[Area] R: "La magistratura è sana, solo il sei sette per cento dei magistrati è corrotto"

thorgiov thorgiov a libero.it
Ven 14 Feb 2020 19:51:13 CET


Tu giustamente fai menzione delle lusinghe piccole e grandi da cui erano 
tentati i giudici. In effetti l'avvocato di cui ho scritto nella mia 
precedente missiva mi disse che un suo collega, in passato, gli aveva 
riferito che grazie a lui riuscivano a mangiare a tempo pieno le 
famiglie di tre magistrati, ed immagino che soprattutto al nord, dato 
l'alto costo della vita, le tentazioni fossero particolarmente forti. La 
situazione per gli avvocati all'epoca era invece radicalmente diversa, 
essenzialmente perchè erano pochi. Rammento che quando ero uditore con 
funzioni un anziano avvocato del posto mi raccontò che fino a venti anni 
prima nel mandamento pretorile c'erano essenzialmente due soli avvocati, 
tra cui lui per l'appunto, e che lui e il suo collega erano soliti 
transigere ma maggior parte delle controversie, perchè non avevano 
necessità di portare le cause avanti fino allo sfinimento, anzi avevano 
interesse a concluderle in tempi brevi. I tempi poi sono cambiati, 
perchè gli ordini forensi, a differenza degli altri ordini 
professionali, hanno portato avanti una politica di ampliamento a tutti 
i costi del numero degli iscritti. Gli effetti nefasti di questa scelta 
li vediamo tutti i giorni nelle aule dei vari uffici giudiziari : la 
categoria degli avvocati si è proletarizzata, e da questo origina, a mio 
parere, la loro aperta ostilità nei nostri confronti, perchè per loro 
l'esito di una controversia è diventata questione di sopravvivenza 
personale. In sintesi, in passato gli avvocati ci rispettavano anche 
perchè se lo potevano permettere dal punto di vista economico. Oggi i 
ruoli si sono rovesciati, perchè noi lo stipendio a fine mese lo 
prendiamo comunque, ed è un buono stipendio a fine carriera, mentre loro 
la pagnotta se la debbono sudare giorno per giorno, avendo a che fare 
con clienti sempre più ignoranti ed arroganti. La pagnotta è infatti il 
vero discrimine rispetto al passato : ormai la giustizia è diventata un 
ammortizzatore sociale, anzi, è diventato il più importante 
ammortizzatore sociale che esiste in Italia, e questa è la causa 
principale dell'abnorme numero di controversie. Purtroppo quasi nessun 
magistrato se la sente di dire pubblicamente come stanno le cose, e quei 
pochi che osano farlo, come Davigo, vengono rimbrottati proprio dai 
colleghi ( v. sul punto i vari comunicati di Area che di recente hanno 
espresso una finta solidarietà nei suoi confronti, per poi giungere alla 
conclusione che gli avvocati hanno ragione nel merito, e quindi nella 
sostanza, ma che hanno sbagliato solo la forma della protesta ).

FELICE  PIZZI ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )


Il 14/02/2020 16:13, Antonio Baldassarre ha scritto:
>
> Il racconto che riporti, da parte dei colleghi più anziani, relativo 
> agli stipendi del passato è un  po' semplificato ma in parte coglie 
> nel segno
>
> Non è superfluo ricordarlo, anche senza soffermarsi sui vari snodi che 
> si ebbero in quegli anni
>
> In passato lo stipendio dei magistrati era effettivamente basso, 
> pressoché allineato a quello di tutti gli altri dipendenti pubblici, 
> con indennità giudiziarie ridicole, simboliche.
>
> Non c'era paragone con quel che guadagnavano gli avvocati, che avevano 
> in genere grande rispetto per la dignità con cui i colleghi andavano 
> avanti, ma non mancavano quelli che sapevano in vario modo 
> approfittarne, con lusinghe piccole e grandi.
>
> La questione economica aveva conseguenze immediate sulla composizione 
> della categoria, perché i magistrati entrati in servizio sino alla 
> metà degli anni '70 erano quasi tutti o meridionali, per i quali il 
> posto pubblico rappresentava comunque una sicurezza economica, oppure 
> provenienti da famiglie molto benestanti, spesso di estrazione 
> aristocratica o alto borghese, i quali tutto sommato potevano 
> permettersi uno stipendio basso che costituiva solo un completamento 
> rispetto a quello su cui potevano contare e cercavano invece una 
> professione adeguata al blasone.
