[Area] R: Contro la proroga "ad personam" dei magistrati

FALCONE GIORGIO giorgio.falcone a giustizia.it
Mar 25 Ott 2016 17:33:35 CEST


 

Felice Pizzi non ha letto per intero il documento di Area in vista
dell’incontro con Renzi e del prossimo CDC, in cui le richieste erano molte
di più di quella sola che indica lui e molto più articolate di quel che dice
lui.

Giorgio Falcone 

P.S.: ad ogni buon conto lo ritrascrivo di seguito!

 

Area in vista del CDC e dell'incontro tra l'ANM ed il Governo

 

Il decreto legge n. 168/16 e  la sua conversione con la fiducia, tre giorni
prima dell’incontro fissato con l’ANM, consolidano l’opinione  che il
Governo non sia  affatto intenzionato  ad affrontare in maniera sistematica
e organica i problemi della giustizia italiana, tanto meno a risolverli.

 

Alla  richiesta di un’ organica riforma del processo, di un celere
intervento  sulla prescrizione , di un aumento dell’organico della
magistratura  il Governo un anno fa  ha risposto con un abbassamento
dell'età pensionabile secco e senza disposizioni transitorie che ha
comportato la "rottamazione" di centinaia di magistrati.

Alla richiesta di  personale amministrativo ha risposto con l’occasionale
trasferimento di personale da altre amministrazioni, senza prevederne la
previa indispensabile formazione per lo svolgimento del complesso lavoro
giudiziario.

Al danno derivante dal prepensionamento di tanti magistrati, facile da
calcolare ex ante, come prontamente all'epoca segnalato dall'ANM, si intende
sopperire con il decreto legge  dal titolo evocativo “misure urgenti per
l’efficienza degli uffici giudiziari”,  annunciando una  “celere copertura
delle vacanze” che si risolve nella drastica riduzione  del tirocinio dei
giovani colleghi e con l’innalzamento del termine di legittimazione che
ancora una volta incide soprattutto sulle loro aspettative.

 

Area intende denunciare la miopia di queste soluzioni:

- la formazione iniziale dei magistrati non è un optional, ma è
imprescindibile e necessario presupposto per il consapevole e responsabile
esercizio della funzione giudiziaria;

- la politica della mobilità dei magistrati non può non differenziare la
posizione di chi viene mandato a lavorare in una sede spesso molto distante
da casa, con le conseguenti ricadute sulla programmazione della propria vita
e su quella della propria famiglia.

 

La fase "post rottamazione" svela, poi che per il Governo  alcuni magistrati
sono meno “rottamabili" di altri, introducendo una proroga palesemente
incostituzionale, che viola gli artt. 3 e 107  comma 3 della Costituzione. 

Intanto il processo telematico non decolla per la mancanza di risorse, il
contenzioso in materia di migrazione paralizza i Tribunali, il processo del
lavoro soffre ancora della confusione tra una molteplicità di riti diversi e
incompatibili per i licenziamenti. 

In questo contesto di scarsa attenzione alla questione giustizia, di
offensiva disattenzione di fronte a tutti gli operatori che rappresentano
come ormai improcrastinabili  interventi di sistema sulle risorse,
sull’organizzazione e sul processo

CHIEDIAMO

-          che l’ANM all’incontro del 24 ottobre rappresenti con forza al
Presidente del Consiglio che le misure adottate dal Governo sono del tutto
inidonee a garantire il buon funzionamento della giustizia, presupposto
imprescindibile per la tutela dei diritti e per la competitività del nostro
Paese;

-          che siano adottati interventi immediati per il sistema giustizia,
che non si  può più reggere solo sulla buona volontà dei magistrati e sulla
dedizione del personale amministrativo, che da anni se ne va in  pensione
senza ricambio;

-          che siano adottate misure per consentire ai giovani magistrati di
completare adeguatamente la formazione iniziale;

 

