[Area] R: Re: R: R: R: [Nuovarea] Un patto comune tra gli elettori ... aggiornamento adesioni

giudegregorio giudegregorio a alice.it
Gio 5 Lug 2018 18:15:24 CEST


Forse non sono stato chiaro, ma non ho scritto, e sicuramente non penso quello che dici.Saluti Giuseppe De Gregorio 


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-------- Messaggio originale --------Da: Roberta Carotenuto <robertacarotenuto a alice.it> Data: 05/07/18  17:42  (GMT+01:00) A: giudegregorio a alice.it Cc: pietro.mondaini a giustizia.it, area a areaperta.it Oggetto: Re: [Area] R: R: R: [Nuovarea] Un patto comune tra gli elettori ... aggiornamento adesioni 
Caro Giuseppe De Gregorio, ho capito bene che tra i “valori” che tuteli c’è quello di non rispettare i giudicati? Mi sembra che il Consiglio di Stato dica che il CSM ha eluso il giudicato ...Saluti Roberta Carotenuto

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Il giorno 04 lug 2018, alle ore 12:26, "giudegregorio a alice.it" <giudegregorio a alice.it> ha scritto:

Solo una breve notazione (ché non vorrei abusare della lista): l'affaire procura Modena non mi pare problema di correnti, ma di interpretazione da parte del Consiglio di Stato dei dati normativi e regolamentari sul vaglio delle pregresse esperienze, e pare introdurre una opzione sul valore da attribuire a incarichi precedenti che non è proprio in linea con le idee di Area sulla meritocrazia (penso in particolare alla evoluzione culturale in seno al Movimento per la Giustizia poi trasfusa in AREA, sul preminente valore del merito).Il punto non è nei valori, credo si possa concordare su questo, ma nella coerenza dei comportamenti di ciascuno di noi: e su questi è innegabile che si debba ancora fare.

Ancora saluti,Giuseppe De Gregorio


  ----Messaggio originale----
 
 Da: pietro.mondaini a giustizia.it
 
 Data: 4-lug-2018 11.55
 
 A: <giudegregorio a alice.it>, <area a areaperta.it>
 
 Ogg: R: [Area] R: R: [Nuovarea] Un patto comune tra gli elettori ... aggiornamento adesioni
 

 

 
  Solo all’inizio e solo formalmente e non con riferimento all’introduzione del “nuovo sistema meritocratico”, visto che anche Area ha dimostrato di sapersi muovere molto bene in questo sistema (non la faccio lunga, cito solo l’affaire procura di Modena che sta lì a dimostrarlo). Inoltre constato come nell’elenco manchino nomi di “autorevoli” esponenti storici di MD e Movimenti che oggi occupano posti di assoluto rilievo: questa cosa dovrebbe far riflettere. Che poi si dica (come è stato detto), che anche persone di assoluto merito abbiano ricoperto posti apicali non risolve il problema circa il merito comparativo con gli outsiders aspiranti a tali ruoli, né quello della realizzazione e della valorizzazione dei presupposti per le nomine, lasciate alla completa discrezionalità dei capi degli uffici (incarichi vari di referenza settoriale etc.).
    
  pm
    
  
    
      
    
  Da: giudegregorio a alice.it [mailto:giudegregorio a alice.it] 
Inviato: mercoledì 4 luglio 2018 11:27
A: pietro.mondaini a giustizia.it; area a areaperta.it
Oggetto: R: [Area] R: R: [Nuovarea] Un patto comune tra gli elettori ... aggiornamento adesioni
    
  
   
     
   
  
Annoto l'adesione, grazie. Ma mi permetto di dissentire sul resto, perlomeno quando scrivi che " i problemi derivano da condizioni la cui realizzazione è stata caldeggiata soprattutto da Area ": qui riferisci ad assetto normativo (le riforme del 2006/2007) estraneo ad Area (che manco esisteva), e anzi a posizione proprio contrarie all'elaborazione in AREA (vedi tema della 'gerarchizzazione' delle procure).
   
  
   Sui rapporti personali e altro, speriamo l'appello possa portare a un concreto cambio di rotta.
    
