[Area] Caso Diciotti. Brevi note sulla decisione del Tribunale dei Ministri di Catania

Umberto Gioele Monti umbertogioele.monti a giustizia.it
Mer 30 Gen 2019 22:54:15 CET


"L'attuale governo è stato solo più risoluto nel contrastare le attività di soccorso in mare. Il precedente governo aveva stabilito regole amministrative che consentivano quella dei volontari privati.

Ma il successo delle politiche di immigrazione si misura sul numero dei migranti che si è riusciti a integrare, riportandoli alla condizione di persone stanziali, in Europa, nello stato di origine, altrove. Non può essere considerato un successo mantenerli per via,  nel deserto, in Libia internati, clandestini o in condizione di schiavi, in fondo al mare."


E' esattamente così   a mio parere  ........


il punto non è solo o tanto il non far sbarcare e trattenere nelle navi  (qulsiasi baniera battano, italiana compresa) per  ottenere una redistribuzione in Europa (ma perchè ? se si fanno sbarcare e contemporaneamente si chiede ? ) quanto il franco e sempre più netto ed esplicito  dissuadere da operazioni di soccorso ai migranti ..... dietro le parole di lotta ferrea agli scafisti e ai mercanti di morte e ai loro complici (ONG ..) c'è questa forte segnale di dissuazione ....


anche per la Sea Watch se era invocato il sequestro della nave e il mettere sotto indagine penale il comandante ....


che ci sia gente , persone, in mare in situazione di pericolo poco importa;

 importa che non ci siano navi o imbarcazioni in giro che possano socccorerli ......  ci deve pensare la Guardia Costiera Libica ..... poi se non risponde alle chiamate, o non arriva  amen ..... poi se arriva e li riporta indietro bene ..... poi se nessuno sa niente di quel che accade meglio ancora .....


e se poi qualcuno improvvidamente  e ostinatamente soccorre perchè il mare è grosso, perchè i libici non arrivano, beh ......  rendiamogli la vita difficile  .... così che gli altri imparino ..... a girare lo sguardo da un'altra parte ....


Ma davvero non c'è un'altra scelta possibile per regolare e controllare  o anche evitare le partenze ?? e gli arrivi da noi ?


Possibile che la via che si persegue oltre etichette  dissonanti e finte sia quella di contrapporre al terrore delle persone che fuggono e cercano di imbarcarsi il terrore ancora più forte e senza scampo di morire affogati o di essere ritrascinati in Libia ?  e di dissuadere  in ogni modo le attività di soccorso ?


Oltre a dare soldi e mezzi alla Guardia Costiera Libica il nostro modo di reagire all'enorme problema della immigrazione  dalle coste africane è quello di rendere il più evidente possibile  che l'unica aternativa per chi si mette sui barconi è quella di morire o essere riportati in Libia ?


Questo è l'unico metodo ?


E se a questo metodo conseguono (tante) persone morte o torturate, o vendute possiamo davvero restare indifferenti ..... e azi contenti della diminuzione così ottenuta degli arrivi ?


umberto monti





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Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di mario ardigo <marioardigo a yahoo.com>
Inviato: mercoledì 30 gennaio 2019 20:22
A: Area
Oggetto: Re: [Area] Caso Diciotti. Brevi note sulla decisione del Tribunale dei Ministri di Catania

