[Area] R: Un ricordo di Walter Mapelli

Francesco Maisto francescomaisto2 a gmail.com
Mer 10 Apr 2019 20:30:15 CEST


Caro Pino, ti ringrazio per questa condivisione.
Caro Olindo, ti ringrazio per aver detto poche, belle, vere e profonde
parole per salutare Walter.
La lontananza geografica non cancella la vicinanza spirituale a Walter che
sempre ricordo come un giovane uditore per un breve ed intenso periodo al
tribunale di sorveglianza. Mi colpirono la sua curiosità ed i grandi
sorrisi, che, all’epoca, francamente , erano rari per un giovane uditore
appassionato della funzione inquirente, mandato in sorveglianza.
Francesco Maisto

Il giorno mer 10 apr 2019 alle 11:08 Giordano Baggio <
giordanoernesto.baggio a giustizia.it> ha scritto:

> Mi aggiungo ai tanti che già hanno scritto per ricordare Walter Mapelli.
>
>
>
> Ho lavorato in Procura a Monza con Walter per 6 anni dal 2006 al 2012.
>
> Di solito Walter faceva capolino nel tardo pomeriggio.  Entrava nel tuo
> ufficio – non importa cosa stessi facendo – si sedeva e ti diceva “ *e
> allora? Come va?*”. Tu iniziavi a dire qualcosa e subito lo chiamava
> qualcuno al telefono ( questo succedeva spesso anche quando si giocava a
> tennis). Tu allora provavi a lavorare un pochetto.  Poi terminava la
> telefonata e, se non ne iniziava subito un’altra, riuscivi a dirgli “*come
> andava* “. Ma lui lo sapeva già. Non veniva per avere informazioni, ma
> per fare squadra. Io all’inizio,  venendo dalla riservata  Procura di
> Torino, non sempre apprezzavo la sua “invadenza”. Ma poi un giorno – dopo
> che Walter era stato assente dall’ufficio per qualche giorno , cosa per il
> vero rarissima - ho capito quanto mi mancasse il suo saluto pomeridiano.
>
> Walter è il più forte antidoto naturale a una magistratura chiusa nel suo
> fortino giudiziario che io abbia conosciuto. E meno male che mi è stato
> somministrato.
>
> Non i discorsi valoriali che molti fanno – spesso retorici -, non
> l’impegno che alcuni proclamano – spesso peloso - , ma lui, capace di
> essere in ogni dove,  con la sua intelligenza vivace e la sua fisicità
> magra e forte , con la bicicletta   parcheggiata fuori dal Tribunale e la
> borsa da tennis a penzoloni (nessuno avrebbe mai potuto rubarla) , con la
> disponibilità ad ascoltarti sempre, con la sua naturale capacità di vivere
> la magistratura come impegno nella società civile, andando sempre al sodo,
> senza mai essere noioso, retorico o lezioso. Lui che si chiamava Walter
> come Bonatti e ne aveva davvero il carattere e la tempra.  Era capace di
> empatia con tutti, anche con gli imputati, e tutti glielo riconoscevano
> sinceramente. Non aveva l’agenda – cartacea o elettronica – ma si ricordava
> tutto. Gli spiegavi le questioni più spinose e lui le capiva al volo e ti
> dava sempre delle idee. E non si parlava solo di lavoro. Aveva una grande
> passione per la storia  e per quella militare in particolare. Una volta in
> 10 minuti mi ha descritto la battaglia di Waterloo in modo così vivido che
> mi pareva di esserci stato anch’io. Lui col suo modo di essere, con la sua
> costante presenza in ufficio , in tutti gli uffici, ci ha cambiato in molti
> e in meglio.
>
>
>
> grazie caro Walter per tutto questo
>
>
>
>
>
> Giordano
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