[Area] Fwd: SALVINI ALL’INCASSO DEL POPULISMO

Siddi Massimiliano massimiliano.siddi a giustizia.it
Ven 31 Ago 2018 01:11:42 CEST


Non posso che concordare, ovviamente, con la tua analisi generale dell'esempio proposto; a parte, forse, l'eccessiva enfasi sulle responsabilità europee per l'attuale fenomeno migratorio.
Ho citato, tuttavia, l'esempio dell'occupazione dell'abitazione privata non perché ritenga che i migranti costituiscano un pericolo concreto sotto questo profilo, ma perché qualcuno, nel dibattito, aveva messo in discussione il concetto stesso di "casa nostra" e perché sono convinto che i confini nazionali ne costituiscano, in qualche modo, una proiezione spirituale ugualmente inviolabile. In altri termini, perché trovo incoerente che si ritenga naturale tutelare, anche con la forza ed il "respingimento" fisico, il proprio spazio familiare, mentre si predichi di consentire l'accesso indiscriminato a quello nazionale, solo perché se ne percepisce meno l'appartenenza. E se respingo con la forza chi occupa casa mia sono una persona che reagisce legittimamente ad un sopruso, mentre, se chiedo che il mio Stato non debba sopportare una pressione migratoria superiore alle sue possibilità economiche vengo considerato come un crudele xenofobo che non accoglie il fratello in difficoltà.
C'è un'evidente schizofrenia in chi sostiene queste posizioni e, soprattutto, qualcosa che si situa a metà tra la mala fede e l'ingenuità nell'eludere sempre il duplice e connesso interrogativo se alla capacità di accoglienza ci debba essere un limite ben preciso e se il superamento di tale limite comporti necessariamente il respingimento.
I declamatori di grandi principi umanitari ideali, che abbondano in questa lista, sfuggendo la concretezza come la peste, a queste domande si guardano bene dal dare una risposta precisa e realistica, pur sapendo bene che l'Italia, per i migranti, e' diventata un buco nero dal quale non si esce più, giacché nessuno, una volta entrato col grimaldello giuridico della richiesta d'asilo, viene mai rimandato indietro; e ciò non solo per difficoltà logistico - economiche, ma anche per una grave forma di ignavia ideologica che i dispensatori di belle lezioncine morali alimentano a costo zero.

            Massimiliano Siddi




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Il giorno 29 ago 2018, alle ore 22:11, LOCATI GIULIA MARZIA <giuliamarzia.locati a giustizia.it<mailto:giuliamarzia.locati a giustizia.it>> ha scritto:


Scusa ma non ti seguo. Se tornando dalle vacanze trovassi la casa occupata da centinaia di malati terminali oncologici tu cosa faresti?

Legittimamente chiameresti la forza pubblica per riavere la tua casa. Questo vuol dire che tu sei disposto a lasciar morire per strada i malati terminali? Ma no, ovviamente. Come nessuno di noi. Semplicemnte tu paghi le tasse e ti aspetti e pretendi che lo stato, attraverso i tuoi soldi, si preoccupi, tra le altre cose, di creare un sistema sanitario nazionale che assista chi è malato.

Non capisco perché questo basilare ragionamento che applichiamo tutti i giorni (non insegnamo a tutti gli analfabeti a leggere, ma contribuiamo all'esistenza della pubblica istruzione; non diamo da mangiare a tutti gli affamati, ma contribuiamo al sistema di assistenza sociale) non valga anche quando si parla di immigrazione.

Io pago le tasse e mi aspetto che con quei soldi lo stato si attrezzi tra le altre cose per accogliere quelle persone che scappano da situazioni disumane. Senza che questo implichi che debba accogliere tutti a casa mia (così come non accolgo i malati e così come non sfamo i bisognosi). E senza che questo mi esima, come cittadina di un'europa  che ha depredato il territorio africano e le sue risorse per anni e che con le sue politiche ha certamente contribuito a determinare la situazione in cui quel contimente si trova adesso, dal ragionare sulle responsabilità che abbiamo nell'aver determinato il fenomeno migratorio che ora tanto ci preoccupa.

Giulia Locati


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Da: Area <area-bounces a areaperta.it<mailto:area-bounces a areaperta.it>> per conto di Siddi Massimiliano <massimiliano.siddi a giustizia.it<mailto:massimiliano.siddi a giustizia.it>>
Inviato: mercoledì 29 agosto 2018 08:32
A: Paolo Barlucchi
Cc: Area
Oggetto: Re: [Area] Fwd: SALVINI ALL’INCASSO DEL POPULISMO

Di fronte a nessi causali storici così grossolani, superficiali ed ideologici, mi viene solo da chiederti cosa faresti se, tornando dalle ferie, trovassi la tua bella casa occupata abusivamente, magari da senza tetto extracomunitari! Chiameresti i carabinieri, chiedendo lo sgombro forzato o li lasceresti tranquillamente stare per risarcirli di secoli di soprusi dell'occidente cristiano che, tuttavia, ti hanno permesso, anche a loro danno, di raggiungere il benessere e comprartela?
In base a quali principi il concetto di "casa", con annesso sacrosanto pronome possessivo, deve valere ed essere tutelato solo nei rapporti privati?

