[Area] I: Una fase nuova dopo l'elezione del PDR e dopo il nostro referendum?

Antonio Ardituro antonio.ardituro a giustizia.it
Lun 31 Gen 2022 13:41:47 CET



Da: Nuovarea <nuovarea-bounces a nuovarea.it> Per conto di Antonio Ardituro
Inviato: lunedì 31 gennaio 2022 13:15
A: nuovarea a nuovarea.it
Oggetto: [Nuovarea] I: Una fase nuova dopo l'elezione del PDR e dopo il nostro referendum?

Giro la mail inviata su lista nazionale e a Napoli.
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In politica, e dunque in associazione, il peggio che può farsi è non osservare quanto accade e non riflettere sull'incidenza di alcuni avvenimenti per prepararsi nel modo più appropriato al tempo che segue.
La settimana che è trascorsa dovrebbe indurre a riflessioni e ad un cambiamento complessivo delle componenti dell'Anm e della partecipazione stessa dei magistrati all'associazione.
La rielezione del Presidente Mattarella, a seguito di giorni in cui la politica non ha saputo trovare il bandolo della matassa, è una straordinaria notizia per il Paese e per la magistratura. Averlo a capo del Consiglio Superiore della Magistratura è una garanzia di tenuta del sistema di governo autonomo e di capacità di superare i problemi e le questioni più critiche e spinose. Il Presidente Mattarella è il primo e più autorevole garante della autonomia e della indipendenza della magistratura.
La sua rielezione e la conferma del quadro governativo avranno inoltre immediate conseguente sul tema delle riforme in materia di giustizia, nella direzione della ripresa del percorso iniziato dal Ministro Cartabia.
Nel frattempo, c'è stato il nostro referendum sulla legge elettorale e soprattutto sul sorteggio.
Sarebbe auspicabile, a mio giudizio, la fine dei comunicati e delle mail di rivendicazione di questo o quel successo. Vanno bene le analisi ma ormai le posizioni sono chiare.
Il referendum dovrebbe segnare comunque uno spartiacque. La fine di una fase, l'inizio di un'altra. C'è stato confronto, anche aspro a volte, poi si è votato e si è messo un punto fermo.
Il sorteggio non può essere e non è la proposta dell'ANM sul sistema elettorale, perché largamente minoritario in ANM. E' un dato chiaro.
Del resto, che il 20% dei magistrati associati lo indichi come una possibilità concreta ed auspicabile, è un dato politico di assoluto rilievo e ne va dato riconoscimento ai promotori. Un fatto politico importante. E da tenere in considerazione, da non banalizzare, e da riconoscere.
Entrambe queste considerazioni, però, dovrebbero indure tutti ad assumere un nuovo modo in una fase che da oggi è nuova.
Mi augurerei una nuova capacità di dialogo interna ed un fronte comune all'esterno.
Credo che da un lato i gruppi associativi che sostengono la Gec dovrebbero assumere nuove forme di dialogo e coinvolgimento dei sostenitori del referendum, e dall'altro questi ultimi dovrebbero fermare l'opera di picconatura esterna della magistratura associata, rispettando l'esito del referendum da loro stessi proposto.
Ci aspetta la riforma del Csm e la nuova legge elettorale. Il quadro istituzionale e governativo che è uscito dalla settimana scorsa va nella direzione di una rapida evoluzione parlamentare, pur fra le fibrillazioni di un contesto politico partitico frammentato.
E, paradossalmente, entrambi i risultati politici usciti dal referendum e cioè il no al sorteggio ma il significativo numero di magistrati che lo sostengono, e la schiacciante vittoria del proporzionale, sono proposte del tutto irrealistiche in questo contesto governativo. Non ci sarà il sorteggio, perché questo governo ed il Ministro Cartabia non lo ritengono la soluzione, e nessuna maggioranza parlamentare ci darebbe in questo momento il proporzionale.
Avremo una riforma maggioritaria, che in ogni caso porrà rimedio alla gran parte delle storture di quella attuale, che la magistratura ha sempre criticato e contestato,  e sarebbe davvero intelligente che tutta la Anm, mettendo da parte le divisioni interne, lavorasse per suggerire i correttivi migliori alla proposta in campo, per avere una legge il più inclusiva possibile e che faciliti le candidature, anche indipendenti, e la partecipazione. Disperdersi ora fra il continuare a sostenere all'esterno il sorteggio o il continuare a sostenere che l'Anm vuole il proporzionale, sarebbe solo perdere tempo e risorse, e non incidere minimamente, sul dibattito in corso.
Spero in una ANM con un serrato dibattito interno ma unita all'esterno, in cui ci sia il giusto riconoscimento politico per tutti, anche per coloro che hanno sostenuto e sostengono le ragioni del sorteggio. Con rappresentanze unitarie negli incontri istituzionali per esempio.
Capace di incidere sulla legge elettorale, capace soprattutto di fare fronte comune nella stagione referendaria che può iniziare fra poco, ed i cui esiti potrebbero davvero essere stravolgenti per la nostra autonomia.
C'è tanto da fare, e ci sarà una campagna elettorale per il nuovo Csm che potrà essere l'occasione per prepararsi ad un nuovo e diverso quadriennio che sappia dare nuova linfa al governo autonomo.
Mi auguro che i due gruppi oggi più grandi sappiano creare fra loro e con gli altri un nuovo clima inclusivo e di collaborazione; che i gruppi oggi più piccoli possano lavorare con tutti perché la legge elettorale, che non sarà purtroppo proporzionale, consenta a tutti di essere rappresentati in Consiglio; e che i 101 abbandonino i toni da picconatori soprattutto all'esterno della magistratura e siano parte di un percorso interno inclusivo che ridia all'ANM la massima rappresentatività nel rispetto dei risultati delle consultazioni elettorali e referendarie che ci sono state.
A mio giudizio l'elezione del Presidente Mattarella ed il risultato del referendum dovrebbero suggerire questa nuova fase di riconoscimento reciproco e collettivo per affrontare davvero insieme passaggi molto delicati; riforma elettorale e del CSM: referendum sulla giustizia, campagna elettorale per il nuovo Consiglio.
Fra posizioni diverse e a volte alternative, battaglia politica interna, ma in una unità di fondo rispettosa ed a difesa della casa comune.
Altrimenti alla ormai riconosciuta crisi di credibilità, il perdurare delle divisioni all'esterno e delle contrapposizioni cruente riportate in interviste e comunicati, che creano innaturali alleanze con chi lavora per esempio per la separazione delle carriere o per un Csm a composizione paritaria di laici e togati, si aggiungerà un ulteriore fattore di instabilità e di ulteriore perdita di credibilità.
In un momento così duro, non solo in magistratura, ancora in piena pandemia e con le difficoltà che continuiamo a vivere.
Abbiamo una grande opportunità di riscatto.
Dipende da noi.
Saluti,
Antonello Ardituro
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