[Area] Quale politica criminale?

Rachele Monfredi rachele.monfredi a giustizia.it
Mer 9 Gen 2019 16:14:30 CET


Concordo in pieno.
Il tema è cruciale e anche estremamente trasversale.
Svolgo le mie funzioni in una sezione specializzata in materia di impresa  che tabellarmente si occupa pure (tra l'altro) di contenzioso bancario, intermediazione finanziaria e controversie con la pubblica amministrazione.

Le intersezioni tra tutte queste aree - in tempi di bail in, società partecipate, accesso a finanziamenti pubblici comunitari e non solo di ogni genere -  sono inimmaginabili (almeno io non le immaginavo fino a quando non ho iniziato a toccarle con mano nel mio lavoro di tutti i giorni) e i risvolti e le ricadute pratiche sulla collettività pure benché, come avete sottolineato, non vengano evidenziate dai media (tranne che da pochi), né di conseguenza percepite dalla gran parte delle persone.

A volte poi, ci si ritrova sgomenti pure a raccogliere i cocci derivati da insolvenze sorte durante gestioni svolte sotto il controllo di organi giudiziari tutt’altro che in mala fede.

Ua riflessione autentica che non voglia essere puramente speculativa (a mio parere) deve essere necessariamente sinergica e coinvolgere tutti coloro che si occupano di questi temi.


Un paio di anni fa ho partecipato a un corso interdisciplinare a Scandicci in tema di sequestro e confisca (forse il più interessante al quale abbia mai partecipato in vent'anni) nel quale il confronto su questi temi tra  pubblici ministeri,  giudici delle sezioni fallimentari, giudici delle sezioni imprese, giudici della prevenzione e giudici penali chiamati a occuparsi della gestione di imprese e società sequestrate è stato  davvero serrato e ricco di spunti.
Quel confronto (a mio parere) andrebbe portato avanti, approfondito ed esteso.
Rachele Monfredi



Il giorno 9 gen 2019, alle ore 14:43, Ilio Mannucci Pacini <ilio.mannuccipacini a giustizia.it<mailto:ilio.mannuccipacini a giustizia.it>> ha scritto:

Da più di dieci anni mi occupo in via quasi esclusiva di bancarotte, nell’ufficio che forse ha il più alto afflusso di reati economici tra i grandi uffici del nostro Paese.
Le considerazioni di Marco, riprese da più persone, mi trovano totalmente d’accordo. Eppure in questo decennio la capacità della giurisdizione di intervenire, necessariamente sanzionando, sui fenomeni di illegalità economica è, a mio parere e per mia esperienza, cresciuta, non solo per i tempi di intervento (oggi valutiamo bancarotte per fallimenti di 3/4 anni fa, 10 anni fa valutavamo quelle di fallimenti di 13 anni prima, quindi si è ridotto di dieci anni, non bruscolini, il tempo di intervento sanzionatorio), ma anche per l’utilizzo di strumenti una volta destinati ad altre categorie di imputati/condannati.
Vi è poi, per le violazioni tributarie, l’introduzione della confisca per equivalente, che fino a quando i processi fiscali si facevano (oggi c’è, a mio parere, una flessione dell’intervento repressivo), ha avuto grande rilievo.
Il discorso sarebbe lunghissimo e interessante solo per i cultori di una materia, notoriamente considerata noiosa (per essere eleganti).
Il fatto che su questa lista si manifestino sensibilità per una riflessione generale su questo tema (addirittura, quale politica criminale?) è un buon segnale e credo che Area dovrebbe coglierlo coinvolgendo le persone che si sono qui espresse per rilanciare un ragionamento sulla illegalità economica, sugli effetti della stessa sulle condizioni di vita dei cittadini (la sicurezza non solo per i pistoleri), etc., etc. ...
... o forse un gruppo associativo, riflettendo su questo tema, “fa troppa politica” ?
Ilio Mannucci Pacini
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