[Area] R: Re: Populismo giudiziario e mito del sorteggio

Matteo Centini matteo.centini a giustizia.it
Gio 13 Giu 2019 12:55:32 CEST


Beh un remotizzazione pure dalle stanze di un albergo romano non sarebbe male...

Inviato da iPhone

Il giorno 13 giu 2019, alle ore 12:48, "mas.sen a tin.it<mailto:mas.sen a tin.it>" <mas.sen a tin.it<mailto:mas.sen a tin.it>> ha scritto:

Io introdurrei la trasmissione radio in diretta e obbligatoria da parte di RadioRadicale o chi per essa di tutte le sedute (ufficiali) in cui si discute dei posti direttivi. Noi peones (mai iscritti ad alcuna corrente) vogliamo sentire che cosa si dicono in quelle sedute i componenti del CSM. Perché la Commissione disciplinare si e la Commissione incarichi direttivi no?
Massimo Sensale
Corte d'appello di Napoli


----Messaggio originale----
Da: thorgiov a libero.it<mailto:thorgiov a libero.it>
Data: 11-giu-2019 23.21
A: <area a areaperta.it<mailto:area a areaperta.it>>
Ogg: Re: [Area] Populismo giudiziario e mito del sorteggio


Io insisto su un punto : le correnti sono troppo ben organizzate e strutturate, per cui anche il sorteggio avrebbe un effetto limitato. Inoltre, almeno personalmente, non credo che la sorte sia un buon sistema di selezione. Rimango dell'opinione che occorra invece incidere a monte sul carrierismo, introducendo il parere dei componenti dell'ufficio almeno in occasione della conferma dei dirigenti nonchè la temporaneità assoluta della funzioni di vertice. Perchè oggi tutto il potere delle correnti dipende proprio dalla possibilità di incidere in modo significativo sulla carriera dei magistrati. Togliamo loro questo potere, e sarà eliminata la causa di tante degenerazioni.

FELICE  PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

Il 11/06/2019 19:08, Andrea Reale ha scritto:
A taluno sembra opinabile il metodo del  “sorteggio dei migliori”.
Certamente   esso recide alla base la possibilità che giungano al Consiglio Superiore  magistrati succubi delle  indicazioni delle segreterie delle correnti , queste ultime capaci di  decidere  anche il momento dei bisogni fisiologici dei componenti togati, al fine di modificare le maggioranze necessarie per nominare i direttivi (copyright: A. Robledo).
Davvero trovo inaccettabile, in un momento come questo,  che l'ex procuratore di Milano, rimasto del tutto silente davanti alle gravissime accuse rivoltegli dal dott. Iacona nella puntata del suo Programma "palazzi di Ingiustizia" del gennaio scorso , che  ipotizzavano forti legami con il potere politico idonei ad incidere sulla obbligatorietà della azione penale in certe vicende   giudiziarie milanesi, si cimenti nel tentativo di ostacolare l'unico metodo, che sembra ormai irreversibile, per recuperare la credibilità perduta del CSM a causa del correntismo.
Andrea Reale
On Monday, June 10, 2019, 8:27:53 PM UTC, <ed.brutiliberati a gmail.com><mailto:ed.brutiliberati a gmail.com> wrote:









In allegato e di seguito lo schema dell’intervento che ho svolto l’8 giugno al 2° Congresso di AreaDG

Edmondo Bruti Liberati

Allego anche in PDF l’articolo del prof. Ainis cui faccio riferimento







DE TE FABULA NARRATUR Orazio<https://it.wikipedia.org/wiki/Quinto_Orazio_Flacco>, Satire<https://it.wikipedia.org/wiki/Satire_(Orazio)>, I, 1, 69-70<https://la.wikipedia.org/wiki/s:Sermones_(Horatius)/Liber_prior/Sermo_I_-_Qui_fit,_Maecenas,_ut_nemo,_quam_sibi_sortem#65>



Edmondo Bruti Liberati

Schema dell’intervento  svolto al 2° Congresso Nazionale di Area Democratica per la Giustizia- Roma 8 giugno 2019 nella tavola rotonda La giustizia e la crisi della democrazia rappresentativa





1.Alcuni caratteri del populismo.



Democrazia diretta (Nadia Urbinati)

Negazione di qualsiasi legittimità ai corpi intermedi e incensamento della democrazia diretta (Ilvo Diamanti, Marc Lazar).

Svalutazione delle istituzioni di controllo, dei meccanismi di bilanciamento dei poteri.

