[Area] R: R: R: R: Csm, fermare la guerra per bande

PM Ardigò mario.ardigo a giustizia.it
Lun 1 Lug 2019 15:26:15 CEST


Dopo la fine della guerra fredda non si può più essere soggetti etici?
Occorreva che ci fosse la possibilità di massacrarci per esserlo? Perché la
fine di una contraffazione  stragista del comunismo tenuta in piedi per
mezzo della polizia politica negli stati comunisti dell’Europa orientale
dovrebbe sbarrarci la strada verso un comunismo dal volto umano, come quello
di ispirazione evangelica? E perché dovrebbe privare di senso il socialismo
dell’Europa occidentale che fin dagli inizi gli si era risolutamente
opposto? E perché le democrazie occidentali liberal-democratiche dovrebbero
incrudelire, e trasformarsi in democrature, ora che non c’è da fronteggiare
il comunismo crudele di ispirazione stalinista? 

 E’ vero, furono aperti muri e dall’altra parte passò anche il peggio che
c’era da una parte e dall’altra.  Ma c’era il peggio, da una parte e
dall’altra, nonostante quei muri. L’unica barriera che serve veramente è
quella che uno si costruisce nella coscienza. Ma non ci si riesce da soli,
senza compagni. Anche la coscienza personale è un risultato sociale. Se uno
cede all’azzardo morale è anche perché non trova vicino a sé gente che gli
ricorda gli impegni presi e lo trattiene, e invece trova a volte più che
altro  dei complici. Più la coscienza è importante, e lo è massimamente nel
lavoro giudiziario, più occorrono i compagni giusti. E’ come in montagna,
sulle vie più difficili, che si salgono in cordata, legati gli uni agli
altri, e se uno cade gli altri lo recuperano. 

 Da soli si cade e non ci si rialza. Associati si può cadere, ma si anche
può risalire. La nostra Costituzione è stata il frutto di una simile
risalita. Ed eravamo caduti molto in basso. 

Mario Ardigò

 

Da: Paolo Giovagnoli [mailto:paolo.giovagnoli a giustizia.it] 
Inviato: lunedì 1 luglio 2019 14:27
A: Mario Ardigo'; Area a areaperta.it
Oggetto: Re: [Area] R: R: R: Csm, fermare la guerra per bande

 

io non credo che prima della Costituzione repubblicana, della istituzione
della Corte costituzionale e del Consiglio superiore dalla magistratura, le
correnti della magistratura abbiano "fatto tanto per distinguersi da altri
settori della pubblica amministrazione sottomessi alla politica". Un
personaggio esemplare di quella magistratura fu Gaetano Azzariti (
<https://it.wikipedia.org/wiki/Napoli> Napoli,
<https://it.wikipedia.org/wiki/23_marzo> 23 marzo
<https://it.wikipedia.org/wiki/1881> 1881 –
<https://it.wikipedia.org/wiki/Roma> Roma,
<https://it.wikipedia.org/wiki/5_gennaio> 5 gennaio
<https://it.wikipedia.org/wiki/1961> 1961), magistrato,
<https://it.wikipedia.org/wiki/Giurista> giurista e
<https://it.wikipedia.org/wiki/Politico> politico
<https://it.wikipedia.org/wiki/Italia> italiano, presidente della
<https://it.wikipedia.org/wiki/Tribunale_della_razza> Commissione sulla
razza durante il  <https://it.wikipedia.org/wiki/Regime_fascista> regime
fascista, ministro di Grazia e Giustizia nel primo
<https://it.wikipedia.org/wiki/Governo_Badoglio_I> governo Badoglio e
presidente della  <https://it.wikipedia.org/wiki/Corte_costituzionale> Corte
costituzionale dal 1957 al 1961, e la maggior parte degli altri magistrati
erano come lui, quanto a indipendenza, non certo quanto a ingegno. Le
correnti sono state straordinariamente importanti negli anni tra il 1960 e
gli anni '90 del 1900 per la formazione culturale, direi anche morale, l'
impegno dei magistrati in tutti i loro orientamenti culturali e politici. Ma
dopo la fine della guerra fredda, la fine delle scelte di campo generali e
ideali, cosa sono diventate ora? perché tanti colleghi per bene pensano che
solo se fai parte di una corrente potrai essere eletto al Csm o potrai avere
un posto di capo ufficio o un posto da magistrato segretario del csm e dell'
ufficio studi o addirittura un posto in Corte di Cassazione. Io credo che
sia sbagliato non approfondire le ragioni di tante critiche e sfiducia.

