[Area] R: Fwd: [Mailinglist-anm] R: R: AREADG : Magistratura e partecipazione al dibattito pubblico

thorgiov thorgiov a libero.it
Gio 13 Set 2018 18:44:02 CEST


Non ha senso parlare di rottura di una unità sindacale che semplicemente 
non esiste. Le varie correnti, di fatto, si comportano come sindacati 
autonomi, ciascuna con i suoi referenti esterni, anche politici, 
incapaci di trovare punti di incontro se non quando occorre procedere 
alle nomine, perchè lì la necessità di prendere ciascuno delle posizioni 
di forza fa sì che l'accordo si trovi comunque . Ecco, proprio le nomine 
costituiscono il vero punto critico. Il Berlusca si accorse che, di 
fronte ad un potere diffuso, l'unica soluzione era quella di ricreare 
una gerarchia, sia pure in maniera strisciante, visti gli ostacoli 
costituzionali. Poichè l'ambizione a fare carriera costituisce il punto 
debole di ( quasi ) ogni magistrato, il sistema delle valutazioni di 
professionalità e l'assenza di criteri oggettivi per la nomina rendono 
necessario l'appoggio di una corrente interna all'ANM, ma il potere 
politico ha saputo inserirsi con abilità in questo meccanismo, votando 
compatto con i suoi membri laici in ogni occasione e blandendo i 
magistrati con la promessa di posti nei ministeri, e quindi di una 
carriera che, in prospettiva, non si esaurisce all'interno della 
magistratura. Si è così rafforzato quel collateralismo che già esisteva. 
Non a caso ho citato l'esempio della mancata reazione alle riforme 
punitive dei Governi di centro sinistra, che si erano assicurati 
preventivamente la non belligeranza di determinate correnti . Beninteso, 
non voglio fare del qualunquismo ed affermare che si trattava delle 
stesse riforme proposte dal Silvio nazionale. Sottolineo però che la 
logica dell'appartenenza, della condivisione anche di determinati 
obiettivi politici, per alcuni gruppi associativi ha prevalso su tutto, 
anche sull'interesse degli iscritti al sindacato. A questo punto credo 
che sia meglio prendere atto della differenza di visioni che sono tutte 
legittime e possono convivere all'interno dell'ordine giudiziario, ma 
non dello stesso sindacato.

FELICE  PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )


Il 13/09/2018 17:35, Marcello Basilico ha scritto:
>
> Caro Andrea,
>
> sai bene quali siano i potentati che, ancora prima della P2, 
> propugnavano la rottura dell’unità sindacale e l’emarginazione di 
> alcune associazioni.
>
> Ora tu, a causa dei risultati di un’opposizione interna che giudichi 
> insoddisfacenti, riproponi quella rottura nella nostra categoria e 
> dimentichi che l’emarginazione viene sollecitata di questi tempi da 
> chi ha a cuore, evidentemente, collateralismi pericolosi tra poteri 
> diversi dello Stato.
>
> Credo che dovremmo prestare attenzione a certe affermazioni.
>
> Confidando di non sentirmi replicare, more solito, che devo tacere in 
> quanto componente del CDC, saluto te e la lista
>
>                   Marcello Basilico
>
> *Da:*Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] *Per conto di *andreale
> *Inviato:* giovedì 13 settembre 2018 14:24
> *A:* area a areaperta.it
> *Oggetto:* [Area] Fwd: [Mailinglist-anm] R: R: AREADG : Magistratura e 
> partecipazione al dibattito pubblico
>
> Inviato da smartphone Samsung Galaxy.
>
> Nel condividere quanto scritto da Felice, aggiungo che le soluzioni 
> alle criticità  da lui rappresentate sono, a mio avviso , due:
>
> 1)Una modifica statutaria che preveda un rigido sistema di 
> incompatibilità tra incarichi associativi  e qualsiasi altro genere di 
> attività istituzionale/amministrativa dei magistrati. Già nel corso 
> dell’assemblea del 2011  era stato chiaramente suggerito ai vertici 
> dell’ANM di provvedere in questo senso, ma fu tutto obliterato, con il 
> pretesto del mancato raggiungimento del quorum della proposta A 
> (alternativa alla Proposta B, che diede il nome ad una lista che ebbe 
> successivamente un  rappresentante all’interno del CDC) ;
>
> 2)La nascita di una (o più) associazioni che possano davvero creare 
> quella sana ‘competizione’ sindacale che è del tutto assente in 
> Italia. Ce lo chiede l’Europa, si potrebbe parafrasare…..
