[Area] ODE A MARIO ARDIGO'

marioardigo marioardigo a yahoo.com
Ven 31 Ago 2018 03:54:19 CEST


 Non merito gli apprezzamenti dell'amico Pino. Non sono una persona buona. Una persona buona è quella che si spende veramente per gli altri, non solo a chiacchiere. Io sono riuscita a farlo si scala molto ridotta, in famiglia. Al di fuori di essa, per gran parte della mia vita mi sono limitato ad esprimere un certo scetticismo razionalistico su ogni progetto di riforma sociale, compresi quelli che si proponevano rigenerazioni, selezioni, discriminazioni, respingimenti sociali.  Questo perché sono scarsamente portato, emotivamente, all'empatia. Questo mi pone davanti alla realtà con atteggiamento piuttosto freddo, così come rimango assistendo ad un'autopsia, e mi sento poco sensibile alle immaginifiche colorazioni emotive che riformatori di ogni tendenza cercano di darle. Questo mi rende molto più realista di come Pino mi descrive.
  L'emotività genera abbagli cognitivi. Fa prendere fischi per fiaschi. 
  Quando Nave Diciotti era nel porto di Catania fu scattata una foto degli stranieri su di essa imbarcati mentre pregavano. L'hanno pubblicata quasi tutti maggiori quotidiani italiani, e anche La Repubblica, che aveva una posizione umanitaria, favorevole a quella gente. Tuttavia la giornalista di quel quotidiano ha scritto che gli oranti stavano recitando preghiere islamiche, addirittura versetti del libro sacro di quella religione. A me, invece, freddo, è apparso subito evidente che si trattava di una preghiera cristiana, e non solo perché uno degli oranti in prima fila pregava con le braccia incrociate sul petto, ma anche perché un altro,sempre in prima fila, aveva al collo una vistosa croce dorata. Infatti, il giorno dopo, il Corriere della sera ha riferito che si trattava della preghiera per una festività della Chiesa ortodossa eritrea. Quelli erano cristiani, ma li si è pensati islamici perché venivano da fuori. Si riesce a vedere solo ciò che si è disposti a vedere. Ce lo insegnano al corso della nostra Scuola sulla psicologia del giudicare, vale a dire sul giudice emotivo. C'è molta emotività nelle paure suscitate, anche ad arte, sull'immigrazione.
  Un'inchiesta pubblicata l'altro giorno ha mostrato che gli italiani pensano che da noi gli stranieri siano circa il 30% della popolazione, un dato di pura fantasia: ce ne sono circa quattro volte di meno e la maggior parte di essi, in particolare gli europei, sono completamente integrati. In definitiva, ci colpisce emotivamente la quota largamente minoritaria di quelli che ancora non lo sono. La via giusta sarebbe di integrarli, così si lenirebbero la paura e la sofferenza sociale, ma politicamente servono molto meglio se non lo sono. Lasciarli così come sono costa meno e rende politicamente molto di più. È anche più semplice da programmare: si tratta di non fare nulla, salvo che urlargli contro periodicamente  e sgombrarli ogni tanto con modi spicci e ruspe da dove sono riusciti ad accamparsi. Alla fine, respingerli, rimandarli a casa loro, risulterà impossibile per la gran parte di loro e, come si dice, nessuno può essere considerato responsabile dell'impossibile, così la scusa sarà precostituita. La paura avrà però generato facile consenso politico.
  L'idraulico, il muratore, l'infermiere rumeni, i commercianti cinesi e pakistani, le colf filippine, le badanti moldave, ucraine o africane, e via dicendo, ci sono ormai familiari e, quando ragioniamo lucidamente, ci rendiamo conto che condividono i nostri stessi valori in materia di proprietà e molto altro. Ma la paura ci impedisce la lucidità, di vedere quello che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni.