  _____  

Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di PM Ardigò
<mario.ardigo a giustizia.it>
Inviato: lunedì 1 luglio 2019 13:49
A: Area a areaperta.it
Oggetto: [Area] R: R: R: Csm, fermare la guerra per bande 

 

Le due persone che hai nominato erano degli “ex”, e da molto tempo. Non
erano e non sono capi di nulla, nel nostro associazionismo.  Se hanno
espresso un potere sugli altri, si è trattato di un potere personale, non
derivato dalle dinamiche democratiche del nostro associazionismo. 

 Le “correnti”, che poi sono le varie articolazioni del nostro
associazionismo e non fanno riferimento a un partito che le ingloba, come
nella politica, e dunque non hanno veramente i connotati delle “correnti”,
devono aver voce nell’autogoverno, non sono solo enti culturali. Senza di
esse semplicemente non esiste l’autogoverno, ma solo  l’eterogoverno
temperato dalla presenza di eletti dai governati che però non hanno i mezzi
e la forza di resistere, né la capacità di capire. Come nella politica, c’è
un modo onorevole e uno disonorevole di “governare”. Bisogna scegliere il
primo, e correggersi se si agisce nell’altro modo. L’azzardo morale è
tentazione di ogni ente collettivo, partito, impresa, sindacato, governante,
amministratore, addirittura giudice ecc. che sia. Il soggetto etico però se
lo vieta. Se non c’è questo abito etico, ogni regola formale può essere
elusa. Si vive nell’ipocrisia. Tutti sono tentati, tutti possono cadere.
Quando accade si può rimanere nell’ipocrisia o fare chiarezza, in sé e con
gli altri. Il nostro associazionismo deve fare chiarezza: siamo stati
deboli. Ecco l’autocritica che possiamo farci. Dovevamo essere in grado di
prevenire. 

  Se uno è iscritto a un gruppo che si vieta in modo assoluto commistioni
tra vita associative e politica, facendone addirittura la propria ragione di
distinzione dagli altri gruppi, tanto che lo inserisce nella propria
denominazione,  perché poi accetta di partecipare a certi incontri? E, ancor
prima, di lasciarsi convocare. Questo vorrei sapere. Ma se ci va, è lui in
questione, non il suo gruppo, almeno  fintanto che quest’ultimo non decida
di assecondarlo, facendo dell’azzardo morale una deliberazione collettiva.
Cosa che, per quanto finora si è saputo, è mancato nella vicenda che ci
occupa. 

 La storia della magistratura italiana indica che senza il nostro
associazionismo (del quale nel 2011 abbiamo celebrato i 150 anni) essa non
avrebbe preso a distinguersi dagli altri settori della pubblica
amministrazione, sottomessi alla politica. La storia, direi l’epopea, della
magistratura italiana è una storia collettiva, non (solo) di belle
individualità. 

Mario Ardigò

 

 

 

Da: Paolo Giovagnoli [mailto:paolo.giovagnoli a giustizia.it] 
Inviato: lunedì 1 luglio 2019 13:14
A: Mario Ardigo'; Area a areaperta.it
Oggetto: Re: [Area] R: R: Csm, fermare la guerra per bande

 

E' strano il ragionamento di Ardigò, tutto formale, teorico, lontano dalla
realtà;  mi pare trascuri l' aspetto principale della vicenda: Ferri e
Palamara, avevano un ruolo nell' organizzare le maggioranze per le nomine
dei capi degli ufficio perché erano dei capi corrente, persone, riconosciute
dai consiglieri in carica del Csm come molto influenti nel determinare la
loro elezione a membri del CSM e per questo in grado di influire sul voto
degli appartenenti alle correnti consiglieri del CSM, che potevano
costituire le maggioranze che decidevano le nomine.

