[Area] Caso Diciotti. Brevi note sulla decisione del Tribunale dei Ministri di Catania

mario ardigo marioardigo a yahoo.com
Gio 31 Gen 2019 05:22:12 CET


   L'idea risale al precedente governo: organizzare l'attività SAR search and rescue, ricerca e soccorso, come protezione avanzata delle nostre frontiere marittime. Quindi, in particolare, indurre, organizzare e mantenere un'organizzazione SAR nell'entità della Libia occidentale che siamo in grado di influenzare, in modo che chi si provasse a partire per via mare venisse portato indietro in Libia dai libici (a noi sarebbe stato vietato, sarebbe stato un respingimento di massa: possiamo respingere solo dopo aver identificato e separato chi richiede protezione). Il problema è che la massima parte di chi parte dalla Libia non è costituita da cittadini libici, da gente che ha titolo a rimanere legalmente in Libia. I migranti provengono quasi tutti dall'Africa centrale e dall'Asia. Riportati in Libia, che non ha una legislazione sulla gestione dell'immigrazione irregolare con gli standard umanitari di quelle europee, quelli che sono stati per così dire  soccorsi, in realtà catturati per illecito sconfinamento verso l'Europa, vengono internati in Libia in condizioni misere, che sono state accertate in  modo affidabile da enti indipendenti. Il problema migratorio quindi rimane, a due passi da noi,  e ci espone a un ricatto da parte dei libici, che esercitano l'attività di cattura  e internamento  sostanzialmente per nostro conto, non rispondendo a interessi loro: hanno ben altro di cui occuparsi. Certe cose si pagano. Con la prospettiva di un ritorno, quell'attività che non rientrerebbe nei loro interessi diventa per loro utile.  In questo quadro l'attività di soccorso in mare svolta da privati stona. Rende nuovamente permeabile la nostra frontiera marittima. Questo perché non vi sono porti africani vicini che possano essere considerati sicuri per la gente soccorsa  da veri  soccorritori, a quel punto quindi non  catturata, per la principale ragione che non si tratta di cittadini degli stati africani che si affacciano sulle coste africane vicine, e per l'altra ragione che quegli stati non hanno una legislazione e un'organizzazione di gestione delle migrazioni irregolari parificabile a quelle europee. Malta fa parte dell'Unione Europea ma è un piccolo arcipelago, uno stato lillipuziano costruito per gestire la convivenza in ambiti limitati: portare lì gli africani e gli asiatici soccorsi significherebbe condannarli ad un periodo di internamento molto lungo, senza possibilità di nessuna reale forma di integrazione. Quindi le navi private di soccorso umanitario tendono a dirigersi verso le coste europee continentali più vicine che sono le nostre. Ha ragione  Macron quando dice che questo è un nostro destino geografico: un tempo l'avremmo considerata una grande opportunità, ora no, perché pensiamo più in piccolo, un po' come fanno i maltesi, ma non siamo come i maltesi, siamo una delle maggiori economie mondiali e abbiamo molto più spazio. Ci facciamo piccoli per giustificare una certa disumanità delle nostre politiche. Però, chi piccolo si fa viene poi disprezzato da quelli  intorno. Dunque: l'operazione di protezione delle frontiere marittime mediante l'istituzione di una SAR libica non funziona bene se in mare c'è  chi soccorre e non cattura. Quindi occorre scoraggiare o contrastare l'attività di soccorso marittimo privato. Manca però una legge che permetta di farlo. Si deve provare a ipotizzare che chi soccorre, al di fuori dell'organizzazione statale SAR che abbiamo in realtà inscenato a protezione delle nostre frontiere, sia d'accordo con chi organizza il trasporto dei migranti  dall'Africa e, in questo, ci guadagna molto, proprio perché non ci sono più vie legali sufficienti per fare quel viaggio, un'ora o meno di aereo, un centinaio di euro, e allora che è spinto a partire anche a costo di rischiare la vita, si affida a trasportatori illegali. Ma finora questa intesa criminosa non si è riusciti a provarla, che io sappia, anche se, indubbiamente, la presenza di soccorritori, non di gente che vuole  catturare  e  riportare indietro,  rende meno pericoloso il viaggio e quindi diminuisce le remore a intraprenderlo. Perché, e questo è molto importante da capire, la faccenda della SAR libica funziona, nel nostro interesse, se chi parte ha non solo la prospettiva di essere catturato dai libici, ma anche quella di affogare: la cattura o la morte. I libici occidentali, oltre a non avere un'organizzazione per gestire gli internamenti di migranti irregolari secondo gli standard umanitari  europei, non hanno nemmeno imbarcazioni sufficienti e strumenti adeguati di monitoraggio per gestire la loro SAR. Quindi, se non si è riacchiappati dai libici