[Area] R: R: AreaDG sul Ddl di riforma dell’Ordinamento giudiziario e del processo

thorgiov thorgiov a libero.it
Mar 16 Lug 2019 17:15:42 CEST


Qualcuno potrebbe inviare in lista in allegato e in formato PDF l'intero 
disegno di legge governativo di riforma ? Sarebbe interessante 
comprendere l'intento complessivo, al di là della disciplina della 
dirigenza.

Felice Pizzi ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

Il 16/07/2019 15:12, Emanuele Crescenti ha scritto:
>
> Leggo molte analisi sulla sciagurata proposta di riforma che riguarda 
> le nomina per i semi – direttivi.
>
> Riprendo, accogliendo integralmente, le lucide considerazioni di 
> Salvatore Laganà (che saluto cordialmente).
>
> In particolare evidenzio il passaggio sul  considerare /“//valore 
> irrinunciabile quello di potersi avvalere dell’apporto di colleghi 
> provenienti da diverse esperienze, anche lontane da quelle 
> dell’ufficio di destinazione, costituendo una simile scelta un 
> oggettivo arricchimento di conoscenze, di esperienze 
> diversificate”/ elemento che, a prescindere dalle facili patologie 
> segnalate, di per sé costituirebbe un passo indietro significativo 
> nella modernizzazione della nostra professione (specie in Procura dove 
> le dinamiche organizzative sono in continuo perfezionamento) 
> concretizzando Il pericolo di una fossilizzazione degli uffici con 
> carriere interne e sempre più burocratizzate.
>
> ///Emanuele Crescenti (Procuratore Barcellona Pozzo di Gotto)///
>
> //
>
> //
>
> *Da:*Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] *Per conto di *Salvatore 
> Lagana'
> *Inviato:* domenica 14 luglio 2019 23:37
> *A:* Mariano Sciacca <mariano.sciacca a giustizia.it>; Coordinamento 
> Area <coordinamentoarea a gmail.com>; 
> mailinglist-anm a associazionemagistrati.com; area a areaperta.it; 
> nuovarea a nuovarea.it
> *Oggetto:* [Area] R: AreaDG sul Ddl di riforma dell’Ordinamento 
> giudiziario e del processo
>
> Accolgo volentieri – da attuale direttivo – la richiesta, proveniente 
> da Mariano Sciacca, di pronunciarmi, quale esponente della funzione di 
> presidente di Tribunale, sulla riforma che attribuirebbe ai capi degli 
> uffici il potere di nominare, in luogo degli attuali presidenti di 
> sezione, i coordinatori delle sezioni.
>
> Premetto che, per la mia particolare storia personale (presidente di 
> sezione a Reggio Calabria, presidente del Tribunale di Pisa, 
> presidente di sezione della Corte di Appello di Venezia e presidente 
> del Tribunale di Venezia, a seguito di un lungo contenzioso 
> amministrativo, forse noto a qualcuno ) sono assolutamente contrario a 
> nomine di semidirettivi (o, peggio, di direttivi) nell’esclusivo 
> ambito degli uffici giudiziari di appartenenza. Ritengo, al contrario, 
> che sia un valore irrinunciabile quello di potersi avvalere 
> dell’apporto di colleghi provenienti da diverse esperienze, anche 
> lontane da quelle dell’ufficio di destinazione, costituendo una simile 
> scelta un oggettivo arricchimento di conoscenze, di esperienze 
> diversificate ed evitando – da un lato – la sclerotizzazione di 
> posizioni di potere all’interno di un medesimo ufficio e – dall’altro 
> – il pericolo di adozione di condotte dirette a convogliare il 
> consenso da parte di colleghi appartenenti al medesimo ufficio. Non 
> va, poi, trascurato il fatto che l’incarico direttivo ha in gran parte 
> connotazioni diverse dall’esercizio delle funzioni giurisdizionali e 
> presuppone l’affinamento di competenze, di esperienze e di capacità 
> che devono necessariamente essere valorizzate, al pari di altre 
> carriere di vertice della pubblica amministrazione, posto che (so di 
> sollevare probabilmente un vespaio, ma sono personalmente convinto di 
> quello che dico, e, quindi, lo affermo) l’art. 101 Cost. riguarda le 
> funzioni giurisdizionali (nel senso che nessuno, e tanto meno i capi 
> degli uffici, può imporre ai giudici una determinata decisione) ma non 
> l’attività organizzativa, che è maggiormente parificabile a quella 
> amministrativa ed ai principi che la regolano.