  All'Islam fanno riferimento quasi due miliardi di persone. Ha espresso una civiltà molto avanzata. È un po' superficiale colorare i nostri pregiudizi prendendo qua e là qualche episodio di cronaca. Certi atteggiamenti misogini e sessuofobi sono ancora comuni in diversi ambienti della cristianità, anche europea, ed erano la normalità in diverse zone d'Italia fini agli anni Sessanta. Si è cercato e si cerca di superarli e non se ne è fatto un dramma, anche dove dramma in effetti c'era e si sarebbe potuto essere più incisivi. Ma, a ben vedere, il contesto immaginifico ed etico dell'Islam non è poi tanto più strano di quello cristiano. Liberalismo, socialismo e democrazia di massa, che rinfacciamo agli islamici di non aver assimilato culturalmente, sono conquiste recenti anche per i cristiani, e, per la verità, nemmeno veramente completate. Fino agli anni Cinquanta la libertà di coscienza suonava eretica tra i cattolici. Ecco che, inoltre, noi europei non si è più, oggi, tanto convinti di liberalismo e democrazia, di cui ci facevamo vanto. L'altro giorno ci ha visitato il Primo ministro ungherese Viktor Orbàn, teorico della democrazia illiberale, che incontra vari estimatori in Italia. Se io sostengo che egli  nel 1989 era invece per le frontiere aperte e la libertà (come ricordato dal  Corriere della sera l'altro giorno), quando l'Ungheria consenti imponenti migrazioni dall'Europa orientale,  e che l'Ungheria è tra i maggiori beneficiari degli aiuti UE, sbaglio? Se dico che, se avrà successo la sua politica in sede europea, il Parlamento europeo potrebbe essere controllato dalle forze che dominano gli stati UE che più beneficiano degli aiuti UE e hanno interesse a continuare a beneficiarne, sbaglio? Se dico che l'Italia si trova oggi in una posizione diversa, perché è, oggi, tra gli stati che danno più di quello che ricevono in aiuti (ma comunque beneficiano in altri modi del l'adesione alla UE), sbaglio?
  Sembra che tutto il mondo pretenda di venirci nel salotto di casa, a casa nostra, ma le statistiche non confermano questa immaginifica convinzione. La gran parte delle migrazioni avviene altrove. Le dimensioni del problema sono molto minori, anche se il problema c'è. Abbiamo fatto un dramma per meno di duecento cristiani eritrei: questo il senso del caso della Nave Diciotti. La politica non sta facendo il suo mestiere, che è quello di organizzare decentemente l'integrazione di coloro che, nella nostra società, sono spinti ai margini, cittadini o immigrati. Non si prende sufficientemente cura delle periferie, dove si accalcano gli emarginati. È  poi decente la politica che si sta seguendo in Libia, e che ha dato frutti in termini di riduzione dei flussi migratori? Com'è che di laggiù ci arrivano le immagini atroci che sono state pubblicate sui giornali l'altro giorno? Possiamo tollerare una catastrofe umanitaria ad un'ora circa di volo dalle nostre coste? Eppure nei giorni scorsi si è proposto di rimandare laggiù stranieri soccorsi in mare. A che prezzo, in termini di vite umane, si è ottenuta una riduzione degli arrivi sulle nostre coste? Il tribunale della storia ci giudicherà. Da un punto di vista strettamente giuridico ci compete solo di trattare secondo le nostre leggi coloro che sono caduti in mani nostre: qui si tratta di accogliere e integrare nella misura del necessario. Il caso di Nave Diciotti sta tutto qui. Si sono rispettate le nostre leggi?
  Da bambino ragionavo da bambino, ora però sono cresciuto. Osservo che tuttavia la paura riporta ad essere come bambini. La realtà, allora, retrocede dietro immaginifiche e orride visioni, che scopriamo talvolta suscitate ad arte, anche con l'impiego di strumenti di intelligenza artificiale, ai quali molti sono quasi permanentemente connessi tramite i loro dispositivi  smart - intelligenti.
