[Area] Referendum ANM: un’occasione

Lucia Vignale lucia.vignale a giustizia.it
Sab 22 Gen 2022 10:57:55 CET


Ci sono momenti gravi nella storia. A me sembra che questo sia un momento grave nella storia della magistratura italiana.

Nei momenti gravi è necessario alzare la testa, guardarsi intorno e fare uno sforzo per migliorare le cose.

Il 27 e il 28 gennaio ci viene chiesto solo un piccolo sforzo: accendere il computer, fare un click ed esprimere un voto nel referendum consultivo che è stato indetto dall’ANM per conoscere l’opinione dei magistrati sul sistema elettorale per l’elezione del CSM.

Solo una significativa affluenza alle urne darà riconoscimento alla nostra associazione e darà voce alla magistratura. Solo votando possiamo rivendicare il nostro diritto di magistrati ad interloquire sul contenuto delle riforme che ci riguardano.

Comunque la si pensi, quindi, è importante votare.

Ma il voto che ciascuno di noi andrà ad esprimere è altrettanto importante.

Se molti magistrati indicassero nel sorteggio, anche se temperato, il sistema migliore per la selezione dei propri rappresentanti, la nostra categoria si sarebbe pubblicamente dichiarata incapace di scegliere e di decidere, quindi incapace di fare il proprio lavoro.

La scelta dei consiglieri togati del CSM è solo una delle tante scelte che un magistrato deve compiere ogni giorno.  Se i magistrati sono così inaffidabili, così ideologici, carrieristi e faziosi da rendere il risultato di un sorteggio preferibile a quello di una scelta consapevole, se sono così inetti nell’individuare i propri rappresentanti, perché si consente loro di decidere le cause? perché non affidarsi alla sorte, oppure agli umori dell’opinione pubblica o agli algoritmi di un computer?

L’idea del sorteggio muove dalla premessa che il potere possa essere etico solo se non risponde a una logica di rappresentanza. Chi sostiene questa opzione pensa che, per liberare il sistema da opacità e clientele, per liberare il potere dal "marcio" che troppo spesso lo contraddistingue, si debbano tagliare fuori i corpi intermedi, far sparire i soggetti collettivi e valorizzare solo gli individui.

Ma se per valorizzare gli individui ci si affida alla sorte non si rinuncia solo al principio di rappresentanza, che è un principio cardine della democrazia, si rinuncia anche ad ogni selezione per capacità, competenza e merito.

Per liberare il potere da ciò che non va lo si disgrega, fino a trasformare in un mero simulacro chi lo rappresenta, ed è fin troppo evidente che, così facendo, lo si trasferisce altrove. Nel caso del CSM, depotenziando i consiglieri togati, togliendo loro autorevolezza e svilendone il ruolo istituzionale si consente, nei fatti, che il consiglio sia egemonizzato dai componenti eletti dal Parlamento, i quali, invece, manterrebbero piena la loro rappresentatività che sarebbe destinata ad espandersi e farebbe dei togati “vasi di coccio tra i vasi di ferro”.

Il giudice Brigliadoca di Rabelais decideva le cause “secondo la sorte dei dadi”, ma l’affidarsi alla sorte non gli impediva di essere corrotto: prima di lanciare i dadi, infatti, ammucchiava da una parte le carte del convenuto insieme ai doni ricevuti, dall’altra, le carte e i doni dell’attore. La sorte dissimulava forse la sua inettitudine, ma non lo salvava dall’immoralità.

I magistrati italiani non sono inetti né immorali e devono dirlo forte e chiaro col proprio voto.

Devono dire all’opinione pubblica e alla politica che non hanno bisogno del sorteggio, ma di recuperare libertà di scelta: una libertà della quale il sistema elettorale vigente li ha privati (e non è un caso che lo abbia fatto con la scusa di contrastare quelle stesse correnti cui, in concreto, ha affidato la scelta).

Coloro che vogliono il sorteggio non si fidano degli elettori e chi teme gli elettori merita diffidenza perché non vuole dar voce alle idee che non condivide.

