[Area] R: Re: R: Re: Populismo giudiziario e mito del sorteggio
mas.sen a tin.it
mas.sen a tin.it
Ven 14 Giu 2019 11:01:53 CEST
Dunque le correnti come i partiti? Dunque è normale e lecito che le nomine dei posti che contano siano fatte a pacchetti e (non per merito, ma) per designazione della corrente e con distribuzione proporzionale? A tacere delle regalie e dei dossieraggi "contro"? E' questa la sbandierata indipendenza della magistratura? E a me, che non sono mai stato iscritto ad alcuna corrente (da 35 anni) chi mi rappresenta? In quale pacchetto, in quale spartizione potrò mai rientrare? A questo punto, per coerenza, toglietemi anche il diritto di elettorato attivo. Perché dovrei votare per il CSM?
Massimo Sensale
Corte d'appello di Napoli
----Messaggio originale----
Da: thorgiov a libero.it
Data: 14-giu-2019 10.29
A: "Matteo Centini"<matteo.centini a giustizia.it>, "mas.sen a tin.it"<mas.sen a tin.it>
Cc: "area a areaperta.it"<area a areaperta.it>
Ogg: Re: [Area] R: Re: Populismo giudiziario e mito del sorteggio
Vorrei fare un parallelo : vi risulta che le leggi le decide
effettivamente il Parlamento ? In realtà deputati e senatori il
più delle volte non sanno neppure che cosa vanno a votare, e si
limitano a seguire le indicazioni dei capigruppo, che a loro volta
recepiscono le direttive delle segreterie dei partiti. I veri
centri decisionali sono altrove. Ora, anche i componenti togati
del CSM sono al loro posto perchè li ha scelti la corrente, quando
ha deciso di candidarli. A loro volta i componenti laici del CSM
devono rispondere al partito politico che li ha scelti. Ma se
anche in questo caso i veri centri decisionali non si trovano a
Palazzo dei Marescialli, è ovvio che sono altri i luoghi in cui si
fanno le scelte che contano. Palamara ha partecipato alla famosa
riunione di cui si discute, al pari di Cosimo Ferri, non in quanto
componente del CSM, visto che ricopriva tale carica nell'ultima
consiliatura e non in quella attuale, ma in quanto esponente di
punta della sua corrente. A me sembra che tutti quanti stiate
scoprendo l'acqua calda ! Il sorteggio, poi, rischia di diventare
l'ennesimo alibi per non cambiare nulla. I componenti del CSM
debbono per forza di cose essere eletti, perchè così è previsto
dalla Costituzione. Certo, potrebbe essere una elezione di secondo
grado, dopo un primo sorteggio. Ma a quel punto a che scopo
candidarsi, se poi comunque occorre l'appoggio della corrente per
essere eletti ? Io ribadisco la mia proposta. La soluzione deve
essere radicale. Bisogna incidere sulle carriere, nel senso che
bisogna proprio evitare che queste esistano. Occcorre introdurre
la temporaneità assoluta delle funzioni direttive e semidirettive
e l'acquisizione del parere dei componenti dell'ufficio almeno nel
momento della conferma. Perchè oggi le correnti hanno un peso
decisivo sulle carriere. Bisogna dunque togliere loro l'acqua in
cui nuotano. Altrimenti tutto diventa vuota retorica.
FELICE PIZZI ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli
Nord )
Il 13/06/2019 12:55, Matteo Centini ha
scritto:
Beh un remotizzazione pure dalle stanze di un albergo romano non
sarebbe male...
Inviato da iPhone
Il giorno 13 giu 2019, alle ore 12:48, "mas.sen a tin.it"
<mas.sen a tin.it>
ha scritto:
Io introdurrei la trasmissione radio in diretta e
obbligatoria da parte di RadioRadicale o chi per essa di tutte
le sedute (ufficiali) in cui si discute dei posti direttivi.
Noi peones (mai iscritti ad alcuna corrente) vogliamo sentire
che cosa si dicono in quelle sedute i componenti del CSM.
Perché la Commissione disciplinare si e la Commissione
incarichi direttivi no?