  Concludo osservando:
- negli attuali sovranismi non riconosco i caratteri dei fascismi storici, i quali avevano nelle proprie ideologie la mistica dell'immolazione di sé per la patria; i sovranismi oggi correnti in Europa sono invece egoismi identitari e puntano al benessere personale al grido di prima noi!;
- Karol Wojtyla non era sicuramente un razzista e nemmeno un sovranista; immaginava un'Europa solidale, unita e aperta, secondo i principi umanitari di una civiltà cristiana;
-la legge Piccoli per l'aiuto alla cooperazione e sviluppo non ha mai funzionato (altro chePiano Marshall per l'Africa!): doveva essere destinato lo 0,7 % del reddito nazionale lordo, ma leggo che non si è mai andati oltre lo 0,3, e da ultimo siamo scesi allo 0,1.
Mario Ardigò 



 

Inviato da iPad

> Il giorno 30 ago 2018, alle ore 17:17, PM Giuseppe Bianco <giuseppe.bianco a giustizia.it> ha scritto:
> 
>  
> Io  amo Mario Ardigò .
> Lo amo fisicamente .
>  
> D'altronde ,avendo la segreteria in comune con lui ,non potrei fare diversamente .
>  
> Tuttavia il mio amore per lui è meno interessato che sincero perché lo considero davvero una delle persone più buone e gentili apparse sulla terra.
>  
> Quello che ha scritto qui sotto - per esempio - è una specie di manifesto della bontà umana ,  una sorta di inno alla gioia universale ed alle magnifiche sorti e progressive degli umani.
> E' una specie di nuova ideologia utopico-universalistica .
>  
> E’ oro purissimo.
>  
> Gli manca totalmente il principio di realtà al mio amico Mario.
>  
> Su questo candido manifesto del Surrealismo Politico- Giudiziario  ci starebbero bene un paio di scarabocchi , così  a caso , senza alcuna  pretesa di confutazione perchè una teorizzazione cosi cocciutamente utopistica ed autoreferenziale  non è confutabile .
>  
> Che so io ?
> forse un qualche richiamo alla differenza abissale  che intercorre fra le democrazie occidentali e quel pietrificato sistema prima giuridico e poi religioso che è l'
> Islam , 
> forse un minimo di attenzione a quella terribile concezione della donna e dei bambini come semplice strumento di piacere sessuale  maschile che connota molti e troppi dei nuovi arrivati, forse un riferimento crudamente statistico alla percentuale ingravescente dei reati commessi da extracomunitari.
>  
> E magari  si potrebbe anche far  notare che le proteste popolari sono cosa ormai quotidiana in tutto l' Occidente , a volte indotte dai "fascisti razzisti" - per carità -  ma più spesso spontanee , popolari e popolane .
>  
> E sono così tanti e troppi gli episodi di rifiuto che perfino qualche anacoreta del deserto intuirebbe  che forse  si è sbagliato qualcosa  .
>  
> Perfino Watson - che non aveva affatto l' intuito investigativo di Holmes - sospetterebbe che forse questa mitologia dell' Accoglienza Indiscriminata ha gestito malamente le cose se perfino  in Svezia ed  in Svizzera   - e non solo nei paesi  " fascistirazzisti " di Visegrad -   
> stanno correndo ai ripari .
> Senza parlare della economia parallela - spesso criminale e parassitaria - che si è sviluppata a margine .
>  
> E senza parlare -soprattutto - di ciò che in questi anni , in queste ore , sta avvenendo in Africa , dove fenomeni speculativi selvaggi - cinesi , in gran parte - si avvantaggiano del crescente spopolamento dei territori  .   
>    
> Insomma , quello della immigrazione è un fenomeno enorme, che ormai ha ricadute colossali di tipo economico , sociale , politico  a livello  internazionale e non limitate solo a Rocca di Papa .
