[Area] R: Significative parole sullla tragedia di Rebibbia

Francesco Maisto francescomaisto2 a gmail.com
Lun 24 Set 2018 17:25:04 CEST


Tutte originali opinioni personali, legittime di un cittadino.
Nella storia penitenziaria italiana si è registrato in democrazia un solo
precedente di sospensione cautelare, del direttore del carcere di Genova
che il TAR annullo’. In epoca fascista e negli anni immediatamente seguenti
i direttori di carcere dormivano con la valigia pronta perché
immediatamente arrivava la sospensione o il trasferimento.
Sui rapporti tra disciplinare e penale vedo che si aderisce ad un crescente
fenomeno di obiezione di coscienza alle leggi che non piacciono.
Da un attento  esame dei firmatari dei documenti di dissenso non emerge un
blocco ideologico.
I sospesi, come mi auguro, nomineranno i loro difensori.
Nulla impedisce il ricorso al TAR, ma una sospensione cautelare di tre
figure apicali di un carcere importante determina gravi disservizi ed
instabilità.
Resta sorpreso dei documenti critici solo chi è del tutto estraneo al mondo
delle carceri.
Il bersaglio è Magistratura Democratica?
Fanno parte del blocco anche la Comunità di Sant’Egidio e laComunità Papa
Giovanni XXIII?
Perché solo a me questa risposta?
La prima affermazione è significativa di chi non conosce le logiche
associazionistiche.
La Comunità di Sant’Egidio non ha nulla in comune con lAssociazione
Comunità Papa Giovanni xxlll.
Come sia stato possibile è pura dietrologia.
Avrebbero fatto lo stesso in qualsiasi altra situazione
Francesco Maisto

Il giorno lun 24 set 2018 alle 17:06 thorgiov <thorgiov a libero.it> ha
scritto:

> Con il mio client di posta elettronica ho digitato sul tasto rispondi, e
> il messaggio è giunto solo a te? Purtroppo sono anni che non riesco a
> visualizzare sulla lista le risposte che invio agli altri iscritti, quindi
> non posso sapere se ogni messaggio giunge a tutti i destinatari. Ho
> segnalato il problema e non è stato risolto, ma non so per quale motivo.
>
> Nel merito, tu sostieni che la Comunità di Sant'Egidio non ha nulla in
> comune con l'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. Sul punto sono in
> totale disaccordo : si tratta in entrambi i casi di associazioni che si
> ispirano al cattolicesimo ed ai suoi valori. Insomma, tra credenti ci si
> aiuta, al di là delle logiche associazionistiche. Tu poi definisci
> dietrologia la constatazione che si siano mosse tutte insieme ben 48
> associazioni, assumendo una posizione unitaria pur non conoscendo gli atti
> sulla base dei quali ha deciso Bonafede. A me sembra negare l'evidenza.
> Intendiamoci, siamo in democrazia, e la libertà di critica va riconosciuta
> a tutti. Ma almeno da parte dei magistrati sarebbe auspicabile attendersi
> una presa di posizione più ponderata e soprattutto fondata sulla conoscenza
> degli atti. Non ci siamo sempre lamentati della critica facilona e
> qualunquistica dei nostri provvedimenti da parte di opinionisti che in
> realtà non li avevano neppure letti ? Dovremmo, almeno noi, esercitare il
> diritto sacrosanto di critica in maniera diversa.
>
> FELICE  PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
>
> Il 24/09/2018 09:26, Francesco Maisto ha scritto:
>
> Perché solo a me questa risposta?
> La prima affermazione è significativa di chi non conosce le logiche
> associazionistiche.
> La Comunità di Sant’Egidio non ha nulla in comune con lAssociazione
> Comunità Papa Giovanni xxlll.
> Come sia stato possibile è pura dietrologia.
> Avrebbero fatto lo stesso in qualsiasi altra situazione
>
> Il giorno dom 23 set 2018 alle 22:49 thorgiov <thorgiov a libero.it> ha
> scritto:
>
>> Fanno parte del blocco le tante associazioni che hai indicato tu stesso
>> nella tua missiva. Come è possibile che tutte insieme, nello stesso
>> momento, abbiano preso una identica posizione, senza aver letto gli atti ?