Massimo Sensale
Corte d'appello di Napoli
----Messaggio originale----
Da: thorgiov a libero.it
Data: 11-giu-2019 23.21
A: <area a areaperta.it>
Ogg: Re: [Area] Populismo giudiziario e mito del sorteggio
Io insisto su un punto : le correnti sono troppo ben
organizzate e strutturate, per cui anche il sorteggio
avrebbe un effetto limitato. Inoltre, almeno personalmente,
non credo che la sorte sia un buon sistema di selezione.
Rimango dell'opinione che occorra invece incidere a monte
sul carrierismo, introducendo il parere dei componenti
dell'ufficio almeno in occasione della conferma dei
dirigenti nonchè la temporaneità assoluta della funzioni di
vertice. Perchè oggi tutto il potere delle correnti dipende
proprio dalla possibilità di incidere in modo significativo
sulla carriera dei magistrati. Togliamo loro questo potere,
e sarà eliminata la causa di tante degenerazioni.
FELICE PIZZI ( Giudice del contenzioso del Tribunale di
Napoli Nord )
Il 11/06/2019 19:08, Andrea Reale
ha scritto:
A taluno sembra opinabile il metodo del “sorteggio dei migliori”.
Certamente esso
recide alla base la possibilità che giungano al
Consiglio Superiore magistrati succubi delle
indicazioni delle segreterie delle correnti , queste
ultime capaci di decidere anche il momento dei
bisogni fisiologici dei componenti togati, al fine di
modificare le maggioranze necessarie per nominare i
direttivi (copyright: A. Robledo).
Davvero trovo
inaccettabile, in un momento come questo, che l'ex
procuratore di Milano, rimasto del tutto silente
davanti alle gravissime accuse rivoltegli dal dott.
Iacona nella puntata del suo Programma "palazzi di
Ingiustizia" del gennaio scorso , che ipotizzavano
forti legami con il potere politico idonei ad incidere
sulla obbligatorietà della azione penale in certe
vicende giudiziarie milanesi, si cimenti nel
tentativo di ostacolare l'unico metodo, che sembra
ormai irreversibile, per recuperare la credibilità
perduta del CSM a causa del correntismo.
Andrea Reale
On Monday, June 10, 2019, 8:27:53 PM UTC,
<ed.brutiliberati a gmail.com> wrote:
-->
In allegato e
di seguito lo schema dell’intervento che ho
svolto l’8 giugno al 2° Congresso di AreaDG
Edmondo Bruti
Liberati
Allego anche
in PDF l’articolo del prof. Ainis cui faccio
riferimento
DE TE FABULA NARRATUR
Orazio, Satire, I, 1, 69-70
Edmondo Bruti Liberati
Schema dell’intervento
svolto al 2° Congresso Nazionale di Area
Democratica per la Giustizia- Roma 8 giugno
2019 nella tavola rotonda La giustizia e la
crisi della democrazia rappresentativa
1.Alcuni caratteri del
populismo.
Democrazia diretta (Nadia
Urbinati)
Negazione di qualsiasi
legittimità ai corpi intermedi e
incensamento della democrazia diretta (Ilvo
Diamanti, Marc Lazar).
Svalutazione delle
istituzioni di controllo, dei meccanismi di
bilanciamento dei poteri.
Fastidio per l’intervento
della magistratura quale limite
all’esercizio del potere, ma con
atteggiamenti ambivalenti. In Italia il
“Capitano” Salvini attacca i giudici che
emettono provvedimenti sgraditi e li invita
“a presentarsi alla elezioni”. In Brasile
Bolsonaro esalta l’operazione anticorruzione
“Lava Jato” e nomina ministro della
Giustizia il magistrato Sergio Moro, che si
richiama esplicitamente a Mani Pulite e Di
Pietro.
Antielitismo come
elemento fondante della ideologia
populista, fondata sul culto del capo (Ilvo
Diamanti, Marc Lazar).
Populismo penale.
Crociata contro la criminalità pretesa
dilagante e la corruzione, con aggravamenti
trucolenti delle pene e affievolimento delle
garanzie.
2. Il populismo
giudiziario.
Il populista che è in noi
magistrati.