>  
> Di questa enorme faccia oscura non c'è traccia  nel meraviglioso manifesto della Fratellanza Universale  .
>  
> Tutto  è molto semplice e chiaro : bisogna accogliere e basta.
>  
> E qualsiasi tentativo di  trovare un nuovo punto di equilibrio ,  una alternativa più razionale al fallimentare colabrodo attuale ( che ha già seminato morti ed altri ne seminerà ) qualunque dubbio sul punto è vietato ,
> è "fascismorazzismo" . 
>  
> Amen .
>  
> Tutti " fascistirazzisti" , tutti " egoisti " .
>  
> In Italia , in Germania , negli USA ,  in Australia  .
>  
> Ed ora tutti " fascistirazzisti" e tutti " egoisti " anche in Sudamerica , dove alcuni stati confinanti hanno inviato l' esercito a fronteggiare le masse provenienti dall' Argentina di Maduro .
>  
> La verità è che nel corso della storia  l' innesto di flussi disordinati  di popoli stranieri all' interno di altri territori ha sempre creato enormi problemi
> sociali ,economici, culturali .
>  
> Problemi che gli stati  ospiti hanno sempre dovuto affrontare ,  magari solo con  le armi del buon senso .
>  
> Insomma ,
> la Cultura dell' Accoglienza è una bella cosa , ma va tradotta in termini compatibili con l' economia e le culture locali.
>  
> Predicare  che gli attriti sociali sono una semplice invenzione della propaganda  dei " fascistirazzisti"  è una sfida al principio di realtà ,
> alla legge fisica oggettiva della gravità .
>  
> Si tratta di una concezione utopica astratta pregiudizialista e religiosa, che non consente alcun dibattito .
>  
> E' la predica degli anacoreti , dei frati pellegrini  , degli stiliti  che in cima ad una colonna e con la testa fra le nuvole pensavano di conoscere gli orti e le botteghe meglio dei poveracci che stavano di sotto .
>  
> Comunque – per tornare al mio amico  Mario – confesso che  mi è piaciuto molto il cenno alla figura di papa Wojtyla come a quella del
> "papa fascinoso" .
>  
> Ma come ? non era il papa " razzista" ?
>  
> Non era quello che aveva salutato la legge Piccoli che diceva " aiutiamoli a casa loro ", che aveva avallato il principio del " buonismo razzista" , ricordi ?
>  
> Insomma , grazie , Mario .
>  
> Ti amo oggi un po’ di più .
>  
> Un amore utopico, naturalmente .
>  
> Stiamo parlando di utopie , lo sai.  
>  
> P.
>  
>  
> Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di marioardigo
> Inviato: giovedì 30 agosto 2018 05:22
> A: Area
> Oggetto: Re: [Area] Fwd: SALVINI ALL’INCASSO DEL POPULISMO
>  
>   Vorrei tranquillizzare chi ci legge (e non ci leggono solo magistrati): le nostre case non sono minimamente minacciate dagli attuali fenomeni migratori. Infatti la gente che arriva non vuole rubarcele o rubarci in casa, ma collaborare con noi. Condivide i nostri stessi valori. Condanna i ladri e il furto. Consentire la collaborazione ci renderà più ricchi. Ma si tratta di molti di più. La nostra felicità dipende dalla qualità delle relazioni umane. Una singola persona può cambiarci la vita in meglio. Più siamo, più possibilità di felicità ci sarà, come, ha scoperto quel ministro scandinavo xenofobo che si è innamorato di un'immigrata iraniana e ha mandato a quel paese la politica xenofoba, tenendosi il suo amore.
>   Qual è il compito della politica? È quello di organizzare la collaborazione. È questo che non è sufficiente ai tempi nostri. E non lo è perché dal punto di vista elettorale è più semplice ottenere, non dico il consenso vero, ma che la gente tracci un segno su una certa casella della scheda elettorale. Per molti basta questo. Però in questo modo la società va male e nostre paure si concretizzano.
