[Area] AreaDG - Emergenza carceri: che fare

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Ven 23 Feb 2024 09:08:51 CET


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*Emergenza carceri: che fare.*



Dall’inizio dell’anno sono ormai 20 i suicidi nelle nostre carceri,
esattamente il doppio di quelli avvenuti nello stesso periodo del 2022,
anno in cui fu registrato il numero più elevato da quando esistono le
rilevazioni statistiche di questo tragico dato.

Non v’è dubbio che l’istituzionalizzazione correlata ad un’esperienza
detentiva priva di contenuti e di progettualità, il sovraffollamento
carcerario e la deprivazione di diritti fondamentali che esso porta con sé,
finisce per favorire nelle persone più fragili, in quelle più sole o meno
supportate, gesti estremi.

Il sovraffollamento, infatti, riduce lo spazio vitale, rende ancor più
difficile l’accesso alle prestazioni sanitarie, limita la possibilità di
fruire delle opportunità trattamentali, aggrava drammaticamente le
difficoltà e le sofferenze della vita in carcere, amplificando il senso di
emarginazione, di abbandono e di solitudine che l’istituzionalizzazione
produce.

In questo senso,  non si può non cogliere una relazione diretta tra
l’aumento di suicidi in carcere  ed  il sovraffollamento carcerario, che
registra al 31.1.2024 il numero di 60.637 persone detenute , ossia circa
diecimila in più dei posti regolamentari, con  situazioni  che in alcune
carceri vedono ormai il tasso di occupazione  ascendere alle percentuali
del 140/150% e condizioni di vita ormai estremamente scadute, tali da
configurare, secondo i parametri della giurisprudenza interna e
sovranazionale una detenzione inumana e degradante.

Il tasso di occupazione abbassatosi nel 2020 con le misure urgenti dettate
dall’emergenza sanitaria, ha ripreso inesorabilmente a crescere dal 2021
con andamento esponenzialmente progressivo, così da dimostrarsi un dato non
accidentale o temporaneo, bensì strutturale. E ciò nonostante che nel
medesimo periodo siano state adottate dalla magistratura di sorveglianza
decine di migliaia di misure alternative alla detenzione in carcere, tanto
da risultare quelle attualmente in gestione superiori alle 85.000, mentre
sono pendenti oltre 90.000 istanze di misure alternative proposte dai
cosiddetti liberi sospesi che attendono in libertà la definizione della
loro richiesta di accedere a misura alternativa.

È perciò improcrastinabile l’individuazione di soluzioni politiche atte a
decongestionare effettivamente e rapidamente le nostre carceri.

Un approccio pragmatico e di sano realismo dovrebbe orientare un tale
intervento verso l’adozione di soluzioni di clemenza, quale un
provvedimento di amnistia e indulto per i reati minori e le pene detentive
di breve durata.  Le proposte di legge ora in discussione alle Camere
mirano invece a ridurre il tasso di sovraffollamento attraverso
l’estensione del beneficio della liberazione anticipata, così da abbreviare
ulteriormente solo per i più meritevoli il tempo della permanenza in
carcere, Si tratta di un'opzione non certamente risolutiva per la cui
efficacia, in ogni caso, devono essere necessariamente previsti  meccanismi
automatici di  estensione del numero dei giorni di liberazione anticipata
in relazione ai periodi pregressi di  positiva valutazione della condotta e
del riconoscimento del beneficio.

Occorre, tuttavia, essere consapevoli che si tratta di un intervento
emergenziale che riduce il tempo della carcerazione, ma non agisce sulle
cause strutturali del sovraffollamento, quali l’introduzione di nuovi reati
in risposta ad ogni presunta emergenza, la presenza di irrazionali
automatismi nelle norme processuali  che determinano l’automatica
carcerazione di chi potrebbe fruire di misure alternative, la previsione
di  limiti all’accesso ai benefici nelle norme penitenziarie non
giustificati da reali esigenze di contenimento della pericolosità, la
fragilità e l’inadeguatezza del complessivo sistema dell’esecuzione
penale, e la mancanza di risorse adeguate per la magistratura di
sorveglianza e per i Servizi deputati all’Esecuzione penale.

Occorre, quindi, agire sui meccanismi che determinano l’ingresso in
carcere, piuttosto che continuare del tutto irrazionalmente ad adottare
periodicamente soluzioni “svuotacarcere”, mentre contemporaneamente e
sistematicamente operano norme che conducono a riempirle.

Occorre inoltre ripensare all’edilizia carceraria in un progetto
complessivo che consenta al contempo condizioni detentive dignitose e
opportunità trattamentali in linea con il dettato costituzionale e le carte
sovranazionali e con la finalità rieducativa della pena.
*Gruppo esecuzione penale e magistratura sorveglianza di AreaDG*
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