Fastidio per l’intervento della magistratura quale limite all’esercizio del potere, ma con atteggiamenti ambivalenti. In Italia il “Capitano” Salvini attacca i giudici che emettono provvedimenti sgraditi e li invita “a presentarsi alla elezioni”. In Brasile Bolsonaro esalta l’operazione anticorruzione “Lava Jato” e nomina ministro della Giustizia il magistrato Sergio Moro, che si richiama esplicitamente a Mani Pulite e Di Pietro.

Antielitismo  come elemento  fondante della ideologia populista, fondata sul culto del capo (Ilvo Diamanti, Marc Lazar).

Populismo penale. Crociata contro la criminalità pretesa dilagante e la corruzione, con aggravamenti trucolenti delle pene e affievolimento delle garanzie.



2. Il populismo giudiziario.



  Il populista che è in noi magistrati.

“Esibiziomismo, supponenza e settarismo di taluni magistrati, in particolare Pm”

“Protagonismo nel dibattito pubblico diretto a promuovere consenso alle loro inchieste e soprattutto alle loro persone” ( Ferrajoli 2012)

“La vicenda di Mani pulite ci insegna anche che una cosa è l’apprezzamento della opinione pubblica per la azione dei magistrati e altro è il tifo da stadio o il sostegno acritico, che alla giustizia fa ancora più male, se possibile, degli attacchi denigratori e delegittimanti. Il “protagonismo” improprio di taluni magistrati è la parte negativa della eredità di Mani pulite.  Dal “protagonismo (necessitato) della magistratura” sulla corruzione si è passati al “protagonismo (improprio) di taluni magistrati “, in particolare Pm. (E. Bruti Liberati 2018)

Spirito di crociata contro la criminalità e la corruzione. Magistratura cavaliere bianco, angelo vendicatore, unica istituzione sana. Tutto è corruzione.

A fin di bene, s’intende, si mettono in tensione le garanzie processuali in paradossale egualitarismo verso il basso che assicura ai soggetti forti lo stesso trattamento fino ai ieri riservato ai deboli.

Intento moralizzatore della politica e dell’amministrazione, che investe sotto il profilo dell’indagine penale il terreno della discrezionalità politico ammnistrativa.

“Derive di controllo panpenalistico sulle prassi politiche “ (C.Visconti 2016)

“Il problema è lo svuotamento della politica da cui può derivare la tentazione fallace di una sua compensazione giudiziaria” (G. Preterossi, 2016)

“ La riduzione dei problemi di accountability alla sola dimensione penalistica produce effetti distorsivi[…] In una sorta di circolo vizioso , il deficit di etica e di accountability produce un eccesso di penale, che ponendosi come unico criterio di responsabilizzazione tende ulteriormente a ridurre  lo spazio proprio di autonomo  giudizio etico e/o politico” (D.Pulitanò 2013)

La ostilità verso le élites e il procedimento di formazione delle élites .





3. Il mito del sorteggio

La ostilità verso le élites e il procedimento di formazione delle élites  ha prodotto  il sostegno alla proposta di sorteggio dei componenti del Csm e financo la proposta di sorteggio dei dirigenti degli uffici.

Napoleone diceva che tutti i soldati di Francia hanno nello zaino il bastone di Maresciallo, ma poi i Marescialli li selezionava con cura  e ciascuno lo destinava, non per sorte, al compito per cui appariva più idoneo. Uno vale uno. Chiunque può essere Ministro dei Trasporti: tutti abbiamo preso almeno una volta un tram, un treno, un nave o un aereo.

Ma oggi il sorteggio viene da più parti proposto, con diverse varianti, come metodo per la selezione dei componenti togati del Csm. L’idea non è nuova.

Nel 1971  viene presentata dall'on.Almirante, nel quadro di un'aspra campagna dell'Msi contro il Consiglio in carica, una proposta di legge costituzionale (Camera n.3568, V Legislatura) che, muovendo dalla critica della politicizzazione del Csm, ne propone una composizione che, contemporaneamente, accen­tua il carattere corporativo, con la riduzione dei membri eletti dal Parlamento e ne riduce la rappresentatività.  Nella relazione infatti si sottolinea la opportunità di introdurre nel Csm "magistrati di nomina non elettiva" prospettandosi come "soluzione più valida quella del sorteggio tra alcune categorie di magistrati".

