[Area] Non possiamo tacere, non vogliamo restare inerti

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Gio 22 Feb 2024 10:50:14 CET



Non possiamo tacere, non vogliamo restare inerti

Ormai non è in gioco solo la dignità dei detenuti, si tratta di 
preservare la loro stessa vita.

Dal 1° gennaio di quest'anno sono già 19 i suicidi in carcere e 24 le 
persone le persone decedute in stato di detenzione. Questi suicidi, 
maggiori di oltre 10 volte rispetto al tasso medio di suicidi nella 
società dei "liberi", nascono spesso da uno stato di disperazione 
indotto dalle miserevoli condizioni di vita cui sono soggetti i 
detenuti. E spesso si tratta di soggetti giovani, che devono scontare 
condanne non lunghe o addirittura prossimi alla scarcerazione.

60.637 sono le persone oggi ristrette in carcere a fronte di 51.347 
posti ufficiali, dei quali però alcune migliaia sono indisponibili. Il 
tasso di affollamento medio (calcolato sui posti ufficiali e non su 
quelli realmente disponibili) è del 118,1% ma come sempre negli ultimi 
tempi le regioni più in difficoltà sono la Puglia (143,1%) e la 
Lombardia (147,3%). Gli istituti più affollati sono Brescia "Canton 
Monbello" (218,1%), Grosseto (200%), Lodi (200%), Foggia (189%), Taranto 
(182,2%) e Brindisi (181,51%).

Si viene ammassati in luoghi angusti e fatiscenti e siamo giunti oramai 
oltre i confini della civiltà e del rispetto dei diritti minimi e della 
stessa dignità della persona.

Molte di queste persone sono detenuti in attesa di giudizio che scontano 
carenze del sistema carcerario prima dell'accertamento definitivo della 
loro responsabilità.

In queste condizioni non è possibile alcuna attività tesa al 
reinserimento sociale del detenuto, non si può studiare, non si può 
lavorare, non sì è adeguatamente seguiti da medici e psicologi. Del 
resto lo stesso personale di supporto previsto dalla legge e dai 
regolamenti è gravemente sotto organico, il che significa un sostanziale 
abbandono di qualsiasi prospettiva rieducativa.

Non è lontano il giorno in cui il sovraffollamento delle nostre carceri 
raggiungerà i livelli che portarono la Corte Europea alla condanna nel 
caso Torreggiani ed altri c. Italia. Una nuova   condanna, che con 
questo trend riteniamo inevitabile, costituirebbe un'onta per il Paese e 
metterebbe in pericolo istituti di cooperazione penale internazionale, 
quali estradizioni e mandati di arresto europei, che si basano sulla 
reciproca fiducia tra gli Stati-parte che il trattamento delle persone 
consegnate allo Stato richiedente sia conforme alle norme della 
Convenzione Europea.

Di fronte a questo stato di cose, assistiamo ad una politica penale che, 
anziché ridurre le ipotesi  di carcerazione, viene piegata a logiche 
populiste e securitarie, introducendo nuovi reati ed aumentando le pene 
per quelli esistenti: ed ancora indica nella costruzione di nuove 
carceri o nella trasformazione di caserme dismesse la soluzione del 
problema: senza però precisare che costruire istituti di pena richiede 
anche dieci anni e che vecchie caserme abbandonate ben difficilmente 
potrebbero diventare luoghi di detenzione.

In questa gravissima situazione non possiamo restare inerti.

Le nostre Associazioni fedeli ai principi di civiltà giuridica di cui 
agli artt. 2, 3, 24 e 27 della Costituzione, intendono collaborare, 
nella loro riaffermata autonomia e libertà di iniziativa, affinché non 
scenda un colpevole silenzio su di una situazione tanto drammatica quale 
quella delle carceri e dei detenuti.

Chiediamo perciò in tempi brevi un incontro col ministro della Giustizia 
al fine di rappresentare al più alto livello di responsabilità in 
materia la situazione ormai intollerabile del nostro sistema 
penitenziario.

_Associazione Antigone - MD-Magistratura democratica - Unione Camere 
penali Italiane_

_Leggi sul sito di Magistratura democratica_ [1]



Links:
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[1] 
https://www.magistraturademocratica.it/articolo/nm65d383c0cbd830-69725807
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