>
> Nel bellissimo libro di Giorgio Fontana "Morte di un uomo felice", 
> ambientato tra Milano e la provincia lombarda, la madre del 
> protagonista, sgomenta perché il figlio lasciava un buon posto in 
> banca per andare a fare il magistrato, gli diceva " /il pretur è roba 
> de terrun!/"
>
> Scorrendo le sentenze di quei tempi, del resto, colpiscono i 
> tantissimi doppi o tripli cognomi, pieni di predicati nobiliari, che 
> pure qualcosa vogliono dire.
>
> Per tante ragioni, anche connesse  a questa composizione sociale, a 
> quell'epoca i magistrati non facevano rivendicazioni salariali.
>
> Poi effettivamente era iniziato un certo ricambio sociale, molto 
> graduale, che ha avuto importanti riflessi anche sulla giurisdizione; 
> con il terrorismo si accese la luce sul compito e il ruolo della 
> magistratura nella società. Un colpo decisivo, anche nell'immaginario 
> dell'opinione pubblica, fu la foto del corpo di Mario Amato (pubblico 
> ministero a Roma) riverso a terra, ucciso dai NAR a Roma nel 1980, che 
> mostrava le suole delle scarpe consumate sino a esser bucate.
>
> Da allora si iniziò a incidere sull'indennità giudiziaria, da un lato 
> e soprattutto su meccanismi automatici di rivalutazione degli 
> stipendi, giungendo al sistema attuale.
>
> Io ero bambino a quei tempi e mio padre magistrato: non facevamo la 
> fame, ma eravamo 6 figli, mia madre insegnante e i soldi bastavano a 
> stento, a pensarci bene a fine mese capitava di dover saltare 
> qualcosa. Ricordo bene quegli anni,  gli sforzi dei miei genitori per 
> fare quadrare i conti, la cautela con cui filtravano le notizie sui 
> colleghi di mio padre assassinati, su  cui io e soprattutto i miei 
> fratelli più grandi ricevevamo informazioni "attenuate"
>
> Ricordo molto bene i racconti di mio padre su miserie umane, più che 
> economiche che in quegli anni vedeva tra alcuni colleghi: il 
> magistrato che andava a fare un sopralluogo in un caseificio (non so 
> se per un fallimento, per una ispezione dei luoghi, forse per un 
> infortunio su lavoro) che infilava un provolone nella borsa; il 
> predecessore di mio padre in una piccola pretura della provincia di 
> Napoli, nei primi anni sessanta, era noto in paese perché andava lui a 
> fare la spesa al mercato e non la moglie, cosa che veniva sussurrata 
> con imbarazzo dai cancellieri: non era un paladino ante litteram della 
> causa femminista, un marito attento alle esigenze della moglie o un 
> uomo più moderno rispetto ai suoi tempi, era solo che a lui non 
> facevano pagare! Ricordo di un avvocato scaltro che per spiegare 
> l'esito sovvertito rispetto a ogni previsione di una certa causa aveva 
> commentato : "/o so'  casce o so' cosce/!"
>
> Dopo di allora le cose sono cambiate, in vario modo e con paragoni 
> diversi rispetto ai tempi e all'economia italiana.
>
> Oggi che l'economia ristagna non siamo ricchi, ma spesso per la prima 
> volta qualche volta capita che lo siamo di più rispetto ai coetanei 
> avvocati//che abbiamo come interlocutori e
>
>  questo deve far pensare.
>
> Purtroppo però non sono i 7.200 euro di Gratteri (e di quelli che sono 
> alla settima valutazione) a porre rimedio contro la corruzione e non 
> basterebbero il doppio per farlo.
>
> Sicuramente il collega avrebbe potuto trovare un modo più felice per 
> esprimere il suo pensiero e, magari, meno autoreferenziale.
>
> Ma non sembra che in quell'intervista Gratteri volesse parlare della 
> nostra categoria, quanto soprattutto di se stesso e delle indagini che 
> lui porta avanti in Calabria.