 Nei ragionamenti di etica e diritto non bisogna tener conto della campagna elettorale.
 Da un punto di vista etico: rispetto all'anno scorso è molto aumentata la mortalità delle traversate tentate dai migranti  tra le coste africane e le nostre. E' bene o è male? E' un effetto diretto delle politiche italiane, ne siamo tutti responsabili. Dunque? Se si prende come riferimento il comandamento religioso Non uccidere!  è male. Diciamo di avercela avuta con chi organizzava la traversata marittima e ci guadagnava, ma quanto, a quelle morti, quelli là vanno considerati corresponsabili, con noi. In guerra o in attività di polizia può accadere di uccidere, ma lo si fa nel contesto di aggressioni armate altrui: non era il  caso dei migranti affogati mentre cercavano di arrivare da noi. Non siamo in guerra, non ci stavano attaccando in armi, non c'è la pena di morte per l'immigrazione irregolare. Naturalmente, in un altro contesto etico può essere diverso. Basta esserne consapevoli. Se uno è cattolico fa peccato grave, deve confessarsi e può ricevere l'assoluzione se si propone seriamente di non peccare più. Dicono che i cattolici siano sempre meno. E' stato autorevolmente sostenuto che tutto sommato è meglio così: meno ipocriti e sacrileghi in chiesa.
 Dal punto di vista del diritto: uno stato totalitario fa leggi disumane e le applica; in uno stato democratico la legge vieta la disumanità. La politica può poi immaginare tutto, anche il passaggio da un regime all'altro: finché non arriva ad esercitare un potere pubblico, può immaginare e proporre con una certa libertà, in un regime democratico. Il razzismo, l'intolleranza, lo squadrismo violento e il fascismo, però, le sono vietati dalla legge. L'azione di governo ha limiti più stringenti. La sua discrezionalità amministrativa è più ampia nell'attuare indirizzi politici generali, certo, ma su certi temi non l'ha. Ad esempio non l'ha rispetto  alla legge penale o alla Costituzione. Non basta essere un'autorità di governo per esimersi dalla legge penale o dalla Costituzione. Per esimersi dalla legge penale, occorre che vi sia un'altra legge che ne dia il potere. Quanto alla Costituzione, l'esenzione deve essere prevista nella stessa Costituzione. A certe condizioni, ad esempio, può essere limitata la libertà personale. Non si potrebbe  internare gli oppositori politici con una decisione del governo o di un ministro. La tortura dei detenuti è vietata anche se fosse ordinata dal governo o da un ministro.
 Si può poi discutere se le politiche sull'immigrazione dell'attuale governo abbiano conseguito risultati positivi nell'immigrazione. Osservo che si tratta di politiche organizzate dal governo precedente: c'è una certa continuità. Non è in questione solo questo  governo, questi qui di adesso. L'attuale governo è stato solo più risoluto nel contrastare le attività di soccorso in mare. Il precedente governo aveva stabilito regole amministrative che consentivano quella dei volontari privati. Ma il successo delle politiche di immigrazione si misura sul numero dei migranti che si è riusciti a integrare, riportandoli alla condizione di persone stanziali, in Europa, nello stato di origine, altrove. Non può essere considerato un successo mantenerli per via,  nel deserto, in Libia internati, clandestini o in condizione di schiavi, in fondo al mare. Questo perché il problema rimane, tanto è vero che la gente che è riuscita a raggiungerci dall'Africa è diminuita, ma è continuata ad arrivare. Ma la via di immigrazione più facile non è poi quella. I confini terrestri sono molto più permeabili, anche se arriva gente che è più simile a noi, gente bianca. Di fatto gli enti caritative che praticamente sostituiscono gli enti pubblici nell'assistenza ai migranti, del resto anche sulla base di finanziamenti pubblici che arrivano a  vario titolo a diverse organizzazioni che operano nel settore, segnalano crescenti difficoltà nell'integrazione dei migranti, nel senso che ho definito. I periodici brutali sgomberi di baraccopoli abitate da migranti, per i quali siamo già stati ripresi dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (un'organizzazione della convenzione europea sui diritti umani, non dell'Unione Europea), segnalano che problemi irrisolti ci sono.
 Mario Ardigò


Il mercoledì 30 gennaio 2019, 19:19:57 CET, Giustizia Insieme <redazione a giustiziainsieme.it> ha scritto:



Caso Diciotti. Brevi note sulla decisione del Tribunale dei Ministri di Catania di Sandro Saba

L’autore affronta le questioni sottese all'avvio della procedura per il rilascio dell’autorizzazione a procedere nei confronti del Ministro Salvini, la prospettiva normativa, le violazioni accertate,  il reato ministeriale. Evidenzia, sotto il profilo tecnico giuridico, come tra la tesi dell’ accertamento giurisdizionale del reato, in applicazione del principio dell’eguaglianza di tutti i cittadini davanti la legge, e quella dell’insindacabilità dell’atto politico si tratti di coniugare l’istanza di legalità e con  l’autonomia dei poteri. Il nostro augurio è che il senato decida con la forza del ragionamento, nel rispetto dei principi costituzionale, e non con la forza della maggioranza.

https://www.giustiziainsieme.it/it/diritto-processo-penale/567-caso-diciotti-brevi-note-sulla-decisione-del-tribunale-dei-ministri-di-catania
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