[Area] AREADG – Dopo lo sciopero del 16 maggio.

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Mer 18 Maggio 2022 17:30:47 CEST


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*AREADG – Dopo lo sciopero del 16 maggio.*



All’indomani dello sciopero, vogliamo ringraziare la nostra Associazione e
i suoi organi direttivi.

Li ringraziamo:

- per la fermezza e il rigore con cui hanno difeso i capisaldi dell’assetto
costituzionale della magistratura,

- per il coraggio dimostrato assumendosi il peso di scelte difficili e
sfidando l’impopolarità, dando attuazione con lealtà e massimo impegno alla
delibera dell'Assemblea del 30 aprile con la quale è stato indetto lo
sciopero,

- per la capacità di richiamare l’attenzione generale sui rischi per
l’indipendenza e l’autonomia della magistratura nascosti nell’impianto
della riforma dell’ordinamento giudiziario e delle possibili ricadute a
lungo termine sulla giurisdizione e sull’effettività della tutela dei
diritti,

- per il patrimonio di idee con cui hanno contribuito al dibattito pubblico
sulla giustizia,

- per l’imponente sforzo organizzativo profuso.

Sentiamo doveroso farlo oggi, mentre, e anche perché, urlano compiaciuti al
flop all’unisono la parte della politica che sta cercando con questa
riforma di portare a compimento un regolamento di conti con la magistratura
inseguito da anni, e singoli dirigenti che cercano forse di accreditarsi
come i loro nuovi interlocutori, ragionevoli e moderati.

Sappiamo bene che il dato dell’adesione allo sciopero è lontano da quelli
del passato.

E sappiamo che è necessario analizzarlo in profondità, per comprenderne le
cause e interpretare correttamente i segnali: occorre, ad esempio, capire
quanto cambi il livello di adesione a seconda della funzione esercitata dai
magistrati, della loro età, della collocazione territoriale e della
dimensione degli uffici

Però sappiamo anche che i dati del passato non rappresentano, per sé, un
serio termine di confronto.

Tra gli scioperi di allora e lo stato attuale delle cose si sono insinuati
profondamente il disincanto e la diffidenza di molti di noi, figli della
crisi di credibilità, interna ed esterna, della magistratura e delle sue
rappresentanze, istituzionali e associative, dopo i fatti emersi con il cd.
scandalo Palamara e della comprensibile insofferenza a fronte delle
inevitabili difficoltà di cui è disseminato il percorso di cambiamento pur
intrapreso con decisione dalla nostra associazione e dagli organi
rappresentanti istituzionali. Sappiamo dunque che per i magistrati la
scelta dell'astensione è un peso difficile da sostenere.

Tuttavia, pur nella frammentarietà attuale dei dati, una circostanza sembra
emergere con chiarezza: la forte adesione nei piccoli uffici di frontiera,
mentre i colleghi in Cassazione e quelli incaricati di funzioni direttive e
semidirettive hanno aderito in parte minima.

E’ un dato che a noi allarma e fa riflettere.

Questo sciopero non mirava a difendere prerogative economiche o di *status*
dei magistrati.

Quelle non cambieranno con la riforma.

Anzi, noi riteniamo che, se i magistrati saranno quieti e burocratici,
quelle prerogative non saranno certo messe in dubbio.

Questo sciopero puntava a sensibilizzare dai rischi cui la riforma espone
l’assetto voluto dal costituente per la magistratura, il suo essere potere
diffuso, orizzontale e paritario al proprio interno, senza gerarchia, in
cui ci si distingue solo per funzioni, in cui non esiste il concetto di
carriera

Un ritorno al passato, agli anni 50, perché questa riforma, inseguendo
un’idea astrattamente meritocratica e  introducendo un sistema incentrato
sulla paura del disciplinare, sui numeri e sull’omogeneità agli
orientamenti consolidati, sull’incidenza del governo nella scelta delle
priorità, sul progressivo inevitabile allontanamento del pubblico ministero
dalla cultura della giurisdizione, incentiva il carrierismo, vera causa
delle ben note degenerazioni, tende a ricreare di fatto la sepolta
distinzione fra magistrature superiori e inferiori, esalta la gerarchia e
il conformismo giudiziario, rende la Cassazione giudice non delle sentenze
delle “magistrature inferiori”, ma giudice della professionalità del
magistrato che le pronuncia.

E, così, rischia di cambiare lentamente la testa dei magistrati.

Perché di questa riforma preoccupa il messaggio, prima ancora delle singole
disposizioni, e l’effetto che quel messaggio farà sui magistrati.

Il fatto che proprio le magistrature “superiori” e i capi degli uffici per
gran parte non abbiano aderito ci fa temere che questa deriva sia già
cominciata e ci spinge a stringerci al fianco della nostra Associazione,
perché continui ad alzare la propria voce per difendere l’idea di
magistratura affermata dai costituenti e l’utopia di una giurisdizione
capace di promuovere la legalità irrealizzata e di rimuovere le ingiustizie
e le illegalità in atto

Il Coordinamento di AreaDG.
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