>
> Antonio Baldassarre
>
> piccole e grandi
>
> meschinità
>
> ------------------------------------------------------------------------
> *Da:* Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di thorgiov 
> <thorgiov a libero.it>
> *Inviato:* giovedì 13 febbraio 2020 18:06
> *A:* area a areaperta.it
> *Oggetto:* Re: [Area] R: "La magistratura è sana, solo il sei sette 
> per cento dei magistrati è corrotto"
>
> Rammento che quando entrai in magistratura i colleghi più anziani mi 
> dicevano che l'aumento degli stipendi c'era stato all'inizio degli 
> anni '80 del secolo scorso, quale conseguenza delle numerose uccisioni 
> di giudici. Il nostro era diventato un mestiere rischioso, e questo 
> aumento del rischio richiedeva una compensazione. Un avvocato, 
> all'epoca, mi disse che un tempo i magistrati facevano addirittura la 
> fame. Ricordo pure che, nel periodo in cui ero studente, le risorse a 
> loro disposizione erano di molto inferiori a quelle attuali. Una volta 
> mi recai nel palazzo di Castelcapuano, dove erano ubicati tutti gli 
> uffici giudiziari di Procura e di Tribunale, e ricordo che in una sola 
> stanza lavoravano ben tre pubblici ministeri, in spazi molto angusti. 
> Quando iniziai il tirocinio come uditore, la situazione era già 
> cambiata in meglio, perchè la Procura aveva a disposizione un palazzo 
> nel Centro Direzionale e il Tribunale penale lo stesso. Io credo che 
> Gratteri non abbia detto nulla di scandaloso quando ha dichiarato 
> quanto guadagna lui. Semmai l'ANM dovrebbe fare delle precisazioni, 
> chiarendo che non tutti guadagniamo quella cifra, anche se sarebbe 
> inutile, visto che per il popolo noi siamo classe dirigente, e quindi, 
> per definizione, dei privilegiati, come i politici in generale. Solo 
> che mentre con il politico è possibile avere un contatto diretto per 
> ricevere dei favori, per lo più in modo illecito, con il magistrato, 
> almeno di regola, questo non avviene. Paradossalmente questo ci rende 
> ancora più impopolari, perchè alla gente non interessa affatto avere 
> un ceto dirigente onesto, perchè dalla persona onesta non si riceve 
> alcun tornaconto.
>
> FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
>
> Il 13/02/2020 15:46, Dott. Ardigo' Mario ha scritto:
>>
>> Il rischio è di assimilare la magistratura alla “casta”.
>>
>> Il collega Gratteri è un alto grado della magistratura ordinaria, non 
>> tutti gli altri magistrati hanno il suo stipendio. Circa mille euro 
>> di quell’importo, che io ricordi, è poi un’indennità di rischio 
>> collegata alla funzione. Alcuni magistrati rischiano di più, come 
>> certamente Gratteri,  altri di meno o quasi nulla, come accade a me. 
>> O meglio, uno pensa di non rischiare, ma non si può mai dire, come 
>> casi del passato hanno purtroppo dimostrato.
>>
>>  Le indagini antimafia mi sono sempre sembrate quelle più complesse 
>> dal punto di vista organizzativo e di tecnica investigativa, proprio 
>> perché riguardano associazioni spesso con molti aderenti, 
>> fiancheggiatori, favoreggiatori, succubi. E’ come in medicina: un 
>> intervento neurochirugico sull’encefalo è enormemente più complesso 
>> di una tonsillectomia, ma entrambi sono necessari, sebbene il primo 
>> richieda una superspecializzazione e attrezzature disponibili solo 
>> nei centri clinici maggiori. Il problema è quando, in zone 
>> contaminate dalle organizzazioni mafiose, non vi è chi sia 
>> tecnicamente capace di sviluppare indagini in quel campo. Credo che 
>> questo fosse il senso delle parole del collega Gratteri, almeno io le 
>> ho intese in questo modo.
