[Area] [Mailinglist-anm] Tatuaggi e concorsi per l’arruolamento nelle forze armate (nota a Consiglio di Stato. 16 febbraio 2022 n. 1167) di Carmine Filicetti

[Marco Dell'Utri]

Per la verità, sul fatto che ‘quella generazione’ di ‘barbun’ non fosse vittima di alcuna costrizione estetica, Pasolini la pensava diversamente.
Sul punto, raccomando la lettura de I giovani infelici, nelle Lettere luterane.
La questione è complessa, certo.
Tuttavia, rimane che il corpo è (anche) un ‘testo', e appoggio Milena sulla felicità di usarlo come esercizio della libertà di esprimersi.
Che poi l’espressione contemporanea soffra della pervasività di poteri costrittivi e omologanti, quello ci riguarda tutti. Tatuati e non…
Abbracci non omologati
Marco Dell'Utri 


    

> Il giorno 17 giu 2022, alle ore 13:14, donatella salari <donatellasalari a gmail.com> ha scritto:
> 
> Cari Tutti,
> 
> Premesso che anche io mi muovo nell'area anagrafica di tua nonna, più o
> meno.. potete controllare su Cosmag e vedrete che sono una viaggiatrice del
> tempo.
> 
> Ammetto che forse il discorso è un po’ troppo complesso, ma non molto
> decontestualizzato rispetto alla decisione del Consiglio di Stato cui si
> riferiva.
> 
> Sui barbun non sono d'accordo perchè quella generazione non era vittima di
> alcuna costrizione estetica, anzi vi si ribellava, anticipando temi come
> l'ecologismo, lo spirito di comunità   e la sperimentazione culturale, ma
> erano molto più liberi di noi perchè non vi era il web e non vi erano
> influencer o leader imposti dal mercato , realtà tra l'altro al centro
> della loro contestazione.
> 
> Intendiamoci, la moda come cura di sé non è mai da disprezzare anzi! E’ un
> atto creativo di cura e di espressione del nostro corpo, soprattutto se
> quella cura rappresenta un antidoto all’omologazione rispetto, per esempio,
> ad un modello eterodiretto o imposto dai social o da insidiosi influencers.
> 
> Quello, semmai, che va controllato è la pervasività del mercato e del web
> attraverso i quali il controllo del corpo si esprime e che suggeriscono più
> o meno subdolamente, una forte spinta al consumo attraverso l’imposizione
> di discutibili canoni estetici.
> 
> Per fare questo il mercato creerà esattamente, come nel linguaggio, degli
> stereotipi, ossia dei  modelli astratti e il più debole vi si conformerà,
> con un atto di consumo.
> 
> Lo vediamo nella chirurgia estetica dove tutte/tutti si assomigliano,
> secondo un paradigma che, alla fine, rischia di diventare una pratica
> autoritaria dal momento che agisce pesantemente, sull’irripetibilità di un
> volto o di un corpo per piegarlo ad un modello scelto non si sa bene da chi
> e questo può avvenire anche con una moda come quella dei tatuaggi.
> 
> Lo vediamo nella magrezza delle indossatrici secondo canoni che hanno
> condotto taluno alla follia o alla morte o lo sentiamo nel martellante
> predicozzo sullo *slim fit* che modella la silhouette secondo i canoni
> imposti della snellezza.
> 
> Come giuriste sappiamo bene che corpo e cosa sono due entità diverse,
> eppure siamo costrette a ripetercelo davanti alla prepotenza di certi
> canoni che soverchiano il corpo stesso, esattamente come il tatuaggio
> considera il corpo come uno spazio d’ingombro da disegnare. Tutto qui, con
> un pò di leggerezza, però!
> 
> Saluti a tutti.
> 
> Donatella
> 
> Il giorno ven 17 giu 2022 alle ore 12:37 <milena.balsamo1 a libero.it> ha
> scritto:
> 
>> Forse l'omologazione 'culturale'  è rappresentata dal disdegno verso
>> scelte personalissime dell'uso del proprio corpo, scelte che non risultano
>> 'umilianti' rispetto alla dignità della persona cui piace tatuarsi.
>> Se poi umiliano la vista di chi equipara questa scelta di tatuarsi a
>> raffigurazioni circensi, sarebbe meglio  per costoro volgere lo sguardo
>> altrove.
>> Queste affermazioni, del tutto decontestualizzate,  mi ricordano  quelle
>> che mia nonna, nata nel 1913, - ormai deceduta - profferiva nel vedere
>> ragazzi coi capelli lunghi.... che in dialetto friulano definiva' barbuns,
>> drogats...' ( sperando di aver scritto bene).
>> Comunque, sarebbe bello capire come il tatuaggio sia uno strumento di
>> addomesticamento del corpo e non magari espressione di libertà artistica.
>> Dubbio che proviene da chi non ha tatuaggi per disinteresse e non per
>> omologarsi a parte della categoria.
>> MB
>> 
>> 
>> 
>> Inviato da Libero Mail per iOS
>> 
>> 
>> venerdì 17 giugno 2022, 09:36 +0200 da donatella salari <
>> donatellasalari a gmail.com>:
>> 
>> Cari Tutti,
>> Credo che il tatuaggio rappresenti la massima umiliazione del corpo
>> chiamato a fare da superficie d'ingombro di figurazioni per lo più
>> circensi.
>> Segnalo anche che la stagione estiva espone ad una serie di visioni
>> diciamo.. non sempre apprezzate . Oggi alcune mete turistiche si stanno
>> perciò orientando a presentarsi come zona franca rispetto a questo
>> tipo..come dire ? di esternazioni corporali .
>> Non abbordo qui il discorso dell'omologazione a modelli imposti e a canoni
>> estetici che ingabbiano e violentano il corpo addomesticandolo
>> e controllandolo in nome di false libertà.
>> Saluti a Tutti.
>> Donatella
>> 
>> 
>> Il giorno ven 17 giu 2022 alle ore 08:16 A7 M6 S5 <
>> alfredomatteosacco a gmail.com> ha scritto:
>> 
>>> E cosa dire di quei campioni dello sport, incorporati nei gruppi sportivi
>>> di Forze Armate e Forze di Polizia, così tanto tatuati da sembrare carte
>>> geografiche?
>>> 
>>> Il ven 17 giu 2022, 07:55 Giustizia Insieme <
>> redazione a giustiziainsieme.it
>>>> 
>>> ha scritto:
>>> 
>>>> Tatuaggi e concorsi per l'arruolamento nelle forze armate (nota a
>>>> Consiglio di Stato. 16 febbraio 2022 n. 1167)
>>>> _di Carmine Filicetti_
>>>> 
>>>> Sommario: 1. Premessa: la vicenda contenziosa - 2. Sull'inidoneità
>>>> derivante da tatuaggi - 3. Riflessioni conclusive.
>>>> 
>>>> 
>>>> 
>>> 
>> https://www.giustiziainsieme.it/it/diritto-e-processo-amministrativo/2373-tatuaggi-e-concorsi-per-l-arruolamento-nelle-forze-armate-nota-a-consiglio-di-stato-16-febbraio-2022-n-1167
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