[Area] SUGLI ATTACCHI STRUMENTALI ALLA COLLEGA CARPANINI

thorgiov thorgiov a libero.it
Ven 15 Mar 2019 16:47:51 CET


Sono d'accordo con te, nel senso che anche io sono del parere che 
sarebbe preferibile che a rispondere ai pubblici attacchi contro la 
collega fosse quest'ultima con una intervista. In fin dei conti a che 
cosa serve il solito comunicato dell'ANM ? A nulla ! Il sindacato non 
può fare altro che limitarsi a difendere l'operato del singolo 
magistrato richiamandosi al principio che le sentenze, prima di essere 
criticate, dovrebbero almeno essere lette, e che non è corretto 
estrapolare un singolo passo della decisione per giungere a conclusioni 
che in realtà seguono il sentito dire. Beninteso, il principio in sè è 
giusto, ma l'opinione pubblica, come efficacemente ricordava il Berlusca 
ai suoi adepti quando fondò un proprio partito, non è fatta di 
professori universitari. Non ha senso usare il solito linguaggio degli 
addetti ai lavori, perchè si tratta di un linguaggio incomprensibile per 
la maggior parte dei cittadini. Inoltre il sindacato a sua volta esprime 
delle opinioni su una sentenza senza conoscere nulla degli atti, al pari 
dei giornalisti e dei politici. L'unica persona che veramente li conosce 
è l'estensore della sentenza, e solo lui potrebbe almeno tentare di far 
capire al popolino qual è il senso della sua decisione. Purtroppo vedo 
che i magistrati sono rimasti ai codici di comunicazione tipici 
dell'Ottocento, fermi all'idea che il riserbo è la regola cui deve 
attenersi il Giudice e che quest'ultimo parla solo con i suoi atti. Il 
problema è che sono passati secoli da quell'epoca, e non si può fare 
sempre finta che nulla sia cambiato, perchè alla fine il cambiamento ti 
arriva addosso e ti travolge.

FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )


Il 15/03/2019 12:18, Antonella Marrone ha scritto:
>
> Concordo su tutto quanto esposto dal collega Basilico.
>
> Quindi colgo l'occasione per domandare se, effettivamente, nella 
> operazione complessa e tecnica di lettura della sentenza e sua 
> eventuale impugnazione da parte dei soggetti legittimati ed 
> interessati a farlo possa correttamente inserirsi una intervista 
> rilasciata agli organi di informazione dallo stesso estensore della 
> sentenza, a "chiarimento" della stessa ed a difesa personale dai 
> pubblici attacchi.
>
> Sono sinceramente interessata alle risposte che voi colleghi vorrete 
> fornirmi in merito, certa del fatto che siamo tutti consapevoli della 
> circostanza per cui in condizioni di stabile delegittimazione ed 
> attacco occorre difendersi con modalità meditate ed adeguate e che 
> qualsiasi errore o "sbavatura" non esplica i suoi effetti solo ai 
> danni del singolo magistrato ma si riverbera sulla intera categoria.
>
> Cosa occorre spiegare dunque personalmente alla stampa, ed in quali 
> tempi e condizioni?
>
> Manifesto una perplessità che gradirei venga dissipata, in modo da 
> chiarire una volta per tutte a quali principi è bene che ci si attenga 
> al fine di tutelare il prestigio e l'immagine della magistratura nel 
> suo complesso.
>
> Saluti
>
> Antonella Marrone
>
> ------------------------------------------------------------------------
> *Da:* Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di Marcello Basilico 
> <marcello.basilico a giustizia.it>
> *Inviato:* venerdì 15 marzo 2019 08:05
> *A:* 'AREA Mailing List'
> *Oggetto:* [Area] SUGLI ATTACCHI STRUMENTALI ALLA COLLEGA CARPANINI
>
> In una democrazia le sentenze sono soggette a critica così come le 
> leggi e gli atti di governo: fa parte del controllo della pubblica 
> opinione a cui ogni istituzione è soggetta. E noi magistrati sappiamo 
> benissimo che pronunciando sentenze in nome del popolo italiano 
> abbiamo il dovere di spiegare le ragioni per cui si prendono le decisioni.
>
> E noi spieghiamo le ragioni delle nostre decisioni attraverso *le 
> motivazioni, che però vanno lette tutte e per intero *anche quando 
> sono complesse e articolate*senza estrapolare dal contesto singole 
> frasi o parole, con il solo fine strumentale di aizzare l’opinione 
> pubblica contro l’esercizio della giurisdizione attraverso letture 
> scandalistiche e parziali.*
>
> Soprattutto chi ha responsabilità istituzionali e di governo sa, o 
> dovrebbe sapere, che prima di esprimere giudizi semplificati le 
> questioni vanno approfondite leggendo la sentenza del Tribunale di 
> Genova (depositata tre mesi fa…), e poi si possono muovere con 
> cognizione di causa le critiche, anche le più dure.
>
> Come magistrati siamo ormai abituati da molti anni ad essere attaccati 
> per le decisioni che prendiamo: e ciò nonostante continueremo a fare 
> il nostro lavoro con la dignità e l’indipendenza che ha dimostrato 
> proprio la nostra collega Silvia Carpanini, a cui va la nostra 
> incondizionata solidarietà per essere diventata un altro bersaglio, 
> utile per una campagna di manipolazione dell’opinione pubblica.
>
> Al giudice spetta giudicare il fatto e la persona che gli sta davanti 
> senza pressioni esterne: è per questo che i processi non si fanno al 
> bar o nei salotti televisivi ma in un luogo neutro dove, nel 
> contraddittorio, si presta attenzione a ciascuna delle parti in causa.
>
> Al legislatore spetta valutare se i meccanismi previsti dalla legge 
> sono adeguati: ma non si può chiedere ad un giudice di non applicare 
> le attenuanti se sono previste dalla legge.
>
> Per correggere le sentenze esiste l’appello: peccato, però, che da 
> anni il legislatore ha abolito la possibilità del Pubblico Ministero 
> di impugnare le sentenze in questi casi proprio per limitarne il ruolo.
>
> Ma parlare di “delitto d’onore” o usare altre forme semplificate di 
> comunicazione serve solo ad alimentare la sfiducia nei confronti 
> dell'autorità giudiziaria: e ciò non fa bene al Paese e alla società 
> democratica.
>
>
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