[Area] R: [Penale] R: R: R: QG - Referendum sulla giustizia: votare "si", votare "no", scegliere di non andare a votare

Ida Teresi ida.teresi a giustizia.it
Mer 8 Giu 2022 08:17:21 CEST


Oltre che espressione di cattiva educazione, la mail dell'avvocato è anche scritta in pessimo italiano.

Il 8 giu 2022 08:11, Giorgio Milillo <giorgio.milillo a giustizia.it> ha scritto:
Gentile avvocato Poggi,
la invito a considerare che , per un avvocato , inviare una mail  in  una mailing  list  di  magistrati   - e quindi in un certo senso  in casa di   altri-  nella quale  si irride un magistrato  indicandolo al pubblico ludibrio come  così scarso conoscitore della lingua italiana  .che se avesse partecipato al recente concorso   non lo avrebbe superato  ,non sia proprio il massimo …..
Con la presente esprimo  solidarietà a Massimo Celli  anche se  il più  delle volte non condivido  le sue opinioni
Giorgio Milillo

Da: Penale [mailto:penale-bounces a magistraturademocratica.it] Per conto di Avv. Filippo Poggi
Inviato: lunedì 6 giugno 2022 16:34
A: Stefano Celli <stefano.celli a giustizia.it>; 'area' <area a areaperta.it>; 'penale' <penale a magistraturademocratica.it>
Oggetto: [Penale] R: R: R: QG - Referendum sulla giustizia: votare "si", votare "no", scegliere di non andare a votare

Temo che qui qualcuno data la sua scarsa capacità di comprendere testi di non particolare difficoltà nella lingua italiana, se avesse avuto un Poniz in commissione non avrebbe superato l’esame di magistratura. Occasione persa.

Da: Penale <penale-bounces a magistraturademocratica.it<mailto:penale-bounces a magistraturademocratica.it>> Per conto di Stefano Celli
Inviato: lunedì 6 giugno 2022 16:15
A: 'area' <area a areaperta.it<mailto:area a areaperta.it>>; 'penale' <penale a magistraturademocratica.it<mailto:penale a magistraturademocratica.it>>
Oggetto: [Penale] R: R: QG - Referendum sulla giustizia: votare “si”, votare “no”, scegliere di non andare a votare

Beh, se nemmeno un avvocato di esperienza (più di trent’anni di professione, giusto?) si rende conto che il referendum sulle misure cautelari è una truffa delle etichette, come minimo, visto che in caso di vittoria del si (e raggiungimento del quorum) non si potrà applicare neppure l’obbligo di presentazione alla pg o il divieto di avvicinamento al persecutore che si limiti alla minaccia verbale, o al narcotrafficante anche di tonnellate di cocaina, nemmeno se confesso (lo stesso per i furti in appartamento anche in caso di arresto in flagranza), devo convenire che c’è un deficit di informazione.
La mail però è utile, perché pensavo di andare a votare si al referendum sugli avvocati nei consigli giudiziari, perché ero convinto che si trattasse di una buona misura per avere una voce istituzionale, indipendente e soprattutto preparata nelle valutazioni. Temo di essermi sbagliato, però.

Stefano Celli

Da: Penale <penale-bounces a magistraturademocratica.it<mailto:penale-bounces a magistraturademocratica.it>> Per conto di Avv. Filippo Poggi
Inviato: lunedì 6 giugno 2022 12:56
A: redazione a questionegiustizia.it<mailto:redazione a questionegiustizia.it>; 'area' <area a areaperta.it<mailto:area a areaperta.it>>; 'europa' <europa a magistraturademocratica.it<mailto:europa a magistraturademocratica.it>>; 'Iscritti' <Iscritti a magistraturademocratica.it<mailto:Iscritti a magistraturademocratica.it>>; 'nuovarea' <nuovarea a nuovarea.it<mailto:nuovarea a nuovarea.it>>; 'penale' <penale a magistraturademocratica.it<mailto:penale a magistraturademocratica.it>>
Oggetto: [Penale] R: QG - Referendum sulla giustizia: votare “si”, votare “no”, scegliere di non andare a votare


Gentile Direttore Dott. Rossi,
Mi pare che il voto referendario sarà quasi certamente inutile intanto per la mancanza del quorum (cui questo articolo fornisce una base argomentativa) ma soprattutto, e questo è più grave, per il marcato atteggiamento inquisitorio della nostra cultura giuridica e della nostra mentalità italiana (anche la mia, sia ben chiaro, con i clienti degli altri mi rendo conto di essere parecchio meno garantista). Una malapianta che dovremmo estirpare da noi stessi.

La custodia cautelare: non ci sarebbe neanche da discutere se fossimo un paese convintamente rispettoso delle garanzie processuali degli indagati/imputati, l’esigenza del pericolo di reiterazione del delitto della stessa specie è una contraddizione in termini, l’esigenza cautelare più spuria, cui non sappiamo rinunciare.  L’esito referendario lasciando immutati gli altri due veri pericoli processuali dell’art. 274 c.p.p. (fuga e inquinamento col quale si potranno tranquillamente arrestare anche i colletti bianchi se questo è il problema), impedirà di applicare la custodia solo nei casi in cui si faccia riferimento a delitti della stessa specie, una misura cautelare dai contorni opachi senza limiti temporali che non siano quelli ordinari di fase e assoluti. Viene fatta salva la possibilità di applicare misure per reati di terrorismo, di criminalità organizzata (compreso il 416 semplice quindi, chissà che fiorire di associazioni criminali ci aspetta..) ed i reati commessi con l’uso di armi e della violenza (concetto questo ormai di una latitudine vastissima). Mi sembra un equilibrio molto più ragionevole di quello attuale. Se si considera un soggetto pericoloso per ragioni diverse sia abbia il coraggio di chiedere e applicare quell’arsenale abbastanza impresentabile delle misure di prevenzione personali oppure, meglio, l’applicazione provvisoria di misure di sicurezza che naturalmente si applicano ai soggetti socialmente pericolosi anche sani di mente. Tra l’altro l’applicazione di misure per esigenza probatorie impone che il giudice disponga il termine di durata delle misure per assicurare la genuinità degli elementi di prova acquisiti dal pm (292 cpp).