Non credo che questo si possa negare o ignorare. Le correnti c' entrano
molto nella vicenda negativa scoperta, che consiste nel fatto che i capi
degli uffici non sono scelti in base alla loro capacità di contribuire al
buon  andamento dell' ufficio, ma in base al modo in cui possono influire su
processi e indagini importanti per coloro che (essendo di fatto dei capi
corrente) orientano le maggioranze nel Csm. Se le correnti della
magistratura vogliono continuare ad esistere come gruppi culturali,
dovrebbero contribuire a riformare il sistema elettorale, in modo tale che
non siano più Ferri e Palamara o altri loro epigoni a decidere chi verrà
eletto consigliere del CSM. Paolo Giovagnoli

  _____  

Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di PM Ardigò
<mario.ardigo a giustizia.it>
Inviato: lunedì 1 luglio 2019 12:19
A: Area a areaperta.it
Oggetto: [Area] R: R: Csm, fermare la guerra per bande 

 

Caro Andrea,

il negazionismo è doveroso nei confronti di versioni dei fatti non corrette.

Nonostante le estrapolazioni frettolose, il nostro correntismo in quella
vicenda, per ciò che è emerso finora, non c’entra nulla. 

 I membri del CSM che si sono autosospesi / dimessi non rivestivano cariche
nel nostro associazionismo e nemmeno le altre persone, che, a quello che si
è saputo, erano presenti. Questi sono fatti.

La corrente che è stata più danneggiata è quella che, in ogni caso, avrebbe
espresso il capo della Procura di Roma. I membri del CSM da essa espressi,
nel partecipare alla famosa riunione ad ora tarda, hanno violato chiare e
drastiche disposizioni dello statuto del loro gruppo che vietano in modo
assoluto commistioni tra l’associazionismo di categoria e la politica.
Leggere per credere. Magistratura Indipendente si chiama così proprio per un
particolare impegno di indipendenza dalla politica. 

 I fatti dello scorso maggio, per quello che si è saputo, esprimono più che
altro un problema della politica, non del nostro associazionismo, e semmai
dei membri del CSM che hanno accettato di farsi convocare dalla politica in
quella riunione, in una sede non propria per discutere con la politica del
tema della successione a capo della Procura di Roma. 

 L’addebito che può farsi al nostro associazionismo, in particolare ai
dirigenti dei nostri gruppi, è di non essere riusciti a prevenire la cosa,
semmai ne avessero avuto sentore. Chi altri, oltre ai partecipanti, era
informato di quella  riunione tra membri del CSM, politici ed un ex
presidente ANM? Questo per ora non si sa. 

 Dai colleghi dell’associazionismo è stata manifestata la consapevolezza
della debolezza (non della forza) che in quest’occasione  è stata espressa
dai nostri gruppi. L’elemento forte è stato quello politica, quello che ha
convocato, non chi si è lasciato convocare. Nella politica non ho colto
alcun elemento di critica /autocritica, come se fosse normale che, chi
debole si fa, la politica se lo mangia, anche se si tratta di importanti
istituzioni pubbliche. Questo però contrasta, credo, anche con la gran parte
degli impegni statutari delle varie formazioni politiche correnti. Può
essere visto come espressione di un azzardo morale. Mi piacerebbe che la
politica raggiungesse un’intesa, senza distinzione di azioni, nell’interesse
del bene pubblico: nessun politico deve convocare membri del CSM per parlare
di nomine e di governance  di importanti uffici giudiziari al di fuori della
sede del  CSM. E gli unici politici che devono poter interloquire con i
membri del CSM eletti dai magistrati  sono i membri del CSM espressi dalla
politica. Questo impegno, se rispettato, impedirebbe il ripetersi di episodi
come quello venuto, per ora frammentariamente, alla luce.

Se poi fosse dimostrato che nella vicenda sono stati implicati anche
dirigenti del nostro associazionismo, mi ricrederò.

Mario Ardigò

 

 

Da: Andrea Reale [mailto:andreale a yahoo.com] 
Inviato: lunedì 1 luglio 2019 11:24
A: Area a areaperta.it; PM Ardigò
Oggetto: Re: [Area] R: Csm, fermare la guerra per bande

 

Il negazionismo non ha mai partorito frutti sani.