Io credo nella libertà di scelta, che è l’essenza della democrazia, ed è per questo che vorrei per il CSM un sistema di tipo proporzionale: il sistema che più di tutti consente di scegliere; l’unico sistema che permette anche a chi è stufo delle correnti di presentare una lista di candidati, convincere gli elettori a votarli e ottenere che siano eletti. L’unico sistema che può davvero premiare chi merita e restituire a tutti noi, con la possibilità di scegliere, l’orgoglio dell’autogoverno.


Lucia Vignale​


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Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di Giancarlo Avenati Bassi <giancarlo.avenatibassi a giustizia.it>
Inviato: sabato 22 gennaio 2022 10:48
A: Roberto Arata
Cc: area a areaperta.it
Oggetto: Re: [Area] Referendum ANM: un’occasione

Mi dispiace non essere riuscito a participare all’assemblea di ieri. Me ne scuso. Condivido in pieno le parole di Roberto,  di profondo rispetto dello sdegno e della disillusione,  che spinge molto di noi a propendere per il sorteggio dei candidati, e allo stesso tempo di radicale critica di tale soluzione.

Vorrei solo dire due parole per spiegare le ragioni del maggioritario: il senso del maggioritario nel nostro caso non é quello di garantire la governabilità, non essendoci questo interesse. Il maggioritario potrebbe avere il merito di costringere le correnti a scegliere dei candidati capaci di ottenere consensi anche al di fuori del perimetro di appartenenza. Candidati meno identitari, non avendo senso la mera conta degli iscritti e dei simpatizzanti, dovendo ogni corrente ambire alla maggioranza dei voti.
Penso al bellissimo tentativo che recentemente facemmo di candidare Anna Maria Loreto al Csm  e dico che che tale operazione non si potrebbe più fare e non avrebbe senso in un sistema proporzionale.
 Il maggioritario costringe poi ad unirsi e dissuade le divisioni e noi tutti sappiamo come ogni posizione politica a sua volta poi si divida sulle scelte specifiche dei modi, dei tempi, delle priorità con il rischio di una continua frammentazione delle posizioni.
Non so se tali meriti del maggioritario prevalgano o meno sui suoi costi, ma credo che debbano essere tenuti in conto.
Un Caro saluto a tutti. Giancarlo.


Inviato da iPad

Il giorno 21 gen 2022, alle ore 21:22, Roberto Arata <roberto.arata a giustizia.it> ha scritto:


E’ terminata da un paio  d’ore l’assemblea dell’ANM Piemonte e Valle d’Aosta su sorteggio e sistemi elettorali.
Ripensavo all’intervento di qualcuno che, diversamente da me, é favorevole al sorteggio: nelle sue parole c’era un disincanto sofferto, uno sdegno e una disillusione autentica. E un disagio, il mio stesso disagio verso ciò che per tanti anni é accaduto e che non siamo riusciti ad impedire che accadesse.
Quello sdegno e quella disillusione l’ha portato a rifugiarsi nel sorteggio.
Ecco:  a quello sdegno e a quella disillusione vorrei parlare.  Perché non é quella la via d’uscita.
Senza un CSM autorevole è a rischio l’indipendenza e l’autonomia della magistratura, ma senza la fiducia dei magistrati il CSM non può essere autorevole: é indispensabile, per la sopravvivenza stessa del modello di magistratura disegnato dalla Costituzione, che noi magistrati torniamo a “riconoscerci” nel circuito dell’autogoverno, ricominciamo a pensare che “l’autogoverno siamo noi”, lo siamo direttamente, nello svolgimento quotidiano delle nostre funzioni e nella realizzazione concreta della nostra indipendenza, e indirettamente, attraverso l’azione di chi ci rappresenta negli organi di autogoverno.
A questo fine assumono un’importanza fondamentale i criteri con cui si scelgono i rappresentanti e, dunque , innanzi tutto la legge elettorale.
I quesiti del referendum indetto dall’ANM hanno ad oggetto indicazioni generali: il sorteggio, da un lato, la scelta tra sistema maggioritario e proporzionale, dall’altro.
Anche tralasciando  le innumerevoli considerazioni che si possono fare sull’incostituzionalità e l’irrazionalità del sorteggio, é evidente  che rifugiarsi nel sorteggio significhi urlare al mondo la convinzione di non essere capaci di cambiare rispetto al passato e di non essere in grado neppure di scegliere i nostri rappresentanti. Si consegna alla politica un autogoverno delegittimato e sconfitto, se  persino i magistrati non credono nella propria capacità di autodeterminarsi e pensano che per trovare al proprio interno “uno per bene” non resta che  affidarsi al caso. Tra l’altro, facendo implicitamente passare l’idea che qualunque magistrato possa fare il consigliere del CSM, tanto che ci vuole a tutelare l’autonomia e l’indipendenza della magistratura dalle ingerenze esterne ed interne, a interloquire con la politica sulle riforme legislative, ecc. ecc.
Quanto al secondo quesito, la scelta tra maggioritario e proporzionale, in termini così ampi e generici, si riduce ad un’opzione di massima: importante, ma comunque generica. Chi vuole un CSM plurale e rappresentativo di tutte le anime  e le sensibilità della magistratura non può che pronunciarsi per il proporzionale. D’altra parte i sistemi maggioritari hanno il pregio di garantire “la governabilità” a discapito della rappresentanza e al CSM “la governabilità” non serve: il CSM non deve formare la proprio interno una maggioranza “di governo” ed, anzi, é importante che accada  il contrario.
Ciò detto, questo referendum è, però, secondo me, anche una grande occasione per ciascun magistrato per conoscere meglio e riflettere più a fondo sulle concrete proposte di riforma della legge elettorale del CSM  emerse in questi mesi, perché lo specifico meccanismo elettorale prescelto può davvero contribuire a riavvicinare i magistrati al circuito dell’autogoverno, restituendo a ciascuno di noi la capacità di incidere o, al contrario, può rendere impossibile una rinascita.
In questo contesto, per contribuire ad un ragionamento collettivo sulla riforma, come AreaDG ci é parso utile, in primo luogo, individuare gli obiettivi che una buona legge elettorale dovrebbe soddisfare per attuare il modello di Consiglio Superiore della Magistratura disegnato dalla Costituzione e trovare il giusto equilibrio tra gli interessi in gioco e, quindi, passare in rassegna le tante proposte in campo, cercando di individuarne le caratteristiche salienti e valutarne l’efficacia in funzione di quegli obiettivi.  Il risultato di tale operazione é visibile suil sito attraverso il link https://www.areadg.it/speciali/riforma-elettorale-csm/<https://eur03.safelinks.protection.outlook.com/?url=https%3A%2F%2Fwww.areadg.it%2Fspeciali%2Friforma-elettorale-csm%2F&data=04%7C01%7Clucia.vignale%40giustizia.it%7Ca01a1571f01d4768ff5d08d9dd8c875c%7C792bc8b190884858b8302aad443e9f3f%7C0%7C0%7C637784417924625214%7CUnknown%7CTWFpbGZsb3d8eyJWIjoiMC4wLjAwMDAiLCJQIjoiV2luMzIiLCJBTiI6Ik1haWwiLCJXVCI6Mn0%3D%7C3000&sdata=7JKTn%2FwhpMoM9DWl%2BEQU8K%2F5kTjti%2FnXkp8iPnAa0Lg%3D&reserved=0> (Sono state aggiornate e ri-pubblicate oggi sul sito di AREADG le schede relative alle proposte di riforma di legge elettorale)
Usando questo metodo, e non in base a pregiudizi, ad esempio, ci siamo convinti che il testo “Cartabia”, nella sua attuale versione,  presenti profili critici, per superare i quali é importante continuare a dibattere.
Ed è importante che ne dibattiamo, innanzi tutto, tra noi, perchè nessuna riforma dell’ordinamento giudiziario, a maggior  ragione una riforma del CSM, può essere pensata e discussa senza il contributo dei magistrati.
Le schede delle varie proposte di legge che trovate sul sito accedendo attraverso il link sono state elaborate proprio per contribuire ed alimentare questa discussione.
Baci e saluti
R

Inviato da iPad
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