[Area] Fwd: I veri patrimoni del nostro paese

mario ardigo marioardigo a yahoo.com
Lun 27 Gen 2020 22:14:59 CET


  I giudizi su Bettino Craxi che vado leggendo su questa lista sono piuttosto superficiali. Ho proposto alcune idee in merito  sulla mailing list dell'ANM e non sto  a ripetermi.  Su questa mailing list accedono però anche non magistrati. Per loro dico che ho l'età per aver vissuto consapevolmente, e quindi per esserne testimone,  gli anni in cui Craxi e il suo gruppo proposero un neo-socialismo centrato su questo proposito: sostituire la lotta di classe e l'assolutismo del modello leninista con lo sviluppo indotto dalla modernizzazione dei processi sociali, quindi per ottenere la giustizia sociale mediante lo sviluppo, innanzi tutto economico. Significava cercare di coniugare socialismo e capitalismo: il modello che sta seguendo la Cina sotto la guida di Xi Jingping. Il capitalismo che si veniva affermando negli anni '80, il decennio in cui i craxiani ebbero e persero l'opportunità di affermare il loro progetto politico, era però quello che ancora oggi domina addirittura tutto il mondo, il feroce neoliberismo di scuola statunitense. Esso finì con il travolgere tutto ciò che gli si arrendeva. Il socialismo parve svanire di fronte ad esso.  Invito a leggere un documento molto importante, di non facilissima assimilazione per i molti riferimenti al pensiero dei socialismi storici con il quale oggi si  è persa dimestichezza: "Il vangelo socialista", uscito a firma di Bettino Craxi,  che è disponibile liberamente sul WEB. Perché vangelo? Nella sua accezione di buona notizia fu una parola usata dai socialisti. Il socialismo era la buona notizia per i sofferenti per ingiustizia del mondo. Il documento può essere considerato il manifesto del craxismo, di un suo neo-socialismo. E' una critica molto ben motivata del comunismo di scuola sovietica, secondo l'ideologia marxista leninista. Marxismo significa critica sociale argomentata principalmente  mediante l'osservazione realistica delle dinamiche sociali, per intuire dove va la storia delle società in cui si è immersi. Leninismo è la dottrina del russo Lenin per forzare la storia e la società inducendo il socialismo, anche laddove non si erano ancora create le condizioni del crollo del capitalismo sotto le sue contraddizioni, mediante l'azione di un partito organizzato secondo una rigida disciplina gerarchica e una fase di transizione caratterizzata da un ordinamento sociale totalmente  organizzato come un'azienda (Karl Marx riteneva che l'unico settore sociale in cui non poteva affermarsi una democrazia socialista fosse quello aziendale, per la necessità di una forte struttura di comando), comandata inflessibilmente da quel partito,e presidiato da una onnipresente polizia politica, a reprimere ogni dissenso, considerato eversione e sabotaggio, spada e scudo del partito come si diceva. In quel documento di Craxi si sostiene che i socialisti fin dall'inizio, nell'Ottocento,  avevano previsto a che cosa avrebbe portato quel modello, vale a dire a società dominate dalla violenza politica e prive di sviluppo, quindi povere. Occorreva quindi distaccarsi da quel modello molto più decisamente di come avevano fatto i socialisti fino ad allora e di come avevano iniziato a fare i comunisti italiani sotto la guida di Togliatti e, molto più marcatamente, di Enrico Berlinguer, negli anni '70. Nel 1977, Berlinguer in un famoso  discorso a Mosca, per l'anniversario della Rivoluzione d'Ottobre, aveva dichiarato che nell'Europa occidentale si sarebbe seguita una via al comunismo diversa dal modello sovietico. Fu il cosiddetto "strappo".  Leggendo attentamente "Il vangelo socialista" si nota ad un certo punto il fattore di novità rispetto al socialismo libertario dei decenni precedenti, quello che, pur mantenendo l'aggancio al marxismo, aveva rifiutato l'adesione al comunismo sovietico: è l'idea di una società pluralistica, sì, democratica, sì, ma anche con gruppi sociali,e anche politici,in costante competizione tra loro. Attenzione, è scritto proprio competizione, secondo l'idea del capitalismo, non bilanciamento di poteri per evitare l'assolutismo. Ma come può esservi fraternità in un sistema in perenne competizione, dove pesce grosso mangia pesce piccolo, e ciò viene considerata legge di natura da non correggere? I socialismi avevano inglobato  sempre anche un'esigenza di fraternità, da cui derivava il comandamento sociale della solidarietà di classe delle maggioranze sfruttate e subalterne e la loro forza, con l'unità di intenti e quindi di azioen,  del rovesciamento della situazione, mediante una presa di coscienza insieme della propria forza sociale e della propria condizione di ingiusta subalternità. Nel modello craxiano a questa fraternità, che garantisce il radicamento popolare del socialismo, si volle sostituire il semplice consenso, da acquisire mediante fascinazione, in particolare col medium egemone negli anni '80, le televisioni. Un'attività molto costosa di propaganda, non più da svolgere nelle realtà di base e mediante il volontariato, ma da uffici di propaganda al vertice e sfruttando le tecniche del