[Area] R: Francesco Saverio Borrelli: un piccolo ricordo

MARIELLA FINO mariella.fino a giustizia.it
Lun 22 Lug 2019 10:30:27 CEST


Grazie, un esempio bellissimo di educazione. 

Ci stupisce e un po’ ci commuove, perché è diventata così rara

Non solo testimoni, anche giudici,  pubblici ministeri e avvocati che ostentatamente scrivono al cellulare o parlottano durante l’udienza, dimostrano insofferenza e indifferenza…. 

Voltare le spalle al giudice, poi, è ormai una prassi

  Mariella Fino

 

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Pasquale Profiti
Inviato: sabato 20 luglio 2019 18:17
A: Area
Oggetto: [Area] Francesco Saverio Borrelli: un piccolo ricordo

 

 

Era stata convocato come testimone in un processo per diffamazione che si svolgeva in una piccola sezione distaccata di un Tribunale di provincia italiano: Cles, Val di Non, Trentino. Era all’epoca uno dei magistrati più noti d’Italia, forse del mondo. Il processo è fissato alle 09,00, ma è preceduto da altre cause a ruolo. C’è poi il fuoco di fila delle eccezioni della difesa dell’imputato, uno degli scrittori che avevano deciso di mirare al pool di Mani pulite, il suo pool di magistrati. Non potendo minare l’azione giudiziaria, troppo solida, puntavano a screditare i magistrati. 

Francesco Saverio BORRELLI arriva puntuale, si siede nella piccola auletta dei testimoni, senza finestra e dotata di sedie dure e scomode, apre il suo quotidiano ed attende, pazientemente, insensibile allo sbuffare dei testimoni degli altri processi per il ritardo dell’udienza  e che in quell’auletta non hanno alcuna attenzione di attendere pazienti. Mi sento in dovere di andare da lui e dagli altri testimoni scusandomi per il ritardo; la reazione nei volti è la solita: “almeno sei venuto a scusarti”. Non è la Sua reazione: mi guarda, mi sorride e mi dice: “è il dovere dei testimoni”.

Finalmente è il suo turno. Entra in aula, la giudice è imbarazzata, sta per scusarsi anche Lei per l’attesa, ma non riesce, tramortita e sorpresa dal suo gesto: si presenta di fronte a Lei, abbassa il capo in segno di saluto e poi chiede il permesso prima di accomodarsi sulla sedia del testimone, mai volgendo le spalle al giudice.

La compostezza della testimonianza disarma ogni velleità della difesa dell’imputato.

Al termine, nuovo inchino del capo verso la giudice e, ancora una volta a sorpresa, stretta di mano deferente a me, al Pubblico Ministero, semisconosciuto magistrato di provincia, accompagnato da un grazie signorile. 

GRAZIE a Te, grande maestro e modello di magistrato, per averci dato l’onore e l’orgoglio di poter dire di essere stato tuo collega. Se solo lo volessimo, di schiene dritte su cui appoggiarci per risorgere, come magistrati, ne avremmo tante.

 

Pasquale Profiti (PM Trento)    

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