  
  
   Saluti, Giuseppe De Gregorio
    
   ----Messaggio originale---- 
Da: pietro.mondaini a giustizia.it 
Data: 4-lug-2018 11.09 
A: <area a areaperta.it> 
Ogg: [Area] R: R: [Nuovarea] Un patto comune tra gli elettori ... aggiornamento adesioni 
    
   
    Potrei, senza alcun problema, aderire anch’io all’appello ed effettivamente lo faccio. Però mi sento di dire che i problemi derivano da condizioni la cui realizzazione è stata caldeggiata soprattutto da Area, che quindi ha le sue belle responsabilità (che, sono sicuro, emergeranno in queste elezioni in tutta la loro virulenza). 
     
    Nell’impianto costituzionale i giudici (e tale locuzione era estesa ai pubblici ministeri) avevano tutti la stessa dignità professionale e i dirigenti erano soltanto dei primi inter pares (oggi non è più così). Si è poi cominciato a gerarchizzare le procure, poi si è introdotto quello stupido sistema delle valutazioni di professionalità (che comporta, tra le varie cose, che un collega sia “parerizzato” anche dal presidente o dal procuratore) e, quindi, si sono di fatto gerarchizzati anche i tribunali. Questo sistema non attribuisce alcuna garanzia di imparzialità, di merito, di competenze, di trasparenza, di oggettività nei pareri in capo a chi è chiamato ad interferire sulla carriera di ciascuno. 
     
    Questa trasformazione è avvenuta anche nel costume giudiziario: tra colleghi ci si dovrebbe dare del tu, mentre pare che quando ci si rivolge ai direttivi (soprattutto quelli superiori che si differenziano, ricordiamolo, solo in base alle funzioni esercitate), molti usino il lei e il titolo anziché il prenome (è il segno dei tempi). 
     
    In tali condizioni c’era da aspettarselo che molti intendessero migliorare la propria posizione per acquisire un grado di indipendenza sempre maggiore: del resto, penso che il mito dell’indipendenza sia stato uno dei motivi della scelta del nostro lavoro. 
     
    Sta di fatto che il sistema attuale porta ad enfatizzare i rapporti personali diffusi trasformandoli in vere e proprie oligarchie (correnti, conoscenze personali, legami di do ut des, etc.) che producono, una volta strumentalizzati nell’ambito dell’esercizio delle funzioni, delle vere e proprie quanto arbitrarie gerarchie di merito tra magistrati anche per l’interposizione di elementi spuri, quali i rapporti col potere politico (ma anche con l’accademia) e che si trasformano in gerarchie formali ordinamentali. 
     
    Il nuovo sistema non ha certo dato prova di essere migliore del vecchio, quindi occorre riconsiderarlo e, forse, un ritorno al passato non sarebbe poi così male. 
     
    I direttivi  e i cassazionisti di una volta non erano certo peggio di quelli di oggi: c’erano i bravi e gli scarsi allo stesso modo. Solo che oggi sia i bravi che gli scarsi sono degli oligarchi. 
     
    Da leggere, perché sempre attuale, lo scritto di Vladimiro Zagrebelski a questo indirizzo: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/03/26/le-oligarchie-dei-giri-che-infettano-la.html
     
    Piero Mondaini G.i.p. Rovigo 
     
      
     
      
     
    
     
      Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Giuseppe Pagliani1
Inviato: mercoledì 4 luglio 2018 09:11
A: 'FALCONE GIORGIO'; area a areaperta.it; 'nuovarea'; mailinglist-anm a associazionemagistrati.com; 'anm-triveneto'
Oggetto: [Area] R: [Nuovarea] Un patto comune tra gli elettori ... aggiornamento adesioni 
       
     
    
      
     
    Dal calendario di Frate Indovino: “gli animi egregi, non cercan privilegi”… 
     
      
     
    Per quello che vale, aderisco convintamente 
     
    Giuseppe Pagliani 
     
      
     
      
     
    
     
      Da: Nuovarea [mailto:nuovarea-bounces a nuovarea.it] Per conto di FALCONE GIORGIO
Inviato: venerdì 29 giugno 2018 18:47
A: area a areaperta.it; 'nuovarea'; mailinglist-anm a associazionemagistrati.com; 'anm-triveneto'
Oggetto: [Nuovarea] Un patto comune tra gli elettori ... aggiornamento adesioni 
       
     
    
      
     
      
     
    Trasmetto il testo indicato in oggetto riportando le sottoscrizioni aggiornate ad oggi. La raccolta delle adesioni prosegue e se dovessi avere dimenticato qualcuno mi scuso e vi prego di contattarmi. 
     
