sono stato ad un corso della scuola proprio in tema di
> riforma penitenziaria e ho notato che tra i relatori c’erano tutti,
> proprio tutti, salvo che uno straccio di pm. La cosa mi ha colpito
> parecchio, indicativa com’è del poco dialogo che c’è tra magistratura
> di sorveglianza e Procura. Direi che da lì dovrebbe ripartirsi, sono
> convinto che le distanze potrebbero essere colmate.
> Saluti
> Matteo
>
>
>
> Inviato da iPhone
>
> Il giorno 20 giu 2018, alle ore 18:29, Francesco Maisto
> <francescomaisto2 a gmail.com <mailto:francescomaisto2 a gmail.com>> ha
> scritto:
>
>> Cerco di rispondere perché rispetto tutte le persone e le opinioni.
>> Premesso che la lettura integrale del testo consente di cogliere
>> esattamente il pensiero del Ministro sulla bozza di decreto di
>> Riforma penitenziaria per la quale non lascerà scadere invano la
>> delega, resta il fatto che potrebbe praticare una delle due
>> alternative: o lasciare il vigente ordinamento penitenziario ( come
>> dire ex valgo, la pena incerta) oppure controriformarlo nella linea
>> di una incostituzionale certezza della pena, intesa come pena
>> inflessibile, immodificabile in sede di esecuzione.
>> Non mi è chiaro a quale livello situare la risposta, e cioè, se nel
>> confronto di opinioni tra magistrati o narratori di storielle. Se
>> questa ultima fosse la strada, allora, altro che il racconto evocato
>> di quell’avvocato potrei narrare dopo 41 anni di magistratura. Le
>> storie, anche dolorose sarebbero tante.
>> Ho preso atto che in un intervento scritto per la presentazione
>> ufficiale del Rapporto 2018 del Garante nazionale delle persone
>> private della libertà, il Ministro ha enunciato esattamente quelle 4
>> tesi. Ed allora: il principio della certezza della pena, intesa come
>> lui ed altri di quel movimento hanno sempre chiarito, come pena
>> immodificabile, inflessibile, non esiste in dottrina ed in
>> giurisprudenza. La certezza delle pene ( e non della pena che
>> ossessiona la visione carcerocentrica) derivante dal principio di
>> legalità di cui all’art. 25 Cost., è il baluardo Costituzionale che
>> contro le pene arbitrarie, illegali e null’altro.
>> È poi un errore l’opinione della compatibilità del cd.principio della
>> certezza delle pene, come sopra indicata, con la funzione rieducativa
>> delle stesse, perché, come ha chiarito la Corte Costituzionale fin
>> dal 1974 ( quindi prima della legge penitenziaria), la pena secondo
>> Costituzione, è ontologicamente flessibile. Il principio della
>> flessibilità delle pene è ormai costituzionalizzato, secondo gli
>> insegnamenti a cadenza biennale sempre precisati meglio dalla Corte
>> Costituzionale.
>> Il neoretribuzionismo, anche nella versione americana dei “ 3 colpi e
>> sei fuori” , ha prodotto solo guasti, come impostazione criminologica
>> per un verso, e, per altro verso, è stato man mano smantellato dalla
>> nostra Corte Costituzionale in relazione a preclusioni ed ostativita’.
>> Avrei tanto da scrivere su abolizionismo e riformismo, ma posso
>> inviare in privato le mie pubblicazioni e così non tediare le nostre
>> amiche ed amici in lista.
>> Ho visto terre e cieli per dire che quando e dove quel cosiddetto
>> principio è stato praticato, o poi è stato smantellato o ha portato
>> rovina.
>> La pena certa è una sola: l’omicidio di Stato.
>> Saluti
>> Francesco Maisto
>>
>> Il giorno mar 19 giu 2018 alle 20:22 CENTINI MATTEO
>> <matteo.centini a giustizia.it <mailto:matteo.centini a giustizia.it>> ha
>> scritto:
>>
>> Scusami ma non ho capito gli errori. Anzitutto, non mi pare che
>> il ministro si sia avventurato nell’interpretazione
>> costituzionale. In secondo luogo, dire che la certezza della pena
>> non è un principio costituzionale mi pare provi troppo: quindi
>> sarebbe accettabile in uno stato di diritto che le pene siano
>> “incerte”? Forse è il caso di intendersi sul senso della
>> locuzione. Terzo, la costituzione parla effettivamente di pene,
>> ma non specifica quali. Pertanto, potrebbe astrattamente
>> eliminarsi il carcere (e darci tutti alle pene di comunità), ma
>> sarai d’accordo anche tu che si tratta di prospettiva politica e
>> non giuridica (e devo dire che un ministro che fa politica non mi
>> mette a disagio, un po’ di più un giudice se lo fa con i suoi
>> provvedimenti). Infine quanto all’ultimo errore devo dire che
>> aveva ragione l’avvocato da cui feci pratica anni fa: non ti dare
>> pena per una condanna severa, tanto poi si può rimediare in
>> esecuzione.