                  Massimiliano Siddi


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Il giorno 29 ago 2018, alle ore 07:05, Paolo Barlucchi <barlucchip a libero.it<mailto:barlucchip a libero.it>> ha scritto:

Peccato che l’occidente cristiano, e in esso i cristiani italiani, non abbiano coscienza di aver impoverito l’Africa con secoli di colonialismo prima e di rapina economica poi,  di aver surriscaldato il pianeta per gonfiare le loro economie desertificandola, di aver scatenato guerre per il petrolio distruggendone l’economia...
Insomma peccato che non abbiano coscienza di aver causato e di continuare a causare il fenomeno migratorio.
Casa nostra , casa loro...
pronomi possessivi su cui il discorso sarebbe lungo, ma certo significativi della provenienza delle riflessioni filosofiche politiche e persino religiose che si leggono sul tema.
Paolo Barlucchi



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Il giorno 28 ago 2018, alle ore 12:37, Siddi Massimiliano <massimiliano.siddi a giustizia.it<mailto:massimiliano.siddi a giustizia.it>> ha scritto:

Da un lato ha certamente ragione Mario (Ardigo') quando invita a non universalizzare il caso "Diciotti" che, come sta chiaramente emergendo, e' stato montato ad arte, strascico giudiziario compreso, per creare consenso politico e distrarre l'opinione pubblica da problemi ben più impellenti.
Ma egli sbaglia quando, dalle implicazioni giuridiche della singola vicenda, passa a generalizzarne gli effetti sul piano della coscienza cristiana collettiva.
A prescindere dal fatto che la coscienza cristiana e' sempre una coscienza individuale, in funzione della salvezza del singolo e mai di quella di un popolo, giacché i popoli nell'ultima ora spariranno, e il giudizio universale riguarderà la storia dell'umanità nel suo complesso, non vi è alcuna contraddizione tra la recita del Padre Nostro, o la partecipazione al sacramento della Comunione, e la consapevolezza che il fenomeno migratorio non possa essere gestito in modo indiscriminato, aprendo le porte di casa nostra sempre ed a tutti.
Del resto, il primo grande nazionalista - "sovranista", si direbbe oggi - almeno in senso teologico, e' stato proprio Gesù, che in molti luoghi, ma soprattutto nella pericope della donna cananea (Mt 15, 21 - 25), ricorda che "non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini", distinguendo chiaramente, con questa metafora, il popolo eletto dai gentili nella priorità del suo annuncio e muovendosi a compassione, in deroga al principio, unicamente in virtù della grandissima fede manifestata dalla risposta spiazzante della donna ("E' vero, Signore, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni").
E' una grande, quanto superficiale, ipocrisia quella di pretendere che il cristiano, per supposta coerenza, debba materialmente aprirsi e venire incontro all'altro sempre ed in ogni caso, anche quando sia in discussione la sostenibilità economica e sociale di tale apertura, o ciò comporti un oggettivo aggravio delle condizioni di sicurezza della sua comunità.
La vera, immensa, ipocrisia e' quella di voler consentire l'accesso pressoché automatico automatico al territorio italiano a tutti i disperati, e non, del mare, grazie anche ad interpretazioni estensive ed assolutistiche della normativa vigente (art. 10 ter del Testo Unico), senza lasciare alcun margine di respingimento preventivo all'autorita' politico - amministrativa come, aldilà dei falsi proclami, avviene senza scandalo in tutti gli Stati civili del mondo occidentale. Ciò ben sapendo che, una volta consentito lo sbarco, per oggettiva impossibilità logistica mai più nessuno verrà rimandato indietro, e la stragrande maggioranza di questi disperati, dopo un primo periodo di sterile assistenzialismo, andrà inevitabilmente ad alimentare le fila del sottobosco criminale, o vagherà ai margini delle nostre città enfatizzandone il degrado, soprattutto ai danni dei "nostri" ultimi.
L'altra, immensa e connessa, ipocrisia è quella di pensare che i problemi possano essere risolti in modo estemporaneo, con soluzioni ad hoc, senza una linea progettuale generale che non siamo in grado di concepire e che, nel singolo caso, possa comportare anche scelte nette di chiusura, moralmente dolorose, ma necessarie.
C'è da scommettere che la stessa Chiesa, che oggi simbolicamente ha manifestato disponibilità a farsi carico dell'accoglienza per un numero limitatissimo e selezionato di persone, peraltro nell'ambito del territorio italiano, se il fenomeno dovesse ripetersi indefinitamente e senza controllo numerico, sarebbe la prima ad invocare una soluzione generale da parte dello Stato, che prescinda dalla carità occasionale dei singoli, com'è giusto, e perfettamente cristiano, che sia.
Come cristiano, e come cittadino, non ho individualmente nulla da rimproverarmi in merito a casi come quelli della nave "Diciotti", sia perché, contrariamente a quanto sostiene Mario, la responsabilità collettiva in democrazia è solo una finzione di filosofia politica, sia perché, pagando un'altissima percentuale di tasse, ritengo di avere il diritto di pretendere dallo Stato una gestione civile, ma sostenibile ed ultra sicura, del fenomeno migratorio, senza dovermi fare carico, sussidiariamente, delle sue dolose inefficienze, se non in casi eccezionali, insindacabilmente imposti dalla mia coscienza.
Se qualcuno, nel caso concreto, ha sbagliato rispetto alla violazione di regole dello Stato di diritto spetterà alla magistratura, con misura ed equilibrio, anche maggiori del solito, accertarlo, ma quel che è certo è che mai l'ideologia dell'accoglienza e dei diritti a prescindere potrà velleitariamente ed ipocritamente fondare questo giudizio.