>
> Un caro saluto,
>
> Andrea Reale
>
> EMAIL DI FELICE PIZZI
>
> Nel comunicato è scritto che l'unità associativa comporta mediazioni e 
> sintesi tra diverse opinioni e sensibilità culturali, e che in questo 
> consiste la forza della magistratura italiana. Sul punto sono in 
> totale disaccordo. Invero le sensibilità che convivono all'interno 
> della magistratura associata, laddove esiste un solo sindacato dei 
> giudici, fa sì che in realtà il momento di sintesi non si trova mai. 
> Non è un caso che i comunicati dell'ANM siano incomprensibili anche 
> per coloro che materialmente li hanno redatti. Sono incomprensibili 
> per la semplice ragione che l'accordo non c'è. Nella politica generale 
> del Paese ormai è stato abbandonato definitivamente ( e aggiungo io 
> per fortuna ) la vecchia idea delle convergenze parallele, che 
> appartiene al passato. Nell'ANM questa evoluzione ancora non si è 
> verificata. Il risultato pratico è che il sindacato alla fine non 
> riesce a decidere nulla. Faccio un esempio concreto : nel corso della 
> scorsa legislatura il Governo e il Parlamento sono riusciti ad 
> approvare delle riforme fortemente punitive nei confronti della 
> magistratura, in materia di responsabilità civile, età pensionabile, 
> riduzione delle ferie, durata minima di permanenza in servizio 
> nell'ufficio di destinazione. Ebbene, la reazione della ANM è stata 
> semplicemente inesistente, perchè alcune correnti non volevano 
> mettersi contro il Governo e la maggioranza parlamentare che lo 
> sosteneva. Altre correnti volevano invece reagire, ma ognuna a modo 
> suo. Il risultato finale è che nessuno ha fatto niente, perchè le 
> posizioni di partenza e di arrivo non erano distanti, ma addirittura 
> opposte, e purtroppo convivevano all'interno della stessa 
> associazione. Beninteso, non sto dicendo che i primi avevano torto e i 
> secondi avevano ragione ( anche se lo penso ). Constato però che 
> questa ricerca continua di un finto accordo alla fine è deleteria, 
> perchè ha un effetto paralizzante. Una sola persona è riuscita 
> nell'intento di unire veramente la magistratura contro di lui, ed è 
> stata Silvio Berlusconi. Sempre il Berlusca è riuscito a far approvare 
> una riforma dell'ordinamento giudiziario che ha rafforzato enormemente 
> la posizione delle correnti, che dovrebbero erigere in suo onore un 
> monumento. Sebbene il sindacato non riesca ad operare all'esterno 
> proprio perchè cerca ogni volta una sintesi impossibile, all'interno 
> l'accordo, soprattutto sulle nomine, si trova sempre, secondo una 
> logica spartitoria che farebbe impallidire persino l'estensore del 
> manuale Cencelli. Alla fine la ragione di essere del sindacato diventa 
> solo questa : assicurare ad ogni gruppo organizzato un certo numero di 
> posti al sole per i propri iscritti o simpatizzanti, perchè questi a 
> loro volta rafforzeranno la posizione della corrente di appartenenza 
> negli equilibri interni alla associazione. Ovviamente tutto questo 
> avviene nel rispetto della migliore retorica italiota di stampo 
> ottecentesco, facendo sempre riferimento ideale alla natura unitaria e 
> pluralistica della associazione, che è un poco come fare riferimento 
> al ghiaccio bollente. Il vizio di fondo è il disconoscimento della 
> realtà : l'unitarietà dell'associazionismo aveva un senso all'inizio 
> del secolo scorso, quando la magistratura costituiva un corpo sociale, 
> prima che istituzionale, sostanzialmente unitario. Oggi non serve, ed 
> è anzi dannosa, perchè condanna alla inattività e comporta una lotta 
> continua tra le varie correnti all'interno dello stesso sindacato per 
> guadagnare posizioni di forza nei confronti dei concorrenti. Possibile 
> che nessuno si renda conto che se in Europa  esiste la pluralità delle 
> associazioni sindacali di magistrati, l'anomalia siamo noi, e non 
> l'Europa ?