“Esibiziomismo,
supponenza e settarismo di taluni
magistrati, in particolare Pm”
“Protagonismo nel
dibattito pubblico diretto a promuovere
consenso alle loro inchieste e soprattutto
alle loro persone” ( Ferrajoli 2012)
“La vicenda di Mani
pulite ci insegna anche che una cosa è
l’apprezzamento della opinione pubblica
per la azione dei magistrati e altro è il
tifo da stadio o il sostegno acritico, che
alla giustizia fa ancora più male, se
possibile, degli attacchi denigratori e
delegittimanti.
Il “protagonismo” improprio di taluni
magistrati è la parte negativa della eredità
di Mani pulite.
Dal “protagonismo (necessitato)
della magistratura” sulla corruzione si è
passati al “protagonismo (improprio) di
taluni magistrati “, in particolare Pm. (E.
Bruti Liberati 2018)
Spirito di crociata
contro la criminalità e la corruzione.
Magistratura cavaliere bianco, angelo
vendicatore, unica istituzione sana. Tutto è
corruzione.
A fin di bene, s’intende,
si mettono in tensione le garanzie
processuali in paradossale egualitarismo
verso il basso che assicura ai soggetti
forti lo stesso trattamento fino ai ieri
riservato ai deboli.
Intento moralizzatore
della politica e dell’amministrazione, che
investe sotto il profilo dell’indagine
penale il terreno della discrezionalità
politico ammnistrativa.
“Derive di controllo
panpenalistico sulle prassi politiche “
(C.Visconti 2016)
“Il problema è lo
svuotamento della politica da cui può
derivare la tentazione fallace di una sua
compensazione giudiziaria” (G. Preterossi,
2016)
“ La riduzione dei
problemi di accountability alla sola
dimensione penalistica produce effetti
distorsivi[…] In una sorta di circolo
vizioso , il deficit di etica e di
accountability produce un eccesso di penale,
che ponendosi come unico criterio di
responsabilizzazione tende ulteriormente a
ridurre lo spazio proprio di autonomo
giudizio etico e/o politico” (D.Pulitanò
2013)
La ostilità verso le
élites e il procedimento di formazione delle
élites .
3. Il mito del
sorteggio
La ostilità verso le
élites e il procedimento di formazione delle
élites ha prodotto il sostegno alla
proposta di sorteggio dei componenti del Csm
e financo la proposta di sorteggio dei
dirigenti degli uffici.
Napoleone diceva che
tutti i soldati di Francia hanno nello zaino
il bastone di Maresciallo, ma poi i
Marescialli li selezionava con cura e
ciascuno lo destinava, non per sorte, al
compito per cui appariva più idoneo. Uno
vale uno. Chiunque può essere Ministro dei
Trasporti: tutti abbiamo preso almeno una
volta un tram, un treno, un nave o un aereo.
Ma oggi il sorteggio
viene da più parti proposto, con diverse
varianti, come metodo per la selezione dei
componenti togati del Csm. L’idea non è
nuova.
Nel 1971 viene
presentata dall'on.Almirante, nel quadro di
un'aspra campagna dell'Msi contro il
Consiglio in carica, una proposta di legge
costituzionale (Camera n.3568, V
Legislatura) che, muovendo dalla critica
della politicizzazione del Csm, ne propone
una composizione che, contemporaneamente,
accentua il carattere corporativo, con la
riduzione dei membri eletti dal Parlamento e
ne riduce la rappresentatività. Nella
relazione infatti si sottolinea la
opportunità di introdurre nel Csm
"magistrati di nomina non elettiva"
prospettandosi come "soluzione più valida
quella del sorteggio tra alcune categorie di
magistrati".
Sulla proposta dell’on.
Almirante il Csm si esprime in modo
totalmente negativo con il parere del 30
maggio 1972 che costituisce l'occasione per
la riaffermazione del principio di
elettività. Quanto alla riduzione del numero
dei membri laici si segnala il rischio di
trasformazione in un "organo di casta" e si
ribadisce la necessità di una "saldatura tra
le esigenze proprie dell'amministrazione
della giustizia e la sentita aspirazione ad
evitare che la magistratura operi come un
corpo chiuso, al di fuori di un effettivo
controllo esterno". Ma i lavori
parlamentari si interrompono per lo
scioglimento anticipato delle Camere, e la
proposta non ha seguito. Rimane da
sottolineare la consapevolezza istituzionale
dell’on. Almirante, che ritiene
imprescindibile la modifica costituzionale.