-        che in ogni caso l’ANM sostenga sul piano politico le
rivendicazioni dei giovani magistrati in materia di legittimazione
triennale, sul piano economico i loro eventuali ricorsi; 

 

-      che siano ripensate le modalità di accesso al concorso in
magistratura, perché ritorni ad essere un concorso di primo grado,
accessibile dopo la laurea;        

 

-         che  sia posto rimedio a tutti i vuoti creati dalla scelta del
“prepensionamento” senza un’adeguata disciplina transitoria, eliminando
inaccettabili proroghe che riguardano solo alcuni magistrati, con evidenti
effetti discriminatori;

-          che siano banditi concorsi per l’assunzione di nuovo personale
amministrativo;

-          che al personale amministrativo sia riconosciuta la
riqualificazione professionale alla quale ha diritto, nei fatti negata da
oltre un decennio;

-          che il personale proveniente da altre amministrazioni, prima di
essere immesso nelle funzioni, riceva adeguata formazione;

-          che siano fornite le risorse necessarie, per dare effettività
agli investimenti nel settore informatico;

-           che siano affrontate le gravi emergenze processuali e
organizzative, che mettono a rischio la tutela di diritti fondamentali,
quali  quelli dei migranti richiedenti asilo, il cui contenzioso sta
raggiungendo livelli ingestibili in tutti i tribunali capoluoghi di
distretto; quelli dei lavoratori, per i quali resta irrisolto il problema
della coesistenza di due se non tre riti diversi per i licenziamenti.

 

Ci aspettiamo che l’ANM, ove l’incontro con il Presidente del Consiglio non
abbia un esito positivo e non siano adottate iniziative immediate, con la
predisposizione di un’agenda di interventi strutturali straordinari, adotti
forme di protesta idonee a rappresentare ai cittadini ed alle forze
politiche l'assoluta gravità della situazione, anche fino alla proclamazione
di uno sciopero, articolato anche su più giornate, da organizzare insieme
agli altri operatori della giustizia che come noi ne abbiano a cuore la
funzionalità e l’efficienza.

 

Il Coordinamento nazionale di Area

 

 

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di thorgiov
Inviato: martedì 25 ottobre 2016 09:54
A: area a areaperta.it
Oggetto: Re: [Area] Contro la proroga "ad personam" dei magistrati

 

Nel settembre di quest'anno ho maturato i tre anni necessari per la
legittimazione al trasferimento. Il decreto legge del Governo Renzi ha
alzato questo periodo a quattro anni. Lo ha fatto su pressione dei capi
degli uffici giudiziari e forse anche per sfavorire qualcuno nella corsa a
un posto direttivo. Ora, a parte le ragioni, vere o presunte, di questa
innovazione normativa, io l'ho vissuta come una profonda ingiustizia, perchè
sono state cambiate le carte in tavola all'improvviso, senza far salve le
posizioni già maturate. Sono stato danneggiato anche io. Ciò premesso, non
mi verrebbe mai in mente di scioperare per questo motivo. Perchè non credo
affatto che la nuova normativa concretizzi un attentato alla indipendenza
della magistratura. Personalmente sono contrario alle proroghe, perchè alla
fine favoriscono sempre qualcuno a discapito di altri, e certamente Renzi
non ha il profilo dello statista. Ma se si vuole reagire la strada maestra è
una sola : instaurare un giudizio , a cura dei magistrati che avrebbero
voluto la proroga e non l'hanno ottenuta, e sollevare la questione di
legittimità costituzionale, se la si ritiene fondata.  Sollecitare il CSM a
revocare una revoca mi sembra una iniziativa abnorme. Il CSM deve prendere
atto della nuova normativa, che la condivida o meno. Se i posti non sono più
liberi non è che può bandire un concorso.