marketing. Questo spiega la fame costante di risorse dei neopartiti che si muovevano in quell'ottica, quindi certi sviluppi, ma anche certi compagni di strada. Ho parlato di neopartiti, al plurale, perché il socialismo craxiano fece scuola, nei metodi e anche nei propositi, in particolare nell'idea che la giustizia sociale potesse derivare dallo sviluppo consentito dall'economia del neo-capitalismo liberista, centrato sulla convinzione che meno regole c'erano più ricchezza si produceva. Questa ideologia, benché costantemente smentita dalla storia fino ai tempi nostri, venne fatta propria da quasi tutte le neo-formazioni politiche che succedettero al socialismo craxiano, che perse la sua occasione ben prima di essere colpito dalle indagini giudiziarie. Perse la sua occasione per la irriducibile opposizione dei cattolici democratici, il cui pensiero sociale, sulla base del quale  è stata in gran parte progettata l'attuale Unione Europea, ripudiava l'idea di una società in perenne conflitto, e per non essere riuscito a coinvolgere i neo-comunisti prodotti dalla metamorfosi del Partito Comunista Italiano, pur avendoli tentati fino all'ultimo, secondo quello che riferì Achille Occhetto. Ciò non toglie che, a parte frammenti di socialismo ancora marxista, la gran parte degli attuali partiti politici segua ancora la proposta craxiana, della giustizia sociale mediante sviluppo, e dello sviluppo mediante modernizzazione, in particolare ritenendo controproducente l'imposizione fiscale progressiva, per cui chi più ricava deve dare progressivamente di più sulle quote di ricchezza più alte. Tutti i maggiori partiti hanno fatto proprio lo slogan meno tasse.  Ho l'età per aver partecipato, da giovane, alle animate discussioni che seguirono alla pubblicazione del Vangelo socialista, che, come si seppe poi, era in gran parte  frutto della penna del sociologo Luciano Pellicani, dunque un documento colto, ben informato, ben motivato, non una serie di slogan come la politica dei nostri giorni, sulla scia degli spot commerciali, ci ha abituato. Com'era che il socialismo, dove era stato realizzato pienamente, non aveva portato il benessere agli sfruttati, ma una condizione di generalizzato livellamento verso il basso, garantendo a tutti, sì, l'essenziale, in particolare casa, lavoro, cure sanitarie, istruzione, vacanze, ma a prezzo di una invasiva repressione poliziesca del dissenso, anche minimo, dell'obbligo di generale uniformità a standard decisi dall'alto e di una condizione sociale che, confrontata con quella della classe media dell'Europa occidentale, era deteriore? Era possibile un diverso tipo di socialismo? O la costante lotta di tutti contro tutti era l'unica via per l'arricchimento sociale? La vita degli statunitensi era l'unico modello valido da seguire? Ora, certo, corruzione vi fu: del resto lo stesso Craxi, in un famoso discorso in Parlamento, sostanzialmente la ammise. Oggi, nell'epoca degli smartphone, la politica è divenuta infinitamente meno costosa, ma all'epoca lo era. La politica come semplice propaganda, senza fraternità vissuta, stava staccando i partiti italiani dalle loro basi sociali, e il consociativismo, il contrattare il consenso delle formazioni sociali a fronte di spesa pubblica, non dava più i suoi frutti, perché si chiedeva sempre di più alla politica la quale aveva ormai drenato tutte le risorse  pubbliche utilizzabili e cominciava ad aver limitazioni nel governo della moneta e dell'imposizione tributaria.  Ecco la ragione dell'azzardo morale della politica di allora, per cui ora le ci scagliamo contro dandole della ladra. Osservo però che, se si vuole capire, fare il resoconto delle indagini e dei processi giudiziari non basta. Le questioni poste nel Vangelo socialista sono ancora di stretta attualità. L'impostazione craxiana ha certamente lasciato un'eredità al presente. Più che un patrimonio, la definirei un problema. Esso  non è però solo quello dell'azzardo morale in politica, bensì anche questo: abbandonati i socialismi, chi si fa patrono degli sfruttati, di chi in società ha la peggio (e ora come e sempre si tratta della maggioranza)? Ed è possibile esserlo  prescindendo dal socialismo? La società della lotta perenne di tutti contro tutti fa tanti scarti, tanti vinti: ecco la dinamica della povertà, da dove essa scaturisce, le fonti sociali della povertà. Ci dobbiamo rassegnare? E che ne facciamo di una Costituzione, come quella italiana, che è piena di elementi di socialismo, a partire dall'art.3? Basta lo stato minimo proposto dal pensiero liberale a mantenere le condizioni minime di convivenza civile?  Questo c'è in ballo e, per la verità, non lo sento menzionare nemmeno dai reduci del craxismo storico. Ho scritto altrove che in effetti, per capire il progetto neosocialista craxiano, bisognerebbe andare oltre Craxi e la sua triste vicenda personale di sofferenza. Aggiungo che è meritevole di pietà anche quella degli accusati, e dei condannati. Lo dice l'art.27  della Costituzione: la pietà umanitaria è profondamente democratica.Mario Ardigò
    Il lunedì 27 gennaio 2020, 20:11:53 CET, Domenico Ielasi <domenico.ielasi a giustizia.it> ha scritto:  
 
