[Area] Quale politica criminale?

thorgiov thorgiov a libero.it
Mar 8 Gen 2019 20:59:28 CET


Le insolvenze in Italia sono un grosso problema. In realtà anche gli 
istituti di credito che sono stati salvati negli ultimi anni erano 
entrati in crisi perchè i debitori non pagavano. Ho trattato per anni il 
settore delle esecuzioni, e quando sono passato al contenzioso ho 
trattato inizialmente anche le controversie bancarie. La mia opinione è 
che il tema delle sofferenze bancarie sia centrale. Il problema è sempre 
il nostro atteggiamento tipicamente cattolico : vogliamo salvare a tutti 
costi il principio, ma transigiamo sempre sul fatto. Molti anni fa un 
commercialista mi disse che applicando i criteri di Basilea 2 ai suoi 
clienti, in teoria nessuno di loro avrebbe potuto accedere al credito 
bancario, perchè tutti avevano coefficienti di capitalizzazione molto 
bassi. Ciononostante il credito in Italia viena ancora oggi concesso con 
grande facilità. Dopodichè crescono le insolvenze, cresce il contenzioso 
bancario, e il sistema si avvita su se stesso. I vari Governi che si 
sono succeduti hanno seguito sempre la stessa logica : mettera la 
polvere sotto il tappeto, perchè le banche hanno i soldi, ma gli 
imprenditori e i loro dipendenti votano. Si vuole salvare a tutti i 
costi l'impresa, senza capire che l'impresa insolvente è un baco che 
distrugge anche l'imprenditoria sana, che pure esiste. Bisognerebbe 
trovare il modo di isolare coloro che non pagano, non di aiutarli.

