[Area] Notti bianche e non solo....

thorgiov thorgiov a libero.it
Lun 14 Gen 2019 08:54:26 CET


Non sono il Ministro della Istruzione, Università e Ricerca, per cui 
sicuramente non dipende da me. Tuttavia ho parecchi parenti insegnanti. 
Anche mia madre era insegnante. Credo che voi immaginiate una scuola che 
non esiste, che non può esistere. L'ho sempre detto : il vero problema 
degli italiani, di tutti gli italiani, è che vivono di retorica ed hanno 
un difficile rapporto con la realtà. Probabilmente i cittadini a loro 
volta hanno una idea errrata della giustizia, perchè la vivono da soli 
utenti del servizio ( quando anche la giustizia non è un servizio, ma un 
ammortizzatore sociale, e questa è la vera radice, ineliminabile, di 
tutti i suoi guasti ). Ma almeno loro usufruiscono della giustizia, e 
una idea di massima, anche se errata, se la possono fare. Voi invece 
giudicate la scuola sulla base di singoli incontri ben organizzati su 
temi specifici, ma non la vivete tutti i giorni, tranne che in veste di 
genitori, quando i vostri figli ve ne parlano. Provate a parlare un poco 
con gli insegnanti, possibilmente scelti a caso, al di fuori di questi 
incontri,  e scoprirete una realtà diversa, che purtroppo non vi piacerà.

FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

Il 13/01/2019 18:39, Francesco Mazza Galanti ha scritto:
> Forse c'è anche una scuola diversa e migliore rispetto a quella che 
> hai in testa tu ...
>
> Lascia che così sia...
>
> Francesco Mazza Galanti  - Tribunale di Genova
>
> Inviato da iPad
>
> Il giorno 13/gen/2019, alle ore 16:50, thorgiov <thorgiov a libero.it 
> <mailto:thorgiov a libero.it>> ha scritto:
>
>> Non sono d'accordo. La scuola ormai da decenni viene vissuta 
>> essenzialmente con fastidio da parte degli studenti e dei loro 
>> genitori, i quali il più delle volte pensano che non vale neppure la 
>> pena di imparare qualcosa, perchè poi a decidere sul successo di una 
>> carriera professionale saranno più che altro le relazioni personali. 
>> Anche i professori lo sanno e sono sempre più demotivati, nel momento 
>> in cui si trovano contro i loro studenti appoggiati senza riserve 
>> dalle famiglie di provenienza. Del resto la maggior parte degli 
>> insegnanti attualmente in servizio non è nemmeno entrata nella scuola 
>> per concorso, ma in virtù di immissioni in ruolo dei precari, e 
>> mancando una selezione alla base la qualità complessiva del corpo 
>> docente nel corso degli anni è scesa sempre di più. I professori 
>> hanno sempre guadagnato poco, ma c'era un tempo in cui il rispetto 
>> nei loro confronti era incondizionato. Oggi quel rispetto non esiste 
>> più, e la scuola è diventata essenzialmente un ammortizzatore 
>> sociale, l'ultima spiaggia per chi ha una laurea .
>>
>> FELICE  PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
>>
>> Il 13/01/2019 11:33, Francesco Messina ha scritto:
>>>
>>> Nei mesi scorsi ho rappresentato ai colleghi le iniziative 
>>> marchigiane di AREA per stabilire un dialogo costante, e non 
>>> occasionale, con le scuole.
>>>
>>> La scelta è stata quella di un’azione convergente nei contenuti 
>>> (almeno per quanto è possibile) da sviluppare o da approfondire 
>>> all’interno dei programmi di studio dei docenti.
>>>
>>> E così venerdì sera, sino a tarda ora, ho partecipato all'iniziativa 
>>> organizzata dall'Istituto "Nolfi" di Fano per la "notte bianca" dei 
>>> licei classici.
>>> Sono state ore piene di sentimento e di ragione, grazie a un 
>>> programma davvero splendido organizzato da professori e studenti.
>>> Ho percepito la loro passione, il loro impegno, il loro credere in 
>>> ciò che facevano.
>>> Li ringrazio per la vitalità che hanno generato in tutti e in me in 
>>> particolare.
>>> Ho dato il mio contributo, trattando il tema “/Socrate. problema o 
>>> risorsa civile? Il processo come luogo della riflessione critica/” .
>>> Ho ascoltato ottime relazioni tenute dai docenti. Gli studenti hanno 
>>> offerto spunti di grande interesse.
>>>
>>> Insomma, mi sono arricchito non poco.
>>>
>>> Da tutto ciò ho tratto qualche considerazione.
>>>
>>> Ho tratto spunto anche dallo straordinario riscontro di pubblico 
>>> avuto da Roberto Scarpinato, il 30 novembre scorso, sempre a Fano, 
>>> nell’ambito di una iniziativa patrocinata dall’ANM delle Marche.
>>>
>>> L’incontro con Roberto Scarpinato non ha dato solo la possibilità 
>>> (davvero unica) a chi era presente di fissare e mettere in logica, 
>>> ordinata sequenza alcuni tasselli decisivi per la storia italiana.
>>>
>>> E’ stata anche l’occasione per comprendere che ci sono precise 
>>> esigenze nella comunità, più o meno pensante, di cui siamo parte.
>>> Esiste, ed è forte nella sua cogenza, il desiderio di approfondire 
>>> temi che riguardano la verità, il diritto, la giustizia.
>>> E non solo con la consapevolezza dei meccanismi giuridici, ma anche 
>>> della storia processuale italiana, intesa come parte decisiva per 
>>> una vera memoria collettiva.
>>> Certo, si tratta di essere disponibili e duttili sul piano 
>>> comunicativo, ma lo spazio d'interlocuzione e di condivisione è 
>>> ancora ampio, purché lo si voglia vedere e praticare.
>>> Come cittadini e come magistrati non ci possiamo sottrarre, a patto, 
>>> però, che la tutta nostra storia – compresa quella dei colleghi che, 
>>> in solitudine, si sono posti come elemento di contraddizione 
>>> positiva rispetto a persone, prassi, sistemi di potere, e come tali 
>>> spesso dimenticati o resi “insipidi” nel loro ricordo, vale a dire 
>>> senza il significato urticante dei loro pensieri e delle loro azioni 
>>> – sia compresa, sia “saputa” da chi entra – ora - in magistratura.
>>>
>>> Nell’ansiogena ricerca di ciò che è “moderno”, di ciò che è 
>>> “attuale”, si dimentica che esso, per definizione, è transeunte, non 
>>> è stabile, sarà trascinato via dal passare del tempo.
>>> E allora forse è davvero il caso di recuperare ciò che noi siamo in 
>>> senso “classico”. Di fare della nostra memoria storico-professionale 
>>> una categoria non statica, ma dinamica, attiva.
>>>
>>> Si è “classici” quando si sopravvive al “moderno”, quando si 
>>> “resiste” al “qui e ora” nel senso più furbesco e semplificante 
>>> dell’espressione. Senza capacità critica, senza confronto, senza il 
>>> giusto distacco rispetto a ciò che rischia di far diventare 
>>> asserviti al (o servi del) momento.
>>>
>>> Se si tratta, allora, di “resistere”, di selezionare il meglio che 
>>> supera il tempo contingente, il semplicemente “moderno”, la scuola 
>>> rappresenta l'ultimo territorio non ancora definitivamente espugnato 
>>> dall'idiozia di massa.
>>> La diseducazione al ragionamento, scopo principale del sistema 
>>> mediatico e di precisi interessi negli ultimi decenni, ha abbassato 
>>> il senso critico complessivo.
>>> Ma c'è, ancora, un luogo collettivo e culturale da presidiare.
>>> C'è, ancora, una trincea etica da difendere.
>>> Ed è, appunto, la scuola. Il luogo in cui, anche etimologicamente, 
>>> s’insegna a non essere “al servizio” di nulla. A essere 
>>> autenticamente liberi di pensare secondo i principi che aiutano a 
>>> “stare” nella Storia, elaborando, cioè, un giudizio critico rispetto 
>>> al momento, e non a soccombere a esso.
>>> Lo si può fare non solo dando il nostro contributo conoscitivo, ma 
>>> stando anche vicini agli insegnati della scuola secondaria.
>>> Condividendo le difficoltà del loro lavoro, le loro problematiche 
>>> organizzative, le loro istanze economiche.
>>> Contribuendo a ristabilire l'autorevolezza sociale della loro 
>>> professione.
>>>
>>> Contrastando il disegno impiegatizio che il contesto (in)culturale 
>>> si vuole attuare – e in parte non minima è stato realizzato - 
>>> proprio per insegnanti e magistrati.
>>>
>>> C’è uno spazio in cui misurare il nostro compito professionale e 
>>> intellettuale.
>>>
>>> Ma ben sapendo che non c'è compito più difficile e appassionante che 
>>> educare un giovane a essere libero nella mente e nel cuore, in modo 
>>> autentico e responsabile.
>>>
>>> Francesco Messina, Tribunale Pesaro
>>>
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