>   Le più forti migrazioni verso l'Europa occidentale sono state quelle dall'Europa  orientale. Prima tra noi e loro c'era una barriera efficacissima, che Churchill definì cortina di ferro. Nell'estate del 1989 tutto cominciò  a cambiare, con una grande migrazione dall'Europa orientale a quella occidentale. Per quale via? Pensate un po': attraverso l'Ungheria, che fu il primo stato dell'Europa orientale a spalancare le frontiere, consentendo in particolare il transito verso l'Austria. E Viktor Orban, come ricordato ieri sul quotidiano che leggo, proprio quell'estate iniziò la sua carriera politica con un discorso alla commemorazione della morte di Imre Nagi, vittima nel '56 di un'invasione (vera) del Patto di Varsavia, in cui chiedeva l'apertura delle frontiere e la libertà. Di fronte a quelle migrazioni, che si fecero più intense negli anni '90, noi Europei occidentali potevamo decidere di mantenere la cortina di ferro, ma sarebbe stata una scelta miope, perché le migrazioni (non invasioni) sarebbero comunque continuate, ma dall'altra parte avremmo continuato ad avere dei nemici. Si organizzò invece l'unione e la collaborazione. Tutti se ne avvantaggiarono, in particolare perché cessò la minaccia di una guerra totale e distruttiva, ma in particolare quelli dell'Europa orientale che ancora oggi sono i membri UE che beneficiano maggiormente dei contributi degli stati UE più ricchi, compresi quelli dell'Italia. Ora vorrebbero prendere le redini della UE per beneficiarne maggiormente, mente gli altri, i più ricchi, nel tempo si sono fatti più tirchi, di più corte vedute (anche noi italiani vorremmo ora pagare di meno,alla UE). Sottolineo inoltre che noi italiani siamo tra gli stati UE che più hanno beneficiato della libertà di lavorare in altri stati UE, perché siamo ancora un paese di migranti, con un flusso in uscita di circa 150.000 persone all'anno,in gran parte giovani. L'inclusione dell'Europa orientale beneficiò di una cultura dell'inclusione che era molto forte tra i cristiano-democratici europei, in particolare per l'azione di un papa fascinoso come Il polacco Karol Wojtyla. Un ruolo determinante ebbe il cristiano-democratico tedesco Helmut Kohl, al quale è succeduta Angela Merkel. Fu lui a condurre cruciali trattative con i sovietici, quando ancora mantenevano imponenti corpi d'armata negli stati dell'Europa orientale che si erano liberati dal loro dominio.
>   Ecco, oggi manca una analoga cultura dell'inclusione e così non si riesce a organizzare bene il mondo nuovo che offre tante possibilità di bene. È questo che ci minaccia. Quella cultura va recuperata a partire dalle realtà di prossimità. Lo si sta facendo,ad esempio, nelle parrocchie italiane. Bisogna cercare di ragionare in grande, come è richiesto dai problemi di oggi, elevandoci, ad esempio, dalla prospettiva, scusate la franchezza!, un po' bambinesca del casa nostra/casa loro. 
> Mario Ardigò 
> 
> Inviato da iPad
> 
> Il giorno 29 ago 2018, alle ore 22:11, LOCATI GIULIA MARZIA <giuliamarzia.locati a giustizia.it> ha scritto:
> 
> Scusa ma non ti seguo. Se tornando dalle vacanze trovassi la casa occupata da centinaia di malati terminali oncologici tu cosa faresti?
> 
> Legittimamente chiameresti la forza pubblica per riavere la tua casa. Questo vuol dire che tu sei disposto a lasciar morire per strada i malati terminali? Ma no, ovviamente. Come nessuno di noi. Semplicemnte tu paghi le tasse e ti aspetti e pretendi che lo stato, attraverso i tuoi soldi, si preoccupi, tra le altre cose, di creare un sistema sanitario nazionale che assista chi è malato.
