[Area] R: Quale politica criminale?

Bruno Giangiacomo bruno.giangiacomo a giustizia.it
Mar 8 Gen 2019 17:51:39 CET


Qui a Vasto quasi ogni anno si svolge un incontro pubblico sulla sicurezza
nel quale si citano statistiche e si fanno sondaggi per capire i cittadini
che percezione hanno di questo tema e sono solitamente invitato a fare un
intervento per dare alcuni dati dal lato del Tribunale. Proprio nell'ultimo
di questi incontri tenutosi alla fine del 2017 ho sottolineato come sia
forte la percezione di un sentire acceso e turbato e in qualche misura
esagerato sui reati tipicamente predatori rispetto ai reati economici quali
quelli tributari e fallimentari e ho evidenziato gli effetti che
quest'ultimi hanno a cascata sulla vita sociale, depauperando patrimoni
dello Stato, di altre aziende, facendo venir meno posti di lavoro e mettendo
in grave difficoltà, quando non sul lastrico intere famiglie. Pensate ai
c.d. LSU, persone che si ritrovano tra i 40 e 50 anni senza un lavoro ed in
grande difficoltà a reperirne un altro. Nel mio Tribunale facciamo molte
bancarotte, è un reato frequente, ma non fa notizia; purtroppo non mancano
neanche i furti e rapine gravi in banche, uffici postali, oreficerie, etc.,
ma queste fanno sistematicamente notizia, mentre una bancarotta no. Una
rapina in banca che comporta un danno di 20/30 mila euro ha un grande
rilievo ed una bancarotta da 2/300 mila euro, sicuramente una bancarotta non
tra le più gravi, non riveste alcun interesse. Far capire l'importanza di
questa diversa percezione di fenomeni criminali è l'inizio di un processo di
sensibilizzazione che bisogna intraprendere e portare avanti, ma la radice
di questa diversità sta nella mentalità che l'economia deve avere mani
libere, poche regole, deve vivere del mercato che farà la sua parte
naturalmente espellendo la mela marcia, non si deve verificare come si
impiegano i finanziamenti dello Stato, dell'Europa e delle banche,
l'economia deve essere sempre agevolata fiscalmente e via discorrendo sino a
ritenere che la corruzione privata non doveva essere un reato, come è stato
sino a pochi anni fa.  Su questi aspetti deve intervenire la politica, ma
noi in ogni sede dobbiamo affermare l'importanza dei reati economici ed il
loro profondo disvalore sociale, purtroppo non da tutti adeguatamente
compreso.
Saluti.
Bruno Giangiacomo       

-----Messaggio originale-----
Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Marco Imperato
Inviato: martedì 8 gennaio 2019 17:11
A: area
Oggetto: [Area] Quale politica criminale?

Fa tanta amarezza vedere come gravi fenomeni di criminalità economica non
vengano adeguatamente narrati o spiegati (a volte purtroppo nemmeno
efficacemente contrastati, dobbiamo dircelo).

Questo pensiero mi sorge spesso e anche di recente lo constato pur lavorando
in un territorio molto ricco (Modena), in cui l'impresa è il motore di tutto
e dovrebbe esserci ancor più sensibilità contro chi si muove in modo
illecito non solo verso lo Stato ma anche e soprattutto verso i concorrenti
e tutto il tessuto economico che danneggia. Peraltro spesso lasciando
penetrare persone dal curriculum criminale o ancor meglio capitali illeciti
e non di rado nel controllo della criminalità organizzata anche di stampo
mafioso. 

I processi di bancarotta e simili non catturano gli appetiti dei giornalisti
e di un pubblico che invece insegue ed enfatizza ben altre notizie. 

(oggi un avvocato si è complimentato con me a bassa voce in udienza per aver
arrestato un commercialista, noto evidentemente per le sue condotte
piratesche, ma lo ha scoperto solo perché lo aveva citato come teste e non
poteva presentarsi essendo ai domiciliari; non aveva letto nulla sui
giornali pur trattandosi di vicenda che riguardava oltre 70 milioni di euro
di frodi in 2 anni...ma evidentemente non è interessante come il borseggio
sull'autobus in centro o qualche fatto di cronaca nera... È solo un banale
esempio, ne potrei fare altri cento così come chi mi legge)

Sono vicende di illegalità quotidiana (bancarotte, frodi fiscali,
riciclaggio...) con colpevoli quasi sempre italici (forse per questo hanno
poco appeal?) che se conosciute e capite cambierebbero profondamente la
percezione delle priorità e dei problemi del Paese, ma si resta (almeno
nella maggioranza dei casi e soprattutto nella cronaca locale) alla bassa
cronaca, alla pancia.

Questa grave mancanza di attenzione (a tutti i livelli) favorisce anche il
fatto che gli stessi autori di questi gravi delitti quasi mai percepiscono e
riconoscono fino in fondo il disvalore dei loro comportamenti.

Siamo ancora spesso fermi al paradigma del diritto penale delle favelas
(citando Scarpinato): tutti a puntare il dito contro i brutti e cattivi del
mondo dell'emarginazione, ma nessun esame di coscienza sulla diffusa e
pericolosa illegalità della classe dirigente e del mondo imprenditoriale e
dei professionisti.

Io credo che Area sia l'unico gruppo che possa riflettere e investire su
questi temi di politica criminale che hanno ricadute a moltissimi livelli. 

Marco Imperato 
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