[Area] R: Un ricordo di Walter Mapelli

Giordano Baggio giordanoernesto.baggio a giustizia.it
Mer 10 Apr 2019 11:06:38 CEST


Mi aggiungo ai tanti che già hanno scritto per ricordare Walter Mapelli.  

 

Ho lavorato in Procura a Monza con Walter per 6 anni dal 2006 al 2012. 

Di solito Walter faceva capolino nel tardo pomeriggio.  Entrava nel tuo ufficio – non importa cosa stessi facendo – si sedeva e ti diceva “ e allora? Come va?”. Tu iniziavi a dire qualcosa e subito lo chiamava qualcuno al telefono ( questo succedeva spesso anche quando si giocava a tennis). Tu allora provavi a lavorare un pochetto.  Poi terminava la telefonata e, se non ne iniziava subito un’altra, riuscivi a dirgli “come andava “. Ma lui lo sapeva già. Non veniva per avere informazioni, ma per fare squadra. Io all’inizio,  venendo dalla riservata  Procura di Torino, non sempre apprezzavo la sua “invadenza”. Ma poi un giorno – dopo che Walter era stato assente dall’ufficio per qualche giorno , cosa per il vero rarissima - ho capito quanto mi mancasse il suo saluto pomeridiano.  

Walter è il più forte antidoto naturale a una magistratura chiusa nel suo fortino giudiziario che io abbia conosciuto. E meno male che mi è stato somministrato.

Non i discorsi valoriali che molti fanno – spesso retorici -, non l’impegno che alcuni proclamano – spesso peloso - , ma lui, capace di essere in ogni dove,  con la sua intelligenza vivace e la sua fisicità magra e forte , con la bicicletta   parcheggiata fuori dal Tribunale e la borsa da tennis a penzoloni (nessuno avrebbe mai potuto rubarla) , con la disponibilità ad ascoltarti sempre, con la sua naturale capacità di vivere la magistratura come impegno nella società civile, andando sempre al sodo, senza mai essere noioso, retorico o lezioso. Lui che si chiamava Walter come Bonatti e ne aveva davvero il carattere e la tempra.  Era capace di empatia con tutti, anche con gli imputati, e tutti glielo riconoscevano sinceramente. Non aveva l’agenda – cartacea o elettronica – ma si ricordava tutto. Gli spiegavi le questioni più spinose e lui le capiva al volo e ti dava sempre delle idee. E non si parlava solo di lavoro. Aveva una grande passione per la storia  e per quella militare in particolare. Una volta in 10 minuti mi ha descritto la battaglia di Waterloo in modo così vivido che mi pareva di esserci stato anch’io. Lui col suo modo di essere, con la sua costante presenza in ufficio , in tutti gli uffici, ci ha cambiato in molti e in meglio. 

 

grazie caro Walter per tutto questo 

 

 

Giordano 

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