Francamente è proprio l'iniziativa di Area che crea sconcerto. Si tratta di
una iniziativa di chiaro stampo corporativo, espressione di una magistratura
sempre più autoreferenziale e chiusa in se stessa. In questo momento
bisognerebbe pensare a ben altro. Fra poco più di un mese in Italia si vota
per il referendum costituzionale. Gli sbarchi continui dei migranti mettono
a dura prova l'unità europea, con l'intero Est Europa che si rifiuta di
accoglierli e la creazione di nuovi muri. In America fra poco si deve
scegliere il Presidente tra la Clinton e il Berlusconi statunitense. A Mosul
l'ISIS uccide centinaia di civili per rappresaglia. L'aviazione russa e
quella di Assad bombardano Aleppo causando continuamente vittime tra i
civili. Bergoglio esprime pubblicamente e quotidianamente il suo dolore per
queste vicende ( escluso il referendum, come è ovvio ). E Area che cosa fa ?
Si mette a protestare perchè la proroga del collocamento in pensione ha
riguardato solo alcuni magistrati e non anche altri che speravano di
rimanere in servizio ! Addirittura preme sull'ANM perchè si faccia uno
sciopero per questo motivo. Mi auguro che il sindacato non accolga queste
spinte egoistiche che farebbero pensare ai cittadini che la magistratura
costituisce un corpo separato interessato solo ai propri privilegi.

FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

 

Il 24/10/2016 18:48, Reale Andrea ha scritto:

Proprio nei giorni in cui tutti eravamo sgomenti per gravissimi accadimenti
che hanno sconvolto e ancora sconvolgono il mondo e anche l’Italia, tra i
quali il terremoto che ha distrutto Amatrice e Accumoli, il Governo ha
disposto la proroga dell'incarico di pochi magistrati che occupano posti
dirigenziali nella Corte di cassazione e nella Procura Generale presso la
stessa.

La proroga è intervenuta, ancora una volta, quasi di nascosto a fine agosto
con un decreto d’urgenza che si presenta, sotto più profili, in contrasto
con la Costituzione e alza ancora più in alto l’asticella della lesione
all'indipendente esercizio della giurisdizione da parte dei magistrati.

Il decreto viola diversi principi e norme costituzionali, a cominciare dal
principio di uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge e alle norme sui
limiti alla decretazione d’urgenza.

Ma, in particolare, tra gli altri, viola anche l’art. 105 della
Costituzione, che affida le "assegnazioni" dei magistrati esclusivamente al
Consiglio Superiore della Magistratura, rientrando in tale concetto la
proroga di un incarico oltre la sua originaria naturale scadenza.

Purtroppo, non si può più dire, come avvenuto in passato, che sia la prima
volta nella storia della Repubblica che magistrati vengano mantenuti
nell'incarico mediante un provvedimento emesso dal potere esecutivo.

Purtroppo, quella “serie” già tristemente profetizzata di fronte a fatti
analoghi riceve, con il decreto legge 168 del 2016, la sua massima spinta in
avanti.

Infatti, anche se indubbiamente di minore portata, la vicenda in esame ha un
precedente, quello relativo alla proroga dell’incarico dell’allora
Procuratore Nazionale Antimafia Pierluigi Vigna, disposta con il decreto
legge 314 del 2004.

E di fronte a quel precedente si levò l’alta protesta di oltre 370
magistrati, che nell’appello a Vigna a dire no al provvedimento a lui
diretto evidenziarono il rischio della “cancellazione dell'indipendenza
della magistratura (suscettibile di essere governata dall'esterno con una
accorta politica di conservazione nell'incarico dei dirigenti graditi alle
contingenti maggioranze politiche)”.

Occorre evitare, dunque, che si producano gli effetti di questa ulteriore e
finale spinta verso la “cancellazione dell’indipendenza della magistratura”.

Giusto e opportuno, pertanto, è l’appello a non accettare la proroga rivolto
al Primo Presidente della Corte di cassazione Giovanni Canzio dal collega
Dario Colasanti.

