[Area] Ancora sul 25 Aprile - per i più giovani

mario ardigo marioardigo a yahoo.com
Gio 25 Apr 2019 11:56:48 CEST


Oggiè la festa civile del 25 Aprile e voglio continuare il discorso su di essa cheho iniziato ieri. 

 Per i più giovani: la  Resistenza storica italiana, quella contro ilfascismo mussoliniano e le forze militari tedesche occupanti, fu un movimentoculturale, politico, militare che si sviluppò in Italia tra il 25 luglio 1943,quando il Re d’Italia revocò a Benito Mussolini l’incarico di Capo del Governo,e il 3 maggio 1945, data in cui gli occupanti tedeschi, a Caserta,  anche quali rappresentanti della fascistaRepubblica Sociale Italiana, firmarono la resa alle Forze Alleate. Si stima incirca 185.000 il numero dei combattenti antifascisti nelle Forze armate dellaResistenza,  coloro che vennero chiamati  partigiani o ribelli. Si stima in circa 28.000 il numero dei loro morti incombattimento. Si stima in circa 117.000 il numero dei Resistenti civili e incirca 17.000  i loro caduti. Molto piùvasto fu il coinvolgimento culturale nell’antifascismo, che richiese unsignificativo cambiamento di mentalità. Esso si sviluppò molto rapidamente,quando, dopo il 25 luglio 1943 fu molto ampliata la libertà di espressione e diassociazione, pur con i limiti imposti dalla normativa di guerra, inparticolare con l’esercizio molto ampio della libertà di stampa. Coloro chevissero quei due anni ricordano il loro stupore di fronte al  rapido fiorire di tanti quotidiani di diversiorientamenti politici  e civili. 

 Alle elezioni politiche italiane del 1946, leprime cui parteciparono anche le donne, su ventitré milioni di votanti,   circanove milioni di votanti scelsero formazioni socialiste e circa otto milioni laDemocrazia Cristiana, il nuovo partito cattolico democratico fondato nel 1942,e questo dopo oltre vent’anni di regime autoritario fascista. Questo dà lamisura del cambiamento di mentalità. Va aggiunto che esso fu molto sensibileanche tra gli internati militari italiani nei campi di concentramento tedeschiche in  larga maggioranza avevanorifiutato di arruolarsi nelle forze armate della  fascista Repubblica Sociale Italiana. Facendoavrebbero riacquistato la libertà.  Questoampio consenso ai partiti democratici risalta se si considera che il fascismomussoliniano, anche se dopo il 1924 non si sottopose più a verifiche elettoralilibere, ebbe tuttavia una vasto consenso popolare, come evidenziò, all’esitodelle sue accurate ricerche, lo storico Renzo De Felice, e questo inparticolare dopo i Patti Lateranensi  del 1929 con il Papato romano e l’ampiafascistizzazione dell’Azione Cattolica  edel clero italiano a seguito dell’enciclica pontificia Il Quarantennale -   Quadragesimo Anno  del 1931. 

  Il principale cambio di mentalità, una vera epropria conversione civile, fu il passare da un’ideologia che si proponeva larigenerazione sociale e la  riformapolitica mediante la guerra ad una che si proponeva di realizzarle in un ordinepacifico, nazionale e internazionale. Per il fascismo mussoliniano la guerraera la via della rigenerazione nazionale, per gli antifascisti della Resistenzastorica essa era lo strumento per interrompere una politica di guerra e lamilitarizzazione del contesto civile e quindi la degenerazione nazionale in unanazione di bruti. In questo senso  ilResistente cattolico Teresio Olivelli cantò di una  ribellione per amore. 

  E’ proprioquesto cambiamento di mentalità che si vuole rievocare e riprodurre, primaancora che celebrare, nella festa civile del 25 Aprile. 

