[Area] Associazionismo dei magistrati e Csm

Edmondo ed.brutiliberati a gmail.com
Mar 25 Giu 2019 14:20:08 CEST




Borges Storia dell’eternità, Adelphi, Milano 1997, p.130 cita Thomas De Quincey, Writings, XI, p.266

“Un gentiluomo durante una discussione teologico o letteraria ricevette in faccia un bicchiere di vino. L’aggredito non batté ciglio e disse all’aggressore: “Questa signore è solo una digressione, aspetto la sua argomentazione”

Caro Collega, caro Andrea Reale,
già in altra occasione ti avevo segnalato una lettura  Adelino Cattani, Botta e risposta. L’arte della replica, Il Mulino, Bologna 2001, non recentissimo, ma tuttora agevolmente reperibile anche su Amazon al modico prezzo di euro 18,70. E’ una efficace sintesi per chi non voglia approfondire con il classici trattati sull’argomentazione. 
Potresti rinvenirvi spunti per argomenti un po’ più solidi dell’ argumentum ad hominem…
Un caro saluto
Edmondo Bruti Liberati



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Da: Andrea Reale
Inviato: martedì 25 giugno 2019 11:10
A: 'Edmondo'; europa a magistraturademocratica.it
Oggetto: R: [Europa] Associazionismo dei magistrati e Csm

A E. Bruti Liberati, profondo conoscitore delle dinamiche associative e consiliari, non fosse altro per la vicenda che lo ha riguardato, prima del pensionamento,  nello asserito scontro con il Procuratore aggiunto di Milano, A. Robledo,  è meglio rispondere con le stesse parole  rivolte dal Presidente della Repubblica  Sergio Mattarella in commemorazione di Giorgio Ambrosoli:  
“Ritrarsi dalle proprie responsabilità, fingere di non vedere non è un comportamento neutrale”.
“Al contrario costituisce un obiettivo e concreto aiuto alla illegalità e a chi la coltiva”.
Per potere, come magistrati e come cittadini italiani,   recuperare credibilità e fiducia nella istituzione consiliare, sarebbe il caso che  certi personaggi si facessero definitivamente da parte….
Purtroppo, persino dopo i gravissimi fatti in corso di accertamento a Perugia,  sono ancora loro i mentori dell’attività associativa (e non solo).
Mala tempora currunt, sed peiora parantur! 
Andrea Reale (giudice Tribunale Ragusa)


Read more at https://qds.it/sergio-mattarella-fingere-di-non-vedere-aiuta-lillegalita/#HjiJlsrmB525JRf2.99

Da: Europa [mailto:europa-bounces a magistraturademocratica.it] Per conto di Edmondo
Inviato: martedì 25 giugno 2019 09:22
A: europa a magistraturademocratica.it
Oggetto: [Europa] Associazionismo dei magistrati e Csm



Per chi fosse interessato allego PDF di un mio contributo pubblicato su Corriere della sera di oggi 25 giugno 2019.
Trascrivo anche di seguito il più ampio testo da cui, per ovvie ragioni di spazio, ho tratto quello pubblicato sul quotidiano
Edmondo Bruti Liberati

