[Area] R: Corte Cost e ergastolo ostativo

Matteo Centini matteo.centini a giustizia.it
Ven 14 Maggio 2021 12:51:25 CEST


Caro collega Bruti Liberati
Sono io che ringrazio te per l'attenzione.
Il tema è certamente molto complesso e la mia non è una replica, ma piuttosto un chiarimento.
Laddove facevo riferimento al fatto che coloro che parlano di lotta alla criminalità organizzata devono però essersene occupati nella loro vita professionale non intendevo personalizzare.
Devo dire con franchezza che nella tua eccezionale carriera, di fatto non ti sei occupato di criminalità organizzata, posto che il ruolo di Procuratore della Repubblica in una realtà come Milano di certo non ti proietta verso quel tipo di fenomeno, diversamente che dal Procuratore della repubblica di Napoli, Reggio Calabria, Palermo e così via.
Ma coloro a cui mi riferivo sono gli augusti giudici della CEDU, persone elette dall'assemblea parlamentare "europea" ma designati dai Governi. Quindi già la loro selezione mi crea problemi sotto il profilo della loro reale autonomia dall'Esecutivo di appartenenza. E questo è tema pure avvertito in dottrina e dallo stesso Consiglio.
Questa è la questione secondo me:

  1.  Questi "giudici" rispondono con tutta probabilità anche a logiche politiche e, mentre per il membro italiano non v'è dubbio che a livello centrale si abbia ben chiara l'importanza del contrasto alla CO, non così accade per moltissimi altri Pesi europei, a cominciare dalla Germania, dall'Olanda, dalla Spagna (stati che "beneficiano" di costanti flussi finanziari illeciti da parte della criminalità organizzata italiana e fanno finta di nulla posto che nei loro territori i fatti di sangue o più smaccatamente violenti non avvengono: chiunque abbia collaborato con i colleghi stranieri conosce le difficoltà di rapportarsi con quelle realtà);
  2.  In questo senso le sentenze con cui la Corte Costituzionale ha dato ingresso nel nostro ordinamento - come parametro interposto - non solo alla CEDU ma addirittura alla giurisprudenza della Corte continuo a ritenerle pericolose ed un grave errore.
In sostanza, io credo che gli ideali sono una bella cosa ma occorre conoscere anche i fati.
Basti pensare all'opera straordinaria fatta dall'allora Presidente del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, dr. DI BELLA, allorchè ha cominciato ad avviare i procedimenti per sospensione o revoca della potestà genitoriale nei confronti di appartenenti alla 'ndrangheta. Il presupposto del suo lavoro - straordinario lo ripeto - è proprio quello per il quale i ragazzi andavano sottratti ad un ambiente rimanendo nel quale avrebbero ricevuto un imprinting difficilmente superabile in futuro. E spesso, ad esempio quando il padre diventava collaboratore di giustizia, alla madre veniva posta una alternativa: o esci da quell'ambiente e rimani con i tuoi figli, oppure il tuo rimanervi sarà ritenuto segno della tua adesione a quegli "ideali" e quindi i tuoi figli verranno avviati ad un percorso di legalità (sto semplificando, chiedo scusa  al collega DI BELLA).
Come vedi tale ragionamento si poggia proprio sulla necessità di dare un segno di una dissociazione, concreto, come peraltro concreta è la scelta di allontanarsi dalla famiglia di origine, quando questa famiglia appartiene alla 'ndrangheta.
E però noi si vuole cancellare l'ergastolo anche nei confronti di coloro che non si dissociano, di coloro che non hanno mai dato un segno concreto e positivo di avere rotto i legami con l'organizzazione di appartenenza.
E le parole del Presidente della Corte costituzionale che leggo oggi sui quotidiani mi dimostrano che ad occuparsi di questi temi ci sono persone che non li conoscono (lo stesso Presidente che nega che l'individuazione dei magistrati assistenti di studio sia mai avvenuta attraverso le correnti : )).
Un caro saluto
Matteo

Da: ed.brutiliberati a gmail.com <ed.brutiliberati a gmail.com>
Inviato: giovedì 13 maggio 2021 17:06
A: Matteo Centini <matteo.centini a giustizia.it>; 'area' <area a areaperta.it>
Oggetto: R: [Area] Corte Cost e ergastolo ostativo

