[Area] Magistratura democratica Newsletter 16

Magistratura democratica md a magistraturademocratica.it
Mar 21 Set 2021 21:02:22 CEST


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[Magistratura Democratica]

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21 settembre 2021

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Cari lettori,

in questa newsletter Nello Rossi si occupa dell'uso della firma digitale per aderire a proposte referendarie, oppure leggi di iniziativa popolare.

Inoltre, Francesca Curi, docente all'Univeristà di Bologna, affronta il tema della repressione del dissenso, ricordando vicende come quelle del G8 di Genova, della Tav e delle rivolte in carcere.

C'è poi un intervento di Ottavia Civitelli, giudice al Tribunale di Castrovillari, e dirigente nazionale di Md, sui problemi della giustizia.

Quindi, un articolo di Luca Perilli relativo al "processo" in corso sulle violazioni dei diritti umani in Turchia.

Infine, ricordiamo l'evento dal titolo: Un mare di vergogna (Reggio Calabria, dall'1 al 2 ottobre), organizzato da Magistratura democratica in collaborazione con ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione).

L'appuntamento con la newsletter MD, salvo eccezioni, è ogni martedì, alle ore 20

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Leggi e istituzioni
Firma digitale per referendum e leggi
di iniziativa popolare. Una meditata rivoluzione o un improvvisto azzardo?

Con un "semplice" emendamento, approvato all’unanimità nonostante il parere contrario del Governo, il Parlamento ha rivoluzionato l’assetto del referendum abrogativo previsto dall’art. 75 della Costituzione e del referendum approvativo previsto dall’art. 138 della carta costituzionale ed ha profondamente trasformato il regime dell’iniziativa legislativa popolare disegnato dall’art. 71, comma 2, della Costituzione.
Sono questi gli effetti delle norme che hanno introdotto – accanto alle sottoscrizioni tradizionali - la possibilità che il cittadino elettore usi la firma digitale per aderire ad una iniziativa referendaria o per presentare un progetto di legge di iniziativa popolare. Sono molti gli interrogativi aperti e le questioni sollevate da una innovazione “tecnica” che ha una evidente e indiscutibile rilevanza politica ed istituzionale (...)

Articolo di Nello Rossi, direttore di Questione Giustizia, pubblicato sulla rivista il 15 settembre.
Link per il testo completo:
https://www.questionegiustizia.it/articolo/firma-digitale-per-referendum-e-leggi-di-iniziativa-popolare
Sullo stesso argomento, sempre di Nello Rossi, l'articolo Tra Spid e derive plebiscitarie, pubblicato sul quotidiano La Stampa del 18 settembre

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L'analisi
L'affanno della giustizia

Una giustizia in affanno è quotidianamente impegnata, senza risorse adeguate, nel rendere il proprio servizio, molto spesso in uffici che vivono grandi disagi in termini di carenza di organico e di arretrato storico, anche in territori difficili.Una giustizia composta anche da magistrati giovani e in prima linea, che fanno quotidianamente fronte alle carenze ataviche del sistema giustizia.
È nostra responsabilità rappresentare all’opinione pubblica questa realtà ed evidenziare un rischio: non ci sarà riforma del processo, penale e civile, valorizzazione dei meccanismi di risoluzione alternativa delle controversie, o ufficio del processo che potrà produrre il risultato sperato, finché la situazione dei carichi di lavoro, del numero dei magistrati togati e del personale amministrativo non sarà modificata in modo tangibile e non sarà operata una seria razionalizzazione della geografia giudiziaria. Occorrono interventi di riforma ambiziosi e audaci, in grado di consegnare realmente a questo paese una giustizia efficiente, capace di conciliare tempi congrui con un’adeguata tutela dei diritti e delle persone. Cambiare sì, ma in questa direzione. (...)

Intervento al Consiglio nazionale di Md di Ottavia Civitelli, giudice del lavoro presso il Tribunale di Castrovillari, componente stabile del Consiglio nazionale di Magistratura democratica
Link per il testo completo:
https://www.magistraturademocratica.it/articolo/l-affanno-della-giustizia

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G8 di Genova, No Tav, rivolte in carcere
La repressione violenta del dissenso

Sono trascorsi vent’anni dai fatti che hanno insanguinato Genova, nei giorni in cui si teneva la riunione dei capi di governo dei maggiori Paesi industrializzati. Era il 20 luglio 2001 quando veniva ucciso Carlo Guliani, la notte del giorno successivo avveniva l’assalto alla Scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto venivano perpetrate violenze e torture inaudite. Nel capoluogo ligure, in quei giorni militarizzato, lo stato di diritto è rimasto sospeso.
Luglio 2021, si diffonde la notizia – accompagnata da immagini difficilmente controvertibili – di una reazione violenta al di là di ogni ragionevole comprensione, attuata dalla polizia penitenziaria del carcere di Santa Maria Capua Vetere, a seguito delle proteste che il 6 aprile 2020 alcuni detenuti avevano inscenato, allarmati per il primo caso di contagio da Covid-191. Al momento sono numerosi gli istituti penitenziari nei quali si sono verificati episodi di repressione, connotati da un’inconcepibile violenza. Nel carcere di Modena a marzo 2020 sono morti otto detenuti, anche in questo caso spaventati dal diffondersi dell’epidemia hanno tentato di assaltare l’infermeria per procurarsi del metadone. Un nono detenuto è morto dopo essere stato trasferito nel carcere di Ascoli. Il Gip del Tribunale modenese ha archiviato, nonostante contraddizioni e lacune nelle ricostruzioni dei fatti, ritenendo che la causa «unica ed esclusiva» dei decessi sia consistita nell’«asportazione violenta e assunzione di estesi quantitativi di medicinali correttamente custoditi all’interno del locale a ciò preposto». Il numero di decessi tra i detenuti va aggiornato di ulteriori tre casi, avvenuti nel carcere di Terni, e di uno a Bologna, per un totale di tredici persone morte nella fase immediatamente successiva al primo lockdown nazionale. C’è un filo che lega tra loro questi avvenimenti, diversi ad un primo sguardo, per origine delle rispettive dinamiche, ma omogenei nella sostanza, anche dal punto di vista dell’inquadramento dei fatti di reato contestati. Oltre alle lesioni, alle aggressioni verbali ed agli atti di abietta umiliazione della dignità umana, si configura oggi anche il reato di tortura, che nel 2001 non esisteva ancora. A Genova, tra le forze dell’ordine chiamate ad intervenire da tutta Italia, c’erano anche diversi agenti della polizia penitenziaria. Questo, d’altra parte, non può essere considerato un dato in grado di circoscrivere significativamente l’ambito di valutazione. Rappresenta un elemento importante, ma non certo risolutivo (....)