>>
>>  Quanto al numero dei colleghi magistrati corrotti, non so su che 
>> basi Gratteri abbia fatto quella stima. Io non sono in grado di farla 
>> e, quindi, nemmeno di confutare quella di Gratteri. Spero solo che la 
>> percentuale sia più bassa. Nella mia vita professionale non ho mai 
>> personalmente constatato fatti di corruzione di magistrati, né ne ho 
>> avuto evidenza in indagini da me condotte, ma alcuni colleghi che 
>> conoscevo sono stati imputati di fatti di corruzione. Meno di dieci 
>> in tutto credo. Su centinaia di magistrati che ho conosciuto. Ma 
>> quest’esperienza, naturalmente, lascia il tempo che trova, non ha 
>> valore statistico. Avrei certamente preferito che Gratteri desse 
>> qualche elemento  in più come base della sua stima, o rimandasse 
>> quelle sue dichiarazioni sul fenomeno a quando potesse darlo e, 
>> innanzi tutto, gli fosse fornito tempo sufficiente per darlo. Ma 
>> tant’è. Potrebbe imparare dall’esperienza. In coscienza, ripeterebbe 
>> quelle parole?
>>
>>   Certo, mia moglie insegnante a fine carriera prende circa duemila 
>> euro al mese. Mia figlia, che l’anno scorso è stata assunta in un 
>> ufficio pubblico (non in magistratura), prende più di lei, come 
>> esperto giuridico. Io alle soglie della pensione, molto di più. 
>> Viviamo bene. Ma rimane l’insoddisfazione di un lavoro che non può 
>> essere fatto come si deve, per le ragioni che ogni magistrato sa, 
>> come anche al Ministero sanno; ma poi ancora non ci si è riusciti a 
>> porvi rimedio. Com’è che ci sono tanti reati prescritti? Il fenomeno 
>> mi pare endemico in appello. E’ inutile scontrarsi su prescrizione 
>> breve o lunga, bisognerebbe riuscire a ottenere che un processo si 
>> concluda con una sentenza nel merito  ben prima dello scadere del 
>> termine di prescrizione. Guardate, lo dico per i non addetti ai 
>> lavori che leggono, che non si è mai riusciti ad ottenere questo 
>> risultato, anche quando c’era la vecchia procedura penale, prima del 
>> 1989, e i dibattimenti andavano più veloci. Infatti, circa ogni 
>> cinque anni c’era un’amnistia che cancellava i reati meno gravi e un 
>> indulto, che impediva l’esecuzione di pene per fatti troppo 
>> risalenti. Poi dopo il ’90 nulla più, è cambiata la Costituzione e 
>> per approvare l’amnistia ci vuole una maggioranza parlamentare 
>> difficile da ottenere, soprattutto in clima di bipolarismo. Quindi 
>> arriva, come misura di salvaguardia, la prescrizione, per i reati 
>> meno gravi, a parte  certi reati non gravissimi per i quali, per 
>> ragioni politiche essenzialmente, si è voluto prolungare, anche 
>> molto, il termine di prescrizione. Sotto questo profilo i recidivi 
>> reiterati se la passano male. Perché dico “salvaguardia”? Perché, nel 
>> diritto e nella psicologia penitenziaria contemporanea la sanzione 
>> irrogata per un reato non viene più considerata prevalentemente una 
>> “sofferenza”, ma un “trattamento” volto ad ottenere un cambiamento di 
>> mentalità del condannato, quella che in Costituzione viene definita 
>> “rieducazione”, con un termine un po’ datato ma che rende ancora 
>> l’idea. Ma a che serve un trattamento, quando la vita ha fatto il suo 
>> corso e uno, per quel processo di biologia e psichismi, è per conto 
>> suo cambiato. Ho 63 anni, non la penso più come a venti, ma nemmeno 
>> come a quaranta. Se dovessi “scontare” una pena grave per fatti 
>> commessi a quarant’anni, che rimarrebbe da “rieducare” in me? La vita 
>> mi ha (duramente) ammaestrato,  e questa mi pare esperienza comune 
>> tra i miei coetanei. Negli Stati Uniti d’America giustiziano 
>> condannati anche dopo decenni dalla condanna. Mi pare disumano. 
>> Giustiziano persone che non sono le stesse che commisero tanti anni 
>> prima certi gravi delitti.