Caro collega Centini,
ti ringrazio per l'attenzione che hai prestato al mio articolo, che, ovviamente, ha i limiti di approfondimento consentiti dai rigorosi spazi di un quotidiano.
Ma consentimi una replica. Nella mia carriera non ho svolto personalmente indagini in materia di criminalità organizzata, ma della materia penitenziaria e anche della criminalità organizzata ho avuto forse almeno una "minima esperienza".
Quando concludendo il mio articolo scrivevo testualmente " Non si tratta di "allentare la guardia" di fronte alle organizzazioni mafiose ma di ricordare che in carcere non ci sono "organizzazioni", ma persone" intendevo, ovviamente che in espiazione di pena detentiva vi sono appunto "persone" .  Sottoposti ad  indagini, processi ed esecuzione di pena sono appunto "persone", singoli individui pur se condannati anche per reati associativi o comunque con l'aggravante associativa. Che le indagini abbiano investito il contesto "organizzazione " e che anche in carcere operino, cerchino di operare, organizzazioni criminali mi è ben noto anche per una risalente esperienza come magistrato di sorveglianza per un quindennio dopo l'entrata in vigore della riforma penitenziaria del 1975. Magistrato di sorveglianza a Milano mi è capitato di interloquire a San Vittore, prima della istituzione delle carceri speciali,  con Luciano Liggio e con diversi imputati del terrorismo di sinistra. Qualcuno chiedeva di parlare con il magistrato di sorveglianza per contestare la condizione carceraria e con accenti talora non propriamente rassicuranti; ricordo il colloquio molto teso con un imputato di una organizzazione terroristica di sinistra il quale poi, scarcerato per decorrenza termini, fu ucciso in un conflitto a fuoco con la polizia. Ricordo l'incontro, con tratti surreali, tra una delegazione di detenuti ricoverati in infermeria guidata da Luciano Liggio e da uno delle BR. Ricordo anche i colloqui con una persona delle BR, che contestava la condizione carceraria, ma al fondo mi dava l'impressione di "benedire" la circostanza che l'arresto e la detenzione avessero forzatamente chiuso quella fase della sia vita. Nulla più che una mia soggettiva impressione nel contatto con una persona non pentita della sua appartenenza alla "organizzazione".
Naturalmente una mia scheda piuttosto dettagliata fu ritrovata in una base delle BR.
In quel periodo  mi misurai con  i problemi della prima attuazione della riforma penitenziaria in una situazione così complessa e drammatica nel confronto con magistrati straordinari ( cito solo i primi che mi vengono in mente) come il mio presidente Bruno Siclari, i presidenti Canepa a Genova,  Zappa a Brescia, Margara a Firenze, e i più giovani come Giovanni Tamburino, con il quale ultimo condivisi poi dal 1981 l'esperienza di componente del Csm e il contributo alla elaborazione di quella che fu la "riforma Gozzini". Non eravamo ingenui "buonisti" e, oso ricordarlo in questo momento difficile, diversi di noi erano impegnati nelle "correnti" della magistratura, tutte da MD a MI a Unicost.
Mi è capitato poi quale sostituto PG a Milano di occuparmi di esecuzione penale e di rappresentare il PG dinanzi al Tribunale di sorveglianza per diversi anni. Alla Procura di Milano mi sono occupato prevalentemente di fallimentare, societario e P.A, ma dal 2010, quale Procuratore della Repubblica ho seguito passo passo  gli sviluppi conclusivi dell'indagine "Crimine/Infinito", nata dalla collaborazione tra Milano e la Procura di Reggio Calabria (Pignatone e Prestipino) e coordinata magistralmente a Milano da Ilda Boccassini, con i sostituti Dolci e Storari. Una indagine che mi ha consentito di cogliere l'evoluzione del modo di operare delle organizzazioni mafiose e segnatamente della n'drangheta.
Il compito della magistratura di sorveglianza è straordinariamente difficile perché non si tratta di ricostruire ciò che è stato, ma di operare una prognosi su ciò che potrà essere. Il problema che tu poni, di accesso alle risultanze di indagini in corso, coperte da segreto, è un problema serio, ma si pone per molte situazioni  che riguardano detenuti in espiazione di pena per fatti anche gravissimi, anche se non ergastolani ostativi. Ma tutti i magistrati, Pm, giudicanti e "sorveglianti", non meno di quelli che operano nel civile, nel minorile etc si confrontano quotidianamente con situazioni difficili e spesso con scelte drammatiche. Professionalità, deontologia e umiltà di fronte al rischio dell'errore sono ciò che consente di fare questo "mestiere" difficile e affascinante.
Ti ringrazio ancora per il tuo messaggio che ha il pregio di mostrare come si possa proficuamente interloquire pur partendo da valutazioni, in tutto o in parte, diverse.
Edmondo Bruti Liberati



Da: Matteo Centini <matteo.centini a giustizia.it<mailto:matteo.centini a giustizia.it>>
Inviato: giovedì 13 maggio 2021 11:41
A: ed.brutiliberati a gmail.com<mailto:ed.brutiliberati a gmail.com>; 'area' <area a areaperta.it<mailto:area a areaperta.it>>
Oggetto: R: [Area] Corte Cost e ergastolo ostativo

Mi permetto di chiosare l'articolo del dr. Bruti Liberati osservando che in carcere - per chi ha la minima esperienza di indagini di c.o. - ci sono eccome "organizzazioni" criminali, che proprio all'interno delle carceri si organizzano e strutturano esattamente come all'esterno.
Non discuto il merito della sentenza in questo spazio, ma occorre che chi discute di questi temi ne abbia avuta una minima esperienza.
Penso ad esempio al collegamento che si intende assicurare alla magistratura di sorveglianza "con tutte le autorità competenti in materia", come se a fronte di una istanza di un detenuto per qualsiasi beneficio carcerario la Procura competente potesse comunicare alla magistratura di sorveglianza gli esiti delle indagini in corso per provare l'attualità del collegamento dell'istante con la sua organizzazione di appartenenza (che ne so, del tipo: il detenuto conserva ancora il suo ruolo di vertice della cosca come dimostra l'intercettazione ambientale del suo colloquio registrata in data...), con buona pace dell'efficacia delle indagini stesse e, in ultimo, del contrasto alla criminalità organizzata.
Saluti
Matteo Centini

Da: Area <area-bounces a areaperta.it<mailto:area-bounces a areaperta.it>> Per conto di ed.brutiliberati a gmail.com<mailto:ed.brutiliberati a gmail.com>
Inviato: giovedì 13 maggio 2021 09:47
A: 'area' <area a areaperta.it<mailto:area a areaperta.it>>
Oggetto: [Area] Corte Cost e ergastolo ostativo


Come capita il deposito delle motivazioni della Ordinanza 97/2021 della Corte Costituzionale ha avuto ben poco risalto sulla stampa, a differenza del precedente comunicato stampa. Eppure la motivazione offre spunti interessanti di riflessione. Mi permetto di diffondere un mio commento pubblicato su Il Dubbio di oggi 13 aprile 2021
Edmondo Bruti Liberati

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