>> Avrebbero fatto lo stesso se il provvedimento avesse preso di mira qualcun
>> altro ?
>>
>> FELICE  PIZZI ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
>>
>> Il 23/09/2018 19:22, Francesco Maisto ha scritto:
>>
>> Nulla impedisce il ricorso al TAR, ma una sospensione cautelare di tre
>> figure apicali di un carcere importante determina gravi disservizi ed
>> instabilità.
>> Resta sorpreso dei documenti critici solo chi è del tutto estraneo al
>> mondo delle carceri.
>> Il bersaglio è Magistratura Democratica?
>> Fanno parte del blocco anche la Comunità di Sant’Egidio e laComunità Papa
>> Giovanni XXIII?
>> Francesco Maisto
>>
>>
>> .
>>
>> Il giorno dom 23 set 2018 alle 18:24 thorgiov <thorgiov a libero.it> ha
>> scritto:
>>
>>>
>>> Appunto, che cosa impedisce ai sospesi di proporre ricorso
>>> giurisdizionale per l'annullamento della sospensione ? In questo modo ci
>>> sarà un magistrato che potrà leggere tutti gli atti e quindi decidere con
>>> cognizione di causa. Quello che mi sorprende è che tante associazioni, ivi
>>> compresa Magistratura Democratica, abbiano appoggiato tutte insieme e
>>> immediatamente le ragioni, o i torti, del direttore di Rebibbia,
>>> probabilmente senza essersi letti quegli atti. Che cosa è questo se non un
>>> blocco ideologico ?
>>>
>>> FELICE  PIZZI ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
>>>
>>> Il 23/09/2018 17:54, Francesco Maisto ha scritto:
>>>
>>> Tutte originali opinioni personali, legittime di un cittadino.
>>> Nella storia penitenziaria italiana si è registrato in democrazia un
>>> solo precedente di sospensione cautelare, del direttore del carcere di
>>> Genova che il TAR annullo’. In epoca fascista e negli anni immediatamente
>>> seguenti i direttori di carcere dormivano con la valigia pronta perché
>>> immediatamente arrivava la sospensione o il trasferimento.
>>> Sui rapporti tra disciplinare e penale vedo che si aderisce ad un
>>> crescente fenomeno di obiezione di coscienza alle leggi che non piacciono.
>>> Da un attento  esame dei firmatari dei documenti di dissenso non emerge
>>> un blocco ideologico.
>>> I sospesi, come mi auguro, nomineranno i loro difensori.
>>> Francesco Maisto
>>>
>>> Il giorno dom 23 set 2018 alle 16:51 thorgiov <thorgiov a libero.it> ha
>>> scritto:
>>>
>>>> La mancata adozione di provvedimenti disciplinari fino a sentenza
>>>> definitiva costituisce una prassi abnorme di tutte le Pubbliche
>>>> Amministrazioni, che di fatto sospendono il relativo procedimento anche se
>>>> non esiste alcuna norma di legge che lo imponga o lo consenta. Nella
>>>> fattispecie in esame invece, una volta tanto, una sospensione cautelare
>>>> almeno è stata disposta. Non so dire, ovviamente, se Bonafede nel merito
>>>> abbia torto o ragione, perchè non conosco gli atti che sono stati messi a
>>>> sua disposizione. Mi impressiona però che di fronte a tale provvedimento vi
>>>> sia stata la reazione compatta di un intero blocco ideologico, di persone
>>>> che non penso abbiano conoscenza diretta di quegli atti. Ribadisco quindi
>>>> la mia convinzione : il vero capro espiatorio è quello che non è protetto
>>>> da nessuno. Il vero capro espiatorio è il cane sciolto. Al contrario, i
>>>> direttori di Rebibbia hanno fin troppi difensori, anche di ufficio.
