[Area] AreaDG - Giornata della Memoria - Il dovere di parlare

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Lun 27 Gen 2020 10:12:06 CET


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*Giornata della memoria*

*Il dovere di parlare*

Per non dimenticare che l’ingiustizia può essere imposta attraverso norme
che legittimano il sopruso. Per celebrare col ricordo la lotta contro ogni
discriminazione



Č curioso come il nostro pensiero ad alta voce, oggi, sia reclamato dal
diritto positivo, che, rinnegando un arresto nell’avanzare della civiltà,
imponga di ricordarlo.

Il 27 gennaio 1945 venivano abbattuti i cancelli di Auschwitz e con essi il
segno tangibile del mostro che talvolta rischia di annidarsi nell’anima
dell’uomo, trasformandolo in nemico dell’uomo stesso.

Quella salvifica demolizione č il simbolo di una vittoria che passa
attraverso lo sgretolamento dell’immagine funesta ed esiziale di chi ha
perseguito lo sterminio di un popolo e coltivato una disparitą tra gli
uomini a seconda della razza, di chi ha sostenuto, pure attraverso lo
strumento della legge, risultati d’ingiustizia.

E contro l’ingiustizia imposta attraverso norme giuridiche che legittimano
il sopruso, il diritto rinsavisce e comanda di non dimenticare; comanda di
non dimenticare:

la sofferenza di un popolo e la mortificazione delle libertą per mano delle
dittature;

il sacrificio di tutti coloro che, anche con la propria vita, tentarono di
reagire al progetto di sterminio e alla soppressione delle libertą.

L’obbligo di rammentare tutto questo, pure pensato soprattutto con
riferimento alla Shoah, diventa occasione per celebrare la lotta contro
ogni genere di discriminazione e contro ogni tentativo della sopraffazione
delle idee altrui con la violenza e con la forza.

L’una e l’altra non appartengono alla democrazia, anche se può ritenersi
legittimo che questa adoperi la forza ogni qual volta debba difendersi da
incursioni pericolose di coloro che, dietro un malinteso senso di tutela
della libertą, tentino di impaurire solo per affermare la giustezza delle
proprie ideologie e religioni. Queste potranno trovare accoglienza solo se
e in quanto non intendano sopraffare chi č con loro in disaccordo e in
questa contrapposizione dialettica non č rilevante stabilire chi sia
minoranza e chi maggioranza, giacché l’una e l’altra potranno trovare
spazio tra le regole di un diritto di pacifica convivenza.

Con l’entrata in vigore della legge n. 211 del 20 luglio 2000 una norma
giuridica crea il dovere di “...conservare nel futuro dell’Italia la
memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in
Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere…”.

Non vi è una sanzione all’inadempimento di tale dovere civico, ma chi
avrebbe il coraggio di infrangerlo?

Mentre scrivo mi scorrono davanti le crude immagini dell’Holocaust Memorial
Museum di Washington: le fotografie di bambini, vecchi, uomini, donne, le
loro vite disperse, svanite nel nulla, divenute oggetti, involucri, carne e
ossa su cui sperimentare prima di sopprimere, private dell’anima e, in un
giuoco paradossale, le cose stesse (le scarpe – milioni di scarpe consumate
–, le dentiere – milioni di dentiere –, gli occhiali – milioni di occhiali
dalle lenti più diverse –), che, simulacri dell’esistenza delle persone
alle quali appartennero, ritornano a confermarne l’anima, a restituirla a
coloro cui era stata strappata insieme a ogni umana dignitą.

Mentre scrivo mi scorrono le pagine del Partigiano Johnny di Beppe Fenoglio
e se mi soffermo a riflettere riecheggia la sintesi di Sofocle che in un
versetto dell’Antigone fa dire al Coro “Molte sono le cose che fanno
sgomento, ma niente fa più paura dell’uomo”.

E siccome quest’ultimo è capace di azioni terrifiche, ogni vittoria su
queste va celebrata perché in quelle vittorie c’è, forse, il filo della
speranza in un’umanità migliore, in quell’umanità che, come scrive Rilke in
alcune sue considerazioni su Dio, riesca a cogliere nei bracci della Croce
le direzioni verso cui andare per realizzare un progetto di pace sulla
terra piuttosto che accovacciarsi sotto di essa in attesa di un paradiso al
di lą della vita, in tal modo pericolosamente riposta nelle mani del male.



Gabriele Mazzotta (Procuratore Aggiunto presso la Procura della Repubblica
di Firenze), 27 gennaio 2020
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