>
> Ciò premesso, sono assolutamente contrario alla previsione della 
> nomina dei coordinatori delle sezioni da parte dei capi degli uffici. 
> Ritengo, infatti, che la nomina da parte del CSM dei semidirettivi 
> rappresenti, in primo luogo – se ben effettuata (ma, in prospettiva, 
> la nomina deve costituire la fisiologia del sistema – cioè la scelta 
> della persona giusta al posto giusto – e non la patologia, di cui 
> abbiamo purtroppo plurimi esempi) – un’oggettiva possibilità da parte 
> del capo dell’ufficio di essere coadiuvato nella gestione dello stesso 
> da persone competenti ed idonee (anche se provenienti da diverse 
> esperienze) e, in secondo luogo, per chi viene nominato, un’ occasione 
> di affinamento e di approfondimento di competenze che potranno essere 
> utilizzate anche in altri incarichi.
>
> Ritengo, soprattutto, che la nomina dei semidirettivi sottratta al 
> capo dell’ufficio, consenta di bilanciare il potere di quest’ultimo, 
> che altrimenti diverrebbe senza limiti e tale da condizionare 
> l’attività dei magistrati da lui scelti (posto che i criteri della 
> scelta potrebbero riguardare la remissività del collega prescelto, la 
> sua capacità di essere condizionato, l’appartenenza ad un modello 
> ritenuto conforme a quello adottato dal capo). In realtà il 
> semidirettivo deve essere anche capace di opporsi alle scelte del 
> capo, deve essere legittimato a far valere interessi specifici, deve 
> essere portatore di esigenze e visioni diverse, pur nella ovvia 
> dialettica che sovraintende la gestione di un ufficio giudiziario: 
> siamo sicuri che un coordinatore nominato e sempre revocabile possa 
> assolvere ad un simile compito? Siamo sicuri che una nomina del genere 
> possa affrancare da condizionamenti e possa consentire di assolvere 
> alle funzioni nel migliore dei modi?
>
> La mia risposta sembra ovvia, anche se ciò presuppone una rigorosa 
> svolta, sia nella scelta che nelle conferme.
>
> In ogni caso non ho mai amato i metodi di elezione degli abati nei 
> conventi e, a tale proposito, il termine affine “conventicole” spiega 
> chiaramente quali compromessi, quali patti segreti, quali /do ut des 
> /, quali lotte di potere giustifichino simili scelte. Basterebbe 
> rileggere i /Vicerè/ del mio (e di Mariano Sciacca) conterraneo De 
> Roberto, nella parte in cui descrive le lotte intestine per la nomina 
> dell’Abate e dei Priori (che sarebbero una specie di presidenti di 
> sezione) del convento dei Benedettini di Catania, per capire qualcosa 
> di tali perversi meccanismi.
>
> Lasciamo, pertanto, la nomina al CSM, ai migliori – con un sistema 
> diverso - , pretendiamo un sistema rigoroso di conferma, ma, per 
> carità, affranchiamo i capi degli uffici da una scelta che si 
> aggiungerebbe agli innumerevoli incarichi di loro competenza, e che, 
> per quanto sinteticamente detto, apparirebbe sempre condizionata da 
> interessi particolari e tale da aumentare ingiustificatamente il loro 
> potere.
>
> Salvatore Laganà (presidente del tribunale di Venezia)
>
> *Da:*Mariano Sciacca [mailto:mariano.sciacca a giustizia.it]
> *Inviato:* domenica 14 luglio 2019 19:59
> *A:* Coordinamento Area; mailinglist-anm a associazionemagistrati.com 
> <mailto:mailinglist-anm a associazionemagistrati.com>; area a areaperta.it 
> <mailto:area a areaperta.it>; nuovarea a nuovarea.it 
> <mailto:nuovarea a nuovarea.it>
> *Cc:* Mariano Sciacca
> *Oggetto:* [Mailinglist-anm] Re: [Area] AreaDG sul Ddl di riforma 
> dell’Ordinamento giudiziario e del processo
>
> A scanso di equivoci chiarisco due cose preliminari.