>>>>
>>>> FELICE  PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
>>>>
>>>> Il 23/09/2018 15:58, Francesco Maisto ha scritto:
>>>>
>>>> Abbiamo significative esperienze di omessi provvedimenti disciplinari
>>>>  delle  assl competenti per le carceri fino a sentenza. Anche per
>>>> l’intervento degli ordini professionali sul DAP.
>>>> La fase della cautela non coincide sempre con il periodo necessario per
>>>> le indagini.
>>>> Per il momento i capri espiatori sono i vertici di Rebibbia.
>>>>
>>>>
>>>> Il giorno dom 23 set 2018 alle 15:05 thorgiov <thorgiov a libero.it> ha
>>>> scritto:
>>>>
>>>>> Allora anche i giudici penali, quando c'è una convalida di arresto, o
>>>>> di fermo, dovrebbero evitare di applicare misure cautelari, perchè sono
>>>>> sempre possibili ulteriori indagini. Comunque se la notizia sulla
>>>>> responsabilità dei medici dell'area esterna si rivelerà fondata e ci sarà
>>>>> una sospensione cautelare nei loro confronti, quanto ci scommetti che
>>>>> nessuno interverrà a difenderli pubblicamente ? Alla fine il vero capro
>>>>> espiatorio è quello che  non appartiene a nessuna cerchia e quindi non
>>>>> merita di essere difeso, secondo una logica settaria.
>>>>>
>>>>> FELICE  PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
>>>>>
>>>>> Il 23/09/2018 12:13, Francesco Maisto ha scritto:
>>>>>
>>>>> Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia
>>>>> Aderente alla"Association Internationale des Magistrats de la Jeunesse
>>>>> et de la Famille" www.minoriefamiglia.it
>>>>> Comunicato AIMMF
>>>>> L’Associazione Italiana dei magistrati per i minorenni e per la
>>>>> famiglia
>>>>> Con riferimento alla tragedia maturata il 18 settembre scorso nel
>>>>> carcere romano di Rebibbia dove, in base alle notizie di stampa, una madre,
>>>>> detenuta da pochi giorni insieme ai propri figli, ha cagionato la morte
>>>>> della più piccola di quattro mesi e lesioni gravissime al più grande, ormai
>>>>> in stato di morte cerebrale, nello sconcerto e nel sentimento di
>>>>> disorientamento, commozione e pietà che un fatto così terribile suscita
>>>>> richiama
>>>>> la necessità che in ogni situazione traumatica in cui si trovino
>>>>> coinvolte le persone di minore età per eventi che incidono sulla regolare
>>>>> vita familiare vengano compiute approfondite osservazioni e valutazioni in
>>>>> ordine alla loro condizione di possibile pregiudizio, assunti interventi di
>>>>> immediata protezione in via amministrativa (v. art. 403 c.c.) e fomulata la
>>>>> dovuta segnalazione alle Autorità Giudiziarie minorili perché siano
>>>>> predisposti tempestivamente convenienti percorsi di tutela,
>>>>> sottolinea
>>>>> l’opportunità , in assenza di disposizioni normative specifiche, al
>>>>> fine di consentire una efficace comunicazione interistituzionale, che siano
>>>>> stipulati protocolli di intesa fra Procure della Repubblica per i
>>>>> Minorenni, Tribunali per i Minorenni, Procure della Repubblica Ordinarie,
>>>>> Forze di Polizia e Direttori delle strutture carcerarie tali da assicurare
>>>>> celeri informazioni al Pubblico Ministero Minorile nel caso di arresto di
>>>>> adulti o di applicazione o esecuzione di misure di restrizione in carcere
>>>>> in presenza dei figli minori, in modo da intervenire nel migliore interesse
>>>>> di questi ultimi e di consentire un confronto e una valutazione
>>>>> specializzata in un sistema di rete e di corresponsabilità di tutti gli
>>>>> operatori coinvolti,
>>>>> sottolinea
>>>>> come tale modalità operativa concernente il fondamentale raccordo fra
>>>>> più istituzioni con compiti differenti, sia stata recepita in toto dalla
>>>>> recente risoluzione del CSM in data 18 giugno 2018 relativa
>>>>> all’organizzazione e all’attività delle Procure della Repubblica per i
>>>>> Minorenni,
>>>>> ribadisce
>>>>> infine l’urgenza di implementare con l’impiego, non più rinviabile, di
>>>>> necessari mezzi e congrue risorse economiche modalità adeguate di
>>>>> detenzione di madri e bambini in contesti rispondenti alle esigenze di
>>>>> questi ultimi, i quali rischiano di diventare le vittime di una situazione
>>>>> che non hanno contribuito a creare e in cui , spesso, non hanno “ voce” per
>>>>> esprimere i propri bisogni
>>>>> Il Segretario generale Il Presidente Susanna Galli Maria Francesca
>>>>> Pricoco
>>>>>
>>>>> Il giorno dom 23 set 2018 alle 00:21 Francesco Maisto <
>>>>> francescomaisto2 a gmail.com> ha scritto:
>>>>>
>>>>>> E quindi avrebbe dovuto aspettare prima di prendere provvedimenti
>>>>>> tanto drastici in mancanza di accertamenti, tenuto conto del tempismo.