Separazione delle carriere (funzioni): uno o due passaggi di funzione nel corso della carriera bastano e avanzano (quello che prevede il DDL approvato alla Camera). Di solito è la cultura investigativa del pm che contamina il giudice non viceversa. Le eccezioni alla regola non cambiano di un millimetro la bontà di questa impostazione, sono mestieri diversi che devono essere fatti da solidi professionisti dell’investigazione o del giudizio. Il referendum imponendo la scelta definitiva della funzione con l’assunzione della qualità di magistrato e la scelta della prima sede, mi pare invece una separazione delle carriere surrettizia che necessiterebbe di una modifica costituzionale. Scorciatoie ed escamotage non mi sono mai garbati (Falcone nei suoi scritti reputava necessaria la separazione delle carriere, vediamo di non dimenticare neppure questo).

Valutazione dei magistrati: Ci sarebbe molto da dire sui Consigli Giudiziari e sul fatto che nel nostro Paese unico tra i paesi occidentali le valutazioni positive siano circa il 98% e tutti i magistrati giungano a fine carriera al massimo della retribuzione qualunque sia la funzione in concreto svolta (circa Euro 150.000,00 lordi l’anno). Ma per stare nel tema, la mia esperienza di consigliere giudiziario di Bologna mi dice che è necessario che avvocati e professori universitari (mi pare che il voto dei professori non sia previsto dal DDL Cartabia) si esprimano sulla valutazione dei magistrati senza alcun vincolo di aderire a elementi documentali predeterminati. Si pensi che è del tutto ovvio che un giudice rediga la bozza di parere di un pm e viceversa e che il parere sul Presidente della Corte venga steso dal Procuratore Generale e viceversa. Un nodo che devo essere per quanto possibile reciso. La cosa più sconsolante è che di norma erano/sono proprio i magistrati più giovani a difendere questo sistema dove sono tutti caballeros. Bologna tra l’altro era uno dei pochi Consigli che non permetteva neppure il diritto di tribuna ossia avvocati e professori non potevano neppure assistere alla seduta. Non si obiettino argomenti inconsistenti del tipo che i consiglieri del CSM sono sospesi dall’albo degli avvocati: il CSM decide, il Consiglio Giudiziario formula un parere, tutto in regola. Ho sentito in TV le argomentazioni del Procuratore Gratteri per opporsi a questa indispensabile riforma: sono state di una indicibile offensività nei confronti dell’Avvocatura.

Elezioni CSM: solo il sorteggio temperato è una cosa seria (infatti non è previsto dal DDL). Il resto è fumo negli occhi per mantenere il sistema attuale delle correnti. Trattasi di referendum inutile.

Legge Severino: giustissima abolizione. Le cariche pubbliche anche di rilevanza eccezionale (Presidenti di Regione) non possono essere sospese o decapitate per effetto di sentenze non definitive. Se necessario e possibile si applichino le misure cautelari interdittive.

Filippo Poggi – Avvocato del Foro di Forlì

Da: Penale <penale-bounces a magistraturademocratica.it<mailto:penale-bounces a magistraturademocratica.it>> Per conto di Questione Giustizia - Redazione
Inviato: lunedì 6 giugno 2022 08:43
A: area <area a areaperta.it<mailto:area a areaperta.it>>; europa <europa a magistraturademocratica.it<mailto:europa a magistraturademocratica.it>>; Iscritti <Iscritti a magistraturademocratica.it<mailto:Iscritti a magistraturademocratica.it>>; mailinglist-anm <mailinglist-anm a associazionemagistrati.com<mailto:mailinglist-anm a associazionemagistrati.com>>; nuovarea <nuovarea a nuovarea.it<mailto:nuovarea a nuovarea.it>>; penale <penale a magistraturademocratica.it<mailto:penale a magistraturademocratica.it>>
Oggetto: [Penale] QG - Referendum sulla giustizia: votare “si”, votare “no”, scegliere di non andare a votare

Come molti magistrati ed ex magistrati anche chi scrive il 12 giugno si recherà alle urne per dire un “si” o un “no” sui quesiti referendari sulla giustizia. Ma è utile sgombrare il campo dalla suggestione che scegliere di non recarsi alle urne (o rifiutare le schede dei referendum nel caso di coincidenti elezioni amministrative) sia una scelta deteriore, frutto di inerzia e di apatia politica, espressione di scarso senso civico o di disinteresse verso le grandi questioni della vita collettiva. Al contrario si tratta di una opzione non solo libera, non solo legittima, ma pienamente rispondente alla logica propria del referendum abrogativo disegnato dalla Costituzione che - nel richiedere per la validità del referendum il raggiungimento di un consistente quorum strutturale - ha voluto che esso sia vivificato da una ampia partecipazione popolare. Se non fosse così i referendum, invece di essere un fondamentale istituto di democrazia diretta, diverrebbero una forma di indiretta coazione dei cittadini a scegliere, “a prescindere” da ogni loro valutazione sulla qualità, il merito e l’interesse politico dei quesiti referendari.

di Nello Rossi

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