[Area] L'iniziativa della Camera Penale di Milano

Guglielmi Mariarosaria mariarosaria.guglielmi a giustizia.it
Gio 30 Gen 2020 17:21:01 CET


Da: Guglielmi Mariarosaria [mailto:mariarosaria.guglielmi a giustizia.it] 
Inviato: giovedì 30 gennaio 2020 17:20
A: 'mailinglist-anm a associazionemagistrati.com'
Oggetto: L'iniziativa della Camera Penale di Milano 

 

Magistrati e avvocati: dialogare non è un optional ma un “dovere”. 

Nel confronto paziente e costante si realizza una comune assunzione di
responsabilità verso la collettività rispetto alle carenze e alle
disfunzioni della Giustizia che purtroppo da tempo riscontriamo.

Il dialogo  è, oggi, un percorso obbligato contro i rischi della deriva
populista, per costruire un argine a difesa del nostro sistema di diritti e
di garanzie. 

E’ il metodo della democrazia, il riconoscimento della reciproca
legittimazione ad essere interlocutori credibili sui temi della
giurisdizione  e non può essere relegato ad un “fatto” di sensibilità
culturale o di maggiore apertura di alcuni settori della magistratura e
dell’avvocatura. 

Il dialogo ed il confronto sono  ciò che strutturalmente richiede il nostro
ruolo. 

Ecco perché sorprende e preoccupa la decisione dell’avvocatura di reagire
alle esternazioni del Cons. Davigo sul processo e sulle garanzie,
espressamente definite “posizioni ideologiche”, non con argomenti e
contenuti, ma invocando improponibili reazioni sul piano istituzionale e
disciplinare.

Ci auguriamo che questa posizione da contrapposizione “strutturale”
inaugurata dalla Camera Penale di Milano resti isolata nell’avvocatura.

Per quanto ci riguarda difenderemo sempre il diritto di ognuno di esprimere
liberamente il proprio pensiero, anche quando non lo condividiamo.

Ci auguriamo però che la magistratura sia consapevole di quanto la deriva
neocorporativa e populista rischi di rafforzare questa linea di non-dialogo.


Prima ancora dell’avvocatura, dovrebbe essere infatti la magistratura ad
evitare che nell’opinione pubblica si consolidi la visione di “alcuni” sulle
garanzie, su processo penale e pena, sul ruolo stesso dell’intervento
giudiziario come fosse il “vero punto di vista” o “il punto di vista di
tutti”. 

Il pluralismo culturale che rivendichiamo serve anche a questo: ad immettere
nel dibattito pubblico una visione delle garanzie processuali e della difesa
diversa da quella che tende a banalizzarne il valore e che rischia di
delegittimarne la funzione; la consapevolezza dei limiti del nostro ruolo
contro l’immagine del magistrato unico ed infallibile portatore della verità
e del bene; l’attenzione ad un linguaggio corretto;  la capacità di
autocritica rispetto alle pretese di autarchia, alle chiusure corporative  e
a tutti i rischi del populismo giudiziario.

L’arrendevolezza che da tempo caratterizza le posizioni della magistratura
progressista rispetto a posizioni assunte e rappresentate nel dibattito
pubblico e nel confronto con l’avvocatura in nome di tutta la magistratura
da chi ha ruoli rappresentativi o istituzionali, e che avrebbero richiesto
un’esplicita e netta correzione di rotta, non rappresenta solo un ostacolo
sul percorso del dialogo. A lungo andare, da strategia comunicativa o
elettorale rischia di trasformarsi in vera subalternità culturale.
L’indulgenza verso chi sa ben comunicare non deve distrarci dai contenuti di
ciò che si comunica.

Mariarosaria Guglielmi

Segretaria generale di Magistratura Democratica

 

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