> 
> Non capisco perché questo basilare ragionamento che applichiamo tutti i giorni (non insegnamo a tutti gli analfabeti a leggere, ma contribuiamo all'esistenza della pubblica istruzione; non diamo da mangiare a tutti gli affamati, ma contribuiamo al sistema di assistenza sociale) non valga anche quando si parla di immigrazione.
> 
> Io pago le tasse e mi aspetto che con quei soldi lo stato si attrezzi tra le altre cose per accogliere quelle persone che scappano da situazioni disumane. Senza che questo implichi che debba accogliere tutti a casa mia (così come non accolgo i malati e così come non sfamo i bisognosi). E senza che questo mi esima, come cittadina di un'europa  che ha depredato il territorio africano e le sue risorse per anni e che con le sue politiche ha certamente contribuito a determinare la situazione in cui quel contimente si trova adesso, dal ragionare sulle responsabilità che abbiamo nell'aver determinato il fenomeno migratorio che ora tanto ci preoccupa.
> 
> Giulia Locati
> 
>  
> 
> Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di Siddi Massimiliano <massimiliano.siddi a giustizia.it>
> Inviato: mercoledì 29 agosto 2018 08:32
> A: Paolo Barlucchi
> Cc: Area
> Oggetto: Re: [Area] Fwd: SALVINI ALL’INCASSO DEL POPULISMO
>  
> Di fronte a nessi causali storici così grossolani, superficiali ed ideologici, mi viene solo da chiederti cosa faresti se, tornando dalle ferie, trovassi la tua bella casa occupata abusivamente, magari da senza tetto extracomunitari! Chiameresti i carabinieri, chiedendo lo sgombro forzato o li lasceresti tranquillamente stare per risarcirli di secoli di soprusi dell'occidente cristiano che, tuttavia, ti hanno permesso, anche a loro danno, di raggiungere il benessere e comprartela? 
> In base a quali principi il concetto di "casa", con annesso sacrosanto pronome possessivo, deve valere ed essere tutelato solo nei rapporti privati?
>  
>                   Massimiliano Siddi
>  
> 
> Inviato da iPad
> 
> Il giorno 29 ago 2018, alle ore 07:05, Paolo Barlucchi <barlucchip a libero.it> ha scritto:
> 
> Peccato che l’occidente cristiano, e in esso i cristiani italiani, non abbiano coscienza di aver impoverito l’Africa con secoli di colonialismo prima e di rapina economica poi,  di aver surriscaldato il pianeta per gonfiare le loro economie desertificandola, di aver scatenato guerre per il petrolio distruggendone l’economia...
> Insomma peccato che non abbiano coscienza di aver causato e di continuare a causare il fenomeno migratorio.
> Casa nostra , casa loro...
> pronomi possessivi su cui il discorso sarebbe lungo, ma certo significativi della provenienza delle riflessioni filosofiche politiche e persino religiose che si leggono sul tema.
> Paolo Barlucchi 
>  
>  
>  
> Inviato da iPhone
> 
> Il giorno 28 ago 2018, alle ore 12:37, Siddi Massimiliano <massimiliano.siddi a giustizia.it> ha scritto:
> 
> Da un lato ha certamente ragione Mario (Ardigo') quando invita a non universalizzare il caso "Diciotti" che, come sta chiaramente emergendo, e' stato montato ad arte, strascico giudiziario compreso, per creare consenso politico e distrarre l'opinione pubblica da problemi ben più impellenti.
> Ma egli sbaglia quando, dalle implicazioni giuridiche della singola vicenda, passa a generalizzarne gli effetti sul piano della coscienza cristiana collettiva.