e si ha qualche incidente di percorso, sempre possibile per imbarcazioni precarie e sovraffollate in un tratto di mare assai pericoloso come lo Stretto di Sicilia, di dove si deve passare per arrivare a noi, semplicemente si va a fondo e si affoga. Questo fa parte della deterrenza alla migrazione. Il risultato è questo: da quando abbiamo organizzato la SAR libica è partita meno gente (questo sarebbe il successo della nostra politica), ma la traversata è diventata molto più pericolosa, vale a dire che è aumentato il rapporto tra i partiti stimati e i morti, stimati o accertati, vale a dire il tasso di mortalità. Questo aumento del tasso di mortalità rende evidente l'avvenuto stravolgimento, nel nostro esclusivo interesse, dell'attività SAR tra le nostre coste e quelle africane. Questo risultato ha un vastissimo consenso politico in Italia, anche tra i cattolici, come ha ricordato un esponente del governo qualche settimana fa. Quindi gli italiani tutti ne saranno dichiarati storicamente responsabili, come avvenne per il  decennio 1929-1938 con il fascismo, periodo di guerre coloniali stragiste. Bisognerebbe ricordare il detto evangelico tutti quelli che mettono mano alla spada, periranno di spada  e di come finì con il fascismo. La disumanità finisce sempre per ritorcersi contro i disumani e, prima ancora di questo, disgusta. E' appunto questo disgusto che mi pare circondi in Europa l'Italia, per chi voglia accorgersene e, risvegliandosi alla realtà, non si abbandoni ad illusioni di potenza. Questo accanirsi contro umili e indifesi non è un bello spettacolo. Eppure, come è stato osservato, sembra pagare politicamente nel breve periodo, perché la gente, vedendo le sofferenze dei miseri, gode. I vescovi cattolici ne sono sconvolti, ma è proprio così, gode.   Ieri Gustavo Zagrebelsky ha dato un efficace ritratto di come, oggi, gli italiani appaiono a chi li osserva da fuori."l'insieme di individui privi di qualità, uomini-massa simili  gli uni agli altri nell'essere mossi da interessi egoistici e di breve durata, orgogliosi della propria mediocrità, in realtà frustrati, aggressivi e violenti nei confronti dei diversi tra loro.  La loro cultura è fatta tutta di luoghi comuni, di pregiudizi, di vocaboli ai quali si affezionano per mascherare la propria ignoranza". Insomma la "gente". Chi vorrebbe stare vicino a gente così,  che disgusta? E infatti, anche se ci illudiamo del contrario, siamo isolati in Europa. Questo allontana molto la soluzione del problema dei flussi migratori irregolari, che in mezzo miliardo si può trovare, in sessanta milioni, fatti sostanzialmente di gente,  è impossibile da ottenere. Da soli possiamo solo, con qualche espediente, forzando l'organizzazione SAR per renderla, contro natura, una forma letale di protezione avanzata delle nostre frontiere, che rimarrà in piedi finché in qualche modo riusciremo a influenzare la Libia occidentale, cercare di fermare l'oceano con uno scolapasta.  L'attività di contrasto ai soccorsi marittimi umanitari, anche se ci riesca di diffamarla, calunniarla, o se in certi casi si riveli effettivamente connivente con chi organizza i trasporti illeciti, non è onorevole. E' come se si ostacolasse l'attività delle ambulanze. C'è gente che sta male e chiede soccorso. E' colpa delle ambulanze? Certo, scoraggiando le ambulanze, ci sarà meno gente nei pronto soccorso. Ma è questo lo scopo della sanità d'emergenza? Però, per trincerarci dentro le nostre frontiere marittime, è proprio indispensabile scoraggiare i soccorritori, perché altrimenti il disegno di protezione delle nostre frontiere non regge. Quindi si continua. E certamente, nell'attività di contrasto ai soccorsi marittimi privati tra l'Africa e le nostre coste, si sono avuti i maggiori successi. Di questo va dato atto.  Il fatto di ordinare alla Sea Watch 3, una volta creatisi i presupposti, finalmente ritenuti soddisfacenti per noi, dello sbarco del suo carico di miseri, di dirigersi al porto di Catania, appare come parte della strategia di scoraggiamento. Non riesco a vedere altro scopo di un viaggio per mare di un altro giorno, di gente già provata, con servizi igienici di bordo e vitto precari, quando, sbarcando la gente a Siracusa e mettendola su un autobus, ne sarebbe bastato uno,  si sarebbe potuta raggiungere la destinazione in qualche ora. Che accadrà a Catania? Vedremo.  Ho sempre scritto al plurale: "noi".  Di tutto questo siamo tutti responsabili, noi italiani. Non è giusto prendersela solo con questo o quel politico. L'abbiamo voluto e l'hanno ordinato e fatto. La democrazia è stata rispettata. Ad alcuni, come a me, rimorde la coscienza. Mario Ardigò
    Il mercoledì 30 gennaio 2019, 22:54:25 CET, Umberto Gioele Monti <umbertogioele.monti a giustizia.it> ha scritto:  
 