>>>>>> Senza l’80% di quelle Associazioni il carcere sarebbe un lager
>>>>>>
>>>>>> Il giorno sab 22 set 2018 alle 22:41 thorgiov <thorgiov a libero.it>
>>>>>> ha scritto:
>>>>>>
>>>>>>> Benissimo, lasciamo che sia il ministro a capirlo. Da solo, però,
>>>>>>> senza il contributo delle varie associazioni menzionate nella tua missiva,
>>>>>>> che non fanno certo parte del dicastero.
>>>>>>>
>>>>>>> FELICE  PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli
>>>>>>> Nord )
>>>>>>>
>>>>>>> Il 22/09/2018 20:33, Francesco Maisto ha scritto:
>>>>>>>
>>>>>>> Quello delle carceri è un territorio impervio con una difficile
>>>>>>> individuazione delle competenze tra DAP., Magistrature e Servizio Sanitario
>>>>>>> Regionale e Assl.
>>>>>>> Qui sono stati presi provvedimenti esemplari nei confronti dei
>>>>>>> vertici di Rebibbia in prima battuta ed ora cominciano a capire che forse
>>>>>>> c’e Una responsabilità dell’area sanitaria esterna.
>>>>>>> Francesco Maisto
>>>>>>>
>>>>>>> Il giorno sab 22 set 2018 alle 17:06 thorgiov <thorgiov a libero.it>
>>>>>>> ha scritto:
>>>>>>>
>>>>>>>> Dire che la responsabilità è di tutti è un modo molto comodo per
>>>>>>>> dire che la responsabilità non è di nessuno. Tutto molto italiano. Anzi,
>>>>>>>> molto cattolico. Non conosco bene i fatti e per tale motivo non mi sento di
>>>>>>>> dire che la colpa di ciò che è accaduto è anche dei vertici dell'istituto.
>>>>>>>> Però noto che appena viene toccata una persona che appartiene ad un
>>>>>>>> determinato mondo, scatta automaticamente la solidarietà nei suoi
>>>>>>>> confronti, che è una solidarietà a prescindere. Mi viene in mente
>>>>>>>> l'atteggiamento che è stato tenuto per molti anni nei confronti della
>>>>>>>> comunità Il Forteto a Firenze.
>>>>>>>>
>>>>>>>> FELICE  PIZZI  ( Giudice del contenzioso a Napoli Nord )
>>>>>>>>
>>>>>>>> Il 22/09/2018 10:57, Francesco Maisto ha scritto:
>>>>>>>>
>>>>>>>> Non solo percezioni di Marco Paternello
>>>>>>>> Buona lettura.
