[Area] Da Andrea Mirenda

Riccardo De Vito riccardo.devito a giustizia.it
Mar 23 Lug 2019 12:25:16 CEST


Caro Andrea (Mirenda),
come sai hai tutta la mia stima per alcune tue scelte, prima tra tutte quelle di venire a ‘fare’ uno dei mestieri più belli del mondo: il magistrato di sorveglianza.

Hai dato (o hanno dato) a questa tua scelta una forte coloritura ‘anticarrierista’, ma resta il fatto che il magistrato di sorveglianza è una delle funzioni più affascinanti che si possano scegliere e forse solo noi che lo facciamo sappiamo bene perché.
Sono poi d’accordo con te (e con chi ti rilancia) sul fatto che non si possa mettere bocca sul Csm senza una severa critica non solo delle attuali vicende – il “bubbone maligno” –, ma anche dei “mali risalenti” (uso le espressioni pregnanti di Nello Rossi).
Del resto, questa è la direzione intrapresa da quella rivista promossa da Magistratura democratica (che tu degradi a bollettino di non si sa quale ideologia) e, sulle sue pagine, da quella Ezia Maccora che dipingi come “commentatrice di regime”, “epigone del correntismo pseudo-democratico alfiere del conservatorismo giudiziario” dagli “appetiti voraci”.
Sarebbe sufficiente prendere le “Cronache fuori dal Consiglio” (con quel fuori che parla da solo) per rendersi conto di come da Questione Giustizia siano partite le critiche più serrate ad alcune vicende consiliari che lasciano esterrefatti, a partire da quella che, in danno di Gilberto Ganassi, ha costituto una delle pagini più gravi per gli uffici giudiziari sardi e per il modello di magistrato indipendente e dalla schiena dritta che abbiamo in mente.
Tuttavia, davanti a un certo linguaggio che usi, smetto di essere d’accordo.
Credo fortemente che nel nostro Paese siano due le cose che deligittimano e hanno delegittimato le istituzioni democratiche: i ‘comportamenti criminosi’ a cui fai cenno e quelle logiche  che – senza fare distinzioni tra responsabilità, fatti e persone – affondando le istituzioni in un indifferenziato “sozzo trogolo”.
Uso la tua espressione, anche se ritengo che questo linguaggio davvero "di regime " – pieno di un’enfasi truce e retorica che nel nostro Paese non si è mai abbinata a chi sceglie il confronto democratico e che, anzi, testimonia soltanto la voglia di sottrarsi a una dialettica sulle idee per abbandonarsi alla semplice irrisione e delegittimazione delle persone   –  descriva una cultura che non ti appartiene e che, come magistrati, non ci deve appartenere.
Attenzione. Non viene in questione il sentirsi offesi. Non è questo il punto, figurarsi.
È la possibilità stessa del confronto a farne le spese. Anche la logica argomentativa del discorso critico che proponi rischia di trasformarsi, con quel linguaggio,  in propaganda buona per chi vuole indirizzare verso lidi sicuri (e da contestati) la tua rivolta.
Sono e siamo – come Rivista e come gruppo Magistratura democratica – molto interessati a confrontarci con le posizioni e gli argomenti di chi individua nel sorteggio la soluzione di tutti i mali. Noi, al contrario, crediamo che sia una scelta che finisca per demolire il governo autonomo (e, con esso, l’indipendenza e l’autonomia di tutta la magistratura) e per adeguare il “dover essere” costituzionale dell’istituzione a quello stato di fatto che tu giustamente denunci.
Si tratta di punti di vista diversi, ma ti assicuro che anche il nostro è vissuto con la medesima passione e intransigenza del tuo, sia nella rivista sia nel gruppo.
Siamo persone che non rinunciano all’idea che l’associazionismo – nel quale tutti siamo uguali per definizione – serva a combattere due mali devastanti, che hanno afflitto la magistratura di questi anni e hanno consentito, a coloro che si sono resi responsabili dello scandalo di questi giorni, di trovare pattuglie  sulle quali poter contare: la gerarchia  e  i potentati costruiti sulle nomine e sulla protezione clientelare.
Ora, anche noi intendiamo combattere queste degenerazioni e per farlo, ben prima di incompatibilità sancite per statuto, abbiamo scelto di dedicarci, senza posizioni di “potere”, a coltivare con il gruppo e con la rivista le premesse culturali e politiche per un associazionismo forte e per una magistratura rilegittimata agli occhi di chi ogni giorno entra nelle aule e vive la giustizia sulla sua pelle.
Crediamo che tale sforzo debba passare necessariamente  attraverso un ripensamento della cultura stessa della magistratura – involuta in logiche funzionariali e troppo poco appassionata dalla toga che si porta in aula – e della politica dei diritti.  Tutto questo, per noi, è più importante della gestione dell’esistente e non intendiamo cedere ad accomodamenti di facciata, che lascino le cose come sono, solo con uno sbruffo di cipria.
Vorremmo però poterci confrontare senza far ricorso a certi linguaggi e a certe generalizzazioni, che non ci fanno fare passi avanti, ma che servono a chi vuol far fare passi indietro alla separazione, all'autonomia e all'indipendenza della giurisdizione.
Con questo spirito, dunque, tratteniamo le critiche e restituiamo gli insulti.
Un abbraccio
Riccardo De Vito