Condividiamo in pieno tale appello e lo sottoscriviamo estendendolo a tutti
gli altri magistrati interessati dalla proroga nel loro incarico, a
cominciare dal Presidente Aggiunto della stessa Corte di Cassazione Renato
Rordorf e dal Procuratore Generale Pasquale Ciccolo, certi che detti
colleghi, dimettendosi dalla magistratura alla data in cui avrebbero dovuto
essere collocati a riposo, sapranno dire di no a un provvedimento che, anche
perché li riguarda personalmente, lede le condizioni di indipendenza di
tutti i magistrati e incrina gravemente l’equilibrio predisposto dalla
Costituzione nell’esercizio delle funzioni sovrane.

Ma, al di là delle possibili e volontarie attivazioni delle responsabilità e
dei doveri individuali, l’ora grave esige che sia il Consiglio Superiore
della Magistratura ad intraprendere le dovute iniziative a salvaguardia del
principio supremo della separazione delle funzioni. 

Chiediamo al Consiglio Superiore della Magistratura, pertanto, di fare la
sua parte.

Riteniamo che la strada maestra sia quella di proporre, nella sede
competente, conflitto di attribuzioni contro questa macroscopica violazione
delle sue prerogative, funzionali all’esercizio indipendente della
giurisdizione da parte di ciascun magistrato.

Peraltro, poiché non si può escludere l’evenienza che la Consulta dichiari
inammissibile il conflitto sul rilievo dell’astratta possibilità  di
attivare il rimedio della proposizione della questione di legittimità
costituzionale nell'ambito di un giudizio comune, il Consiglio dovrebbe
anche dare seguito al concorso per i posti già pubblicati con delibera del 7
luglio 2016 (tra i quali quelli di Primo Presidente e di Presidente Aggiunto
della Corte di Cassazione nonché quelli di Procuratore Generale e
Procuratore Generale Aggiunto della Corte di Cassazione), revocando quindi
la delibera del 22 settembre 2016 con la quale è stata revocata l’anzidetta
pubblicazione del 7 luglio 2016.

Ma anche l’Associazione Nazionale Magistrati non può mancare di fare la sua
parte.

Parte che, in questo caso più che mai, non può esaurirsi, come purtroppo
sempre più spesso è accaduto negli ultimi anni, nel formulare sterili
declamazioni.

Chiediamo all’A.N.M., quindi, di fare qualcosa di concreto e, in
particolare, invitiamo la stessa ad impugnare dinanzi al Giudice
amministrativo la delibera del 22 settembre 2016 con la quale il Consiglio
Superiore della Magistratura, accettando di fatto gli effetti del decreto
legge 168 del 2016, ha revocato i concorsi già banditi per i posti, tra gli
altri, di Primo Presidente, di Procuratore Generale, di Presidente Aggiunto
e di Procuratore Generale Aggiunto della Corte di Cassazione.

Affidiamo quanto precede alla valutazione di tutti  gli operatori e studiosi
di diritto, a tutti i colleghi  e, in particolare, agli oltre 370 colleghi
che sottoscrissero l'appello a Pierluigi Vigna. A tutti costoro chiediamo di
dare forza a questo appello, sottoscrivendolo.

 

 1) Giuliano Castiglia (Tribunale di Palermo)

2) Massimo Vaccari (Tribunale di Verona)

3) Milena Balsamo (Tribunale di Pisa)

4) Nicola Saracino (Tribunale di Roma)

5) Andrea Reale (Tribunale di Ragusa)

6) Felice Lima (Tribunale di Catania)

7) Concetta Maria Ledda (Procura Generale di Catania)

8) Donato D’Auria (Tribunale di Pisa)

9) Andrea Mirenda (Tribunale di Verona)

10) Ida Moretti (Tribunale di Benevento)

11) Clementina Forleo (Tribunale di Roma)

12) Luciano Varotti ( Corte Appello di Bologna)

 

Chi è interessato può aderire all’appello anche sul blog:
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