>>>>>>>> Francesco Maisto
>>>>>>>> La tragedia di Rebibbia: non si aggiungano danni alla tragedia
>>>>>>>> provocata da una mamma detenuta
>>>>>>>> Lettera aperta di volontari, cappellani, operatori del sociale, del
>>>>>>>> mondo del lavoro, della cultura, dello sport, della salute
>>>>>>>> La tragedia che si è consumata a Rebibbia ci ha lasciati senza
>>>>>>>> fiato. Un dolore e un orrore che ha travolto tutti: i due bambini
>>>>>>>> innanzitutto, quella madre che forse ancora non è consapevole di quello che
>>>>>>>> ha fatto, tutti gli operatori dell’Istituto, le oltre trecento donne lì
>>>>>>>> detenute, le loro famiglie e anche noi volontari, cappellani, operatori del
>>>>>>>> sociale, del mondo del lavoro, della cultura, dello sport, della salute che
>>>>>>>> ogni giorno entriamo in carcere per dare il nostro contributo affinché la
>>>>>>>> pena risponda sempre più alle finalità dettate dalla Costituzione.
>>>>>>>> Abbiamo accolto tutto questo dolore in un silenzio rispettoso,
>>>>>>>> vicini alle donne detenute, al loro smarrimento e dolore. Abbiamo cercato
>>>>>>>> di comprendere i tanti tasselli di una vicenda che ha avuto un epilogo così
>>>>>>>> drammatico.
>>>>>>>> Conosciamo la complessità del carcere, dei suoi problemi, della sua
>>>>>>>> gestione. Ma conosciamo anche bene l’impegno da sempre profuso dalla
>>>>>>>> Direzione dell’Istituto femminile di Rebibbia per fare del carcere un luogo
>>>>>>>> di reinserimento, di riflessione, di presa di coscienza, di
>>>>>>>> riappacificazioni delle detenute con sé stesse e con le persone che hanno
>>>>>>>> sofferto per le loro colpe, di crescita culturale e molto altro ancora.
>>>>>>>> Sappiamo dell’attenzione con cui le donne sono seguite e ne condividiamo le
>>>>>>>> scelte operative, dell’apertura dell’Istituto al territorio e alle sue
>>>>>>>> Istituzioni, come la scuola materna del quartiere che accoglie ogni giorno
>>>>>>>> nelle sue classi i bambini della Sezione nido.
>>>>>>>> Ed è per questo che sentiamo il dovere di rompere il silenzio.
>>>>>>>> Pensare di dare una risposta risolutiva a questo dramma scaricando
>>>>>>>> sulla Direzione e sulla Vice-comandante la responsabilità di quanto è
>>>>>>>> successo è un grave errore. Le responsabilità sono tante e nessuno -
>>>>>>>> nemmeno noi - può pensare di tirarsene fuori, trovando un colpevole che
>>>>>>>> paghi per tutti.
>>>>>>>> Il dramma dei bambini in carcere è noto a tutti. La legge del 2011
>>>>>>>> ha tracciato una linea che prevede una collocazione alternativa al carcere
>>>>>>>> per mamme e bambini, ma la sua applicazione fatica a trovare pienezza. Il
>>>>>>>> disagio sociale sempre più presente all’interno degli Istituti di pena non
>>>>>>>> è certo una novità e troppo spesso il peso di tale problema è affidato al
>>>>>>>> personale di Polizia penitenziaria. Gli Enti locali faticano a dare
>>>>>>>> risposte a chi esce dal carcere e cerca di ricominciare una vita diversa. I
>>>>>>>> cittadini molto spesso si oppongono alla nascita di strutture di
>>>>>>>> accoglienza, come le case famiglia per le donne detenute con figli.
>>>>>>>> Colpire i vertici della Casa circondariale femminile di Rebibbia
>>>>>>>> significa, per noi, aggiungere danni alla tragedia provocata da una mamma
>>>>>>>> detenuta.
