[Area] Francesco Saverio Borrelli: un piccolo ricordo

Oscar Magi oscar.magi a giustizia.it
Lun 22 Lug 2019 10:46:50 CEST


Io, invece, ricordo una intervista televisiva di molti anni fa: si era al tempo di “ mani pulite” ed un giornalista fermò Saverio mentre usciva dal Tribunale per chiedergli non so più che cosa; una piccola folla festante di persone si accalcò dietro di lui e, con grida ed incitamenti vari, lo invitò a “ fare piazza pulita” dei politici corrotti.
Allora Saverio , con un certo malcelato fastidio ( ma sempre con gentilezza) invitò a sua volta le persone a lasciar perdere slogan ed incitamenti vari.
Uno di loro gli si rivolse dicendo .” procuratore, ma noi siamo con voi, il popolo sta con voi “ o qualcosa di simile.
Saverio lo gelò dicendo che la magistratura sta con la legge e non fa le cose solo a furor di popolo.
In tempi attuali in cui il “ furor di popolo” sembra stia prendendo molto piede , mi sembra un ricordo da condividere.
Addio Saverio, che la terra ti sia lieve.
Oscar Magi 

From: Pasquale Profiti 
Sent: Saturday, July 20, 2019 6:16 PM
To: Area 
Subject: [Area] Francesco Saverio Borrelli: un piccolo ricordo


Era stata convocato come testimone in un processo per diffamazione che si svolgeva in una piccola sezione distaccata di un Tribunale di provincia italiano: Cles, Val di Non, Trentino. Era all’epoca uno dei magistrati più noti d’Italia, forse del mondo. Il processo è fissato alle 09,00, ma è preceduto da altre cause a ruolo. C’è poi il fuoco di fila delle eccezioni della difesa dell’imputato, uno degli scrittori che avevano deciso di mirare al pool di Mani pulite, il suo pool di magistrati. Non potendo minare l’azione giudiziaria, troppo solida, puntavano a screditare i magistrati. 

Francesco Saverio BORRELLI arriva puntuale, si siede nella piccola auletta dei testimoni, senza finestra e dotata di sedie dure e scomode, apre il suo quotidiano ed attende, pazientemente, insensibile allo sbuffare dei testimoni degli altri processi per il ritardo dell’udienza  e che in quell’auletta non hanno alcuna attenzione di attendere pazienti. Mi sento in dovere di andare da lui e dagli altri testimoni scusandomi per il ritardo; la reazione nei volti è la solita: “almeno sei venuto a scusarti”. Non è la Sua reazione: mi guarda, mi sorride e mi dice: “è il dovere dei testimoni”.

Finalmente è il suo turno. Entra in aula, la giudice è imbarazzata, sta per scusarsi anche Lei per l’attesa, ma non riesce, tramortita e sorpresa dal suo gesto: si presenta di fronte a Lei, abbassa il capo in segno di saluto e poi chiede il permesso prima di accomodarsi sulla sedia del testimone, mai volgendo le spalle al giudice.

La compostezza della testimonianza disarma ogni velleità della difesa dell’imputato.

Al termine, nuovo inchino del capo verso la giudice e, ancora una volta a sorpresa, stretta di mano deferente a me, al Pubblico Ministero, semisconosciuto magistrato di provincia, accompagnato da un grazie signorile. 

GRAZIE a Te, grande maestro e modello di magistrato, per averci dato l’onore e l’orgoglio di poter dire di essere stato tuo collega. Se solo lo volessimo, di schiene dritte su cui appoggiarci per risorgere, come magistrati, ne avremmo tante.

Pasquale Profiti (PM Trento)    



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