            Massimiliano Siddi






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Il giorno 27 ago 2018, alle ore 17:49, marioardigo <marioardigo a yahoo.com<mailto:marioardigo a yahoo.com>> ha scritto:

 È sbagliato personalizzare e considerare solo o prevalentemente il bilancio spicciolo per i partiti della vicenda.
  Erano in questione valori costituzionali, non questo o quel partito o questo o quel politico.
  Noi, popolo, nella nostra coscienza, come ci poniamo di fronte ad essi?
  Tu che leggi, a prescindere da come ti manifesti in società, nella verità della tua coscienza, veramente, di fronte a fatti come quelli dei giorni scorsi non ti sei mai sorpreso a pensare "rimandiamoli subito a casa loro!"? È questo, magari, uscendo da Messa, la domenica dopo aver recitato il Padre nostro è farro la Comunione. Non parlo per sentito dire.
  Stacchiamoci dalla vicenda giudiziaria, che avrà il suo corso, ma che, a questo punto, conta molto meno di come ciascuno di noi si pone davanti ai valori costituzionali implicati nel caso della Nave Diciotti. Sono valori, lo chiamiamo valori. Perché? Ci fanno più ricchi, più ricchi in quanto migliori. Ci piace essere buoni. Ma oggi possiamo pensare che è un lusso che non possiamo più permetterci. È così?
  Chi ha dato l'ordine?, ci si è chiesti nelle indagini, ho letto sui giornali. Tu ed io, noi popolo. La responsabilità politica è collettiva. In democrazia tutti si è responsabili di tutto. Di fronte al tribunale della storia siamo tu ed io, noi popolo. Che rispondiamo? Chi sarà il nostro avvocato? chiese Wojtyla in una storica omelia a Sarajevo,in Bosnia, dopo la fine del massacro bellico. E diede un insegnamento che è quello che ancora ieri i vescovi italiani hanno dato, a coloro che hanno orecchie per udire, e in letto un cuore.
  La fraternità è un valore importante. Fino a che punto ci crediamo? Decidersi per la fraternità universale è una di quelle scelte fondamentali della vita. E se poi non ci sentiamo di farla, da chi andremo, noi italiani che, per fraternità, ci siamo decisi per l'unità nazionale, perché da divisi non eravamo popolo ed eravamo "calpesti e derisi"? Questo è Mazzini. "Dio e popolo" faceva scrivere sul tricolore, vale a dire popolo fondato su valori, l'unico modo in cui si può esserlo.
Mario Ardigò



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Il giorno 27 ago 2018, alle ore 15:38, Guido Vecchione <guido.vecchione25 a tin.it<mailto:guido.vecchione25 a tin.it>> ha scritto:



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Vi segnalo l'articolo SALVINI ALL’INCASSO DEL POPULISMO da la Repubblica+

SALVINI ALL’INCASSO DEL POPULISMO
La macabra danza sovranista intorno alle povere vite di 150 disperati sembra concludersi in gloria per Salvini. Può ergersi a martire di fronte alle masse impaurite e adoranti, e lucrare un altro tesoretto di consensi persino su un avviso di garanzia inseguito e provocato a ogni costo. Il "ministro della mala vita" non meritava questo "favore", dicono quelli che la sanno lunga. E non hanno tutti i torti, vista la cinica astuzia con la quale il Conducator leghista ha trasformato subito un possibile inciampo giudiziario in un sicuro dividendo politico. continua a pagina 27 servizi da pagina 2 a 8 segue dalla prima pagina Ma cosa deve fare una democrazia occidentale, di fronte a un uomo di governo che per incassare u...


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