[Area] L'ufficio sindacale ANM sull'entrata in vigore del decreto legge sulla pensione quota 100

Marcello Basilico marcello.basilico a giustizia.it
Mar 29 Gen 2019 16:12:12 CET


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Il decreto legge 28 gennaio 2019, n. 4, pubblicato sulla G.U. di ieri e dedicato in prevalenza al Reddito di cittadinanza (artt. 1-13) e sulla pensione anticipata “quota 100” ed interventi collegati (artt. 14-17) contiene, oltre almeno tre disposizioni annunciate che interessano il trattamento pensionistico dei magistrati:

*	l’interruzione del termine di prescrizione, fino al 31.12.2021, dei contributi dovuti all’INPS dalle Pubbliche amministrazioni per i propri dipendenti (art. 19). Ciò significa che le p.a. inadempienti – che non abbiano rispettato il termine quinquennale reso ormai generale dall’art. 3, comma nono, lett. b), legge 335/95 – hanno a disposizione tre anni per regolarizzare posizioni scoperte. Come è stato detto, il Ministero della giustizia ha fornito plurime rassicurazioni sul fatto di avere provveduto in passato con la massima regolarità ai versamenti dovuti nei termini. Eventuali scoperture parziali potrebbero riguardare, è stato detto, solo posizioni di magistrati che abbiano avuto periodi lavorativi presso enti soggetti a regimi speciali, soprattutto all’estero. V’è a questo punto modo di eseguire le verifiche opportune nel prossimo triennio;
*	la facoltà di riscatto per i lavoratori con non più di 45 anni d’età anagrafica di periodi antecedenti non coperti da contribuzione (art. 20). E’ una facoltà riservata a chi non abbia anzianità contributiva antecedente al 31.12.1995 (dunque a oggi non ricada nel sistema misto) e naturalmente non abbia una pensione. Possono essere riscattati non più di cinque anni, con versamento in unica soluzione o in massimo 60 rate mensili senza interessi, con vantaggi fiscali (la metà dell’onere è detraibile in quote annuali per cinque anni). La misura è sperimentale per il triennio 2019-2021 e qualora l’interessato acquisisca un’anzianità contributiva antecedente all’1.1.1996 il riscatto sarà annullato d’ufficio, con conseguente restituzione a lui, da parte dell’INPS, di quanto versato nel frattempo;
*	la facoltà per i lavoratori pubblici di chiedere l’esclusione dal meccanismo del massimale contributivo (art. 21). Come noto, i lavoratori privi di anzianità contributiva antecedente all’1.1.1996 e che percepiscano un trattamento retributivo complessivamente superiore a circa € 103.000,00 lordi, vedono stabilita la loro base contributiva in questo ammontare (art. 2, co. 18, secondo periodo, legge 335/95). Ciò significa che la quota di retribuzione superiore non subisce prelievo contributiva: è retribuzione netta (detratta ovviamente l’imposizione fiscale) non utile ai fini pensionistici. Per ovviare agli effetti negativi di questo meccanismo sulla maturazione futura d’un trattamento pensionistico congruo molti magistrati hanno già richiesto di riscattare tutto o parte di periodi antecedenti (anni di laurea o di servizio di leva obbligatoria). L’art. 21 del d.l. generalizza ora la possibilità di optare per la rinuncia al massimale: in tal modo tutta la retribuzione diventa base imponibile per il prelievo contributivo. Il compenso percepito viene a ridursi (compensato dal minore prelievo fiscale, ma in minima parte) e viene incrementato il numero dei contributi versati, ciò che, per chi si trova in regime previdenziale misto o solo contributivo, rappresenta un vantaggio ai fini della pensione. L’opzione va esercitata entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del d.l. (cioè dal 29.1.2019) o, se successiva, dalla data di superamento del massimale contributivo o dalla data di assunzione.

Già da domani l’Ufficio sindacale dell’ANM provvederà a fornire informazioni più dettagliate su queste tre novità legislative, iniziando da quella sul massimale.

Con l’occasione vogliamo ringraziare i colleghi che hanno lavorato finora con noi per il Ministero della Giustizia, in particolare Maria Casola (direttore generale magistrati) e Lucio Bedetta (direttore generale di bilancio e contabilità), per il contributo fattivo e decisionale che stanno dando nel tavolo tecnico, dal quale, speriamo, usciranno in futuro anche utili valutazioni sull’applicazione di queste nuove norme.

L’ufficio sindacale ANM
(Marcello Basilico, Francesca Bonanzinga, Pasquale Grasso, Daniela Monaco Crea)

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