>
> FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
>
> Il 12/09/2018 16:51, Coordinamento AreaDG ha scritto:
>
>
>     Il 14 agosto 1907 il Ministro di Grazia e Giustizia Vittorio
>     Emanuele Orlando aveva diramato una circolare ai capi di Corte
>     nella quale censurava la diffusione tra i magistrati italiani del
>     “costume di pubblicamente interloquire intorno a questioni
>     attinenti l’esercizio dell’ufficio loro, sia sotto forma di
>     interviste, sia con lettere e articoli” minacciando sanzioni in
>     caso di abusi.
>
>     Non intimorita dalle minacce, la nostra Associazione nazionale
>     nasce nel 1911 e si ricostituisce nel 1945 sulla affermazione del
>     diritto dei magistrati di interloquire pubblicamente fornendo il
>     proprio contributo, sempre propositivo anche quando critico, su
>     ogni questione che attiene alla giustizia: quindi, alla tutela dei
>     diritti ed alla giurisdizione. E tale connotazione ha
>     orgogliosamente conservato nella sua storia, quali che fossero le
>     sensibilità culturali delle dirigenze che si sono succedute alla
>     sua guida.
>
>     Affermare oggi che l’ANM non deve prendere parte al dibattito
>     pubblico in materia di diritti e di giurisdizione è antistorico e
>     controproducente, perché non solo significa negare la storia e
>     l’attualità dell’associazionismo giudiziario in Italia, ma
>     significa danneggiare la magistratura e i magistrati italiani.
>
>     La nostra Associazione nazionale riunisce oltre il 90% del
>     magistrati italiani ed essa rappresenta quasi un unicum nel
>     panorama europeo, in quanto, mentre negli altri paesi esistono
>     pluralità di associazioni di magistrati aventi diverse sensibilità
>     e orientamenti culturali, l’ANM si connota per essere una
>     associazione pluralista ed unitaria, che si propone di ricercare,
>     ogni qualvolta sia possibile, la migliore sintesi tra le diverse
>     posizioni e opzioni politico-culturali. È proprio in questa
>     capacità di sintesi tra le diverse anime, sempre perseguita da
>     tutti e sempre raggiunta, a volte con sforzi pervicaci, che
>     risiede la sua forza. Da ciò discende la sua autorevolezza interna
>     ed esterna nell'interlocuzione con gli attori istituzionali e la
>     società civile. In ciò sta la sua capacità di tutelare l’autonomia
>     e l’indipendenza della Magistratura dagli altri poteri dello
>     Stato, a difesa dei magistrati e dell’alto compito che la
>     Costituzione assegna loro nella difesa e promozione dei diritti
>     fondamentali, che si attua così nell’esercizio della
>     giurisdizione, come nella vigile presenza e partecipazione dei
>     singoli e dei gruppi al pubblico dibattito.
>
>     Questa è la storia, questa è l’essenza dell’ANM ed è fondamentale
>     preservarla in un momento nel quale, nuovamente, vengono messi in
>     discussione la funzione della giurisdizione, il ruolo della
>     magistratura e la sua legittimazione, attraverso la contestazione,
>     a tratti violenta, dei provvedimenti assunti dai singoli
>     magistrati. Per questo noi crediamo nel valore profondo dell’unità
>     associativa e la perseguiamo, consapevoli che essa comporta
>     mediazioni e sintesi tra diverse opzioni e sensibilità culturali,
>     ma anche che in essa v’è la forza della magistratura italiana. Chi
>     mette a rischio questi valori si assume, oggi più che mai, una
>     grave responsabilità.
>
>     Rivendicare con fermezza il ruolo e l’unità della nostra
>     Associazione è un compito che spetta a tutti i magistrati e ai
>     gruppi che in essa si riconoscono e rappresenta la migliore
>     risposta contro ogni tipo di attacco volto a minare l’unitarietà,
>     l’efficacia e l’autorevolezza della sua azione.
>     Il Coordinamento nazionale di Area Democratica per la Giustizia
>
>     _______________________________________________
>
>     Area mailing list
>
>     Area a areaperta.it <mailto:Area a areaperta.it>
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>
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