[Area] 3 considerazioni a margine....

anna2010 a tiscali.it anna2010 a tiscali.it
Dom 2 Set 2018 20:31:12 CEST


  

Il maestro siciliano, GESUALDO BUFALINO diceva che «_...la mafia
sarà vinta da un esercito di maestre elementari..._». 

Oggi, più che
mai, possiamo comprendere il significato delle sue parole.

Qualcuno le
ha prese sul serio ed è così iniziato lo smantellamento della Pubblica
Istruzione.

E' ormai troppo tardi.

--

Saluti. 

Anna Venturieri


(insegnante in pensione) 

Il 02.09.2018 19:34 Francesco Messina ha
scritto: 

> Un dialogo domenicale con Marco Imperato mi ha fatto venire
in mente qualche considerazione. 
> 
> 1. L'ennesima mistificazione
mediatica che ha riguardato un provvedimento del Tribunale del riesame
di Milano dimostra che quando si discute del rapporto tra realtà
oggettiva e percezione di essa non si devono dimenticare due temi
qualche modo prodromici: quello di chi comunica e di cosa comunica; e
quello chi riceve il contenuto della comunicazione. 
> 
> Infatti,
esiste un stretta relazione tra l'informazione e il processo di
globalizzazione degli ultimi anni, al punto essa influisce su come
l'informazione "forma" (appunto!) l'opinione pubblica. 
> 
> 2. Quanto
ho prima scritto porta al tema del "consumo" dei media da parte dei
cittadini. 
> 
> Dobbiamo prendete atto che mentre nei decenni scorsi il
principale oggetto di riflessione degli studiosi della comunicazione ha
riguardato l"offerta" delle informazioni, da alcuni anni ormai
l'attenzione si è spostata sul "destinatario", e cioè sul "consumatore"
del "prodotto" a lui messo a disposizione da chi gestisce gli strumenti
di comunicazione o da chi utilizza in modo costante la rete. 
> 
> In
sostanza, oggi ci si muove all'interno di una logica di mercato, inteso
quest'ultimo come il luogo in cui sempre più si negoziano risorse e
bisogni sociali. 
> 
> Seguendo questa impostazione, quindi, non
rilevano tanto i contenuti scambiati e, soprattutto, la loro "qualità",
bensì la "quantità" di scambi e i soggetti interessati a essi. 
> 
> Si
è così potuto sostenere - anche molto autorevolmente - che
"informazioni" e "merci" sono tra loro assimilabili quanto ai concetti
della circolazione e della concorrenza. 
> 
> Ma non vi è dubbio -
almeno per chi (e spero anche noi) ha una visione della politica che
guarda al progresso di tutti, e non al vantaggio di pochi - che una tale
"assimilazione" non regge più se si considera la democrazia positiva,
quella, cioè, in cui si manifesta la libertà di scelta consapevole del
cittadino. 
> 
> La posizione di chi "produce" informazione è diversa
rispetto a chi ne fruisce perché per quest'ultimo il non avere una
qualche forma di contatto con il mondo dei media equivale all'esclusione
dalle relazioni sociali. E quasi nessuno di noi vuol essere o rimanere
isolato! 
> 
> 3. Concludo, ricordando che il rapporto tra selezione
delle notizie (la c.d."agenda setting") e pubblico è influenzato dalle
conoscenze pregresse di quest'ultimo. 
> 
> Maggiori saranno le
competenze di chi legge, vede o ascolta su un determinato argomento, e
minori saranno le possibilità di chi gestisce la "agenda" d'imporre
determinati contenuti. 
> 
> Diversamente, la scarsa conoscenza delle
persone renderà maggiore la loro dipendenza cognitiva e, quindi, anche
la formazione della loro "opinione". 
> 
> Il convergere e il
posizionarsi delle diverse "esigenze" (tra chi gestisce il mezzo e il
pubblico) porta alla "costruzione" della realtà sociale, quella realtà
che oggi notiamo proposta nel "newsmaking" giornalistico e che poi si
estende alla formazione dei temi della discussione pubblica.
> La
domanda, quindi, è: siamo in grado e vogliamo impegnarci, non dico di
far mutare verso alle cose, ma almeno per rallentare o rendere più
difficoltoso lo sprofondare la collettività verso uno stato di sempre
minor controllo critico, prendendoci - in modo organizzato - qualche
responsabilità?
> 
> Francesco Messina, giudice Tribunale
Pesaro

--

Saluti. Anna Venturieri (insegnante in pensione)  



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