>>>>>>>> A buon diritto
>>>>>>>> Arci
>>>>>>>> A Roma Insieme
>>>>>>>> Associazione Articolo 21 - Liberi di
>>>>>>>> AS.VO.PE. - Palermo
>>>>>>>> Associazione Antigone
>>>>>>>> Associazione Controluce – Pisa
>>>>>>>> Associazione Fuoririga – Casal del Marmo
>>>>>>>> Associazione Liberamente - Cosenza
>>>>>>>> Associazione Sarda per l'attuazione della riforma psichiatrica
>>>>>>>> Associazione Semi di Libertà onlus
>>>>>>>> Associazione Spondé onlus
>>>>>>>> Associazione Volontari In Carcere/Caritas di Roma
>>>>>>>> Atletico diritti
>>>>>>>> Cibo Agricolo Libero
>>>>>>>> Comunità di Sant’Egidio
>>>>>>>> Comunità Papa Giovanni XXIII
>>>>>>>> Conferenza nazionale Volontariato Giustizia
>>>>>>>> Conferenza per la Salute mentale nel mondo “Franco Basaglia”
>>>>>>>> Cooperativa Con-Tatto
>>>>>>>> Cooperativa Sociale Concordia onlus
>>>>>>>> Coordinamento Regionale “Tino Beiletti” - Piemonte e Valle d’Aosta
>>>>>>>> Coordinamento SEAC - Calabria
>>>>>>>> Coordinamento SEAC - Veneto
>>>>>>>> Festival dei matti
>>>>>>>> Fondazione Franco e Franca Basaglia
>>>>>>>> Fondazione Zancan
>>>>>>>> Forum nazionale per la salute in carcere
>>>>>>>> Forum salute mentale nazionale
>>>>>>>> Gruppo Idee laboratorio ricuciamo
>>>>>>>> GRUSOL Gruppo solidarietà
>>>>>>>> I Cappellani degli Istituti di Rebibbia
>>>>>>>> La Fraternità - Verona
>>>>>>>> Magistratura democratica
>>>>>>>> Men at work onlus
>>>>>>>> Nessuno tocchi Caino
>>>>>>>> Oltre le sbarre
>>>>>>>> Osservatorio Stopopg per la salute mentale
>>>>>>>> Panta Coop arl onlus
>>>>>>>> Ristretti orizzonti
>>>>>>>> SEAC
>>>>>>>> Sesta città di rifugio
>>>>>>>> Sesta opera San Fedele - Milano
>>>>>>>> Sesta Opera San Fedele - Rieti
>>>>>>>> Società Cooperativa e-Team
>>>>>>>> Società di San Vincenzo De Paoli
>>>>>>>> Ucsi – Unione cattolica stampa italiana
>>>>>>>> Unasam
>>>>>>>> Vo.Re.Co.
>>>>>>>>
>>>>>>>> Il giorno sab 22 set 2018 alle 09:05 thorgiov <thorgiov a libero.it>
>>>>>>>> ha scritto:
>>>>>>>>
>>>>>>>>> Chiaramente Marco Patarnello ha una conoscenza del mondo
>>>>>>>>> penitenziario che gli viene dall'esperienza maturata nel campo da molti
>>>>>>>>> anni. Al contrario il ministro che ha adottato in via cautelare, e quindi
>>>>>>>>> provvisoria, il provvedimento di sospensione non ha quella esperienza, ed è
>>>>>>>>> probabile che sia stato influenzato anche dal sentimento di indignazione
>>>>>>>>> dell'opinione pubblica di fronte ad una vicenda così grave. Però non ha
>>>>>>>>> senso criticare l'operato del ministro solo perchè si conoscono
>>>>>>>>> personalmente i funzionari colpiti dalla sospensione. La conoscenza
>>>>>>>>> personale spesso non consente di esaminare le vicende con la necessaria
>>>>>>>>> asetticità, se non altro perchè occorre distinguere sempre l'ambito penale
>>>>>>>>> da quello amministrativo. In altri termini, può verificarsi che un
>>>>>>>>> comportamento alla fine non costituisca reato, e che tuttavia sia
>>>>>>>>> censurabile sotto il profilo disciplinare. Il giudizio non è una attività
>>>>>>>>> di competenza esclusiva dei magistrati.
