[Area] Geografia Giudiziaria

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Gio 27 Maggio 2021 18:32:17 CEST


 

 

Segnalo per chi sia interessato un mio intervento sul tema della geografia
giudiziaria pubblicato su Corriere della sera di oggi 27 maggio 2021

Edmondo Bruti Liberati

 

Corriere della Sera di giovedì 27 maggio 2021, pagina 32

La riforma, i finanziamenti, il rischio di sprechi

GIUSTIZIA, UNA «MAPPA» DA RIDISEGNARE

di Edmondo Bruti Liberati 

Caro direttore, è all'ordine del giorno la riforma per un giusto processo in
un tempo ragionevole. L'occasione è unica: fondi europei da utilizzare nel
Pnrr, concorso per nuovi magistrati e assunzione di personale
amministrativo. Bruxelles vigilerà occhiutamente (e giustamente) su come
saranno gestiti i fondi europei. Vi saranno inefficienze e magari anche casi
di gestione corrotta. Si opererà per contrastarli. Ma si trascura che in
mancanza di un incisivo e preventivo intervento sulla revisione della
geografia giudiziaria sarà inevitabile un gigantesco spreco di risorse. Vi
sono uffici giudiziari con ridotto carico di lavoro e altri sovraccarichi.
Vi sono micro-tribunali strutturalmente inidonei a funzionare. E a questi
manderemo fondi per l'edilizia giudiziaria, risorse tecnologiche,
assegneremo magistrati e personale amministrativo. La somma di piccoli
sprechi produrrà un totale di cospicuo spreco di risorse preziose e pur
sempre limitate. 11 Tribunale «sotto casa» non ce lo possiamo più
permettere; inoltre le innovazioni cui siamo stati «forzati» dall'emergenza
Covid una volta a regime vedranno uno sviluppo del processo telematico
civile e penale. La comparizione personale delle parti e dei testimoni in
molti casi potra essere sostituita dal collegamento a distanza. Non tutti
sanno che una percentuale rilevante delle persone che ogni giorno si reca
nei palazzi di giustizia lo fa non per partecipare ad indagini o processi,
ma per ottenere certificati e per altre prestazione di quella che
tecnicamente si chiama «volontaria giurisdizione». Tutto questo può essere
assicurato mantenendo «sportelli di prossimità» nelle sedi dei tribunali che
dovranno essere soppressi e magari creandone di ulteriori. L'ultima
revisione della geografia giudiziaria risale a dieci anni fa con il governo
Monti. La benemerita riforma della ministra Severino ha scontato i limiti
della delega, che elenco in ordine di insensatezza: esclusione delle Corti
di Appello, mantenimento dei Tribunali dei capoluoghi di provincia, «regola
del 3»: almeno tre tribunali in ogni Corte o sezione staccata di Corte. La
natura del giudizio di Appello rende molto meno rilevante la prossimità con
l'utenza. L'attuale distribuzione delle Corti di Appello, non a tutti nota,
è irrazionale. Il principio è quello di una Corte per ogni regione. Vi sono
eccezioni ragionevoli in un senso e nell'altro. La Corte di Torino ingloba
anche la regione autonoma della Valle d'Aosta. Una sezione staccata di
Corte, è prevista, in adempimento di obblighi internazionali, per la
provincia autonoma di Bolzano. Nelle regioni più grandi e popolate è
ragionevole vi sia più di una Corte. La Lombardia ne ha due: Milano e
Brescia, e altrettante la Campania con Napoli e Salerno. Ma la Sicilia ben
quattro: Palermo, Caltanissetta, Messina e Catania. La Puglia ne ha due:
Bari e Lecce, e in più la sezione staccata di Taranto. Le sezioni staccate
di fatto, per impiego di personale e risorse, sono assimilate alle Corti di
Appello. Se due Corti sono sufficienti per macroregioni come Lombardia e
Napoli altrettante dovrebbero bastarne per Sicilia e Puglia. La situazione
particolare geografica e dei trasporti giustifica due Corti per la Sardegna
(Cagliari e Sassari) e perla Calabria (Reggio Calabria e Catanzaro). La
regione Molise ha la più piccola Corte italiana, Campobasso, che dovrebbe
essere soppressa estendendo la competenza di Napoli, come d'altronde già
avviene con Torino perla regione Valle d'Aosta. Perla riforma dei Tribunali
occorre eliminare la insensatezza del Tribunale per ogni capoluogo di
provincia, tanto sono diversificate le dimensioni e il rilievo di ciascuna.
Della cervellotica «regola del 3», non mette conto neanche di parlare. La
revisione dei Tribunali richiede misure drastiche e attenta considerazione
dei dati. Non si parte da zero. Vi è la proposta della Commissione Vietti
del 2o16 e il ministero della Giustizia dispone di tutti i dati aggiornati
necessari. Una ministra giurista di un «governo tecnico» dieci anni fa ha
fatto il primo passo, che ha rotto il tabù, ma si rivelato del tutto
insufficiente. Abbiamo di nuovo una ministra giurista di un «governo
tecnico» e in più abbiamo la occhiuta sorvegliami di Bruxelles. «Fusse che
fusse la vorta bona», direbbe il barista di Ceccano.

 



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