________________________________
Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di Andrea Reale <andreale a yahoo.com>
Inviato: lunedì 22 luglio 2019 11:42
A: AREA Mailing List
Oggetto: [Area] Da Andrea Mirenda

Giro, dietro  autorizzazione dell’Autore, il post scritto oggi da Andrea Mirenda sul suo profilo Facebook.

Andrea Reale



“Ezia Maccora, sul bollettino di MD ed in seno ad un agiografico pistolotto in difesa dell’ANM e del CSM, analizza simpaticamente  l’ipotesi del sorteggio dei candidati al Consiglio Superiore della Magistratura, bollandola di “ stravaganza”.
“Libero fischio in libera piazza”, diceva Pertini. Ci terremo, dunque, anche questo divertente contributo giuridico della collega, di cui prendiamo con piacere buona nota.
Merita, però, soffermarsi sul passo dove la Maccora se la prende con il sottoscritto ( troppo onore...), riproponendo il solito refrain stantio: le critiche generiche delegittimano il CSM, sono atti irresponsabili che preludono a interventi distruttivi  del legislatore, dopo le correnti accadrà il diluvio, lasciamo tutto fermo perché i Padri Costituenti..., etc. etc.
A rileggerle ora, dopo il Caos CSM, credo che alla povera Maccora venga un nodo alla gola. Chissà quanto devono pesarle quelle parole, adesso, alla luce del  velenoso “ Bacio Perugina”: 4 consiglieri dimessi, un Procuratore Generale dimesso, un divertente “ autosospeso”, un simpatico “tonno” ( ex Presidente dell’ANM ed ex membro del CSM uscente) sospeso dalle funzioni e dallo stipendio, 3 membri della Sezione Disciplinare che si attorcigliano in fumose astensioni, etc.
E il bello è che questo malaffare, ben noto a tutti i magistrati italiani ( e qui ci sarebbe da aprire un’altra pagina dolorosa...) , era sfuggito solo alla finissima commentatrice di regime.
Povera Maccora!
Verrebbe fatto di  chiederle: cara Ezia, sono le critiche che delegittimano le istituzioni o piuttosto i comportamenti criminosi e criminogeni di quattro  associazioni private che le hanno “occupate” militarmente, riducendole a sozzo trogolo in cui soddisfare gli appetiti voraci?
La risposta è agevole, tranne che per l’epigone del correntismo pseudo-democratico, massimo alfiere del conservatorismo giudiziario:  le critiche, anche quando dure, sono atti di amore verso la legalità e verso le istituzioni.
Il sale della democrazia...
Ezia, non dimenticarlo mai... “

Andrea Mirenda







Inviato da smartphone Samsung Galaxy.

_______________________________________________
Mailinglist-anm mailing list -- mailinglist-anm a associazionemagistrati.com<mailto:mailinglist-anm a associazionemagistrati.com>
To unsubscribe send an email to mailinglist-anm-leave a associazionemagistrati.com<mailto:mailinglist-anm-leave a associazionemagistrati.com>
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://mail.areaperta.it/mailman/private/area_areaperta.it/attachments/20190723/7bfa8a2b/attachment.html>


Maggiori informazioni sulla lista Area