     Il Csm e le  “correnti” dei magistrati 
     Edmondo Bruti Liberati

     In tutti i paesi europei esistono associazioni di magistrati, espressione di un diritto di libertà dei magistrati, incoraggiato come elemento di crescita della coscienza professionale già in un testo adottato a livello Onu nel 1985. 
     “Magna carta dei giudici” approvata, in ambito Consiglio d’Europa, nel 2010 art.12:” I giudici hanno diritto di aderire ad associazioni di magistrati, nazionali o internazionali, con il compito di difendere la missione della magistratura nella società”. Raccomandazione (2012) 12 del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa art. 25: «I giudici devono essere liberi di formare o aderire a organizzazioni professionali che abbiano come obbiettivo di difendere la loro indipendenza, proteggere i loro interessi e promuovere lo stato di diritto». In molti paesi, Francia, Spagna. Belgio e Germania, sono attive diverse associazioni di magistrati (alcune delle quali sono una sezione di sindacati generali), senza che ciò desti alcuno scandalo;  queste associazioni concorrono alle elezioni dei Consigli superiori o Consigli di giustizia, nelle varie declinazioni che queste istituzioni presentano nei diversi paesi.
     L’Italia è oggi uno dei pochi paesi in Europa ad avere un'unica associazione di magistrati, che in sostanza è una federazione di diversi gruppi, le “correnti. All’Anm  è iscritta oggi la quasi totalità dei magistrati italiani e le elezioni per il Comitato direttivo centrale vedono tuttora una partecipazione elevatissima. Pur a fronte degli aspetti deteriori, clamorosamente oggi venuti in evidenza, non si deve dimenticare il pluralismo che si manifesta con le diverse correnti ha operato negli anni come controspinta rispetto al monolitismo e alla chiusura della corporazione. 
     Nelle elezioni del Csm del 1972, tenute con un sistema maggioritario la corrente di Magistratura Indipendente, grazie ad un efficace sistema di alleanze e di concentrazione dei voti, riesce ad assicurare al suo schieramento tutti i seggi con circa il 40% dei voti. Questo paradossale risultato, costituisce lo stimolo alla riforma del sistema elettorale.
     Tra le argomentazioni addotte nel dibattito parlamentare a favore del sistema proporzionale, adottato con la legge 695 del 1975,spicca l'intervento dell'on. Renato Dell'Andro, all'epoca sottosegretario alla giustizia e futuro giudice costituzionale, nella seduta di Commissione giustizia del Senato dell'8 aprile 1975: « Occorre  evitare il rischio che il consiglio superiore si trasformi in organo corporativo, ma tale eventualità viene fugata proprio dall'adozione del sistema elettorale proporzionale. […] L'unità in seno a qualsiasi organo non deve essere raggiunta con l'imposizione, ma deve nascere dal dialogo, dal controllo, dai contrasti».
     È proprio la forte rappresentatività del Csm delle “correnti” che gli consente di affrontare la prova durissima del terrorismo. Nei momenti più duri dell'attacco del terrorismo il Csm si pone come punto di riferimento per la magistratura e per la legalità. Vittorio Bachelet, assassinato dalle brigate rosse il 12 febbraio 1980, paga con la vita per il ruolo di primo piano svolto dal Csm, sotto il suo impulso e con il sostegno pieno del presidente Pertini, nella tenuta delle istituzioni democratiche. 
     Il sistema elettorale del Csm è stato nel corso degli ultimi decenni, il terreno sul quale il sistema politico, dietro la bandiera del contrasto al “correntismo”, ha perseguito in realtà l’obbiettivo di recuperare momenti di influenza della politica sull'organo di governo autonomo della magistratura. Il sistema ora vigente ha ottenuto esattamente il risultato opposto. Le “correnti” esistono e nessun sistema elettorale può sopprimerle finché hanno un radicamento; il sistema elettorale invece può contribuire a ridurre il peso degli apparati allargando le possibilità di scelta degli elettori che pure continuino a fare riferimento ad una o altra corrente. 
     Il criterio della elezione per i componenti del Csm, che è stato posto in Costituzione, non ha solo il valore di far vivere il Csm ai magistrati come organo di cui portano la responsabilità e la responsabilità principale, essendo minoritaria la partecipazione dei laici. Ma si fonda anche sulla esigenza che nel comporre il Csm si tenga conto della specifica attitudine per una funzione, quella di “amministrazione della giurisdizione”, che richiede, oltre a tutte le qualità del buon giudice anche quella ulteriore, che non è di tutti e non a tutti è richiesta, di approfondite conoscenze ordinamentali e capacità di confrontarsi con la organizzazione di un sistema complesso come quello della giustizia, nei suoi diversi aspetti.