    Giorgio Falcone 
     
      
     
      
     
    UN PATTO COMUNE TRA GLI ELETTORI
     
      
     
      
     
    Le recenti notizie giornalistiche relative al concorso per il posto di Presidente del Tribunale di Cremona disvelano – e purtroppo non è la prima volta – condotte che, se confermate, oltre ad assumere possibile rilevanza penale, sarebbero espressione di metodi e sistemi inaccettabili e sintomatiche di un grave problema culturale e morale all’interno della magistratura. 
     
    Non serve certo arrivare a tanto per violare l’art. 10 del Codice Etico dell’ANM che recita testualmente: “Il magistrato non si serve del suo ruolo istituzionale o associativo per ottenere benefici o privilegi per sé o per altri. Il magistrato che aspiri a promozioni, a trasferimenti, ad assegnazioni di sede e ad incarichi di ogni natura non si adopera al fine di influire impropriamente sulla relativa decisione, né accetta che altri lo facciano in suo favore.”
     
      
     
    Troppo spesso sentiamo parlare di condotte, solo apparentemente meno gravi, che tuttavia rappresentano altrettante violazioni di doveri fondamentali del magistrato. 
     
    La misura è colma e, da semplici elettori, riteniamo sia giunto il momento di una presa di coscienza in vista dell’assunzione di un impegno collettivo che conduca ad un netto cambio di rotta rispetto ad un “sistema” al quale sin qui nessuno ha avuto davvero la forza e la capacità di sottrarsi. 
     
      
     
    Un impegno per il cambiamento che chiediamo innanzi tutto a noi stessi. 
     
      
     
    Per recuperare l’orgoglio del nostro autogoverno, quello che negli anni ha consentito al CSM di ergersi a baluardo dell’indipendenza e dell’autonomia di tutti i magistrati, non possiamo limitarci a pretendere un’assunzione di responsabilità da parte di chi sarà eletto al Consiglio. Dobbiamo adoperarci in prima persona come elettori e come magistrati che intendono condividere le responsabilità di un autogoverno diffuso, favorendo in ogni modo la trasparenza e la leggibilità delle sue scelte. 
     
      
     
    Per questo, chiediamo a tutti i magistrati, a prescindere dalla loro appartenenza ad una corrente, di sottoscrivere insieme a noi un impegno solenne. 
     
      
     
    Un impegno a: 
     
      
     
    1. ripudiare scorciatoie, logiche clientelari e contatti privilegiati che si fondano su rapporti amicali, territoriali o correntizi; 
     
      
     
    2. pretendere che le nostre domande siano valutate sulla base delle attitudini e del merito e mai in base a logiche di appartenenza o di scambio. 
     
    3. autorizzare la pubblicazione di tutti gli atti e documenti relativi ai concorsi cui decideremo di partecipare per assicurare trasparenza alle decisioni adottate; 
     
      
     
    4. informarci con costanza sulle decisioni del CSM e pretendere di conoscere le ragioni che le sostengono, pronti a fornire il nostro apporto critico, in modo diretto e trasparente, quando non condividiamo quelle ragioni e a criticare anche aspramente quelle scelte, quando dovessero essere adottate in violazione delle regole o essere frutto di condotte incoerenti o poco trasparenti; 
     
      
     
    5. svolgere le nostre funzioni e difendere la nostra professionalità senza timori e senza speranze, liberandoci dalla paura del disciplinare e dall’ansia di fare carriera, cooperando per quanto possibile al buon andamento degli uffici in cui operiamo; 
     
      
     