>> Saluti
>> Matteo Centini
>>
>> Inviato da iPhone
>>
>> Il giorno 19 giu 2018, alle ore 17:17, Francesco Maisto
>> <francescomaisto2 a gmail.com
>> <mailto:francescomaisto2 a gmail.com><mailto:francescomaisto2 a gmail.com
>> <mailto:francescomaisto2 a gmail.com>>> ha scritto:
>>
>>
>> I 4 errori del Ministro di Giustizia da voi esattamente
>> indicati, come avevo previsto
>>
>> Intervento del Guardasigilli Alfonso Bonafede in occasione della
>> presentazione al Parlamento della Relazione del Garante dei
>> detenuti - 2018
>>
>> “Voglio chiarire che la certezza della pena non è incompatibile
>> con la finalità rieducativa della pena stessa. Sono due principi
>> che necessariamente e fisiologicamente convivono, ma il principio
>> della certezza della pena, va ribadito e va tenuto presente per
>> dare una risposta di credibilità ai cittadini e non a una
>> presunta opinione pubblica, perché i cittadini quella risposta
>> oggi ce la chiedono e da quella risposta passa la fiducia che i
>> cittadini hanno nei confronti dello Stato italiano nella sua
>> capacità di dare una risposta di giustizia effettiva e sostanziale.”
>>
>> Ogni attento penalista vi rinvenirebbe almeno 4 errori grossolani.
>>
>> 1.La certezza della pena non è un precetto costituzionale. È solo
>> il primo errore. E già si deve aggiungere che non è previsto da
>> nessuna legge e che la Corte Costituzionale lo ha ribadito in
>> numerose sentenze con cadenza.
>>
>> 2 la Costituzione parla di pene e non di pena, e la pena non può
>> essere identificata col solo carcere
>>
>> 3 la giustizia non può servire a "dare una risposta di
>> credibilità ai cittadini": la giustizia non può avere una
>> funzione strumentale
>>
>> 4 La certezza della pena niente ha a che fare con l"esecuzione
>> della stessa
>>
>> Saluti
>>
>> Francesco Maisto
>>
>>
>> Il giorno mar 19 giu 2018 alle 16:52 <u.nannucci a alice.it
>> <mailto:u.nannucci a alice.it><mailto:u.nannucci a alice.it
>> <mailto:u.nannucci a alice.it>>> ha scritto:
>>
>> potresti segnalare cortesemente i quattro o più errori?
>> nannucci
>> -----Messaggio originale-----
>> From: CENTINI MATTEO
>> Sent: Tuesday, June 19, 2018 12:27 PM
>> To: Francesco Maisto Gmail
>> Cc: ISCRITTI ; Area Md- Movimenti ; area a areaperta.it
>> <mailto:area a areaperta.it><mailto:area a areaperta.it
>> <mailto:area a areaperta.it>>
>> Subject: Re: [Area] (senza oggetto)
>>
>> Devo essere proprio scarso
>>
>> Inviato da iPhone
>>
>> > Il giorno 19 giu 2018, alle ore 11:10, Francesco Maisto
>> > <francescomaisto2 a gmail.com
>> <mailto:francescomaisto2 a gmail.com><mailto:francescomaisto2 a gmail.com
>> <mailto:francescomaisto2 a gmail.com>>> ha scritto:
>> >
>> > Intervento del Guardasigilli Alfonso Bonafede in occasione della
>> > presentazione al Parlamento della Relazione del Garante dei
>> detenuti -
>> > 2018
>> > “Voglio chiarire che la certezza della pena non è
>> incompatibile con la
>> > finalità rieducativa della pena stessa. Sono due principi che
>> > necessariamente e fisiologicamente convivono, ma il principio della
>> > certezza della pena, va ribadito e va tenuto presente per dare una
>> > risposta di credibilità ai cittadini e non a una presunta opinione
>> > pubblica, perché i cittadini quella risposta oggi ce la
>> chiedono e da
>> > quella risposta passa la fiducia che i cittadini hanno nei
>> confronti dello
>> > Stato italiano nella sua capacità di dare una risposta di giustizia
>> > effettiva e sostanziale.”
>> > Ogni attento penalista vi rinvenirebbe almeno 4 errori grossolani.
>> > Francesco Maisto
>> > _______________________________________________
>> > Area mailing list
>> > Area a areaperta.it
>> <mailto:Area a areaperta.it><mailto:Area a areaperta.it
>> <mailto:Area a areaperta.it>>
>> > http://mail.areaperta.it/mailman/listinfo/area_areaperta.it
>> _______________________________________________
>> Area mailing list
>> Area a areaperta.it
>> <mailto:Area a areaperta.it><mailto:Area a areaperta.it
>> <mailto:Area a areaperta.it>>
>> http://mail.areaperta.it/mailman/listinfo/area_areaperta.it
>>
>
>
> _______________________________________________
> Area mailing list
> Area a areaperta.it
> http://mail.areaperta.it/mailman/listinfo/area_areaperta.it
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://mail.areaperta.it/mailman/private/area_areaperta.it/attachments/20180620/f4b5699e/attachment.html>
Maggiori informazioni sulla lista
Area