I fatti di Perugia sono la consacrazione del fenomeno degenerativo del
correntismo e  coinvolgono tutto il sistema interno del governo autonomo
della magistratura, soprattutto della componente togata .

Negare anche questa evidenza vuol dire non avere compreso la gravità di
quanto accaduto.

Non si spiegherebbero neanche le dimissioni di ben quattro consiglieri
togati, l'intervento tranciante del Presidente della Repubblica e del
Vicepresidente del Consiglio Superiore (che ha testualmente detto:  Gli
eventi di questi giorni sono una ferita profonda e dolorosa alla
magistratura e al Consiglio superiore. L’associazionismo giudiziario è stato
un potente fattore di cambiamento e di democratizzazione della magistratura.
E ancora oggi svolge un ruolo prezioso. Ma consentitemi di dire che nulla di
tutto ciò vedo nelle degenerazioni correntizie, nei giochi di potere e nei
traffici venali di cui purtroppo evidente traccia è nelle cronache di questi
giorni. E dico che nulla di tutto ciò dovrà in futuro macchiare l’operato
del Csm. Siamo di fronte a un passaggio delicato: o sapremo riscattare con i
fatti il discredito che si è abbattuto su di noi o saremo perduti" , Roma
4.6.2019).

Andrea Reale

 

On Monday, July 1, 2019, 08:15:08 AM UTC, PM Ardigò
<mario.ardigo a giustizia.it> wrote: 

 

 

I fatti del maggio scorso non sono stati espressione di dinamiche tra le
correnti dell’associazionismo tra magistrati. Nessuno dei protagonisti noti
rivestiva cariche nel nostro associazionismo. Da ciò che si è saputo, si è
trattato di un’azione politica verso membri del CSM svoltasi completamente
al di fuori del nostro associazionismo, per influire sulla governance della
più importante Procura distrettuale italiana. Da ciò che si è saputo, non
era infatti in questione solo la nomina del suo nuovo capo. La prova che non
si è trattato di dinamiche correntizie è questa: i due candidati
maggiormente quotati aderiscono, per ciò che è stato scritto sui giornali,
alla medesima corrente. 

 Ciò che andrebbe programmato è come bloccare quel tipo di tentativi della
politica di influire sulle dinamiche degli uffici giudiziari, se li  si
consideri indebiti perché espressi al di fuori della sede propria, il CSM,
in cui è presente una componente di derivazione politica. 

 Mario Ardigò

 

 

 

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di andreale
Inviato: lunedì 1 luglio 2019 08:47
A: Area a areaperta.it
Oggetto: [Area] Csm, fermare la guerra per bande

 

 

 

 

 

Inviato da smartphone Samsung Galaxy.

 

 

La soluzione offerta dall'articolo che allego non la condivido.
Mi accontenterei  che le correnti facessero un passo indietro da tutti gli
organi di governo autonomo,  quello centrale e quelli territoriali.
Intanto domani aspettiamo di vedere come si areni  la sezione disciplinare
davanti al caso Palamara (già ci sono state tre astensioni  ed una richiesta
di ricusazione).
A proposito qualcuno ha altre notizie delle intercettazioni che vanno dal 16
al 29 maggio? E del contenuto dell'incontro tra l'incolpato ed il
Procuratore generale Fuzio? Sembra calato un silenzio surreale....
Nel frattempo l 'ANM  pensa ad organizzare assemblee  dedicate
'esclusivamente' a raccogliere candidature pseudo-indipendenti per le
suppletive.
Con regole (mi riferisco alle c. d. Incompatibilità) che non ha mai voluto
rendere statutarie .
Il mondo magistratuale va sempre al contrario : 'magistratura bandita', così
dovrebbe chiamarsi l'operazione pulizia da attuare al nostro interno,  come
sta accadendo in quello accademico!
Buon inizio settimana,
Andrea Reale



https://www.ilsussidiario.net/editoriale/2019/6/30/csm-fermare-la-guerra-per
-bande/1900045/




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