Da ultimo il tema del
sorteggio è stato rilanciato su Repubblica
(8 giugno 2019 p.33) dal professor Michele
Ainis.
Il titolo sembra
perentorio “
Il sorteggio dei migliori” , ma
l’articolo va letto per intero e con
attenzione non solo per l’autorevolezza
dell’autore, ma soprattutto perché il finale
riserva un colpo di scena, che vanifica il
titolo. Dunque sorteggio dei 16 togati
componenti togati, ma “Ovviamente con
taluni accorgimenti, con un sorteggio, per
cosi dire, ‘pilotato’”.
Prosegue il prof. Ainis
“Insomma. La platea dei giudici ben si
presta all’uso del sorteggio: è una
comunità di pari, nessuno può sentirsi
scavalcato. Quanto alle modalità
operative, per una volta potremmo prendere
ad esempio l’università. Dove una legge
del 2008 ha debellato Concorsopoli,
stabilendo l’estrazione a sorte dei
commissari di concorso. A due condizioni,
tuttavia: che i professori presentino la
propria condidatura; e che i candidati
superino una “mediana”, per misurare la
bontà dei loro titoli. Questo modello,
tradotto per i giudici, renderebbe
sorteggiabili solo quanti si distinguono
per laboriosità, o magari per l’indice di
decisioni confermate in appello. Il
sorteggio dei migliori”
.
Due osservazioni.
a.”Nessuno può
sentirsi scavalcato”. Una sorprendente
concessione al corporativismo. La selezione
di chi deve comporre l’organo di governo
autonomo della magistratura avrebbe come
criterio di fondo quello di non scontentare
nessuno
b. Università.” Dove
una legge del 2008 ha debellato
Concorsopoli, stabilendo l’estrazione a
sorte dei commissari di concorso”.
Forse è un accenno ironico visto che le
cronache dell’ultimo decennio non ci hanno
fatto mancare episodi di “cordate” e di
nepotismo.
Una conclusione.
Il
“sorteggio dei migliori”. Più che
opinabili i due criteri che dovrebbero
servire per selezionare i migliori. Ma
soprattutto: chi seleziona i “migliori”.
Una sorta di
navigator? Scelti a loro volta con
sorteggio “non pilotato” o eletti e da chi e
con quale sistema?
Ecco perché era
essenziale non fermarsi al titolo.
L’articolo del prof. Ainis in realtà
fornisce i migliori argomenti contrari al
sorteggio.
Ma se si volesse
andare a fondo perché non proporre di
applicare il metodo del sorteggio, con il
lancio dei dadi, per la decisione delle
controversie, secondo l’illustre precedente
dell’anziano giudice Bridoye nel Tiers
Livre del Pantagruel di
Rabelais?(Vedi B. Cavallone,
“Comme vous autres, messieurs”.(François
Rabelais teorico del processo e del
giudizio), in
Rivista di diritto processuale, anno
LXII ( Seconda serie), n.2, marzo.aprile
2008 p. 433 ss)
4.De te fabula narratur
Il monito del poeta non
può essere ignorato neppure da quella parte
più avvertita della magistratura che non
cede alle sirene del populismo giudiziario.
Cito ancora da Ferrajoli
2012
-consapevolezza del
carattere sempre relativo della verità
processuale
- rispetto dovuto a tutte
le parti in causa, vittime e imputati, pur
se mafiosi, terroristi o corrotti.(Al
riguardo si veda la circolare del
Procuratore di Napoli Melillo sulle
direttive per evitare le fotografie degli
arrestati)
- costume del dubbio,
prudenza nel giudizio
Ed ancora il costume di
sobrietà e riservatezza, che è ancor più
essenziale quando dalla maggioranza di
governo si contesta il fondamento della
indipendenza della magistratura. Al riguardo
una vera e propria “lezione” ci è stata
impartita stamane nell’intervento della
magistrata in tirocinio Valeria Motta. Il
magistrato è un cittadino a tutto tondo con
le sue idee ed ha il diritto di esprimerle,
senza il rischio di censure disciplinari; ma
vi sono dei limiti di sobrietà e di misura.
E deve prestare particolare attenzione alle
frequentazioni. Non è questione di apparenza
di imparzialità, ma di sostanza. Il Codice
deontologico dell’Anm è più che mai attuale.
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