FELICE  PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

Il 08/01/2019 20:31, Paola Filippi ha scritto:
> Un tema rimasto ancora inesplorato continua ad essere quello della 
> bancarotta concordataria per uno scarso coordinamento tra uffici 
> fallimentari e procure e la disattenzione in molte procure del settore 
> fallimentare. Un esempio per tutti la scarsa attitudine ad indagare 
> per il resto della falso in attestazione, eppure attraverso le false 
> attestazioni si saccheggiano i patrimoni aziendali. Come scrive Bruno 
> altro che rapine ho visto forniture di migliaia di euro semplicemente 
> non pagate, grazie al professionista attestatore colluso ma come 
> scrive Marco di questo non si parla.... non fa audience eppure è 
> attraverso condotte come queste che gli imprenditori onesti vanno in 
> crisi
>
>
> Inviato da iPhone
>
> Il giorno 8 gen 2019, alle ore 18:59, thorgiov <thorgiov a libero.it 
> <mailto:thorgiov a libero.it>> ha scritto:
>
>> Delle bancarotte non si parla quasi mai, ma delle truffe ai 
>> risparmiatori sì. Sono notizie che catturano molto l'attenzione delle 
>> persone, soprattutto dopo che sono state buggerate. Purtroppo nessuno 
>> impara dalle esperienze pregresse. Nel 2005 ci furono i casi dei bond 
>> Cirio e Parmalat, più di recente ci sono stati i crac di diverse 
>> banche che hanno lasciato sul lastrico i loro clienti che avevano 
>> avuto la pessima idea di sottoscrivere i titoli emessi dagli istituti 
>> di credito. Al di là delle polemiche sulla efficacia della 
>> sorveglianza della Banca d'Italia e della Consob, in tempi di bail in 
>> ( letteralmente autosalvataggio ), laddove il costo del fallimento 
>> delle banche ricade anche sui correntisti, credo che sarebbe molto 
>> utile introdurre almeno nelle scuole, come materia obbligatoria, 
>> l'educazione finanziaria. Oggi la finanza è molto importante, non 
>> solo per i privati. Sui mezzi di informazione si parla spesso di 
>> debito pubblico, no performing loans, bail in, ma la verità è che il 
>> grosso pubblico, a causa del suo basso livello di istruzione, di 
>> questi argomenti non comprende nulla. Sono tutte parole al vento, se 
>> manca la cultura di base e la volontà di fare uno sforzo per tentare 
>> almeno di comprendere questi argomenti. Più volte ho avuto modo di 
>> parlare con persone che avevano fatto investimenti di cui in realtà 
>> non sapevano nulla, perchè non erano capaci di dare nessuna 
>> indicazione nemmeno sul nome del prodotto acquistato. Avevano riposto 
>> la loro fiducia incondizionata sulle proposte ricevute semplicemente 
>> sulla base di un rapporto di conoscenza diretta, o di familiarità. La 
>> frase che ripetevano il più delle volte era sempre la stessa : "Cosa 
>> vuoi che ci capisca io di queste cose? Mi hanno detto che 
>> l'investimento era conveniente e io mi fido! Altro non voglio 
>> sapere!" E purtroppo a ragionare così non è solo il grosso pubblico, 
>> in un certo senso giustificato proprio perchè manca di una cultura di 
>> base. A volte ho sentito anche dei colleghi dire le stesse cose.
>>
>> Ecco il problema di fondo, non eliminabile: la gente non vuole 
>> sapere. La gente non vuole pensare, preferisce che sia qualcuno altro 
>> a sollevarla da questo insopportabile incombente. Con fatalismo 
>> tipicamente cattolico, si affida a chi sta più in alto, demandandogli 
>> la soluzione di tutti i suoi problemi. Il guaio è che le recenti 
>> riforme introdotte a livello europeo e recepite anche in Italia sono 
>> nate in ambiente protestante e si fondano sul principio di 
>> autoresponsabilità. Basti pensare al bail in. Da noi purtroppo si 
>> aspetta sempre l'intervento dall'alto. Ma spesso è proprio dall'alto 
>> che arrivano i problemi, e poi cadono in testa. In quel momento si 
>> sente dolore, e ci si lamenta contro tutti. A nessuno viene in mente 
>> che è sempre meglio pensarci prima.
>>
>> FELICE  PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
>>
>> Il 08/01/2019 18:24, Pasquale Profiti ha scritto:
>>> Concordo, salvo che sul fatto che AREA sia l'unico gruppo che su 
>>> questi temi sia in grado di riflettere. Credo che anche magistrati 
>>> di altri correnti siano molto sensibili sul punto, avendoli 
>>> personalmente ascoltati e letti su queste tematiche (SABELLI e 
>>> DAVIGO, per fare alcuni esempi). AREA potrebbe certamente promuovere 
>>> e ancor più mobilitare sinergicamente queste sensibilità, 
>>> soprattutto ora, in tempi non sospetti, nell'ANM.
>>> Dal 2009 nel mio distretto l'ANM regionale ha un modulo di 
>>> formazione alla legalità su EVASIONE e CORRUZIONE: i rischi per la 
>>> democrazia. Fortunatamente tante sono le scuole che continuano a 
>>> richiedere tale intervento.
>>> Per gli istituti tecnici economici abbiamo anche approntato il 
>>> copione di un processo per reati di bancarotta, tratto da un caso 
>>> reale, con qualche licenza per far testimoniare uno studente, 
>>> ingaggiato come attore. Reale fu, nel processo vero e, quindi, 
>>> riportato nel simulato, la richiesta di scarcerazione perché per 
>>> quei reati in carcere non c'era nessuno in quel momento e quindi 
>>> poco importava che l'accusa fosse di distrazione di oltre cento 
>>> milioni di euro.
>>>  Grazie dell'attenzione.
>>>
>>> Il giorno mar 8 gen 2019 alle ore 17:12 Marco Imperato 
>>> <marco.imperato a giustizia.it <mailto:marco.imperato a giustizia.it>> 
>>> ha scritto:
>>>
>>>     Fa tanta amarezza vedere come gravi fenomeni di criminalità
>>>     economica non vengano adeguatamente narrati o spiegati (a volte
>>>     purtroppo nemmeno efficacemente contrastati, dobbiamo dircelo).
>>>
>>>     Questo pensiero mi sorge spesso e anche di recente lo constato
>>>     pur lavorando in un territorio molto ricco (Modena), in cui
>>>     l'impresa è il motore di tutto e dovrebbe esserci ancor più
>>>     sensibilità contro chi si muove in modo illecito non solo verso
>>>     lo Stato ma anche e soprattutto verso i concorrenti e tutto il
>>>     tessuto economico che danneggia. Peraltro spesso lasciando
>>>     penetrare persone dal curriculum criminale o ancor meglio
>>>     capitali illeciti e non di rado nel controllo della criminalità
>>>     organizzata anche di stampo mafioso.
>>>
>>>     I processi di bancarotta e simili non catturano gli appetiti dei
>>>     giornalisti e di un pubblico che invece insegue ed enfatizza ben
>>>     altre notizie.
>>>
>>>     (oggi un avvocato si è complimentato con me a bassa voce in
>>>     udienza per aver arrestato un commercialista, noto evidentemente
>>>     per le sue condotte piratesche, ma lo ha scoperto solo perché lo
>>>     aveva citato come teste e non poteva presentarsi essendo ai
>>>     domiciliari; non aveva letto nulla sui giornali pur trattandosi
>>>     di vicenda che riguardava oltre 70 milioni di euro di frodi in 2
>>>     anni...ma evidentemente non è interessante come il borseggio
>>>     sull'autobus in centro o qualche fatto di cronaca nera... È solo
>>>     un banale esempio, ne potrei fare altri cento così come chi mi
>>>     legge)
>>>
>>>     Sono vicende di illegalità quotidiana (bancarotte, frodi
>>>     fiscali, riciclaggio...) con colpevoli quasi sempre italici
>>>     (forse per questo hanno poco appeal?) che se conosciute e capite
>>>     cambierebbero profondamente la percezione delle priorità e dei
>>>     problemi del Paese, ma si resta (almeno nella maggioranza dei
>>>     casi e soprattutto nella cronaca locale) alla bassa cronaca,
>>>     alla pancia.
>>>
>>>     Questa grave mancanza di attenzione (a tutti i livelli)
>>>     favorisce anche il fatto che gli stessi autori di questi gravi
>>>     delitti quasi mai percepiscono e riconoscono fino in fondo il
>>>     disvalore dei loro comportamenti.
>>>
>>>     Siamo ancora spesso fermi al paradigma del diritto penale delle
>>>     favelas (citando Scarpinato): tutti a puntare il dito contro i
>>>     brutti e cattivi del mondo dell'emarginazione, ma nessun esame
>>>     di coscienza sulla diffusa e pericolosa illegalità della classe
>>>     dirigente e del mondo imprenditoriale e dei professionisti.
>>>
>>>     Io credo che Area sia l'unico gruppo che possa riflettere e
>>>     investire su questi temi di politica criminale che hanno
>>>     ricadute a moltissimi livelli.
>>>
>>>     Marco Imperato
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