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Ovviamente si è trattato, e si tratta, di un tentativo di riabilitazione politica; quanto alla riabilitazione giudiziaria, è calata una pietra tombale e amen !  Comunque condivido tutti i giudizi negativi espressi su quel tentativo e trovo moltoazzeccato il titolo dell'articolo "il bottino di Bettino" apparso su “il Fatto Quotidiano”. E’ raccapricciante constatare che molti continuino a mescolare capziosamente il consenso elettorale con il principio di legalità, che, nonostante l’oscurità, la vetustà e l’inadeguatezza di non poche norme, dovrebbe pur sempre costituire la strada maestra in uno stato democratico dalla Costituzione rigida (o presunta tale). Una visione retrospettiva di quella “onda lunga” di certi suffragi elettorali ha consentito di capire meglio le ragioni sottostanti ai duri attacchi ai pool di Palermo e di Milano che indagavano sui rapporti corruttivi e collusivi tra settori della politica, dell’economia e della masso/mafia. Ma questa è una storia che purtroppo continua a ripetersi sia pure in nuovi contesti e con altri protagonisti. D. Ielasi      ​

Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di Guglielmo.Avolio a giustizia.it <Guglielmo.Avolio a giustizia.it>
Inviato: mercoledì 22 gennaio 2020 11:46
A: area a areaperta.it; thorgiov
Oggetto: Re: [Area] Fwd: I veri patrimoni del nostro paese Caro Felice, quanta saggezza... e quell’amara consapevolezza che connota il sentire di noi napoletani... provincia compresa!!!G A From: thorgiov Sent: Wednesday, January 22, 2020 11:27 AMTo: area a areaperta.itSubject: Re: [Area] Fwd: I veri patrimoni del nostro paese 
Trovo anche io vergognosa la riabilitazione di un latitante, ma credo che tutto ciò non sia solo funzionale a discolpare i ladri vivi. Penso che sotto questi elogi vi sia essenzialmente una grande nostalgia della Prima Repubblica, perchè tutti i partiti dell'epoca fondavano il loro potere, e il loro grande consenso, sulla spesa pubblica. C'erano le ruberie, gli sprechi, ma tutto sommato agli italiani questo andava più che bene, perchè sulla spesa pubblica campavano tutti. Poi, certo, il livello culturale dei cittadini è talmente basso che nessuno si è mai posto il problema che il pozzo non poteva essere senza fondo, che qualcuno prima o poi il conto lo avrebbe dovuto pagare. Lo si è incominciato a scoprire, amaramente, proprio agli inizi degli anni 90' del secolo scorso, ma il problema di fondo è che ancora oggi la cosiddetta ggentenon si rassegna all'idea che per ogni spesa ci dovrebbe essere una copertura, nel senso che alla fine qualcuno deve pure pagare. C'è sempre la mentalità per cui quello che è dello Stato è di tutti e quindi di nessuno. C'è sempre l'idea che non importa fare debiti, pubblici o privati, perchè, tanto, per pagare e per morire c'è sempre tempo. I partiti populisti hanno ben compreso questa ignoranza di fondo degli italiani, e non a caso hanno acquistato consenso proprio spendendo soldi pubblici con il reddito di cittadinanza e quota cento. Perchè alla fine il nord Italia ha sempre campato sulle pensioni di anzianità, come il sud Italia è andato avanti con le pensioni di invalidità. Perchè tagliare la spesa pubblica è troppo difficile, laddove quello che per alcuni è uno spreco, per altri rappresenta un modo per sopravvivere. Non è un caso se la riforma delle circoscrizioni giudiziarie si deve ad un governo tecnico, che poteva permettersi di fare approvare leggi impopolari da un Parlamento che aveva trovato un comodissimo capro espiatorio cui far fare il lavoro sporco. Spesso sento dire che i politici di oggi, a differenza di quelli di ieri, non hanno il senso delle istituzioni. Questo è vero, ma non si coglie la vera ragione della differenza : la Prima Repubblica era un periodo di vacche grasse, per cui i politici e i cittadini, nel momento in cui c'era da mangiare a crepapelle