[Area] R: R: La rotazione tra magistrati: una soluzione a costo zero contro il correntismo

Lucia Vignale (Esterna) lucia.vignale a giustizia.it
Gio 12 Dic 2019 12:07:55 CET


Per evitare che vi sia un “cursus honorum” basta prevedere che debba
obbligatoriamente essere interrotto.

La sezione Ligure di Magistratura Demoocratica  della quale ero (e sono
ancora) segretaria, già una decina di anni fa  individuò  i seguenti
possibili rimedi:

a)      Prevedere che non si possano svolgere ruoli direttivi più di una
volta;

b)      Prevedere che dopo aver svolto incarichi direttivi o semidirettivi
si sia obbligati , per un tempo dato (2,3 o 4 anni), a svolgere funzioni non
dirigenziali.

Quanto alle funzioni semidirettive, si ipotizzò che potessero essere
affidate con provvedimento tabellare (e  per il periodo di validità delle
tabelle )  ad un collega individuato dal  dirigente su proposta dei
magistrati dell’ufficio (assai meglio della rotazione che postula  ciò che
non è: vale a dire che tutti abbiano  uguali capacità e competenze).

Proposte diverse - più o meno efficaci  - che, all’epoca,  furono giudicate
un po’ troppo “massimaliste”… forse varrebbe la pena di ripensarci e
prenderne in considerazione alcune. 

In MD e  in AreaDG ci si sta ragionando (i gruppi secondo me esistono per
questo), forse potrebbe cominciare a farlo anche la ANM.

Cari saluti a tutti

Lucia Vignale 

 

 

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Roberto Ferrari
Inviato: giovedì 12 dicembre 2019 11:27
A: thorgiov; area a areaperta.it
Oggetto: Re: [Area] R: La rotazione tra magistrati: una soluzione a costo
zero contro il correntismo

 

Il problema dell' inidoneità manageriale si manifesta spesso anche in ambito
sanitario, ove il primario continua a fare il medico, perchè già lo sa fare
e c'è tanto da fare, anzichè ritagliarsi il tempo necessario a imparare a
organizzare.

La rotazione potrebbe non risolvere il problema. Questo sarebbe invece
risolto ove le funzioni organizzative vengano esercitate effettivamente da
tutta la compagine, selezionando le persone più adatte a svolgere
determinati compiti. In questo modo, indipendentemente da chi figuri essere
il dirigente che firma gli atti organizzativi, il deficit determinato dall'
assoluta inefficienza del criterio del merito viene colmato.
Riguardo all' inefficienza, occorre chiarire che la scelta sul merito si
basa sulla lacunosa conoscenza di quanto compiuto in passato dal candidato,
anzichè sulla (altrettanto difficile) osservazione di quanto effettivamente
compie come dirigente. Ove il merito si valuti poi in base alle capacità e
alle competenze, il criterio di selezione resta ancora inefficiente. Che si
sappia compiere un' opera in modo adeguato non lascia indurre che lo si
voglia anche e che lo si faccia effettivamente. 

Il problema della carriera o del cursus honorum segnalato da Pizzi è invece
di grande importanza, trattandosi di fenomeni che appartengono a
organizzazioni sociali dalle quali la Costituzione pare volersi discostare
con decisione. 
La "carriera" appartiene propriamente a epoche storiche di transito dai
sistemi feudali a quelli centralizzati (la Francia dell' assolutismo
monarchico, il mandarinato cinese); constatata l' ingestibile fedeltà dei
ceti nobiliari, la si richiede al burocrate alle dirette dipendenze della
corte, che deve inoltre essere il più efficiente possibile. La fedeltà è
comunque la condizione primaria e irrinunciabile; uno bravo di cui non mi
fido è un rischio inaccettabile; è molto meglio un inaffidabile incapace. 
Il cursus honorum romano attiene più propriamente all' organizzazione di
tipo repubblicano dei rapporti interni ai patrizi, che gradualmente evolve
nel tempo dell' impero in forme più simili a quelle del mandarinato (con
grande apertura al ricambio nelle classi dirigenti).
Tali sistemi organizzativi della macchina statale appaiono contrari agli
indirizzi costituzionali. 

Va poi detto che il problema della reale conoscenza della capacità e fedeltà
del funzionario si aggrava con la complessità dell' organizzazione sociale e
dell' economia. Se la conoscenza della realtà è difficile, allora il
carrierista lavora sulla creazione dell' apparenza a lui utile (in
particolare riuscendo a entrare in un cartello i cui partecipanti cooperano
nel costruire e asseverare reciprocamente le rispettive reputazioni); l'
unica competenza che possiamo esser certi possieda è quella nella creazione
di una reputazione idonea allo scopo.



  _____  

Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di thorgiov
<thorgiov a libero.it>
Inviato: mercoledì 11 dicembre 2019 18:54
A: area a areaperta.it
Oggetto: Re: [Area] R: La rotazione tra magistrati: una soluzione a costo
zero contro il correntismo 

 

E chi altri potrebbe ( e non dovrebbe ) amministrare ? Mi sembra ovvio che i
dirigenti andrebbero scelti per gli effettivi meriti. La questione di fondo
è che su quei meriti non dovrebbe essere possibile fondare una carriera,
perchè la carriera, in base alla Costituzione, non dovrebbe esistere. Se si
costruisce una carriera, il magistrato diventa effettivamente un burocrate
che perde ogni contatto con la sua funzione, che è la funzione
giurisdizionale, non quella direttiva.

FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

Il 11/12/2019 18:36, Giuseppe De Rosa ha scritto:

Non sono d'accordo. La rotazione negli incarichi provocherebbe in poco tempo
l'appiattimento della funzione dirigenziale. Il solito problema che si ha
quando si adottano soluzioni simili. Nessuno è responsabile di niente ed chi
dirige è lì più o meno per caso. La conseguenza sarebbe, inevitabile,
l'ulteriore burocratizzzaione e gerarchizzazione esterna della magistratura,
perché se i dirigenti ruotano senza una specifica scelta, in fondo non
servono. Quindi, altri devono amministrare.

Occorre sforzarsi di sceglierli come si deve. E' difficile, ma è meno
rischioso.

Giuseppe de Rosa (Corte Appello Trieste)

 

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di andreale
Inviato: mercoledì 11 dicembre 2019 08:29
A: Area a areaperta.it
Oggetto: [Area] La rotazione tra magistrati: una soluzione a costo zero
contro il correntismo

 

Andrea Mirenda,  nell'articolo  che vi allego, pubblicato oggi su Il
riformista,  spiega chiaramente i motivi per sostenere la proposta della
rotazione negli incarichi apicali tra i magistrati.

Uno strumento semplice e senza 'controindicazioni' sotto il profilo della
legittimità costituzionale.  

Un'arma molto efficace contro il nominificio correntizio.

Ve lo sottopongo per una riflessione.

Saluti,

Andrea Reale 

 





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