[Area] R: R: R: separazione?

[mario ardigo]

  L'argomento principale contro la separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e inquirenti è l'impoverimento professionale che ne deriva. Scrivo al presente, "deriva", perché la situazione, sostanzialmente, è già quella.   L'avvocatura teme un accesso privilegiato dei magistrati del pubblico ministero alla magistratura giudicante, derivante dall'unicità della carriera, e certamente ne ha motivo. La soluzione penso che sia quella di attrarre l'avvocatura nella cultura della giurisdizione, il che non può farsi marcando i confini con l'avvocatura. Si potrebbe pensare di ripensare l'organizzazione degli uffici, nel cui servizio non mancano occasioni di umiliazioni per l'avvocatura. E', ribadisco, questione di organizzazione. Dobbiamo migliorare le relazioni con l'avvocatura, senza tener conto del passato. Del resto, la situazione generale di oggi è molto diversa e, in un certo senso, più preoccupante: ci impegna a coalizzarci. E' la cultura dei diritti fondamentali in questione. Ci sono segni preoccupanti.   I magistrati tendono spesso a sopravvalutare il proprio ruolo nella tutela di quei diritti e a sottovalutare quello dell'avvocatura. E invece quest'ultimo non è solo molto importante, ma essenziale, e lo diventerà ancor più in un contesto di separazione di carriere con accentuata gerarchizzazione degli uffici del pubblico ministero e orientamenti generali sull'azione penale definiti dal Parlamento o dal Governo (più in là di questo non si potrebbe andare, senza uscire dalla UE). Il connotato fondamentale dell'avvocatura è la libertà d'azione, con garanzia costituzionale; quando questa si riducesse negli uffici di magistratura che hanno il compito di dare impulso alle azioni giudiziarie nell'interesse pubblico, quella libertà che l'avvocatura  invece manterrà integra diventerà molto più importante di adesso. Per dare un'idea di ciò a cui mi riferisco, rimando  a un caso giudiziario che ha avuto molto rilievo  pubblico, quello della morte di Stefano Cucchi.   Non so se sarà possibile evitare che la separazione delle carriere dei magistrati ordinari sia portata alle estreme conseguenze. Ma ciò che importa è che venga mantenuta, anche nell'attività giudiziaria, una efficace cultura dei diritti fondamentali in tutti gli attori del processo, giudici, avvocati, magistrati del pubblico ministero. Essa, oggi, ancora ci accomuna ed è la base per ritrovare una amicizia che ha radici profonde, al di là delle schermaglie contingenti, e ciò non nell'interesse corporativo delle categorie professionali, ma in quello superiore del mantenimento di una democrazia basata su valori umanitari.  Mario Ardigò
    Il sabato 23 febbraio 2019, 12:32:34 CET, Morena Plazzi <morena.plazzi a giustizia.it> ha scritto:  
 
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Credo che AreaDG ed il suo coordinamento abbiano sempre espresso con chiarezza che cosa si intende per difesa della unitarietà della magistratura

  

http://www.areadg.it/comunicato/osmosi-delle-funzioni 

 

questo documento è di ottobre 2017 coevo alla raccolta delle firme per la separazione delle carriere pubblicizzata per mesi dalle camere penali.

  

Morena Plazzi 

  

  

  

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di PM Paolo Ielo
Inviato: sabato 23 febbraio 2019 10:59
A: 'Domenico Truppa' <domenico.truppa a giustizia.it>; u.nannucci a alice.it; area a areaperta.it
Oggetto: [Area] R: R: separazione?

  

Ribadisco: fronte comune con chi attacca un valore per te  non negoziabile?

Secondo me è più dignitoso e coerente andar da soli. 

Anche per non passar da fessi

  

P.

  

Da: Domenico Truppa [mailto:domenico.truppa a giustizia.it] 
Inviato: sabato 23 febbraio 2019 10:34
A: Paolo Ielo; u.nannucci a alice.it; area a areaperta.it
Oggetto: Ris: [Area] R: separazione?

  

Il fronte comune con l'avvocatura credo sia doveroso in questi tempi bui, ma il perimetro è ben delimitato e non include certo valori per me non negoziabili come quello della separazione delle carriere.
Mimmo truppa

Inviato dal mio dispositivo Huawei

-------- Messaggio originale --------
Oggetto: [Area] R: separazione?
Da: PM Paolo Ielo 
A: u.nannucci a alice.it,area a areaperta.it
CC: 

Sebbene non abbia condiviso sempre gli interventi di Nannucci,talvolta entrando in dura polemica, reputo che il Warning da lui lanciato non debba cadere nel vuoto.

I teorizzatori dell’abbraccio con le camere penali e con l’avvocatura in genere cosa dicono sul punto?

E’ possibile stare seduti allo stesso tavolo, talvolta scambiandosi affettuose effusioni, con chi tenta di segare le gambe della sedia su cui stai seduto e non perde occasione per versare il suo vino sui tuoi abiti?

Oppure pur di stare seduti allo stesso tavolo bisogna far finta di niente?

Oppure per noi il tema è talmente secondario che ci si può anche passar sopra?

 

P.

 

 

 

 

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di u.nannucci a alice.it
Inviato: sabato 23 febbraio 2019 09:08
A: area a areaperta.it
Oggetto: [Area] separazione?

 

La separazione delle carriere , sogno perenne dell’avvocatura, è l’anticamera della sottoposizione del pubblico ministero al potere esecutivo. Lo sapeva bene Licio Gelli, persona tutt’altro che sprovveduta, quando nel “piano di rinascita democratica” (1975) prevedeva, nei “provvedimenti istituzionali”, sezione  “ordinamento giudiziario”,  1” l’unità del pubblico ministero;2)  la responsabilità del Guardasigilli verso il Parlamento sull’operato del pubblico ministero; 3) la riforma del Consiglio superiore della magistratura che deve essere responsabile verso il Parlamento; 4)la riforma dell’ordinamento giudiziario,,,con la  separazione delle carriere requirente e giudicante…”

 

La creazione di un Consiglio Superiore separato per i pubblici ministeri, è come suol dirsi operazione di distrazione di massa. Questo organo non potrebbe mai essere formato esclusivamente – come è ovvio – solo da magistrati del pubblico ministero; dovrebbe necessariamente avere una composizione composita, tutta da scrivere, nella quale i pubblici ministeri non potrebbero essere maggioranza assoluta, con componenti esterni eletti fra rappresentanti delle forze politiche, di governo e di opposizione, secondo la forza dei rispettivi schieramenti e partiti…I quali avrebbero poteri non solo disciplinari, ma anche direttivi in ordine all’esercizio (o non esercizio) dell’azione penale…;  e nel quale si riprodurrebbero gli schieramenti esistenti all’interno della magistratura (a proposito, qualcuno ricorderà i cordialissimi rapporti tra Gelli e una delle correnti di magistrati…).

E poiché ben sappiamo che esistono in magistratura diversi orientamenti che si esprimono in correnti di varia ispirazione ideologica, se non vogliamo dire politica, ne seguirebbero inevitabili alleanze trasversali tra gruppi di orientamento omogeneo, in dissenso da altri…

Tutto questo in tema di esercizio o non esercizio dell’azione penale….

Mi fermo qui. Spreso che la magistratura non si lasci abbindolare da proposte che ne minano alla radice indipendenza, imparzialità, ed autorevolezza.

Ubaldo Nannucci
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