per tutti, avevano interesse a salvaguardare anche il sistema istituzionale, nel momento in cui si trattava di un sistema che garantiva tutti. Oggi ci troviamo in un periodo di vacche magre, ed è difficile accettare l'idea. Le risorse sono poche, ma questo dato di fatto si preferisce attribuirlo a colpe di terzi, per esempio dell'Europa cattiva. E in ogni caso, visto che non c'è più da mangiare per tutti, i politici e i partiti sono molto più accaniti che in passato, molto più incattiviti. Nel momento in cui le istituzioni non garantiscono più il benessere diffuso di una volta, non vi è più ragione di difenderle ad ogni costo. Questo non accade solo in Italia, ma in Italia, dato l'infimo livello culturale e la disonestà di fondo della popolazione, il fenomeno è più evidente.


FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )


 
Il 22/01/2020 10:48, Guglielmo.Avolio a giustizia.it ha scritto:

<!--#yiv9754749434 p {margin-top:0px;margin-bottom:0px;}-->Grazie, Pasquale. Grazie, Paolo.Condivido parola per parola.Non trovo di meglio che trascrivere quello che ha detto ieri sera Marco Travaglio, che potrà piacere o non piacere, essere antipatico o simpatico, ma è sempre documentatissimo, e non le manda a dire. “Craxi, secondo me, viene riabilitato non tanto perché a qualcuno interessi la buonanima defunta venti anni fa. Attraverso Craxi morto, si cerca di riabilitare i ladri vivi. Questa è la cosa più vergognosa che sta accadendo in questo momento. Io credo che invece che a Craxi a Milano dovrebbero dedicare una via a Francesco Saverio Borrelli“. Sono le parole pronunciate a “Dimartedì” (La7) dal direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che ribadisce: “Trovo vergognoso quello che sta accadendo in questi giorni. Sembra quasi che chi ricorda Craxi debba discolparsi. Per il resto, si difende un corrotto, un bandito, un latitante che ha violato innanzitutto le leggi che lui stesso aveva contribuito a fare e poi le sentenze, essendo stato presidente del Consiglio”. Intanto, a Verona...https://www.corriere.it/politica/20_gennaio_21/a-verona-via-almirante-segre-incompatibile-mia-cittadinanza-64225844-3c64-11ea-a78f-84ea93852c9b.shtmlA volte mi sembra di sognare. Guglielmo AvolioPT Trento  From: Paolo Giovagnoli Sent: Wednesday, January 22, 2020 10:31 AMTo: Giorgio Milillo ; Pasquale Profiti ; Area Subject: Re: [Area] Fwd: I veri patrimoni del nostro paese 
Anche io sono del tutto d' accordo con Pasquale e mi colpisce notare che nessuno contesta sui giornali questi fatti e tanti altri, tra i quali i reati commessi da Craxi, a tutti quelli, in buona parte familiari e complici di  Craxi nelle sue condotte, che cercano di riabilitarlo. Un ex ministro della giustizia, Martelli, si è spinto a dire che Craxi non era latitante perché faceva sapere dove si trovava, ossia in un paese estero che non lo estradava, verosimilmente perché aveva beneficiato dell' investimento degli ingenti profitti delle ruberie fatte in patria da Craxi e i suoi, come se questa condotta non fosse sottrarsi volontariamente alla custodia cautelare ossia la definizione ella latitanza (art 296 cpp). Cercano di farlo chiamare esule come se fosse un patriota sfuggito all' oppressione della dittatura o degli stranieri in Italia. Saluti a tutti PG
Da: Areamailto:area-bounces a areaperta.it per conto di MILILLO GIORGIOmailto:giorgio.milillo a giustizia.it
Inviato: mercoledì 22 gennaio 2020 10:07
A: Pasquale Profiti; Area
Oggetto: Re: [Area] Fwd: I veri patrimoni del nostro paese Non sono iscritto ad AREA  ma bravissimo Pasquale .Sottoscrivo integralmente il tuo intervento Un caro saluto  Giorgio Milillo  From: Pasquale Profiti Sent: Wednesday, January 22, 2020 8:14 AMTo: AreaSubject: [Area] Fwd: I veri patrimoni del nostro paese Di seguito un pezzo pubblicato su un quotidiano. Buona lettura per chi vuole e, per gli altri, nessuna offesa per il tasto CANC.