 Sempre per i più giovani, in sintesi: il 25 Aprile del 1945, a Milano, ilComitato di Liberazione Nazionale Alta Italia CLNAI diede l’ordine diinsurrezione generale, la città cadde nelle mani delle forze armate partigianee Benito Mussolini, tra i fondatori e poi capo assoluto, Duce, delfascismo italiano, abbandonò il potere e iniziò un tentativo di fuga. La guerrain Italia finì però solo il 2 maggio 1945 con l'entrata in vigore del  cessateil fuoco  a seguito della  firma, a Caserta, il 29aprile 1945, della resa delle forze armate occupanti tedesche, rappresentatedal colonnello Viktorvon Schweinitz e dal maggiore  EugenWenner, i quali rappresentavano anche la fascista Repubblica SocialeItaliana per delega del suo Ministro della Difesa Nazionale Rodolfo Graziani.Benito Mussolini fu catturato dalle forza partigiane il 27 aprile 1945 egiustiziato il giorno seguente in esecuzione di un ordine del CLNAI. Era statocapo del Governo del Regno d’Italia dal 31 ottobre 1922 al 25 luglio 1943.Successivamente aveva fondato, nella parte dell’Italia occupata dalle forzearmate tedesche, inizialmente nel centro e Nord Italia, e successivamente solonel Nord Italia,  la Repubblica Sociale Italiana, della quale erastato capo del Governo dal 23 settembre 1943 al 25 aprile 1945. Durante il suoregime, l'11 febbraio 1929, furono conclusi accordi di pacificazione tra ilRegno d’Italia e il Papato romano, i Patti Lateranensi,  cheposero fine alla controversia politica iniziata con la conquista militare diRoma da parte del Regno d’Italia, il 20 settembre 1870, e la soppressione delloStato Pontificio, o Stato della Chiesa, il regno territoriale dei Papinell’Italia centrale. A seguito di tali accordi, nel 1931, conl’enciclica Il Quarantennale  - Quadragesimo Anno (nelQuarantennale della prima enciclica sociale moderna, la Le novità -Thecraving for the new -  Rerum novarum,  del 1891)  il Papato ordinò ai cattolici di collaborare con le istituzionisociali fasciste, dove esistevano. La si legga, per credere. E’ pubblicata inpiù lingue sul sito della Santa Sede. 

 Discutiamone: abbiamo, oggi, necessità di uncambio di mentalità analogo a quello che si produsse all’epoca della Resistenzastorica? Siamo ancora tentati da qualcosa che appartenne al fascismo storico?E’ questo ciò che occorre ai tempi nostri?

 Il giustomodo di celebrare la festa civile del 25 Aprile è questo: discutendo e,soprattutto, mettendo in discussione se stessi. Non una liturgia, quindi, maesame di coscienza, valutazione affidabile della realtà sociale in cui si èimmersi, autocritica e critica sociale.

  In realtà, il nostro più  pressante attuale problema sociale in Italiami pare sia ancora quello a cui il fascismo tentò di porre rimedio proponendola rigenerazione civile mediante la guerra: la disgregazione civile, l’egoismosociale e di gruppo. Esso vi contrappose, come virtù, l’egoismo nazionale,inteso all’espansione  territoriale ealla predazione mediante la guerra. L’egoismo nazionale è appunto la soluzioneche va oggi per la maggiore in Italia, ma non più a fini aggressivi, bensìdifensivi, in particolare con motivazioni francamente razziste, però non basatepiù sull’idea della superiorità della nazione italiana ma sulla paura verso chicerca di giungervi proveniente da altre nazioni. In questo vi  è anche la ripresa del razzismo nazista, chevedeva negli stranieri presenti nella nazione delle specie di parassiti daiquali liberarsi con un’azione di disinfestazione sociale. Di questo lavorosvolto in Italia durante la Resistenza storica si fece vanto il generaletedesco Albert Kesselring (1885-1960), comandante delle forze di occupazionetedesche in Italia in quel periodo. Condannato a morte nel 1947, la pena gli fucommutata in ergastolo  e poi, nel 1952,gli fu amnistiata. Tornato libero Kesselring dichiarò che gli italianiavrebbero dovuto fargli un monumento per quello che aveva fatto in Italiadurante il suo comando. Gli replicò pubblicamente Piero Calamandrei, professoredi procedura civile all’Università di Firenze, fondatore del Partito d’Azione,uno dei partiti democratici sorti durante l’ultima fase del regime fascistamussoliniano, deputato all’Assembla Costituente, che deliberò la nuovaCostituzione Repubblicana, e deputato nella prima legislatura della nuovaRepubblica democratica, in una lirica nota come Ode a Kesselring, per una lapide che fu affissa il 7 dicembre 1952nell’atrio del Comune piemontese di Cuneo. Io la tengo appesa nel mio ufficio,dietro le mie spalle. Eccovela:

