[Area] SIDDI, il sogno di Pio XIII / Jude law

mario ardigo marioardigo a yahoo.com
Gio 10 Nov 2016 18:22:28 CET


 Non ho mai pensato male di Wojtyla e di Ratzinger. Il primo ebbi modo di avvicinarlo da universitario e ne fui affascinato, come molti altri della mia età. La politica mi divise da lui, ma è un altro discorso. Da universitario avvicinai anche Ratzinger, quando venne a lavorare a Roma. Sapevo che la sua politica ecclesiale era stata prima progressista e poi era diventata reazionaria. Non ho condiviso mai il secondo Ratzinger, ma la fede rimane la stessa.  In generale ho un atteggiamento protettivo verso le persone di sincera fede, anche non necessariamente soprannaturale, se questo le spinge a prendersi cura benevolmente degli altri. La mia fede è agàpe, che significa organizzare un lieto convito dove ce ne sia per tutti, nessuno escluso. In particolare, verso le persone religiose mi senso particolarmente responsabile, perché tutto intorno a loro sembra smentirle e facilmente possono essere messe in ridicolo. Quindi mi sforzo di sostenerle e di accompagnarle amichevolmente. Non le combatto. Mai. Non faccio questione di parole e di schieramenti. E cerco di rimediare al male che faccio. La struttura del potere papale risale pari pari all'Undicesimo secolo ed è di tipo feudale. Da quasi un secolo si cerca di cambiarla. Bergoglio è andato molto avanti rifiutando gli attributi della sovranità imperiale, il trono e la reggia  in particolare.  Può sembrare poco. Si tenga però conto che gli imperi spirituali sono i più duri ad essere cambiati, perché alla gente pare di smarrirsi senza di essi. La libertà è difficile. L'esperienza storica del comunismo ce lo insegna. Caduto un impero ideologico sembra che i comunisti si siano perduti, anche quelli italiani, che erano così diversi. Sembrano avere remora a definirsi comunisti, anche coloro che il tribunale della storia ha riconosciuto innocenti  e che, anzi, hanno tanto meritato. La nostra Costituzione è anche un loro dono.  Non rispetto Bergoglio come mio imperatore religioso, ma solo perché è uno di miei maestri nella fede. Sapendo però che è un povero essere umano come me. Nella mia fede uno solo è il Maestro. Bergoglio ci presenta l'esperienza di liberazione dell'America Latina, a lungo contrastata da Roma. Socialismo? Senz'altro presenta elementi di socialismo.  La dottrina sociale, le  norme sulla società diffuse dai papi, nacque però a fine Ottocento in antitesi al socialismo, ma imparando anche dal socialismo. In particolare voleva organizzare le masse. La Chiesa cattolica, nel suo contrapporsi al Regno d'Italia, di ideologia liberale, borghese di classe, organizzò il primo partito politico di massa in senso moderno, ancora prima dei socialisti. Il pensiero sociale cristiano che è molto più ampio della dottrina sociale andò in genere, nel suo anelito alla giustizia sociale, verso il socialismo, a volte anche esplicitamente, come in Italia nel secondo dopoguerra. In parte la dottrina poi lo seguì, rendendosi conto dell'insostenibilità del capitalismo anarchico emergente, che si risolveva in puro darwinismo sociale, la sopravvivenza del più forte in quanto più adatto. Questa è la versione del capitalismo che è alla base della globalizzazione dell'economia. Ha poco a che fare con il liberalismo, che proponeva, invece, un'etica forte, sia per gli individui, nella vita personale, che nel contesto sociale, negli affari. . La dottrina sociale  non basta più. I recenti appelli di Bergoglio all'impegno di massa, alla trasformazione delle democrazie mediante l'azione sociale, ma anche la rivalutazione della Riforma, è indice di questa presa di coscienza.  Bisogna ripensare il socialismo storico, perché la "bancarotta dell'umanità" davanti alla quale ci troviamo non può essere sanata in altro modo. La legge della giungla del capitalismo globale ci sta portando alla rovina. L'Italia è uno dei posti giusti per farlo, per il particolare socialismo che si venne affermando negli anni '70, esperimento bruscamente interrotto nel decennio successivo. Questo però è un impegno politico.Non discende automaticamente da una visione di fede. Non si ha cuore di vedere tanta gente soffrire e allora si è spinti all'azione. Questo sentimento in religione si chiama misericordia ed ha rilevanza religiosa.   La fede religiosa si situa ad un livello più profondo e unisce gli spiriti al di là di ogni dichiarata appartenenza, di ogni divisione sulle parole, degli interessi economici e politici, degli schieramenti, anche di tipo ecclesiastico, oltre ogni affiliazione e ogni politica. E' quella che impegna a non lasciare che il sole tramonti senza offrire la pace al tuo contraddittore. Mario Ardigò - Roma  

    Il Giovedì 10 Novembre 2016 17:23, "Guglielmo.Avolio a giustizia.it" <Guglielmo.Avolio a giustizia.it> ha scritto:
 

 Felì, sei sicuro? neanche dopo l’ultima siringa che ci ha fatto l’infamone di Higuain?G A Ho sempre sostenuto che i più grandi bestemmiatori sono anche i più grandi credenti. Infatti che senso avrebbe parlare contro Dio e i santi se non si credesse in loro ? Non a caso in Italia i più grandi bestemmiatori storicamente, sono stati sempre i veneti, che sono anche i cattolici più convinti. Allo stesso modo, non avrebbe senso scagliarsi contro Bergoglio senza credere nella Chiesa come istituzione e come comunità. A mio parere, in fin dei conti, anche Dario Fo e Franca Rame erano cattolici, altrimenti non avrebbero sempre parlato di Dio nelle loro opere. Ma ovviamente loro non possono smentire, perchè sono morti. Una affermazione però mi sento di farla : io non ho mai bestemmiato in vita mia.FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

 
 
 
 


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