> A prescindere dal fatto che la coscienza cristiana e' sempre una coscienza individuale, in funzione della salvezza del singolo e mai di quella di un popolo, giacché i popoli nell'ultima ora spariranno, e il giudizio universale riguarderà la storia dell'umanità nel suo complesso, non vi è alcuna contraddizione tra la recita del Padre Nostro, o la partecipazione al sacramento della Comunione, e la consapevolezza che il fenomeno migratorio non possa essere gestito in modo indiscriminato, aprendo le porte di casa nostra sempre ed a tutti.
> Del resto, il primo grande nazionalista - "sovranista", si direbbe oggi - almeno in senso teologico, e' stato proprio Gesù, che in molti luoghi, ma soprattutto nella pericope della donna cananea (Mt 15, 21 - 25), ricorda che "non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini", distinguendo chiaramente, con questa metafora, il popolo eletto dai gentili nella priorità del suo annuncio e muovendosi a compassione, in deroga al principio, unicamente in virtù della grandissima fede manifestata dalla risposta spiazzante della donna ("E' vero, Signore, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni").
> E' una grande, quanto superficiale, ipocrisia quella di pretendere che il cristiano, per supposta coerenza, debba materialmente aprirsi e venire incontro all'altro sempre ed in ogni caso, anche quando sia in discussione la sostenibilità economica e sociale di tale apertura, o ciò comporti un oggettivo aggravio delle condizioni di sicurezza della sua comunità.
> La vera, immensa, ipocrisia e' quella di voler consentire l'accesso pressoché automatico automatico al territorio italiano a tutti i disperati, e non, del mare, grazie anche ad interpretazioni estensive ed assolutistiche della normativa vigente (art. 10 ter del Testo Unico), senza lasciare alcun margine di respingimento preventivo all'autorita' politico - amministrativa come, aldilà dei falsi proclami, avviene senza scandalo in tutti gli Stati civili del mondo occidentale. Ciò ben sapendo che, una volta consentito lo sbarco, per oggettiva impossibilità logistica mai più nessuno verrà rimandato indietro, e la stragrande maggioranza di questi disperati, dopo un primo periodo di sterile assistenzialismo, andrà inevitabilmente ad alimentare le fila del sottobosco criminale, o vagherà ai margini delle nostre città enfatizzandone il degrado, soprattutto ai danni dei "nostri" ultimi.
> L'altra, immensa e connessa, ipocrisia è quella di pensare che i problemi possano essere risolti in modo estemporaneo, con soluzioni ad hoc, senza una linea progettuale generale che non siamo in grado di concepire e che, nel singolo caso, possa comportare anche scelte nette di chiusura, moralmente dolorose, ma necessarie.
> C'è da scommettere che la stessa Chiesa, che oggi simbolicamente ha manifestato disponibilità a farsi carico dell'accoglienza per un numero limitatissimo e selezionato di persone, peraltro nell'ambito del territorio italiano, se il fenomeno dovesse ripetersi indefinitamente e senza controllo numerico, sarebbe la prima ad invocare una soluzione generale da parte dello Stato, che prescinda dalla carità occasionale dei singoli, com'è giusto, e perfettamente cristiano, che sia.
> Come cristiano, e come cittadino, non ho individualmente nulla da rimproverarmi in merito a casi come quelli della nave "Diciotti", sia perché, contrariamente a quanto sostiene Mario, la responsabilità collettiva in democrazia è solo una finzione di filosofia politica, sia perché, pagando un'altissima percentuale di tasse, ritengo di avere il diritto di pretendere dallo Stato una gestione civile, ma sostenibile ed ultra sicura, del fenomeno migratorio, senza dovermi fare carico, sussidiariamente, delle sue dolose inefficienze, se non in casi eccezionali, insindacabilmente imposti dalla mia coscienza.
> Se qualcuno, nel caso concreto, ha sbagliato rispetto alla violazione di regole dello Stato di diritto spetterà alla magistratura, con misura ed equilibrio, anche maggiori del solito, accertarlo, ma quel che è certo è che mai l'ideologia dell'accoglienza e dei diritti a prescindere potrà velleitariamente ed ipocritamente fondare questo giudizio.
