[Area] Troppi innocenti mandati a giudizio

Claudio Castelli claudio.castelli a giustizia.it
Mar 29 Gen 2019 19:20:21 CET


La riflessione sull’eccessivo numero di rinvii a giudizio sta già diventando
un elemento di polemica che alcuni giocano contro la magistratura. Ragione
di più per non lasciar cadere un problema sicuramente esistente e per
cercare di dare risposte concrete. In primo luogo credo sia profondamente
sbagliata la risposta di chi crede che un rimedio sia eliminare l’udienza
preliminare. La mia esperienza ( ho fatto per 16 anni il GIP) dice che un
buon ufficio Gip fa un fortissimo filtro, e l’udienza preliminare è
essenziale non solo per la celebrazione dei riti alternativi, ma anche per
le sentenze di non luogo a procedere (il tasso di n.l.p. nella mia
esperienza a Milano arrivava al 20 – 25 %).

Non solo, ma quando guardiamo i dati delle assoluzioni e proviamo a
distinguere tra collegiale e monocratico vediamo come il reale problema che
“intasa” i tribunali e da cui derivano larga parte delle assoluzioni siano
le citazioni dirette, proprio perché totalmente prive di filtro.

Il riscontro dei dati che ho acquisito nel  distretto di Brescia parlano di
un tasso di assoluzioni di gran lunga inferiore nel collegiale (tra il 10 ed
il 20 % in meno).

Credo che possono essere prese nell’immediato due iniziative, forse non
risolutive, ma che ci possono far fare passi avanti:

·         chiedere che nei dati e nelle performance degli uffici giudiziari
vengono compresi anche gli esiti dei procedimenti, il tasso di impugnazioni
ed il tasso di conferme in appello (ed in cassazione), specificando le
riforme in punto di responsabilità ed in punto di pena; assurdamente oggi
non vi sono statistiche ed ottenerle, l’ho verificato nel mio distretto, è
tutt’altro che facile;

·         aprire tavoli distrettuali in cui affrontare insieme (uffici
giudicanti e requirenti, di primo e secondo grado) sia i criteri di priorità
nelle fissazioni, sia l’esito ed i tempi che hanno i nostri processi, sia la
capacità di definizione che un tribunale e/o una corte d’appello possono
avere. Si tratta di condividere i problemi, di esserne consapevoli e di dare
risposte, perché l’attuale sistema non regge, anche per colpa nostra. Si
tratta anche di coinvolgere l’avvocatura su questi problemi. Non potremo
dare soluzioni definitive, ma migliorare la situazione sicuramente si.

Claudio Castelli – CA Brescia

 

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