     Il sistema elettorale vigente è pessimo, ma se stiamo al dibattito attuale, nel quale ha spazio la proposta del sorteggio in varie declinazioni (senza neppure la consapevolezza istituzionale dell’on. Almirante, che  nel 1972 riteneva necessaria una legge costituzionale), vi è il rischio che si riesca a fare ancora peggio. 
     Il sistema del 1975, strutturato per liste concorrenti in collegio unico nazionale, con limitato numero di preferenze e piccola soglia di sbarramento attenuava le spinte localistiche e la limitata soglia di sbarramento ha assicurato, in una tornata, la elezione di un esponente fuori delle correnti tradizionali. Quello che nel sistema politico generale è presentato come pregio, la “vicinanza eletto-elettori”, nel sistema del Csm è esattamente ciò che si deve vedere come dato negativo, essendo un incentivo alle spinte localistiche.
     La polemica contro le correnti vede poi alcuni argomenti che nel corso degli anni vengono semplicemente “rovesciati”. Finché, prima della caduta dei muri e della “fine delle ideologie”, il confronto tra le correnti, pensiamo agli anni settanta, era molto forte e talora aspro, si stigmatizzava la “politicizzazione”, senza nemmeno darsi carico della evidenza che “destra” e “sinistra” nella magistratura non sono mai state la meccanica riproposizione degli schieramenti politici generali. Oggi, all’opposto, si sente dire che allora sì le correnti avevano una loro ragione, oggi venuta meno con la “fine delle ideologie”; ma ancora una volta si prospetta una meccanica riproposizione che non ha riscontro nella realtà. Nonostante la “fine delle ideologie” i magistrati, come tutti, sono piuttosto conservatori o piuttosto innovatori, e si devono, singolarmente e nell’ambito associativo, confrontare con la molteplicità dei temi specifici che il mutamento della società e della legislazione propongono. E come sempre la tensione sarà tra il ripiegamento corporativo (che oggi assume talora il nuovo linguaggio del populismo) e la apertura al confronto e alla ricerca del modo in cui la tutela dei diritti si pone oggi a fronte dei nuovi problemi.
Proprio le clamorose vicende che hanno investito il Csm indicano come le peggiori derive sono conseguenza di ambigui occulti rapporti tra “notabili” che si muovono del tutto trasversalmente rispetto a quello che dovrebbe essere l’aperto e trasparente confronto nelle sedi proprie. Proprio questa torsione ha prodotto il clamoroso salto di qualità che ha visto all’opera, per influenzare la nomina ad incarichi direttivi, rapporti tra magistrati (componenti ed ex componenti del Csm) ed esponenti politici, uno dei quali indagato.
Qualunque riforma del sistema elettorale dovrebbe misurarsi con principi fondamentali: la libertà di opinione e di associazione e il contributo che i corpi intermedi apportano alla vita della democrazia. Paradossalmente il migliore incentivo alle clamorose deviazioni che abbiamo visto può venire proprio da un Csm che in nome di del rapporto più stretto elettori ed eletti potrebbe divenire un Csm di “notabili”. In quanto tali  attenti alle esigenze localistiche del “collegio” e, nella inevitabile confronto con gli altri eletti per la formazione di maggioranze, una volta svincolati da ogni riferimento a impostazioni generali sulla organizzazione giudiziaria, ancora più sensibili al demone dell’esercizio del potere. Sistemi maggioritari poi, nelle elezioni politiche generali, vantano il pregio di favorire la aggregazione di maggioranze stabili in prospettiva di governabilità: esattamente l’opposto di ciò che si dovrebbe auspicare per il Csm. 
Il monito del presidente Mattarella “voltare pagina”  potrà  trovare attuazione  se i magistrati italiani sapranno muoversi sul percorso indicato dallo stesso Presidente:”Occorre far comprendere che la Magistratura italiana – e il suo organo di governo autonomo, previsto dalla Costituzione – hanno al proprio interno gli anticorpi necessari e sono in grado di assicurare, nelle proprie scelte, rigore e piena linearità.”

Sono necessarie riforme su diversi aspetti dell’ordinamento giudiziario e del funzionamento del Csm: E’ imprescindibile una modifica dell’attuale pessimo sistema elettorale, ma occorre evitare facili suggestioni come quella del sorteggio, comunque declinato, o proposte di meccanismi che non tengono conto della specificità dell’organo Csm. Gli errori del passato dovrebbero essere meditati dal legislatore e prima ancora da tutti coloro che in questi giorni avanzano le più disparate proposte.


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     Il Csm e le  “correnti” dei magistrati 
     Edmondo Bruti Liberati







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