>  
>             Massimiliano Siddi
>  
>  
>  
>  
>  
>  
> Inviato da iPad
>  
> Il giorno 27 ago 2018, alle ore 17:49, marioardigo <marioardigo a yahoo.com> ha scritto:
> 
>  È sbagliato personalizzare e considerare solo o prevalentemente il bilancio spicciolo per i partiti della vicenda. 
>   Erano in questione valori costituzionali, non questo o quel partito o questo o quel politico.
>   Noi, popolo, nella nostra coscienza, come ci poniamo di fronte ad essi?
>   Tu che leggi, a prescindere da come ti manifesti in società, nella verità della tua coscienza, veramente, di fronte a fatti come quelli dei giorni scorsi non ti sei mai sorpreso a pensare "rimandiamoli subito a casa loro!"? È questo, magari, uscendo da Messa, la domenica dopo aver recitato il Padre nostro è farro la Comunione. Non parlo per sentito dire.
>   Stacchiamoci dalla vicenda giudiziaria, che avrà il suo corso, ma che, a questo punto, conta molto meno di come ciascuno di noi si pone davanti ai valori costituzionali implicati nel caso della Nave Diciotti. Sono valori, lo chiamiamo valori. Perché? Ci fanno più ricchi, più ricchi in quanto migliori. Ci piace essere buoni. Ma oggi possiamo pensare che è un lusso che non possiamo più permetterci. È così?
>   Chi ha dato l'ordine?, ci si è chiesti nelle indagini, ho letto sui giornali. Tu ed io, noi popolo. La responsabilità politica è collettiva. In democrazia tutti si è responsabili di tutto. Di fronte al tribunale della storia siamo tu ed io, noi popolo. Che rispondiamo? Chi sarà il nostro avvocato? chiese Wojtyla in una storica omelia a Sarajevo,in Bosnia, dopo la fine del massacro bellico. E diede un insegnamento che è quello che ancora ieri i vescovi italiani hanno dato, a coloro che hanno orecchie per udire, e in letto un cuore.
>   La fraternità è un valore importante. Fino a che punto ci crediamo? Decidersi per la fraternità universale è una di quelle scelte fondamentali della vita. E se poi non ci sentiamo di farla, da chi andremo, noi italiani che, per fraternità, ci siamo decisi per l'unità nazionale, perché da divisi non eravamo popolo ed eravamo "calpesti e derisi"? Questo è Mazzini. "Dio e popolo" faceva scrivere sul tricolore, vale a dire popolo fondato su valori, l'unico modo in cui si può esserlo. 
> Mario Ardigò 
>  
>  
> 
> Inviato da iPad
> 
> Il giorno 27 ago 2018, alle ore 15:38, Guido Vecchione <guido.vecchione25 a tin.it> ha scritto:
> 
>  
> 
> Inviato da BlueMail
> Vi segnalo l'articolo SALVINI ALL’INCASSO DEL POPULISMO da la Repubblica+ 
> 
> SALVINI ALL’INCASSO DEL POPULISMO 
> La macabra danza sovranista intorno alle povere vite di 150 disperati sembra concludersi in gloria per Salvini. Può ergersi a martire di fronte alle masse impaurite e adoranti, e lucrare un altro tesoretto di consensi persino su un avviso di garanzia inseguito e provocato a ogni costo. Il "ministro della mala vita" non meritava questo "favore", dicono quelli che la sanno lunga. E non hanno tutti i torti, vista la cinica astuzia con la quale il Conducator leghista ha trasformato subito un possibile inciampo giudiziario in un sicuro dividendo politico. continua a pagina 27 servizi da pagina 2 a 8 segue dalla prima pagina Ma cosa deve fare una democrazia occidentale, di fronte a un uomo di governo che per incassare u...
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