>>>>>>>>>
>>>>>>>>> FELICE  PIZZI ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli
>>>>>>>>> Nord )
>>>>>>>>>
>>>>>>>>> Il 21/09/2018 19:29, Costanzo Antonio ha scritto:
>>>>>>>>>
>>>>>>>>> Mondo alla rovescia? Non mi pare.
>>>>>>>>>
>>>>>>>>> La testimonianza di Marco Patarnello mi colpisce, la trovo molto
>>>>>>>>> ricca (di esperienza, di riflessione, di misura e umanità) ed efficace, per
>>>>>>>>> chi la vuole comprendere: e mi riferisco al cittadino medio, che non
>>>>>>>>> conosce il sistema giudiziario né quello penitenziario (io stesso, che
>>>>>>>>> faccio il giudice civile, assai poco so dell’esecuzione della pena).
>>>>>>>>>
>>>>>>>>> Credo che faccia parte del mestiere di magistrato anche raccontare
>>>>>>>>> fatti, spiegare ai non addetti ai lavori quello che a noi capita di
>>>>>>>>> osservare quotidianamente e che a volte può apparirci scontato mentre tale
>>>>>>>>> non è, dare elementi di riflessione,  se del caso seminare dubbi.
>>>>>>>>>
>>>>>>>>> Sappiamo tutti quanto sia importante, decisiva, oggi la
>>>>>>>>> comunicazione pubblica. Che richiede l’uso di tecniche ben precise. Poco
>>>>>>>>> familiari, forse, alle associazioni dei magistrati.
>>>>>>>>>
>>>>>>>>> Se ogni tanto si leva la voce misurata e competente di un
>>>>>>>>> magistrato (e alcuni e alcune di noi sono davvero molto bravi nel
>>>>>>>>> comunicare), mi sembra solo un bene.
>>>>>>>>>
>>>>>>>>> Antonio Costanzo, trib. BO
>>>>>>>>>
>>>>>>>>>
>>>>>>>>>
>>>>>>>>>
>>>>>>>>>
>>>>>>>>> *Da:* Area [mailto:area-bounces a areaperta.it
>>>>>>>>> <area-bounces a areaperta.it>] *Per conto di *thorgiov
>>>>>>>>> *Inviato:* venerdì 21 settembre 2018 18:26
>>>>>>>>> *A:* area a areaperta.it
>>>>>>>>> *Oggetto:* Re: [Area] R: Significative parole sullla tragedia di
>>>>>>>>> Rebibbia
>>>>>>>>>
>>>>>>>>>
>>>>>>>>>
>>>>>>>>> Però è paradossale. Spesso da parte della politica è stato mosso
>>>>>>>>> ai magistrati il rimprovero di voler cercare un colpevole subito e a tutti
>>>>>>>>> i costi, secondo una logica giustizialista, per assecondare gli istinti
>>>>>>>>> vendicativi delle masse. Qualcuno ricorda il periodo di Mani Pulite, cui
>>>>>>>>> seguì il periodo della restaurazione berlusconiana? Parimenti, da parte dei
>>>>>>>>> magistrati la politica è stata spesso accusata di non voler intervenire in
>>>>>>>>> sede amministrativa, prima e indipendentemente dall'accertamento penale,
>>>>>>>>> nei confronti di persone che avevano violato delle regole di legge o di
>>>>>>>>> prudenza. Ora c'è un rovesciamento dei ruoli : la politica interviene
>>>>>>>>> tempestivamente e i magistrati ( o meglio alcuni magistrati ) la accusano
>>>>>>>>> di giustizialismo sommario. Per l'appunto, un mondo alla rovescia.
>>>>>>>>>
>>>>>>>>> FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli
>>>>>>>>> Nord )
>>>>>>>>>
>>>>>>>>>
>>>>>>>>>
>>>>>>>>> Il 21/09/2018 14:21, Gianfranco Gilardi ha scritto:
>>>>>>>>>
>>>>>>>>> Si vorrebbe sentire qui
>>>>>>>>>
>>>>>>>>>
-------------- parte successiva --------------
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