Sulla proposta dell’on. Almirante il Csm si esprime in modo totalmente nega­tivo con il parere del 30 maggio 1972 che costituisce l'occasione per la riaffermazione del principio di elettività. Quanto alla riduzione del numero dei membri laici si segnala il rischio di trasformazione in un "organo di casta" e si ribadisce la necessità di una "saldatura tra le esigenze proprie dell'amministrazione della giustizia e la sentita aspirazione ad evitare che la magi­stratura operi come un corpo chiuso, al di fuori di un effettivo controllo esterno". Ma­ i lavori parlamentari si interrompono per lo scioglimento anticipato delle Camere, e la proposta non ha seguito. Rimane da sottolineare la consapevolezza istituzionale dell’on. Almirante, che ritiene imprescindibile la modifica costituzionale.

Da ultimo il tema del sorteggio è stato rilanciato su Repubblica (8 giugno 2019 p.33) dal professor Michele Ainis.

Il titolo sembra perentorio “ Il sorteggio dei migliori” , ma l’articolo va letto per intero e con attenzione non solo per l’autorevolezza dell’autore, ma soprattutto perché il finale riserva un colpo di scena, che vanifica il titolo. Dunque sorteggio dei 16 togati componenti togati, ma “Ovviamente con taluni accorgimenti, con un sorteggio, per cosi dire, ‘pilotato’”.

Prosegue il prof. Ainis “Insomma. La platea dei giudici ben si presta all’uso del sorteggio: è una comunità di pari, nessuno può sentirsi scavalcato. Quanto alle modalità operative, per una volta potremmo prendere ad esempio l’università. Dove una legge del 2008 ha debellato Concorsopoli, stabilendo l’estrazione a sorte dei commissari di concorso. A due condizioni, tuttavia: che i professori presentino la propria condidatura; e che i candidati superino una “mediana”, per misurare la bontà dei loro titoli. Questo modello, tradotto per i giudici, renderebbe sorteggiabili solo quanti si distinguono per laboriosità, o magari per l’indice di decisioni confermate in appello. Il sorteggio dei migliori” .

Due osservazioni.

a.”Nessuno può sentirsi scavalcato”. Una sorprendente concessione al corporativismo. La selezione di chi deve comporre l’organo di governo autonomo della magistratura avrebbe come criterio di fondo quello di non scontentare nessuno

b. Università.” Dove una legge del 2008 ha debellato Concorsopoli, stabilendo l’estrazione a sorte dei commissari di concorso”. Forse è un accenno ironico visto che le cronache dell’ultimo decennio non ci hanno fatto mancare episodi di “cordate” e di nepotismo.

Una conclusione.

Il “sorteggio dei migliori”. Più che opinabili i due criteri che dovrebbero servire per selezionare i migliori. Ma soprattutto: chi seleziona i “migliori”.   Una sorta di navigator? Scelti a loro volta con sorteggio “non pilotato” o eletti e da chi e con quale sistema?

Ecco perché era essenziale non fermarsi al titolo. L’articolo del prof. Ainis in realtà fornisce i migliori argomenti contrari al sorteggio.

Ma se si volesse andare a fondo perché non proporre di applicare il metodo del sorteggio, con il lancio dei dadi, per la decisione delle controversie, secondo l’illustre precedente dell’anziano giudice Bridoye nel Tiers Livre del Pantagruel di Rabelais?(Vedi  B. Cavallone, “Comme vous autres, messieurs”.(François Rabelais teorico del processo e del giudizio), in Rivista di diritto processuale, anno LXII ( Seconda serie), n.2, marzo.aprile 2008 p. 433 ss)





4.De te fabula narratur



Il monito del poeta non può essere ignorato neppure da quella parte più avvertita della magistratura  che non cede alle sirene del populismo giudiziario.

Cito ancora da Ferrajoli 2012

-consapevolezza del carattere sempre relativo della verità processuale

- rispetto dovuto a tutte le parti in causa, vittime e imputati, pur se mafiosi, terroristi o corrotti.(Al riguardo  si veda la circolare del Procuratore di Napoli Melillo sulle direttive per evitare le fotografie degli arrestati)

- costume del dubbio, prudenza nel giudizio

Ed ancora il costume di sobrietà e riservatezza, che è ancor più essenziale quando dalla maggioranza di governo si contesta il fondamento della indipendenza della magistratura. Al riguardo una vera e propria “lezione” ci è stata impartita stamane nell’intervento della magistrata in tirocinio Valeria Motta. Il magistrato è un cittadino a tutto tondo con le sue idee ed ha il diritto di esprimerle, senza il rischio di censure disciplinari; ma vi sono dei limiti di sobrietà e di misura. E deve prestare particolare attenzione alle frequentazioni. Non è questione di apparenza di imparzialità, ma di sostanza. Il Codice deontologico dell’Anm è più che mai attuale.















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