    6. difendere la nostra autonomia esterna ed interna, contrastando ogni forma di gerarchizzazione negli Uffici, consapevoli che la dirigenza deve essere un servizio e un onere, non un onore; 
     
      
     
    7. rivendicare con orgoglio e convinzione il perdurante valore del principio costituzionale della pari dignità delle funzioni dando concreta attuazione a quel principio nella quotidianità del nostro lavoro, senza cadere nella spasmodica ricerca di posti più comodi o di presunto prestigio, rifiutando le logiche del carrierismo e la raccolta di incarichi che abbia come solo fine quello di appuntarsi sul petto una “medaglietta”; 
     
      
     
    8. a non disdegnare il ritorno alle funzioni giudiziarie ordinarie, dopo lo svolgimento di funzioni direttive, invitando fin d’ora il prossimo CSM ad individuare meccanismi che evitino la formazione di una categoria di magistrati che saltano da un incarico dirigenziale all’altro, perdendo il contatto con il lavoro quotidiano nella giurisdizione; 
     
      
     
    Proponiamo per questo un patto comune che porti al recupero di una responsabilità condivisa tra tutti i magistrati, senza alcuna distinzione, per realizzare un sistema di autogoverno nel quale tutti possiamo riconoscerci. 
     
      
     
    Invitiamo tutti coloro che intendano aderire a questo patto a sottoscriverlo . 
     
      
     