 #yiv6349789172 #yiv6349789172 --P{margin-top:0;margin-bottom:0;}#yiv6349789172 
"L'attuale governo è stato solo più risoluto nel contrastare le attività di soccorso in mare. Il precedente governo aveva stabilito regole amministrative che consentivano quella dei volontari privati.

Ma il successo delle politiche di immigrazione si misura sul numero dei migranti che si è riusciti a integrare, riportandoli alla condizione di persone stanziali, in Europa, nello stato di origine, altrove. Non può essere considerato un successo mantenerli per via,  nel deserto, in Libia internati, clandestini o in condizione di schiavi, in fondo al mare."





E' esattamente così   a mio parere  ........




il punto non è solo o tanto il non far sbarcare e trattenere nelle navi  (qulsiasi baniera battano, italiana compresa) per  ottenere una redistribuzione in Europa (ma perchè ? se si fanno sbarcare e contemporaneamente si chiede ? ) quanto il franco e sempre più netto ed esplicito  dissuadere da operazioni di soccorso ai migranti ..... dietro le parole di lotta ferrea agli scafisti e ai mercanti di morte e ai loro complici (ONG ..) c'è questa forte segnale di dissuazione ....




anche per la Sea Watch se era invocato il sequestro della nave e il mettere sotto indagine penale il comandante ....




che ci sia gente , persone, in mare in situazione di pericolo poco importa; 

 importa che non ci siano navi o imbarcazioni in giro che possano socccorerli ......  ci deve pensare la Guardia Costiera Libica ..... poi se non risponde alle chiamate, o non arriva  amen ..... poi se arriva e li riporta indietro bene ..... poi se nessuno sa niente di quel che accade meglio ancora .....




e se poi qualcuno improvvidamente  e ostinatamente soccorre perchè il mare è grosso, perchè i libici non arrivano, beh ......  rendiamogli la vita difficile  .... così che gli altri imparino ..... a girare lo sguardo da un'altra parte ....





Ma davvero non c'è un'altra scelta possibile per regolare e controllare  o anche evitare le partenze ?? e gli arrivi da noi ?





Possibile che la via che si persegue oltre etichette  dissonanti e finte sia quella di contrapporre al terrore delle persone che fuggono e cercano di imbarcarsi il terrore ancora più forte e senza scampo di morire affogati o di essere ritrascinati in Libia ?  e di dissuadere  in ogni modo le attività di soccorso ? 




Oltre a dare soldi e mezzi alla Guardia Costiera Libica il nostro modo di reagire all'enorme problema della immigrazione  dalle coste africane è quello di rendere il più evidente possibile  che l'unica aternativa per chi si mette sui barconi è quella di morire o essere riportati in Libia ? 





Questo è l'unico metodo ? 




E se a questo metodo conseguono (tante) persone morte o torturate, o vendute possiamo davvero restare indifferenti ..... e azi contenti della diminuzione così ottenuta degli arrivi ?