LO AVRAI CAMERATA KESSELRING

IL MONUMENTO CHE PRETENDI DA NOIITALIANI

MA CON CHE PIETRA SI COSTRUIRÀ ADECIDERLO TOCCA A NOI

NON COI SASSI AFFUMICATI

DEI BORGHI INERMI STRAZIATI DAL TUOSTERMINIO

NON COLLA TERRA DEI CIMITERI

DOVE I NOSTRI COMPAGNI GIOVINETTI

RIPOSANO IN SERENITÀ

NON COLLA NEVE INVIOLATA DELLEMONTAGNE

CHE PER DUE INVERNI TI SFIDARONO

NON COLLA PRIMAVERA DI QUESTE VALLI

CHE TI VIDE FUGGIRE

MA SOLTANTO COL SILENZIO DEITORTURATI

PIÚ DURO D'OGNI MACIGNO

SOLTANTO CON LA ROCCIA DI QUESTOPATTO

GIURATO FRA UOMINI LIBERI

CHE VOLONTARI S'ADUNARONO

PER DIGNITÀ NON PER ODIO

DECISI A RISCATTARE

LA VERGOGNA E IL TERRORE DEL MONDO

SU QUESTE STRADE SE VORRAI TORNARE

AI NOSTRI POSTI CI TROVERAI

MORTI E VIVI COLLO STESSO IMPEGNO

POPOLO SERRATO INTORNO AL MONUMENTO

CHE SI CHIAMA

ORA E SEMPRE RESISTENZA!

 

  Quindi,“patto giuratofra uomini liberi che volontari s'adunarono per dignità non per odio decisi ariscattare la vergogna e il terrore del mondo”. Questo appunto il senso del cambiamento di mentalità di massa che siprodusse tra gli italiani tra il 1943 e il 1945, negli anni in cui fucombattuta la guerra di Resistenza: un capovolgimento della mentalità, e spiritualità(il fascismo aveva una propria mistica),insegnata dal fascismo mussoliniano. 

  E’ molto importante capire questo: laResistenza storica non fu solo renitenza,vale  a dire disimpegno dalla miliziacivile fascista, ma un impegno secondo valori opposti a quelli del fascismo, rapidamenteriscoperti, in particolare, dai più giovani, quindi da quelli che proprio dalfascismo, e dal clerico-fascismo, erano stati educati. Per loro in particolare,in questo senso, si trattò di una vera e propria conversione civile. LaRepubblica Sociale Italiana, lo stato fascista che pretese di continuare agovernare gli italiani finiti sotto occupazione tedesca dal settembre 1943 al25 aprile 1945, condannava a morte i renitenti alla leva (i bandi di leva delleclassi 1924 e 1925, sotto pena di morte, furono firmati dal Ministro dellaDifesa Nazionale generale Rodolfo Graziani, il quale nel dopoguerra fupresidente onorario del Movimento Sociale Italiano); chi si arruolò nelle Forzearmate partigiane combattendo una guerra molto dura, spesso senza prigionieri,lo fece volontariamente, per un impegno di milizia secondo quei valoririscoperti. 

 Dietro l’esperienza morale, spirituale,culturale, politica e militare della Resistenza storica ci fu una questione digrandi valori umanitari, divenendo consapevoli della vergogna e del terrore  sparsi nel mondo dal regime fascista e daisuoi allegati. Fu per i più, lo ripeto, autocritica e conversione. Certo laguerra fu una dura scuola per gli italiani. Si capì che quella violenza estremanon rigenerava, ma abbrutiva. La principale promessa del fascismo mussoliniano,quella della grandezza nazionale per mezzo della guerra di aggressione, vennecosì smentita.   Ma senza l’adesione a quei valori, opposti aquelli del fascismo, sarebbe tutto finito lì, si sarebbe rimasti inerti subendola rovina. E’ quello che, in definitiva, accadde nella Germania fino allacaduta del regime nazista hitleriano. In Germania si partì dal quel momento inpoi e il trapasso fu molto più lungo. 

  Anche ai tempi nostri vi sono vergogna eterrore dai quali redimersi. Perché redimersi?Perché ad essi si è assentito. Se li si riconosce come tali occorre quindi  ripudiarli. A che mi riferisco? Il fattopiù eclatante, che implica sicuramente una responsabilità storica dellanazione, sono le politiche sull’immigrazione, che godono di un vasto consensopopolare e che non sono riconducibili solo all’ultima stagione politica. Ma viè anche dell’altro, in particolare, ad esempio,  in materia di dignità dei lavoratoridipendenti. Discuterne, e mettere se stessi in discussione, è  celebrare degnamente la festa di oggi.

Mario Ardigò

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