    1.      Adriana Piras - Corte d’Appello di Palermo
     
    2.      Andrea Natale - Tribunale di Torino 
     
    3.      Angela Fantechi - Tribunale di Firenze 
     
    4.      Anna Laura Alfano - Tribunale di Napoli 
     
    5.      Anna Luisa Terzi – Corte d’Appello di Trento 
     
    6.      Antonella Toniolo - Tribunale di Vicenza 
     
    7.      Antonia Pappalardo - Corte d’Appello Palermo 
     
    8.      Carlo Citterio – Corte d’Appello di Venezia 
     
    9.      Concetta Locurto - Ministero della Giustizia 
     
    10.  Costantino De Robbio – Tribunale di Roma 
     
    11.  Cristina Cavaggion – Tribunale di Padova 
     
    12.  Daniela Faraggi - Corte d'Appello di Genova 
     
    13.  Daniela Pischetola - Procura di Genova 
     
    14.  Daniele Cappuccio – Corte d’Appello di Reggio Calabria
     
    15.  Domenico Santoro - Tribunale di Reggio Calabria 
     
    16.  Domenico Truppa – Tribunale di Bologna 
     
    17.  Donata Costa - Procura di Milano 
     
    18.  Elisabetta Canevini – Tribunale di Milano 
     
    19.  Elvira Vitulli – Procura di Verona 
     
    20.  Emilia Conforti – Tribunale di Roma 
     
    21.  Emilio Gatti – Procura di Torino 
     
    22.  Enrico Manzon – Corte di Cassazione 
     
    23.  Eugenio Albamonte - Procura di Roma 
     
    24.  Federico Manotti - Procura di Genova 
     
    25.  Fernando Sestito - Tribunale di Palermo 
     
    26.  Fiammetta Lo Bianco - Tribunale di Trapani 
     
    27.  Francesco Agnino - Tribunale di Bari 
     
    28.  Francesco Caruso – Tribunale di Bologna 
     
    29.  Francesco Mazza Galanti - Tribunale di Genova 
     
    30.  Francesco Petrucco Toffolo – Tribunale di Pordenone 
     
    31.  Francesco Pinto - Procura di Genova 
     
    32.  Francesco Ponzetta Procura Reggio Calabria 
     
    33.  Furio Cioffi - Corte d’Appello di Napoli 
     
    34.  Gabriella Reillo - Corte D’Appello Catanzaro 
     
    35.  Gianfranco Colace - Procura di Torino 
     
    36.  Giorgio Falcone - Procura di Padova 
     
    37.  Giovanna Ichino - Corte d'Appello di Milano 
     
    38.  Giovanni Antoci - Procura di Termini Imerese 
     
    39.  Giuditta Silvestrini - Corte d’Appello di Bologna 
     
    40.  Giuseppe De Gregorio - Corte d'Appello di Palermo 
     
    41.  Giuseppe Longo - Procura di Genova 
     
    42.  Ilio Mannucci Pacini - Tribunale di Milano 
     
    43.  Laura Donati - Tribunale di Verona 
     
    44.  Loredana Giglio – Tribunale di Perugia 
     
    45.  Luca Minniti – Tribunale di Firenze 
     
    46.  Luca Poniz - Procura di Milano 
     
    47.  Lucia Vignale - Tribunale di Genova 
     
    48.  Luciano Ambrosoli – Tribunale di Brescia 
     
    49.  Luigi Petraccone - Tribunale di Avellino 
     
    50.  Luisa Rossi - Procura di Padova 
     
    51.  Lunella Caradonna – Ministero della Giustizia 
     
    52.  Manuela Fasolato - Procura di Mantova 
     
    53.  Marcello Basilico – Tribunale di Genova 
     
    54.  Maria Cristina Ornano - Tribunale di Cagliari 
     
    55.  Maria Eugenia Oggero - Corte d'appello di Torino 
     
    56.  Maria Laura Paesano – Tribunale di Roma 
     
    57.  Maria Proia - Tribunale di Avezzano 
     
    58.  Marina Pugliese – Tribunale di Genova 
     
    59.  Marcella Frangipani - Tribunale di Pavia 
     
    60.  Marco Bacci - Corte d'Appello di Genova 
     
    61.  Marco Imperato – Procura di Modena 
     
    62.  Maria Proia - Tribunale di Avezzano 
     
    63.  Mario Conte - Corte d’Appello Palermo 
     
    64.  Mario Palazzi – Procura di Roma 
     
    65.  Marta Agostini - Procura di Lamezia Terme 
     
    66.  Marta Correggia - Procura S. Maria C. V.
     
    67.  Marta Paccagnella - Tribunale di Venezia 
     
    68.  Massimo Francesco Tomassini – Tribunale di Trieste 
     
    69.  Michele Incani – Procura Generale Cagliari 
     
    70.  Natina Pratticò – Tribunale di Castrovillari 
     
    71.  Nella Ciardo - Tribunale di Palermo 
     
    72.  Nicola Aiello - Tribunale di Palermo 
     
    73.  Nicola Lariccia – Corte d’Appello di Lecce 
     
    74.  Nicola Scalabrini – Procura di Bologna 
     
    75.  Paola Belsito – Tribunale di Firenze 
     
    76.  Paola Marino - Tribunale di Palermo 
     
    77.  Paolo Ielo – Procura di Roma 
     
    78.  Paolo Lepri - Tribunale di Genova 
     
    79.  Pasquale Profiti – Procura di Trento 
     
    80.  Piera Gasparini - Tribunale di Milano 
     
    81.  Pier Carlo Di Gennaro – Procura Generale di Genova 
     
    82.  Pierpaolo Bortone – Tribunale di Latina 
     
    83.  Ranieri Miniati - Procura di Genova 
     
    84.  Renza Cescon - Procura di Palermo 
     
    85.  Riccardo Merluzzi - Tribunale di Trieste 
     
    86.  Roberto Arata - Tribunale di Torino 
     
    87.  Roberto Braccialini – Tribunale di Genova 
     
    88.  Roberto Carta – Corte d’Appello di Genova 
     
    89.  Rosa Bia – Tribunale di Matera 
     
    90.  Rosanna Casabona - Procura di Messina 
     
    91.  Sergio De Luca - Tribunale di Sassari 
     
    92.  Stefano Celli - Procura di Rimini 
     
    93.  Stefano Manduzio- Tribunale di Venezia 
     
    94.  Stefano Musolino - Procura di Reggio Calabria 
     
    95.  Tiziana Paolillo - Procura Tribunale Minorenni di Genova 
     
    96.  Vartan Giacomelli – Tribunale di Ferrara 
     
    97.  Vincenzo Sgubbi - Corte d’Appello di Venezia 
     
      
     
   
   
    
      
    
   
    
      
    
  
 
 



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