[Area] Troppi innocenti mandati a giudizio

Claudio Castelli claudio.castelli a giustizia.it
Lun 28 Gen 2019 15:34:26 CET


Dobbiamo riscontrare come in questi anni ci siamo fatti dominare dalla
tirannia dei tempi e dei numeri. È emblematico che tra le statistiche che
vengono estratte ordinariamente non siano ricompresi gli esiti dei
procedimenti: né il tasso di assoluzioni e condanne, né quello delle
impugnazioni, né quello degli esiti in sede di appello. Non vi sono
statistiche nazionali su questi aspetti e tutte le valutazioni di
performance degli uffici non le comprendono. Quella che si è affermata è una
cultura falsamente produttivistica che, pur reagendo doverosamente ad un
quadro precedente di ignoranza e indifferenza su carichi e numeri, ha
valorizzato unicamente il numero di rinvii a giudizio o di citazioni dirette
e la riduzione dei procedimenti pendenti. Una cultura che va debellata, ma
che è colpa di tutti noi e non solo dei pubblici ministeri o delle procure.

Quando sono arrivato a Brescia ho riscontrato questa situazione, aggravata
da notori problemi di insufficienza di organici e di loro scopertura.

Una prima risposta, del tutto insufficiente, è stata provata con la
discussione e l'approvazione di Linee guida distrettuali sui criteri di
priorità che non solo individuavano i reati da fissare con priorità a
livello convenzionale, ma individuavano una capacità indicativa massima di
definizione dibattimentale per ogni tribunale.

Non si trattava di un tetto massimo invalicabile, ovviamente, ma della
consapevolezza da parte di tutti che un numero superiore di rinvio a
giudizio o di citazioni dirette avrebbe comportato notevoli problemi per
l'intero sistema.

I risultati sinora non sono stati soddisfacenti. È pur vero che il tasso di
assoluzioni è calato (in un tribunale del distretto era giunto all’epoca al
70%) anche se ancora molto diversificato nei vari tribunali ( si va dal
33,42 % - con il 6,91 % di pronunce promiscue – al 44,91 % e 6,8%), ma il
numero di procedimenti che arriva alla fase dibattimentale dei tribunali,
pur diminuito, è ancora eccessivo e supera in tre dei quattro tribunali del
distretto quella capacità indicativa di definizione che era stata
individuata.

Tanto che al tribunale di Brescia già oggi ci sono processi fissati nel 2023
e  in quello di Bergamo nel 2021. Lontananza nella fissazione che vuol dire
un enorme danno per gli imputati che subiscono per anni un carico pendente
e un effetto negativo sugli stessi esiti processuali, anche perché è
evidente che tutti i processi che si fondano su prove dichiarative riportano
danni spesso irreparabili a causa del tempo trascorso.

Non abbiamo bacchette magiche, ma due cose si possono fare subito.

Da un lato imporre che questi dati, resi omogenei nelle rilevazioni, vengono
abitualmente estratti e resi noti a livello nazionale. In modo tale che si
possono conoscere e che su di essi si discuta e si apra un positivo
confronto fattivo.

Dall'altro mettersi attorno a un tavolo e ragionare insieme, coinvolgendo
anche l'avvocatura, su quali rimedi e quali iniziative si possano prendere
per migliorare la qualità del nostro intervento.

È quanto personalmente ho intenzione di fare riaprendo il tavolo sulle Linee
distrettuali, sia per verificarne l'attualità, sia per garantire una
migliore qualità del nostro intervento.

Credo che a normativa invariata si possa fare molto.

 

 
Claudio Castelli – CA Brescia

 

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