>
> Intervengo a titolo personale (anche se Upc si è da subito espressa 
> chiaramente sul tema) e sono "direttamente interessato" attualmente 
> ricoprendo la funzione di pst del Tribunale di Catania e quindi in 
> predicato di abrogazione ex lege.
>
> Detto ciò non posso nascondere il grosso disagio nel rilevare due 
> silenzi pesanti sul ddl.
>
> Il primo è quello dei diretti interessati (ovvero gli attuali 
> presidenti di sezione con la loro esperienza maturata) e dei 
> (presunti, spero di no) controinteressati (i direttivi cui il ddl 
> consegna il potere di nomina dei coordinatori).
>
> So che qualcosa si muove sul fronte dei presidenti delle corti più 
> sensibili sul tema, ma nulla mi risulta di contro si muove sul fronte 
> dei presidenti di tribunale.
>
> L'altro silenzio.
>
> Nel comunicato di Area non si fa cenno (salvo ad avere letto 
> frettolosamente) alla eliminazione dei semidirettivi e 
> all'attribuzione della competenza della nomina dei nuovi coordinatori 
> di sezione direttamente ai presidenti dei tribunali e delle corti.
>
> Il tema, insieme alle altre previsioni fortemente punitive e 
> distoniche rispetto agli obiettivi dichiarati e pubblicizzati, è 
> l'attribuzione dei potere di nomina dei presidenti di sezione ai 
> presidenti dei tribunali e della corte.
>
> Sono solo io che ci vede un passo determinante, se non decisivo, per 
> la gerarchizzazione degli uffici giudicanti?
>
> E per le procure, già cosi fortemente verticalizzate, la nomina dei 
> coordinatori di dipartimento quali effetti ulteriori produrrà?
>
> LA sottrazione al CSM di questa competenza (peraltro 
> costituzionalmente prevista: art. 105 Cost.) non sarà foriera di un 
> meccanismo di forte accentramento presso la dirigenza giudiziaria, al 
> pari di quanto è già avvenuto nelle procure?
>
> Ci sentiamo più rasserenati da un fiduciario del presidente del 
> tribunale, piuttosto che da un semidirettivo selezionato dal CSM?
>
> Per chi ha sostenuto la tabellarizzazione delle incarichi semdirettivi 
> è rassicurante questa previsione?
>
> Non c'è in me in questo momento neanche l'ombra di intenti polemici o 
> tanto meno elettoralistici: il momento storico è tale che non mi 
> importa nulla dei voti e delle prossime elezioni.
>
> Il problema è veramente e profondamente culturale e coinvolge sia 
> tutti i profili connessi alla conoscenza tabelllare, ordinamentale, 
> organizzativa ecc ecc  sia la stessa possibilità di potere ancora 
> praticare una reale indipendenza interna nei rapporti tra dirigenza e 
> semidirigenza.
>
> Spero di potere discutere, senza urla e in modo pacato.
>
> In questo momento, al di là di slogans e gente dalle certezze 
> incrollabili, ne abbiano tutti bisogno.
>
> Quanto meno per non dire di avere taciuto.
>
> Mariano Sciacca
>
> ------------------------------------------------------------------------
>
> *Da:*Area <area-bounces a areaperta.it 
> <mailto:area-bounces a areaperta.it>> per conto di Coordinamento Area 
> <coordinamentoarea a gmail.com <mailto:coordinamentoarea a gmail.com>>
> *Inviato:* domenica 14 luglio 2019 18:13
> *A:* mailinglist-anm a associazionemagistrati.com 
> <mailto:mailinglist-anm a associazionemagistrati.com>; area a areaperta.it 
> <mailto:area a areaperta.it>; nuovarea a nuovarea.it 
> <mailto:nuovarea a nuovarea.it>
> *Oggetto:* [Area] AreaDG sul Ddl di riforma dell’Ordinamento 
> giudiziario e del processo
>
> *AreaDG sul Ddl di riforma dell’Ordinamento giudiziario e del processo*
>
> Il Ddl presentato dal Ministro della Giustizia - pur contenendo in 
> alcune sue parti anche apprezzabili previsioni - appare ispirato a un 
> disegno complessivo che, attraverso l’irrealistica e assurda pretesa 
> di governare la magistratura per mezzo di uno strumento disciplinare 
> abnormemente ampliato e l’introduzione di termini capestro, mira a 
> realizzare ancora una volta finalità meramente punitive nei confronti 
> della Magistratura italiana.