Articolo di Francesca Curi, professoressa associata di diritto penale nell'Università di Bologna, pubblicato da Questione Giustizia il 17 settembre
Link per il testo completo:
https://www.questionegiustizia.it/articolo/basta-un-numero

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A difesa dell'indipendenza della Magistratura
Un tribunale per la Turchia

Dal 20 al 24 settembre 2021 si svolge a Ginevra, in pubblica udienza, un processo nei confronti della Turchia. Il processo è l’approdo di un’iniziativa avviata oltre un anno fa dalla società civile europea che si è raccolta intorno al progetto di raccolta e pubblicazioni di informazioni sulle straordinarie violazioni dei diritti umani occorse in Turchia negli ultimi anni e specialmente dopo il tentativo del colpo di stato del 15 luglio 2016, per affidarle, poi, alla valutazione ed al verdetto di un tribunale internazionale.
Il progetto è denominato “Turkey Tribunal” ed è stato promosso da un’organizzazione non governativa, senza fine di lucro, con sede a Bruxelles, in Belgio.
Da settembre 2020 a luglio 2021, il Tribunale ha pubblicato, presentato e discusso in conferenze internazionali “a distanza” i seguenti sei rapporti, affidati ad esperti indipendenti che abbiano maturato negli anni una conoscenza approfondita delle Turchia:
· Rapporto sulle torture, affidato a Eric Sottas, già segretario generale della Organizzazione mondiale contro la tortura e “premio francese per i diritti umani”.
· Rapporto sull’impunità, affidato al professore, specializzato in diritti umani, Yves Haeck, con il supporto del ricercatore Emre Turkut.
· Rapporto sulle sparizioni forzate, affidato all’avvocato Johan Heymans.
· Rapporto sulla libertà di espressione e di stampa, affidato a Philippe Leruth, già presidente della Federazione internazionale dei giornalisti.
· Rapporto sui crimini contro l’umanità in Turchia, in base allo Statuto di Roma, affidato al professore Johan Vande Lanotte.
· Rapporto sull’indipendenza della magistratura e sull’accesso alla Giustizia, affidato al sottoscritto, magistrato, Luca Perilli.
I sei rapporti si snodano intorno a dieci questioni cruciali riguardanti la violazione dei diritti umani in Turchia e hanno l’obbiettivo di documentare e affidare alla coscienza e alla memoria collettive fatti di eccezionale gravità.
Il Tribunale è composto da sei giudici provenienti da quattro continenti (Africa, America, Australia ed Europa), individuati per la loro autorevolezza in materia di diritti umani .
Il Tribunale, nel processo, verificherà, anche acquisendo prove e ascoltando testimonianze, i fatti e le fonti contenute nei rapporti che saranno presentati in pubblica udienza, ed emetterà un verdetto con il quale offrirà una propria risposta alle dieci questioni trattate nei rapporti.
Tutte le informazioni sul progetto, i suoi promotori, i rapporti tematici indipendenti ed i loro autori, il processo e la composizione del tribunale, le regole di procedura ed il diritto di difesa della Turchia possono essere rinvenute nel sito internet del progetto: https://turkeytribunal.com. (...)

Articolo di Luca Perilli magistrato, esperto indipendente dell’Unione europea in Turchia dal 2007 al 2015, pubblicato da Questione Giustizia il 15 settembre.
Link al testo completo:
https://www.questionegiustizia.it/articolo/un-tribunale-per-la-turchia-turkey-tribunal

In allegato a questo articolo, la rivista pubblica anche il suo rapporto su Indipendenza della magistratura e accesso alla Giustizia in Turchia, redatto per un Tribunale internazionale istituto dalla società civile, Turkey Tribunal. Il rapporto è stato approvato dall’Associazione europea dei giudici (European Association of Judges – EAJ) e da Medel (Magistrats européens pour la démocratie et les libertés) ed è stato presentato pubblicamente in una conferenza on-line del 16 marzo 2021, cui hanno partecipato i Presidenti delle due associazioni e lo special rapporteur dell’Ufficio del Commissario dei diritti umani delle Nazioni Unite. La conferenza è stata seguita, su varie piattaforme on-line, da oltre quattromila persone.

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MAGISTRATURA DEMOCRATICA
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Palazzo di Giustizia
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