>>
>>  In un’udienza del mese scorso in cui c’ero anch’io, un signore 
>> africano ha detto che non voleva essere rimesso in libertà, come 
>> aveva chiesto il suo difensore, perché voleva “pagare”. L’avvocato si 
>> è disperato, si è inquietato con il cliente, ha chiesto soccorso alla 
>> Corte e a me. In effetti, la pena, e ancor più la carcerazione 
>> preventiva, non  è un “debito” che il colpevole ha verso la società. 
>> Come farlo capire ai nostri concittadini?  Le riparazioni e i 
>> risarcimenti sono altra cosa. Il condannato non ripaga la società con 
>> la sua sofferenza. La pena non è una vendetta della società. La 
>> sofferenza che c’è nel “trattamento” penitenziario viene inflitta 
>> perché non se ne può fare a meno in certi casi, ma si punta ad altro. 
>> L’altro giorno Giovanni Bachelet, ora professore come il padre ucciso 
>> dalle brigate rosse, ha detto in radio che gli assassini del suo papà 
>> sono da anni in libertà e che questo lo considerava la vera vittoria 
>> della società, la vittoria dell’umanità sulla violenza bestiale. Così 
>> sia.
>>
>>  Di solito un magistrato prende a cuore queste deficienze del 
>> sistema, non si appaga dello stipendio un po’ più alto della media. 
>> Ci soffre e si sforza di dare il meglio che può. Non “stacca” mai, 
>> come sanno i suoi stretti familiari, il coniuge e i figli. I 
>> “fascicoli” debordano negli armadi domestici. Ma il sistema è quello 
>> che è  e a certi problemi non si può rimediare solo con l’impegno 
>> personale. E’ come con l’organizzazione sanitaria che si basa su una 
>> costante revisione delle procedure sulla base dell’esperienza, tanto 
>> che questa è divenuta una vera e propria scienza. E’ essenzialmente 
>> questo che ci consente di provare a fronteggiare un flagello come 
>> un’epidemia virale come quella che si è manifestata a dicembre. Chi 
>> potrebbe dire che non vi sono medici, e anche super-medici (per la 
>> specializzazione dei quali sono state impegnate tante risorse), 
>> corrotti? L’esperienza giudiziaria dimostra che ci sono stati. Ma nel 
>> complesso l’organizzazione è valida, tanto che ha portato, nel giro 
>> di cinquant’anni, a un significativo aumento della speranza di vita e 
>> dell’età media della popolazione. E’ a questo che dovremmo puntare 
>> anche nell’organizzazione giudiziaria, ma non lo si fa. Si danno 
>> stipendi più alti della media ai magistrati sperando di attirare 
>> gente più valida, sottraendola ad altre opportunità di lavoro, 
>> sperando poi che con la personale iniziativa rimedi alle carenze 
>> strutturali del sistema. Purtroppo questa soluzione non funziona ed  
>> è per questo che poi ci si trova a scontrarsi sulla prescrizione.
>>
>>  Per concludere, chiediamoci e rispondiamoci onestamente: i 
>> magistrati sono buoni comunicatori, nel senso che sappiano orientare 
>> i concittadini sui problemi reali della giustizia? Mica tanto, mi 
>> pare. Del resto non è per questo che sono stati assunti. Non  è 
>> facile essere buoni comunicatori, specie parlando in televisione. 
>> Alcuni si bloccano, altri si lasciano troppo portare dall’emotività. 
>> La gente che capisce? Mi piaceva lo stile che aveva Giorgio Bocca 
>> quando parlava in TV. Parlava poco. Ma era un comunicatore 
>> professionale.
>>
>> Mario Ardigò
>>
>> *Da:*Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] *Per conto di *dott.ssa 
>> Marrone Antonella
>> *Inviato:* giovedì 13 febbraio 2020 13:01
>> *A:* area a areaperta.it
>> *Oggetto:* Re: [Area] "La magistratura è sana, solo il sei sette per 
>> cento dei magistrati è corrotto"
>>
>> Concordo assolutamente, io sono rimasta sconcertata.
>>
>> Aggiungo che ritengo totalmente inopportuno il riferimento agli 
>> importi percepiti a titolo di retribuzione.
>>
>> Mi sembra un’opera di trasparenza che avrebbe potuto ben essere 
>> omessa, senza far danni di sorta nemmeno al diritto del cittadino di 
>> conoscere (mai negato).