>
> Preoccupano, infatti: la previsione di una drastica quanto irrazionale 
> riduzione dei termini di durata delle indagini preliminari e di forme 
> di /discovery/ anticipata; l’introduzione di automatismi e previsioni 
> standardizzate di termini di durata dei procedimenti civili e penali, 
> assolutamente ininfluenti, quando non dannosi, sulla qualità ed 
> efficacia delle indagini e delle decisioni. E ciò senza tener 
> conto, da un lato, della diversa e variabile complessità e difficoltà 
> dei procedimenti; dall’altro, di un carico giudiziario che, tanto nel 
> settore civile, quanto nel settore penale, è in un costante 
> aumento, ormai insostenibile con gli organici e le risorse attuali e 
> non fronteggiabile nonostante la produttività elevata dei magistrati 
> italiani.
>
> Tali previsioni rappresentano l’ennesimo intollerabile tentativo di 
> riversare sui magistrati le conseguenze delle gravi e colpevoli 
> disattenzioni verso il settore giustizia di cui da oltre un ventennio 
> si è resa responsabile la politica con i governi che si sono 
> avvicendati. Ancora una volta, in luogo di prevedere coraggiosi e 
> ormai non più procrastinabili provvedimenti di natura strutturale e di 
> deflazione che assicurino al sistema un effettivo recupero di 
> efficienza, si tenta nei fatti di riformare, punire e normalizzare 
> la Magistratura.
>
> Nella stessa direzione appare andare anche l’introduzione del 
> meccanismo del sorteggio per l’elezione dei componenti togati del 
> CSM che annulla nei fatti il sistema della rappresentanza previsto 
> dall’art. 103 comma 4 della Costituzione, che è il cardine della 
> garanzia dell’autonomia e dell’ indipendenza della magistratura poste 
> a tutela e salvaguardia dei diritti e dell’uguaglianza dei 
> cittadinidavanti alla legge.
>
> Siamo perciò totalmente contrari ad una tale proposta di 
> riforma demagogica la quale - mentre nulla garantisce sul piano del 
> recupero dell’etica della funzione - in contrasto con la Costituzione 
> sostituisce la sorte al meccanismo della rappresentanza, svilisce il 
> senso profondo della partecipazione e del pluralismo e si presta a 
> distorsioni e strumentalizzazioni clientelari anche peggiori di quelle 
> che il disegno di legge afferma di voler contrastare.
>
> I magistrati italiani chiedono riforme che consentano di svolgere la 
> loro funzione con norme processuali e risorse umane e materiali 
> adeguate e consone al delicatissimo compito cui sono chiamati e si 
> attendono che la loro autonomia e l’indipendenza non siano svilite, ma 
> siano rispettate e difese, ad iniziare dagli altri Poteri dello Stato 
> e dalle istituzioni tutte, perché essa è il presupposto per 
> l’esercizio imparziale della funzione e per la tutela dei diritti 
> delle persone e delle loro garanzie.
>
> Chiediamo, perciò, l’apertura di un tavolo di confronto che consenta 
> di pervenire ad un testo di riforma che sia il più largamente 
> condiviso e, soprattutto, realmente utile per il Paese, a cui non 
> serve una magistratura depotenziata e intimidita, ma un sistema 
> giudiziario moderno ed efficiente.
>
> *Cristina Ornano, segretario nazionale di AreaDG*
>
> *Maurizio Carbone, presidente nazionale di AreaDG*
>
>
> _______________________________________________
> Area mailing list
> Area a areaperta.it
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