umberto monti













Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di mario ardigo <marioardigo a yahoo.com>
Inviato: mercoledì 30 gennaio 2019 20:22
A: Area
Oggetto: Re: [Area] Caso Diciotti. Brevi note sulla decisione del Tribunale dei Ministri di Catania  Nei ragionamenti di etica e diritto non bisogna tener conto della campagna elettorale.  Da un punto di vista etico: rispetto all'anno scorso è molto aumentata la mortalità delle traversate tentate dai migranti  tra le coste africane e le nostre. E' bene o è male? E' un effetto diretto delle politiche italiane, ne siamo tutti responsabili. Dunque? Se si prende come riferimento il comandamento religioso Non uccidere!  è male. Diciamo di avercela avuta con chi organizzava la traversata marittima e ci guadagnava, ma quanto, a quelle morti, quelli là vanno considerati corresponsabili, con noi. In guerra o in attività di polizia può accadere di uccidere, ma lo si fa nel contesto di aggressioni armate altrui: non era il  caso dei migranti affogati mentre cercavano di arrivare da noi. Non siamo in guerra, non ci stavano attaccando in armi, non c'è la pena di morte per l'immigrazione irregolare. Naturalmente, in un altro contesto etico può essere diverso. Basta esserne consapevoli. Se uno è cattolico fa peccato grave, deve confessarsi e può ricevere l'assoluzione se si propone seriamente di non peccare più. Dicono che i cattolici siano sempre meno. E' stato autorevolmente sostenuto che tutto sommato è meglio così: meno ipocriti e sacrileghi in chiesa.  Dal punto di vista del diritto: uno stato totalitario fa leggi disumane e le applica; in uno stato democratico la legge vieta la disumanità. La politica può poi immaginare tutto, anche il passaggio da un regime all'altro: finché non arriva ad esercitare un potere pubblico, può immaginare e proporre con una certa libertà, in un regime democratico. Il razzismo, l'intolleranza, lo squadrismo violento e il fascismo, però, le sono vietati dalla legge. L'azione di governo ha limiti più stringenti. La sua discrezionalità amministrativa è più ampia nell'attuare indirizzi politici generali, certo, ma su certi temi non l'ha. Ad esempio non l'ha rispetto  alla legge penale o alla Costituzione. Non basta essere un'autorità di governo per esimersi dalla legge penale o dalla Costituzione. Per esimersi dalla legge penale, occorre che vi sia un'altra legge che ne dia il potere. Quanto alla Costituzione, l'esenzione deve essere prevista nella stessa Costituzione. A certe condizioni, ad esempio, può essere limitata la libertà personale. Non si potrebbe  internare gli oppositori politici con una decisione del governo o di un ministro. La tortura dei detenuti è vietata anche se fosse ordinata dal governo o da un ministro.  Si può poi discutere se le politiche sull'immigrazione dell'attuale governo abbiano conseguito risultati positivi nell'immigrazione. Osservo che si tratta di politiche organizzate dal governo precedente: c'è una certa continuità. Non è in questione soloquesto  governo, questi qui di adesso. L'attuale governo è stato solo più risoluto nel contrastare le attività di soccorso in mare. Il precedente governo aveva stabilito regole amministrative che consentivano quella dei volontari privati. Ma il successo delle politiche di immigrazione si misura sul numero dei migranti che si è riusciti a integrare, riportandoli alla condizione di persone stanziali, in Europa, nello stato di origine, altrove. Non può essere considerato un successo mantenerli per via,  nel deserto, in Libia internati, clandestini o in condizione di schiavi, in fondo al mare. Questo perché il problema rimane, tanto è vero che la gente che è riuscita a raggiungerci dall'Africa è diminuita, ma è continuata ad arrivare. Ma la via di immigrazione più facile non è poi quella. I confini terrestri sono molto più permeabili, anche se arriva gente che è più simile a noi, gente bianca. Di fatto gli enti caritative che praticamente sostituiscono gli enti pubblici nell'assistenza ai migranti, del resto anche sulla base di finanziamenti pubblici che arrivano a  vario titolo a diverse organizzazioni che operano nel settore, segnalano crescenti difficoltà nell'integrazione dei migranti, nel senso che ho definito. I periodici brutali sgomberi di baraccopoli abitate da migranti, per i quali siamo già stati ripresi dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (un'organizzazione della convenzione europea sui diritti umani, non dell'Unione Europea), segnalano che problemi irrisolti ci sono.  Mario Ardigò 
Il mercoledì 30 gennaio 2019, 19:19:57 CET, Giustizia Insieme <redazione a giustiziainsieme.it> ha scritto:


Caso Diciotti. Brevi note sulla decisione del Tribunale dei Ministri di Catania di Sandro Saba

L’autore affronta le questioni sottese all'avvio della procedura per il rilascio dell’autorizzazione a procedere nei confronti del Ministro Salvini, la prospettiva normativa, le violazioni accertate,  il reato ministeriale. Evidenzia, sotto il profilo tecnico giuridico, come tra la tesi dell’ accertamento giurisdizionale del reato, in applicazione del principio dell’eguaglianza di tutti i cittadini davanti la legge, e quella dell’insindacabilità dell’atto politico si tratti di coniugare l’istanza di legalità e con  l’autonomia dei poteri. Il nostro augurio è che il senato decida con la forza del ragionamento, nel rispetto dei principi costituzionale, e non con la forza della maggioranza. https://www.giustiziainsieme.it/it/diritto-processo-penale/567-caso-diciotti-brevi-note-sulla-decisione-del-tribunale-dei-ministri-di-catania_______________________________________________
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