>>
>> Invece quel dato, inserito in quel contesto, mi pare non faccia che 
>> aggravare la percezione di sfascio già abilmente procurata con la 
>> parte delle dichiarazioni su cui si concentra il collega Santacatterina.
>>
>> Un saluto
>>
>> Antonella Marrone
>>
>> *From:*Alberto Santacatterina 
>> <mailto:alberto.santacatterina a giustizia.it>
>>
>> *Sent:*Thursday, February 13, 2020 11:14 AM
>>
>> *To:*area a areaperta.it <mailto:area a areaperta.it>
>>
>> *Subject:*[Area] "La magistratura è sana, solo il sei sette per cento 
>> dei magistrati è corrotto"
>>
>> Nel corso della trasmissione “/In mezz’ora/” su Raitre alle 14.30 
>> dello scorso 9 febbraio il Procuratore della Repubblica di Catanzaro 
>> Nicola Gratteri, intervistato da Lucia Annunziata, dopo una serie di 
>> affermazioni sulle quali si può concordare o meno (p.e. “"/il giorno 
>> in cui mi sono insediato ho detto: "non possiamo continuare con 
>> indaginette da dieci, venti persone, perchè altrimenti non cambia 
>> nulla, perchè mentre io arresto le venti persone hanno il tempo di 
>> rigenerarsi/”, dal che si apprende che le indagini – ed i relativi 
>> procedimenti – che vedano coinvolti meno di venti indagati sono 
>> ‘/indaginette/’), ha affermato che la corruzione riguarda il “/sei, 
>> sette per cento, non di più/” della magistratura italiana.
>>
>> Se ci fossero dei dubbi questo è il tenore letterale del colloquio 
>> con Lucia Annunziata, del resto agevolmente verificabile sul sito 
>> della RAI:
>>
>> A. "/Uno dei casi apertisi con questa inchiesta è anche il ruolo dei 
>> magistrati, del ventre molle della magistratura/"
>>
>> G. "/Guardi, io le posso dire che per quella che è la mia esperienza, 
>> intanto i magistrati non vengono da Marte, i magistrati sono il 
>> prodotto di questa società, l'abbassamento della morale e dell'etica 
>> c'è in tutte le categorie negli ultimi decenni, ma le posso dire che 
>> sostanzialmente la struttura della magistratura è sana. Poi è ovvio, 
>> un magistrato corrotto fa un botto, fa un rumore, è molto grave e la 
>> gente si allontana da noi, perdiamo tanta credibilità/"
>>
>> A. "/Quanto è esteso il fenomeno della corruzione, se dovesse fare 
>> una torta, di quelle... la percentuale, quanto è estesa, che 
>> valutazione dà?/"
>>
>> G. "/Il problema c'è, seriamente c'è, il problema della corruzione 
>> c'è.../"
>>
>> A. "/E se dovesse dare un numero, è il dieci, è il quindici, è il sei?/"
>>
>> G. "/No, no, meno, meno, possiamo parlare del sei, sette per cento, 
>> non di più. Lo so, è grave, è terribile, è inimmaginabile, è 
>> impensabile, anche perchè noi guadagniamo bene, cioè noi abbiamo uno 
>> stipendio che ci consente di vivere una vita...io guadagno 7200 euro 
>> al mese, con 7200 euro al mese si vive bene/"
>>
>> //
>>
>> I numeri non sono opinioni. Su circa diecimila magistrati in 
>> organico, quindi, nella migliore delle ipotesi secondo Gratteri 
>> almeno seicento sono corrotti, pur se, bontà sua, “/sostanzialmente 
>> la struttura della magistratura è sana/”. Detto in altri termini, e 
>> per rendere l’idea, chiunque di noi presti servizio in un ufficio di 
>> almeno diciassette colleghi è matematicamente certo che uno di loro 
>> sia corrotto.
>>
>> Da domenica ad oggi queste dichiarazioni sono cadute nel silenzio più 
>> totale, dei colleghi e dell’ANM. Non so se perché nessuno ha dato 
>> loro peso o perché tutti le condividono, e non so quale sia l’ipotesi 
>> più preoccupante.
>>
>> Saluti
>>
>> Alberto Santacatterina
>>
>> Procura di Lecce
>>
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