[Area] AreaDG sulla proposta di nomina del Procuratore presso il Tribunale Minori di Roma

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La scorsa settimana i componenti della Quinta Commissione del Consiglio
Superiore della Magistratura hanno deliberato sulla proposta di nomina del
Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Roma,
esprimendo a maggioranza (Gigliotti, Micciché, Basile e Davigo) parere
favorevole per il dottor Spadaro, già presidente del Tribunale per i
Minorenni di Bologna, mentre la proposta di minoranza (Suriano e
Mancinetti) è stata espressa in favore della dottoressa Latella, già
procuratore presso il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria e in
precedenza Procuratore presso il Tribunale minorile di Messina.

Si tratta di una decisione che sconcerta, perché scarsamente intellegibile
alla luce degli indicatori specifici fissati dallo stesso T.U. dirigenza, e
che contrasta con tutte le proposte di riforma dei criteri di nomina dei
direttivi che, a seguito dei gravi e recenti scandali che hanno travolto il
C.S.M., sono  state da più parti affacciate.
Infatti la Dott.a Latella è in possesso  degli indicatori specifici e
oggettivi, avendo già ricoperto il medesimo incarico direttivo presso ben
due uffici giudiziari ed avendo quindi maturato ampia e riconosciuta
esperienza nel settore requirente minorile. All’opposto, il candidato
proposto a maggioranza, non ha mai svolto funzioni requirenti, ma solo
quelle giudicanti. Inoltre, la  prima ha una maggiore anzianità, pari a
oltre cinque anni (D.M. 1986) rispetto al secondo (D.M. 1991).

Proprio per l’evidente contraddittorietà rispetto ai criteri del testo
unico, la proposta di maggioranza si espone al rischio di contenzioso, e
alle conseguenti polemiche circa il non corretto esercizio del potere
discrezionale del Consiglio in materia di nomine.
Solo ancorando l’esercizio della discrezionalità in materia di nomine a
criteri certi, stabili ed oggettivi, quali sono  certamente la
specializzazione e l’esperienza maturata nel concreto esercizio
dell’attività professionale, si può assicurare la piena trasparenza e
intelligibilità delle decisioni del Consiglio in materia di nomina dei
dirigenti e, con esse, la loro  autorevolezza.

Dopo gli scandali recenti, i magistrati italiani si attendono, da tutte le
componenti consiliari, una particolare attenzione e un’accresciuta
sensibilità in tema di trasparenza delle nomine e di scrupolosa osservanza
dei criteri decisionali, nella convinzione che quel deciso cambiamento di
passo richiesto, in primis dal Presidente della Repubblica, non possa
altrimenti in nessun modo concretizzarsi.

Il  Coordinamento nazionale di AreaDG
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