Devo rassegnarmi; sono rigido, forse intollerante.


Ai giovani racconto spesso le vite di avvocati, magistrati, poliziotti, carabinieri che hanno sacrificato sé stessi per la legalità costituzionale, uccisi da mafia e terrorismo. Dico loro che persone come Giorgio AMBROSOLI, Fulvio CROCE, Giovanni FALCONE, Paolo BORSELLINO, Ninni CASSARA’, Emanuele BASILE e tanti altri devono farci sentire fieri di essere italiani, sono un patrimonio nazionale. Inizialmente quei ragazzi mi guardano con gli occhi di chi pensa che ho voluto spararla grossa per attirare la loro attenzione. Dopo, al termine del racconto, non lo pensano più, capiscono che quelle vite sono testimonianza vera, in carne, ossa e, purtroppo, sangue, di coerenza e sacrificio per il bene comune.

Torno alla mia rigidità.

Si, sono rigido perché m’indigna considerare, come qualcuno ha detto, un patrimonio un politico, Bettino CRAXI, che aveva incassato 40 miliardi di lire in conti svizzeri, 40 miliardi che le sentenze e, ancor più, le prove processuali indicano come frutto di tangenti, di corruzione, di illecito finanziamento ai partiti.

Si, sono rigido a non considerare un patrimonio chi ha utilizzato quel denaro per comprare case in località prestigiose, sovvenzionare televisioni di amiche, assicurarsi una vita da latitante, ricercato per accuse e condanne.

Sono rigido finanche a ricordare che quel decennio degli anni 80 ha prodotto un disavanzo primario di bilancio (differenza tra entrate pubbliche e spesa pubblica al netto degli interessi), che stiamo pagando noi oggi ed ancor più pagheranno le generazioni future. E si, sono rigido come la matematica; è stato solo in quel decennio che l’Italia ha speso di più di quello che incassava: tra il 1980 ed il 1992 il disavanzo primario complessivo è stato di 140 miliardi di euro; successivamente, tra il 1992 ed il 2012 abbiamo invece accumulato avanzi primari di oltre 600 miliardi. Peccato che gli interessi pagati per i 140 miliardi di quel decennio hanno aperto una voragine 5 volte superiore, A causa degli interessi sul debito, che in quegli anni andavano dal 14 al 20% e che hanno fatto sì che il nostro debito pubblico sia oggi costituito nella gran parte da interessi accumulati per quel disavanzo degli anni 80. Un disavanzo originato da opere pubbliche che, grazie alla corruzione dilagante, pagavamo il doppio degli altri paesi e realizzavamo con ritardi imbarazzanti: un chilometro della metropolitana di Milano costava il doppio di quello di Amburgo, come un chilometro del nostro passante ferroviario rispetto a quello svizzero e tutto eseguito nel doppio del tempo. 

Sono rigido ad ammettere che un uomo, un qualsiasi uomo, che arricchisce sé stesso e il suo partito con soldi frutto di delitti che tradiscono la democrazia, può essere perdonato, ma non osannato.

Sono rigido a non considerare un esempio corrotti e corruttori, percettori di illeciti finanziamenti o, in generale, autori di delitti che dissipano le risorse dei cittadini.

Dovrò ammetterlo agli studenti nei prossimi incontri; dovrò confessare di aver scelto le persone della cui vita racconterò perché sono rigido. In verità, non sono io rigido, sono i criteri di selezione di questi uomini ad esserlo: quei criteri si chiamano onestà, coraggio e sacrificio per il bene comune.
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