[Area] Continuando a discutere: dematerializziamo le carte, non le persone

Magistratura democratica md a magistraturademocratica.it
Lun 20 Apr 2020 09:30:26 CEST



 

Continuando a discutere: dematerializziamo le carte, non le persone*

 

Ci sono eventi che segnano il tempo, mutando non soltanto le prassi e le
procedure, ma anche la cultura e i modi di essere delle persone.

Questa pandemia – ne siamo ben consapevoli – è uno di quegli eventi.

Come è stato detto da più parti, con enfasi forse eccessiva, ma cogliendo la
cifra dei mutamenti in atto: nulla sarà più come prima.

Anche nel giudiziario l’innovazione tecnologica ha subito un’improvvisa
accelerazione, che ha reso evidente l’inadeguatezza complessiva dei sistemi
nel settore penale ed ha offerto ulteriori modalità operative nel settore
civile (dove il processo telematico è una realtà ormai consolidata). 

Questa implementazione tecnologica del processo, ineluttabile, può essere
guardata da almeno due prospettive. La prima considera la tecnologia come
panacea di tutti i mali: uno strumento per restituire efficienza e
migliorare la qualità del nostro lavoro. La seconda identifica un nucleo
essenziale di valori, insito nella modalità processuale, che la pur
necessaria innovazione tecnologica non può travolgere. 

Ed è proprio a questa seconda prospettiva che si è scelto di guardare nel
documento dell’Esecutivo di Magistratura democratica, individuando alcuni
limiti oltre i quali la dematerializzazione delle persone incide in misura
intollerabile su quei diritti e quelle garanzie che le forme processuali
(così compromesse) mirano invece a tutelare. 

Resistiamo, quindi, alla tentazione di affidarci alle certezze offerte dai
cultori di ciò che Papa Francesco ha efficacemente definito come “paradigma
tecnocratico”.

Consegnare alla sola innovazione tecnologica la soluzione dei numerosi
problemi che affliggono la giurisdizione non significa essere moderni. Molte
esperienze sviluppate in altri settori (così come anche nei Tribunali civili
più avanzati quanto a gestione informatica del processo) dimostrano,
infatti, la necessità di identificare con chiarezza nuclei valoriali che
l’innovazione tecnologica non può travolgere; esperienze, queste, che
rivelano come le innovazioni tecnologiche possono modificare non soltanto le
modalità di lavoro, ma anche la cultura stessa degli operatori e, con essa,
il loro approccio al lavoro.

Insomma, occorre essere consapevoli che la tecnologia può diventare un
formante della giurisdizione; sicché, è necessario tentare di governare
l’innovazione, senza subirla. 

Perciò, seppur consci che è l’incertezza la vera cifra di questo tempo di
sospensione, vorremmo iniziare a costruire la normalità futura con una nuova
consapevolezza, alimentata dalla cultura del dialogo, stimolato dalle
molteplici voci e sensibilità che compongono l’associazionismo giudiziario e
che ne costituiscono l’essenza e la ricchezza.

Oggi, più che mai, sappiamo quanto parziali e precari siano i nostri approdi
e le nostre conoscenze. Ma la consapevolezza di questa fragilità non deve
tradursi in una frustrazione imbelle, né in un cieco affidamento alle
“magnifiche sorti e progressive”, promesse dai cultori del paradigma
tecnocratico.

Per questo, abbiamo proposto di dar vita ed intelligenza ai tempi morti del
lockdown, provando ad interrogandoci sui limiti da imporre all’innovazione
tecnologica, a tutela dei diritti e delle garanzie connaturate alla
materialità dell’udienza; e sforzandoci di comprendere quali strumenti
possano rendere più efficiente la gestione amministrativa delle procedure,
attraverso la loro progressiva dematerializzazione.

A questo scopo, e come già preannunciato, utilizzeremo uno degli strumenti
che sta consentendo alla giurisdizione di sopravvivere, nell’attuale tempo
dell’emergenza: l’applicativo Teams, con cui continuare a dibattere e ad
individuare percorsi e soluzioni, in grado di orientarci nella costruzione
di quella normalità che caratterizzerà il nostro prossimo futuro.

Roma, 20 aprile 2020.

 

di Letizio Magliaro, Stefano Musolino e Simone Spina

Componenti dell’Esecutivo di Magistratura democratica

 

 

* A Betta Cesqui desideriamo rivolgere le nostre scuse e i nostri
ringraziamenti: le scuse, per averle “rubato” questa felice espressione; i
ringraziamenti, per aver saputo esprimere così efficacemente il nostro
pensiero, riuscendo a sintetizzarlo in poche parole.

 

--

Magistratura democratica

 <http://www.magistraturademocratica.it/> www.magistraturademocratica.it

 <mailto:md a magistraturademocratica.it> md a magistraturademocratica.it

+39.349.78.05.555

-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://mail.areaperta.it/mailman/private/area_areaperta.it/attachments/20200420/85a50853/attachment.html>
-------------- parte successiva --------------
Un allegato non testuale è stato rimosso....
Nome:        image001.jpg
Tipo:        image/jpeg
Dimensione:  5619 bytes
Descrizione: non disponibile
URL:         <http://mail.areaperta.it/mailman/private/area_areaperta.it/attachments/20200420/85a50853/attachment.jpg>


Maggiori informazioni sulla lista Area