[Area] R: R: intervista a Riccardo De Vito sulla prescrizione

Rossella Soffio rossella.soffio a giustizia.it
Mer 7 Nov 2018 18:12:20 CET


Giusto, giustissimo, finalmente.
Mi permetto solo di aggiungere che nei reati colposi la prescrizione giunge al termine o in corso di istruttoria di processi e indagini difficilissime,  con consulenze e perizie lunghe e complesse e accertamenti di responsabilità per cui ha " sputato sangue" il pm e il giudice monocratico nel folle tentativo di arrivare almeno ad una affermazione di responsabilità che consenta almeno un minimo ristoro alle persone offese......
.....il parossismo cioè, il colmo di un processo morboso..
Rossella


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-------- Messaggio originale --------
Da: Stefano Calabria <stefano.calabria a giustizia.it>
Data: 07/11/18 17:30 (GMT+01:00)
A: Paolo Ielo <paolo.ielo a giustizia.it>, Matteo Centini <matteo.centini a giustizia.it>, 'riccardo arena' <radiocarcere a gmail.com>
Cc: area a areaperta.it
Oggetto: Re: [Area] R: intervista a Riccardo De Vito sulla prescrizione

... E molti altri procedimenti si prescrivono nel corso delle indagini perché la querela, o comunque la notitia criminis, riguarda fatti già prescritti, o comunque prossimi alla prescrizione.

Più in generale, segnalo quello che è a molti noto ma che non viene a mio avviso sufficientemente evidenziato: in nessun paese europeo (tranne forse la Grecia) c’è una disciplina della prescrizione come quella italiana, in cui il termine continua a correre non soltanto dopo l’esercizio dell’azione penale ma finanche dopo l’accertamento di responsabilità (accertamento che per lo Stato è sufficiente ad irrogare la sanzione, salvo il diritto della parte ad impugnare il provvedimento). Ed allora, delle due l’una: o in tutti i paesi europei c’è una disciplina poco garantista oppure siamo noi che abbiamo una disciplina irragionevole. Propenderei per la seconda ipotesi. E sul punto le modifiche apportate dalla legge 103/2017, per quanto comunque positive, sono state a mio avviso insufficienti.

Non capisco poi l’argomento, utilizzato più che altro nel dibattito sui media, secondo cui un intervento sulla prescrizione come quello voluto dall’attuale Ministro condurrebbe ad una dilatazione dei tempi dei processi perché i giudici se la prenderebbero più comoda senza lo spauracchio della prescrizione: si tratta di un argomento abbastanza offensivo, almeno per i giudici addetti al settore civile e del lavoro, i quali lavorano su processi che non si prescrivono e che non mi risultano essere mediamente più neghittosi dei giudici addetti al settore penale.

Osservo infine che a mio avviso è decisivo un argomento: uno Stato che lascia sistematicamente prive di sanzione intere tipologie di reati (ad esempio tutte le contravvenzioni, tra cui i reati edilizi o quelli ambientali, almeno in molti distretti) è uno Stato che abdica ai suoi compiti essenziali e verso il quale il cittadino onesto può maturare profondi sentimenti di estraneità ed avversità; e così si veicolano tra i consociati anche sentimenti forcaioli, di vendetta privata e di desiderio “dell’uomo forte”, da combattere e da prevenire.
Per come la penso io, è un male minore (e sottolineo un male minore) una condanna per un abuso edilizio che interviene dieci anni dopo i fatti, con annesso ordine di demolizione (ordini che i magistrati dovrebbero essere messi in condizione di eseguire...), piuttosto che l’impunità per quella condotta; è un male minore una condanna dopo dodici anni dai fatti per lesioni colpose gravissime ed invalidanti piuttosto che l’assenza di qualsiasi sanzione verso l’autore.
Poi, per il medio e lungo periodo, siamo tutti d’accordo nel volere un processo penale più rapido, anche se ci dividiamo su alcune delle possibili soluzioni (io, per esempio, sono a favore dell’abolizione del divieto di reformatio in peius, come accade nel sistema francese). E però non diciamo che dobbiamo aspettare Godot prima di riformare una disciplina della prescrizione che è profondamente ingiusta ed ormai non più tollerabile.


Saluti

Stefano Calabria



From: Paolo Ielo<mailto:paolo.ielo a giustizia.it>
Sent: Wednesday, November 07, 2018 3:40 PM
To: Matteo Centini<mailto:matteo.centini a giustizia.it> ; 'riccardo arena'<mailto:radiocarcere a gmail.com> ; md a magistraturademocratica.it<mailto:md a magistraturademocratica.it>
Cc: 'Area'<mailto:area a areaperta.it>
Subject: Re: [Area] R: intervista a Riccardo De Vito sulla prescrizione

Attenziine a veicolare fake news. Molti reati si prescrivono in una fase preprocessuale perche’ i piu’ numerosi di essi sono a citazione diretta e stanno nella fase compresa tra la richiesta di udienza, dunque a indagini definite, e la data d’udienza. Dunque si prescrivono dopo la definizione delle indagini e prima della fissazione dell’udienza
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Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di MATTEO CENTINI <matteo.centini a giustizia.it>
Inviato: mercoledì 7 novembre 2018 14:27:58
A: 'riccardo arena'; md a magistraturademocratica.it
Cc: 'Area'
Oggetto: [Area] R: intervista a Riccardo De Vito sulla prescrizione

In Italia la maggior parte dei reati si prescrive in fase di indagini, è una responsabilità della magistratura?
Influiscono certamente le scelte delle procure che, a fronte di risorse scarse, tendono a sacrificare alcuni processi per garantire quelli più importanti. Ma si prescrivono soprattutto i reati di più difficile accertamento che sono poi quelli commessi dai colletti bianchi. Mentre arrivano a conclusione i processi per i poveracci. È una selezione che lede il principio di uguaglianza e che avviene ben prima delle sentenze di primo grado.

Mi piacerebbe sapere il “bravo come sempre” intende dire che le procure fanno una selezione che risparmia i colletti bianchi e si accaniscono sui poveracci (che poi sarebbero rapinatori, violentatori, estorsori e spacciatori, tipo…)

Facci sapere!

Matteo Centini

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di riccardo arena
Inviato: mercoledì 7 novembre 2018 14:01
A: md a magistraturademocratica.it
Cc: Area
Oggetto: Re: [Area] intervista a Riccardo De Vito sulla prescrizione

Bravo come sempre!

Il giorno mer 7 nov 2018 alle ore 13:18 <md a magistraturademocratica.it<mailto:md a magistraturademocratica.it>> ha scritto:

Nel nome dell’interesse dello Stato si fa a pezzi il principio di non colpevolezza

Intervista a Riccardo De Vito, presidente di Md (Il Manifesto, 7 novembre 2018)



Riccardo De Vito, presidente di Magistratura Democratica, qual è il suo giudizio sulla proposta di interrompere la prescrizione dopo il primo grado di giudizio? La corrente di Davigo chiede che Csm e Anm si schierino a sostegno dell’iniziativa del M5S.

Non condivido, ma è legittimo che una corrente della magistratura possa chiederlo. Così come sarebbe giusto che Csm e Anm prendessero posizione sui punti critici e pericolosi del decreto sicurezza. Sulla prescrizione le posizioni nella magistratura sono diverse, ed è giusto ricordare che l’Anm si è sempre espressa...

Continua a leggere vai al link: http://www.magistraturademocratica.it/articolo/nel-nome-dell-interesse-dello-stato-si-fa-a-pezzi-il-principio-di-non-colpevolezza_2957.php



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